Da oggi mi chiamo Giuditta
il coltello già stringo in mano
esecrabile pezzo di merda
ti accompagno ad Oloferne.
Inetto, cretino, incapace,
degli scemi sei portavoce
scaldi la sedia infelice
su cui il tuo culo giace.
Mi sono proposta la meta
di rovinarti al più presto la vita,
reclamo vendetta efferata!
La mia rabbia va esaudita.
Per avere quello che bramo
posso spostare anche il mondo,
non sai con chi stai giocando,
il vespaio che stai smuovendo.
Hai fatto un danno di troppo
ormai non torni più indietro,
azione e reazione hai prodotto,
il vaso è caduto e si è rotto.
Da ora il proposito è semplice:
voglio la tua testa bacata
servita sopra un vassoio
ai miei piedi in dono lasciata.