Dreaming
Disclaimer: altra
fic Draco/Hermione. Sono
davvero
instancabile. Come al solito, nessuno dei personaggi mi appartiene.
Questa
volta, però, è dal punto di vista di Hermione.
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Vi
siete mai
sentiti come se la vostra vita fosse, in realtà, un sogno
dalla quale non vorreste
mai svegliarvi? Come se ogni cosa fosse così surreale da
durare un battito di
ciglia mentre, un istante dopo, quella stessa strana emozione che vi
pervade si
dissolve di colpo a causa di una verità così
sconcertante da lasciarvi senza
fiato?
Questo
è
esattamente ciò che provo io ogni giorno, non solo per un
singolo attimo. È sempre
lo stesso pensiero a riempire le mie giornate, ma ciò non lo
rende di certo
meno inaspettato.
Comincia
a
pervadermi non appena i primi raggi dell'alba filtrano attraverso le
sottili
tendine della mia camera e m’illuminano il viso, destandomi
in quell’attimo in
cui non so se sono nella terra dei vivi o cammino ancora in quella dei
sogni.
Strano, però, come qualunque cosa io faccia, che sia nel
mezzo di una calda
notte estiva o di un freddo inverno, passi sempre in secondo piano
quando lo
avverto accanto a me. È sempre questo calore a svegliarmi.
Calore.
Il
calore era qualcosa che non avrei mai creduto poter ricevere da lui.
Eppure
l'ho avuto. E, pensando a questo, mi sento così
straordinariamente felice che
potrei addormentarmi di nuovo. Non dopo, però, aver prima
avuto la mia
sbirciatina mattutina dell'uomo che mi giace accanto.
Oramai,
a
questo punto, credo che vogliate sapere di chi io stia parlando.
Oppure,
pensate che sia semplicemente ammattita e dovrei tornare a dormire. Non
credo
di poterlo fare, mi spiace.
Penso
di dover
fare un passo indietro. Il mio nome è Hermione Granger,
strega figlia di
Babbani, diplomata da Hogwarts con il massimo dei voti, ventiquattro
anni. Sono
anche una strega-medico di successo al top della sua carriera; ma
vedete tutto
questo è insignificante, perché prima di tutto
sono una moglie e una madre.
La
moglie di
chi? Ora, chi potrebbe essere il mio illustre e misterioso lui... beh,
ditemi
voi come descrivere quell'enigma che è Draco Malfoy.
È semplicemente
impossibile.
Lui
è un puzzle,
che nemmeno io sono riuscita a risolvere. Ora, però, posso
affermare di
conoscerlo dentro e fuori, riuscendo a scoprire di lui un po’
alla volta da
quella fatidica giornata di sette anni fa, una giornata voluta dal
destino.
Quell'anno, lui lasciò cadere quella sua infame guardia di
ghiaccio così da
poter finalmente lasciar vedere al mondo il vero Draco Malfoy.
Lasciarmi vedere
il vero Draco Malfoy. Il Draco steso qui accanto a me, ancora
piacevolmente
addormentato e protetto dall'inferno che era stata la sua vita passata.
Il
Draco diventato mio marito e padre amorevole di nostra figlia, Shiri.
Shiri
è la luce
delle nostre giornate. Un concentrato di energia e risate e, se devo
essere
davvero onesta, non so cosa io abbia mai fatto per meritare entrambi.
Spero
soltanto che tutti possano essere felici come lo siamo noi.
Sospirando
contenta, mi volto su di un fianco e lo osservo, per scorgere quei
dettagli
dorati e brillanti che solo la luce del mattino può portare
sul suo viso
addormentato. I capelli gli sono caduti su un lato del volto brillando
come se
fossero argento vero, mentre le ombre che si posano sul suo viso privo
di
preoccupazioni lo fanno apparire ancora più bello, se mai
è possibile.
Non
riuscendo
più a resistere, passo delicatamente una mano fra le
luccicanti ciocche dei
suoi capelli. Mentre lascio che le mie dita indugino sulla sua pelle
candida,
lo sento muoversi accanto a me e velocemente spostare la mia mano, ma
non prima
di aver percepito calde dita maschili prendermi il braccio.
Lo
guardo un po’
sorpresa, un piccolo sorriso sulle sue labbra.
"Non
riesci mai a resistere". Mi sussurra.
Gli
sorrido,
quasi un riflesso condizionato all'essere sorpresa a contemplarlo.
"Non
che ti
dia fastidio". Gli rispondo.
Apre
gli occhi,
trovando immediatamente i miei.
"No,
perché dovrebbe?". Solleva un sopracciglio, in quel modo che
ritiene
accattivante. Non che non lo sia, ma non glielo avrei di certo detto.
"Beh,
non
lo so, dimmelo tu". Dichiaro in quella strana voce imbronciata che lui
non
prende mai sul serio.
