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Autore: artemide88    26/08/2009    2 recensioni
Tratto dal primo capitolo. "Correvo, correvo. Nei boschi dei druidi, correvo. Libera come non mi sentivo da tempo, libera per una volta di essere me stessa e non la signora di Avalon. Corsi spensierata senza una meta precisa. Mia madre mi stringeva forte la mano e mi guardava sorridente. Mia madre? È morta tanti anni fa, lo so bene, ero con lei quando...mi sorrise ancora e mi indicò un punto davanti a sé. Guardai ma il sole mi colpì gli occhi. Distinsi solo una figura prima di coprirmi il volto con una mano. Strano, io non avevo mai avuto paura del sole, mio padre, e dei suoi raggi miei fratelli. Pregai le forze della natura mie sorelle perché mi permettessero di vedere. La figura in controluce si volse verso di me. Gli alberi gli chiusero ogni via di fuga e i loro rami allontanarono anche i raggi del sole. L’uomo mi guardò con intensi occhi dorati. Sorrise, sporgendo denti affilati..." Ispirato al romanzo "Le nebbie di Avalon" di M.Z.Bradley. Per conoscere il resto, leggete!!!
Genere: Sovrannaturale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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cap1 CAPITOLO  1 – LA SACERDOTESSA DI AVALON.
L’immagine del capo alfa era apparsa nello specchio.
“allora eccesso capo alfa...come stai?” mi divertivo sempre un mondo a prendere  in giro il mio migliore amico. Erano passati alcuni mesi dall’ultima volta che ci eravamo visti di persona e mi mancava parecchio. Divinarlo allo specchio non era la stessa cosa che avere un vero rapporto umano.
“fai poco la spiritosa, Bella. Ci sono guai in vista, una delle pizie ha avuto una visione, ma troppo confusa. Ma questo lo sai già, vero?” non avevo mai sopportato quelle donnette che drogate e allucinate tentavano di prevedere il futuro. Il mio volto tirato e stanco si mosse in una smorfia di disgusto. La notte precedente io ero stata visitata da un sogno premonitore. E come sempre mi aveva lasciato spossata e con poche forze. Era un sogno strano e non sapevo come interpretarlo. Annui con il capo prima di continuare.
“veramente non so di cosa si tratti...questo è più difficile di altri da comprendere.”
“tra tre giorni il consiglio dei druidi si riunisce...” buttò lì la notizia come se niente fosse, come se stesse parlando del tempo.
“e io dovrei partecipare, vero Jake?” ah, Jacob! Sei il mio migliore amico, il mio confidente, il mio protettore e il mio licantropo, mi conosci da quando sono un bambina, ti voglio un sacco bene e lo sai meglio di me che non sopporto quegli spocchiosissimi vecchi!
“beh, vedila come vuoi...ma sei sempre la signora di Avalon e non puoi non esserci. Soprattutto in un momento in cui il tuo popolo e il mio branco sono minacciati da qualcosa di non ben identificato.” Sbuffai leggermente. Sapeva come prendermi. Il mio popolo e il suo branco erano il mio primo motivo di preoccupazione la mattina quando mi alzavo e l’ultimo pensiero prima di addormentarmi era ancora per loro.
“tra due giorni, al molo.” Dissi solo.
“non puoi tornare prima?” chiese lui speranzoso. Illuso, lo so bene che vuoi che prima del consiglio incontri mio padre, ma no, grazie, sono troppo codarda e cedo il turno.
“arriverò tra due giorni, in tempo per la riunione non ti preoccupare. Ci vediamo al solito posto.” Sorrisi della sua buffa espressione e sapevo bene che avrebbe volentieri ribattuto ma la mia mano veloce si posò sul grande specchio ponendo fine alla conversazione. E così dopo mesi di isolamento volontario sarei tornata nella “civiltà”. Gli uomini mi facevano proprio ridere. Si credevano sempre così superiori agli altri. Attesi ai doveri impostimi dalla mia funzione di sacerdotessa e di principessa di Avalon come ogni mattina ma non riuscivo ad essere serena. Qualcosa ci minacciava e io non sapevo riconoscerlo. Non era mai successo niente del genere e questo mi faceva sentire troppo vulnerabile. Le altre sacerdotesse riunitesi con me sull’isola erano agitate, riflesso forse del mio turbamento interiore. La decana delle novizie mi si avvicinò. Conosceva mia madre, la saggia Marion. E per quanto possibile l’aveva sostituita.
“perché non lasci fare a noi e tu non vai a riposare? Sei più provata del solito dall’assenza di sonno.”
“sto bene. non ti preoccupare. È solo che...” ecco come al solito ho parlato troppo.
“che?” mi guardò con un sorriso così premuroso e materno che le parole mi uscirono senza volerlo.
“devo tornare. E non voglio. Devo tornare in Inghilterra ma io preferirei restare qua.” Tornare significava solo una cosa e lei lo sapeva: voleva dire affrontare mio padre ma non disse nulla. Lasciò che mi sfogassi come volevo. “come se tutto ciò non bastasse, ci sono guai in arrivo e io non riesco a capire di che genere siano. Ma soprattutto mi terrorizza il fatto che tra due giorni si terrà la riunione de drudi. Perché sicuramente mi metteranno con le spalle al muro. Diranno che il pericolo incombe per colpa mia.” Mi stavo facendo soffocare dalle mie stesse parole. Marion mi abbracciò e dolcemente mi condusse nella mia stanza. Era ariosa, con la grande finestra che dava sul mare. Le lunghe tende di lino bianco ondeggiavano leggere alla brezza marina. Aiutata dalle ancelle, Marion mi fece svestire e immergere nella calda acqua della vasca. Una della ragazze mi strofinò la schiena, poi le braccia e infine sciolse i miei lunghi capelli dalla loro perenne treccia. Un’altra intanto aveva iniziato a massaggiarmi i piedi per allontanare la tensione, delicatamente e quasi senza che me ne accorgessi, passò alla schiena e alle spalle contratte. Quel bagno mi stava facendo bene. Mi stavo finalmente rilassando e probabilmente mi sarei addormentata. Marion doveva aver fatto usare qualche olio alla valeriana o alla passiflora per farmi frizionare la schiena. Sentivo già il torpore che mi invadeva. La guardai e mi sorrise sfuocata. Avrei preferito che non mi costringesse a dormire, non avrei sognato. Sentii solo le parole “affidati a tua madre” prima di perdere il contatto con la realtà.

