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Autore: Shannara_810    16/05/2005    6 recensioni
La vita è decisamente un sogno
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dreaming

Disclaimer:  altra fic Draco/Hermione. Sono davvero instancabile. Come al solito, nessuno dei personaggi mi appartiene. Questa volta, però, è dal punto di vista di Hermione.

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Vi siete mai sentiti come se la vostra vita fosse, in realtà, un sogno dalla quale non vorreste mai svegliarvi? Come se ogni cosa fosse così surreale da durare un battito di ciglia mentre, un istante dopo, quella stessa strana emozione che vi pervade si dissolve di colpo a causa di una verità così sconcertante da lasciarvi senza fiato?

Questo è esattamente ciò che provo io ogni giorno, non solo per un singolo attimo. È sempre lo stesso pensiero a riempire le mie giornate, ma ciò non lo rende di certo meno inaspettato.

Comincia a pervadermi non appena i primi raggi dell'alba filtrano attraverso le sottili tendine della mia camera e m’illuminano il viso, destandomi in quell’attimo in cui non so se sono nella terra dei vivi o cammino ancora in quella dei sogni. Strano, però, come qualunque cosa io faccia, che sia nel mezzo di una calda notte estiva o di un freddo inverno, passi sempre in secondo piano quando lo avverto accanto a me. È sempre questo calore a svegliarmi.

Calore. Il calore era qualcosa che non avrei mai creduto poter ricevere da lui. Eppure l'ho avuto. E, pensando a questo, mi sento così straordinariamente felice che potrei addormentarmi di nuovo. Non dopo, però, aver prima avuto la mia sbirciatina mattutina dell'uomo che mi giace accanto.

Oramai, a questo punto, credo che vogliate sapere di chi io stia parlando. Oppure, pensate che sia semplicemente ammattita e dovrei tornare a dormire. Non credo di poterlo fare, mi spiace.

Penso di dover fare un passo indietro. Il mio nome è Hermione Granger, strega figlia di Babbani, diplomata da Hogwarts con il massimo dei voti, ventiquattro anni. Sono anche una strega-medico di successo al top della sua carriera; ma vedete tutto questo è insignificante, perché prima di tutto sono una moglie e una madre.

La moglie di chi? Ora, chi potrebbe essere il mio illustre e misterioso lui... beh, ditemi voi come descrivere quell'enigma che è Draco Malfoy. È semplicemente impossibile.

Lui è un puzzle, che nemmeno io sono riuscita a risolvere. Ora, però, posso affermare di conoscerlo dentro e fuori, riuscendo a scoprire di lui un po’ alla volta da quella fatidica giornata di sette anni fa, una giornata voluta dal destino. Quell'anno, lui lasciò cadere quella sua infame guardia di ghiaccio così da poter finalmente lasciar vedere al mondo il vero Draco Malfoy. Lasciarmi vedere il vero Draco Malfoy. Il Draco steso qui accanto a me, ancora piacevolmente addormentato e protetto dall'inferno che era stata la sua vita passata. Il Draco diventato mio marito e padre amorevole di nostra figlia, Shiri.

Shiri è la luce delle nostre giornate. Un concentrato di energia e risate e, se devo essere davvero onesta, non so cosa io abbia mai fatto per meritare entrambi. Spero soltanto che tutti possano essere felici come lo siamo noi.

Sospirando contenta, mi volto su di un fianco e lo osservo, per scorgere quei dettagli dorati e brillanti che solo la luce del mattino può portare sul suo viso addormentato. I capelli gli sono caduti su un lato del volto brillando come se fossero argento vero, mentre le ombre che si posano sul suo viso privo di preoccupazioni lo fanno apparire ancora più bello, se mai è possibile.

Non riuscendo più a resistere, passo delicatamente una mano fra le luccicanti ciocche dei suoi capelli. Mentre lascio che le mie dita indugino sulla sua pelle candida, lo sento muoversi accanto a me e velocemente spostare la mia mano, ma non prima di aver percepito calde dita maschili prendermi il braccio.

Lo guardo un po’ sorpresa, un piccolo sorriso sulle sue labbra.

"Non riesci mai a resistere". Mi sussurra.

Gli sorrido, quasi un riflesso condizionato all'essere sorpresa a contemplarlo.

"Non che ti dia fastidio". Gli rispondo.

Apre gli occhi, trovando immediatamente i miei.

"No, perché dovrebbe?". Solleva un sopracciglio, in quel modo che ritiene accattivante. Non che non lo sia, ma non glielo avrei di certo detto.

"Beh, non lo so, dimmelo tu". Dichiaro in quella strana voce imbronciata che lui non prende mai sul serio.