"No,
direi
di no". Mi bacia la fronte. Sospiro felice, prima che lui torni a
poggiare
il capo sul cuscino, così da poterci guardare negli occhi.
La sua mano mi
accarezza i ricci castani, restando fra essi. "Allora, qua è
il programma
di oggi?"
"Dormire".
Borbotto, mentre i miei occhi si rilassano al suo tocco.
Ride
piano. "Signora
Malfoy, ho sentito bene? Niente lavoro? Nemmeno un'ora spesa in
libreria a
leggere alla povera Shiri le Cronache di Narnia per, non so, la
settantottesima
volta?”.
Lo
colpisco
scherzosamente sulla gamba, con gli occhi ancora chiusi. "Ha ha, Signor
Malfoy.
E poi lei adora Narnia. È l'unica magia che potrà
avere per i prossimi otto
anni".
"Beh,
è
meglio che Hogwarts si prepari! La piccola peste sa già come
trasformare la sua
torta al cioccolato in...".
"Fango!"
Rido. "Allora, era questo che avevi sulla camicia ieri!"
"Seriamente
Hermione, quella bambina non è un semplice fagottino di tre
anni!"
Apro
nuovamente
gli occhi. “È un eccezionale fagottino di tre
anni!". Lo correggo.
"Sì".
Sorride "Ha preso da me!"
Gli
do una
gomitata allo stomaco.
"Hey!
Ok,
ha preso da te!".
Sorrido
compiaciuta. Strano come un po’ di sana violenza riesca a
fargli dire tutto
quello che voglio.
"Ha
anche
ereditato i geni da uccellino del mattino da te".
"Cosa?"
“È
di nuovo
sveglia".
Mi
volto ad
osservare l'oggetto babbano sul comodino. La luce è rossa.
"Vado
io". Sto per mettere un piede fuori dalle coperte, ma non vado molto
lontana. Draco mi cinge la vita e mi riporta a letto.
"No,
vado
io". Si offre, prima di baciarmi ed alzarsi. Lo guardo uscire dalla
camera
e abbraccio il cuscino che profuma ancora di nient'altro che Draco, con
un po’
del suo shampoo alla vaniglia e un po’ di dopobarba. I miei
occhi sono pesanti
e lentamente calano, chiudendo fuori il resto del mondo mentre mi
addormento;
il mio sonno è comunque molto breve.
Mi
sveglio nel
più assoluto silenzio, la mia pelle subito alla ricerca di
quel calore
familiare ma niente. Mi alzo a sedere e guardo l'ora. Ho dormito solo
un'altra
oretta, ma è la spia rossa dell'allarme per bambini che
attira la mia
attenzione. Shiri è ancora sveglia. Cosa, in nome di
Merlino, stava facendo
Draco?
Decido
di
scoprirlo da sola, così mi alzo dal letto e attraverso
silenziosamente il
corridoio. Non che abbia davvero bisogno di farlo ma la
curiosità mi sta
davvero logorando.
Mentre
mi
avvicino alla stanza di Shiri, odo dei bisbigli farsi sempre
più chiari;
entrambi riconoscibili.
"No
Gina,
quello è il mio vestito!"
"Ma
l'ho
trovato prima io!"
“È
mio!"
"No,
mio!"
"Ahem".
Mi schiarisco la voce per attirare la loro attenzione, stando
appoggiata allo
stipite della camera di Shiri. Lì sul pavimento, con
l'intero contenuto della
scatola dei giochi di mia figlia, il mio rossetto mancante ed una
spazzola, trovo
la mia bambina di tre anni seduta con una bambola di fronte a suo
padre, anche
lui con una bambola tra le mani.
Un
tenue
rossore imporpora le guance di Draco che lascia subito andare la
bambola,
facendola cadere sul viso di porcellana. Incrocia immediatamente le
braccia,
come se in tutto quel tempo non avesse fatto altro.
"Stavo
dicendo a Shiri di tornare a dormire".
"Sono
le
otto, non credo che ne abbia più bisogno". Gli ricordo,
sorridendo.
Shiri
ridacchia.
"Si...
ma...".
"Andiamo,
tesoro, è ora di colazione". Porgo una mano a Shiri che,
lasciata
immediatamente la bambola, la afferra sorridendo maliziosa. Questo
è un punto a
favore di Draco: questo strano mezzo sorriso di mia figlia, Shiri lo ha
ereditato certamente da lui.
"Cosa?"
Draco chiede, innocentemente, ancora rosso in viso.
Lascio
andare
Shiri per un attimo per potermi chinare a baciarlo lievemente sulle
labbra,
prima di tornare da lei.
Lasciando
la
porta aperta, mi dirigo con mia figlia verso la cucina.
"Hey,
voglio anch'io la colazione!" Lo sento urlare dalle scale. Il mio
sorriso
si trasforma in una vera risata che si unisce a quella di Shiri.
La vita è
decisamente un sogno.