Correvo, correvo. Nei boschi dei druidi, correvo. Libera come non mi sentivo da tempo, libera per una volta di essere me stessa e non la signora di Avalon. Corsi spensierata senza una meta precisa. Mia madre mi stringeva forte la mano e mi guardava sorridente. Mia madre? È morta tanti anni fa, lo so bene, ero con lei quando...mi sorrise ancora e mi indicò un punto davanti a sé. Guardai ma il sole mi colpì gli occhi. Distinsi solo una figura prima di coprirmi il volto con una mano. Strano, io non avevo mai avuto paura del sole, mio padre, e dei suoi raggi miei fratelli. Pregai le forze della natura mie sorelle perché mi permettessero di vedere. La figura in controluce si volse verso di me. Gli alberi gli chiusero ogni via di fuga e i loro rami allontanarono anche i raggi del sole. L’uomo mi guardò con intensi occhi dorati. Sorrise, sporgendo denti affilati...

Urlai. Le donne che ancora mi stavano prestando le loro cure si spaventarono per la mia reazione. Marion mi abbracciò cercando di consolarmi. La allontanai da me in malo modo. Aveva voluto che sognassi, come se fossi stata una squallida pizia. Uscii come una furia dalla vasca, spaventando ancora di più le ancelle. Non avevano mai visto quel lato così iroso del mio carattere. Ero sempre stata molto dolce e piuttosto timida. Non mi preoccupai nemmeno di prendere un asciugamano. Ad Avalon tutte noi eravamo abituate a girare per l’isola nude con i capelli intrecciati di nastri. Non mi fermai a salutare come mio solito chi mi sorrideva. Corsi e basta. La mia meta era vicina. Salii veloce sulla punta più a nord della scogliera. Lì, al Belvedere dell’isola, erano sepolte le sacerdotesse di Avalon che mi avevano preceduto.
“perché madre? Perché me lo indicavi sorridendo?” scossa dai tremiti mi gettai sulla tomba di mia madre. Nel sogno mi indicava un essere del tutto simile ad uno che l’aveva uccisa. Solo gli occhi erano diversi. Non rossi cremisi ma dorati. “perché? Un vampiro ti ha uccisa, e tu mi invii un sogno del genere? È questo il pericolo che ci attende?” ancora con le lacrime agli occhi guardai il mare sotto di me. Le palpebre mi si chiusero solo un attimo. Lo rividi, bello e misterioso e sicuramente per me molto pericoloso, mi veniva incontro sorridendo con altri vampiri come lui, anche loro con gli occhi dorati. Non sentii nemmeno Marion e le ancelle che delicatamente mi portarono nella mia stanza.
   
 
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