"No, direi di no". Mi bacia la fronte. Sospiro felice, prima che lui torni a poggiare il capo sul cuscino, così da poterci guardare negli occhi. La sua mano mi accarezza i ricci castani, restando fra essi. "Allora, qua è il programma di oggi?"

"Dormire". Borbotto, mentre i miei occhi si rilassano al suo tocco.

Ride piano. "Signora Malfoy, ho sentito bene? Niente lavoro? Nemmeno un'ora spesa in libreria a leggere alla povera Shiri le Cronache di Narnia per, non so, la settantottesima volta?”.

Lo colpisco scherzosamente sulla gamba, con gli occhi ancora chiusi. "Ha ha, Signor Malfoy. E poi lei adora Narnia. È l'unica magia che potrà avere per i prossimi otto anni".

"Beh, è meglio che Hogwarts si prepari! La piccola peste sa già come trasformare la sua torta al cioccolato in...".

"Fango!" Rido. "Allora, era questo che avevi sulla camicia ieri!"

"Seriamente Hermione, quella bambina non è un semplice fagottino di tre anni!"

Apro nuovamente gli occhi. “È un eccezionale fagottino di tre anni!". Lo correggo.

"Sì". Sorride "Ha preso da me!"

Gli do una gomitata allo stomaco.

"Hey! Ok, ha preso da te!".

Sorrido compiaciuta. Strano come un po’ di sana violenza riesca a fargli dire tutto quello che voglio.

"Ha anche ereditato i geni da uccellino del mattino da te".

"Cosa?"

“È di nuovo sveglia".

Mi volto ad osservare l'oggetto babbano sul comodino. La luce è rossa.

"Vado io". Sto per mettere un piede fuori dalle coperte, ma non vado molto lontana. Draco mi cinge la vita e mi riporta a letto.

"No, vado io". Si offre, prima di baciarmi ed alzarsi. Lo guardo uscire dalla camera e abbraccio il cuscino che profuma ancora di nient'altro che Draco, con un po’ del suo shampoo alla vaniglia e un po’ di dopobarba. I miei occhi sono pesanti e lentamente calano, chiudendo fuori il resto del mondo mentre mi addormento; il mio sonno è comunque molto breve.

Mi sveglio nel più assoluto silenzio, la mia pelle subito alla ricerca di quel calore familiare ma niente. Mi alzo a sedere e guardo l'ora. Ho dormito solo un'altra oretta, ma è la spia rossa dell'allarme per bambini che attira la mia attenzione. Shiri è ancora sveglia. Cosa, in nome di Merlino, stava facendo Draco?

Decido di scoprirlo da sola, così mi alzo dal letto e attraverso silenziosamente il corridoio. Non che abbia davvero bisogno di farlo ma la curiosità mi sta davvero logorando.

Mentre mi avvicino alla stanza di Shiri, odo dei bisbigli farsi sempre più chiari; entrambi riconoscibili.

"No Gina, quello è il mio vestito!"

"Ma l'ho trovato prima io!"

“È mio!"

"No, mio!"

"Ahem". Mi schiarisco la voce per attirare la loro attenzione, stando appoggiata allo stipite della camera di Shiri. Lì sul pavimento, con l'intero contenuto della scatola dei giochi di mia figlia, il mio rossetto mancante ed una spazzola, trovo la mia bambina di tre anni seduta con una bambola di fronte a suo padre, anche lui con una bambola tra le mani.

Un tenue rossore imporpora le guance di Draco che lascia subito andare la bambola, facendola cadere sul viso di porcellana. Incrocia immediatamente le braccia, come se in tutto quel tempo non avesse fatto altro.

"Stavo dicendo a Shiri di tornare a dormire".

"Sono le otto, non credo che ne abbia più bisogno". Gli ricordo, sorridendo.

Shiri ridacchia.

"Si... ma...".

"Andiamo, tesoro, è ora di colazione". Porgo una mano a Shiri che, lasciata immediatamente la bambola, la afferra sorridendo maliziosa. Questo è un punto a favore di Draco: questo strano mezzo sorriso di mia figlia, Shiri lo ha ereditato certamente da lui.

"Cosa?" Draco chiede, innocentemente, ancora rosso in viso.

Lascio andare Shiri per un attimo per potermi chinare a baciarlo lievemente sulle labbra, prima di tornare da lei.

Lasciando la porta aperta, mi dirigo con mia figlia verso la cucina.

"Hey, voglio anch'io la colazione!" Lo sento urlare dalle scale. Il mio sorriso si trasforma in una vera risata che si unisce a quella di Shiri.

La vita è decisamente un sogno.

  
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