La dama velata rosso sangue

In principio. Ora. Sempre.
La tempesta tergiversava su quella statua di bronzo della Sirenetta dove si aprivano le porte della città danese di Copenaghen.
Imperversava la pioggia, l’ira funesta della mia mano che aveva bisogno di afferrare qualcosa.
Di riprendermi la vita che era stata strappata da quella dannazione che era stato l’amore.
Di poter rinascere dalle ceneri della pioggia indelebile che aveva ricoperto il mio volto.
Non avevo paura dei lampi, dei fulmini, di quei tuoni che si riversavano in quella città.
Perché io dovevo rinascere non come un vampiro, ma come una fenice.
Ero spaesata in mezzo a quel nulla mentre la paura attanagliava ancora i miei pensieri per quello che ero diventata.
Per continuare a vivere ho dovuto fare dei sacrifici che mi hanno portato lontano dalla mia terra.
Ma per poter tornare al mio punto d’arrivo, devo ripartire da sconosciuta, facendomi aiutare senza nessuno scrupolo e giocare sporco dopo che la vita mi aveva dato una possibilità. Ancora una volta.