La soluzione
di Ron ed Hermione
Era circa mezzanotte nella sala comune di
Grifondoro,i tavoli di legno pesante erano ancora
ricoperti di pergamene scarabocchiate e gli unici rimasti, semi intontiti dal
sonno e dal calore del fuoco, erano i membri
del Magico Trio: Ronald Weasley, Harry Potter ed Hermione Granger.
-Harry, hai finito il tema di
pozioni?- domandò la ragazza con uno sbadiglio.
-no.-
-Ahi ahi...-rispose Ron non sollevando lo
sguardo dal suo.
-Io sarei già a letto da un pezzo se non fossi
tanto pia e paziente da aspettare che finiate i compiti per correggerveli, ne
sei consapevole, vero???-
-Senti, Hermione, vai pure se preferisci, tanto
in questo momento ho altro per la testa.- ribadì lui
asciutto.
-Sarà meglio che ti decida a prendere in considerazione
il fatto che, per quanto Piton sia odioso, la sua è
una materia importantissima...soprattutto per te!- la stanchezza aveva fatto
parlare anche troppo Hermione e Ron le rispose con una lunga occhiata
obliqua...”ahi ahi!”
-oh, certo, scusa tanto cara, per un istante
avevo dimenticato che il mondo sta per essere distrutto dalla seconda guerra
magica e che tutto dipenderà da me... come è potuto
succedere? Ti sono riconoscente di avermelo tenuto a mente...-
-Harry...-cominciò lei dispiaciuta.
-Amico, sai che Hermione si preoccupava per
te...non aggredirla.-
-Ragazzi, scusatemi, io ora vado su. È inutile,
per quanto siate i miei migliori amici , ci sono cose
che non siete in grado di comprendere. Non voglio rischiare
di diventare offensivo.- replicò il ragazzo-che-è-sopravvissuto
raccogliendo le sue cose e salendo ai dormitori.
Ron ed Hermione si scambiarono la medesima
occhiata, si, era cominciata la guerra, il mondo come lo conoscevano stava
vivendo i suoi ultimi istanti, davanti a
loro c’era un futuro incerto ed erano sicuri di una sola cosa : il loro destino era combattere.
Con Harry.
Per difendere Harry, anche se avesse
significato posticipare per un solo
istante lo scontro finale.
In ultimo stava a lui: uccidere o morire, il
che a conti fatti non faceva poi così differenza.
-accidenti, mi dispiace.-
sospirò lei andandosi a mettere più comoda sul divano.
Entrambi sapevano che
non stava parlando semplicemente del tema di pozioni.
-Non riesco nemmeno a piangere.- continuò
rendendosi conto di quanto le parole usate non fossero
sufficienti in nessun modo a descrivere ciò che stava provando.
Ma in effetti non ce
n’era bisogno, Ron condivideva da sei anni la stessa vita e sapeva benissimo
cosa volesse dire la ragazza.
-Herm,
credimi, io mi sento completamente inutile, insomma, riuscirei
a radere al suolo l’intera Hogwarts se potesse servire a qualcosa...- disse
sedendosi accanto a lei.
La ragazza posò la mano su quella del suo
amico.
-Sempre il solito distruttivo, èh?-
-Già e, se non rischiassi almeno un’ora di
ramanzine,- disse voltandosi a fissarla- starei come
minimo riducendo a striscioline sottili quell’
orrendo libro di pozioni.-
Hermione sorrise debolmente, “bel tentativo”
pensò “grazie Ron ma non va”...
Era decisamente
difficile vedere Harry tenersi tutto
dentro e sapere di non poter fare nulla per lui, e Ron lo capiva.
-Se
solo...
-No, Ron, non cominciare nemmeno. Pensare a ciò che avremmo potuto fare o dire non cambierebbe
la situazione attuale.
Lui la guardò, stava per aggiungere qualcosa ma
di colpo si rese conto di quanto Hermione fosse nel giusto.
-Ho paura.- sussurrò semplicemente.
La ragazza non disse nulla e si concentrò sulle
fiamme che si agitavano ignare nel camino.
Sospirando chiuse gli occhi.
-Voglio dire...cosa ci riserva il futuro? Tutto
è in bilico e questa guerra forse...insomma,... Harry,
e io e te...sarà tutto diverso- continuò, la voce ridotta ad un sussurro.
Hermione continuava a non parlare.
-Ma
forse si risolverà tutto...- azzardò.
A quelle parole la ragazza si voltò di scatto e
lo incenerì con lo sguardo, sciogliendo la mano da quella di Ron.
-MI SEMBRA OVVIO CHE SI RISOLVERA’ TUTTO,la profezia parla chiaro, no? Ci sarà un assassino ed
un assassinato...il resto cambierà di conseguenza. non la trovi confortante come prospettiva?- concluse acida.
Ma Ron non rispose, sapeva cosa
stesse cercando di fare la sua amica ma non raccolse la provocazione.
-Ron!- gridò Hermione frustrata mentre lui si
limitava a continuare a guardare il fuoco.- Mi stai ascoltando?-
Il suo respiro si fece più concitato e le sue
mani cominciarono a tremare, Ron era sicuro di ciò che sarebbe successo se le avesse dato corda ma questa volta non aveva nessuna voglia
di sfogare la sua rabbia e la sua tristezza in una litigata.
-bene, continua pure a fingere che andrà tutto bene...-sbottò lei alzandosi in piedi e
portandosi di fronte a lui-tipico da parte tua- aggiunse ostentando una
sicurezza che non aveva nulla di reale.
Il ragazzo ricambiò quello sguardo a un tempo beffardo e disperato e, prendendola per un polso la
attirò nuovamente a sedere sul sofà mezzo sfondato.
Lei si dibatté qualche
istante prima di rilassare finalmente i muscoli e lasciarsi andare con
la schiena sul suo petto.
-Sai che non lo penso sul serio, vero?- chiese
a bassa voce.
-se c’è qualcosa che sono
riuscito a imparare bene è capire quando menti...e quello che tenti di
nascondere quando lo fai. Hermione, è normale, è così per tutti e tre.-
-Si, è normale.-
In quel momento pensarono entrambi che la cosa
più spaventevole fosse la certezza che sarebbe stata
proprio quella loro normalità ad andare a rotoli per prima.
Stringendola con disperato abbandono, Ron
nascose il viso sulla nuca di lei ed Hermione seppe
che era per non farle vedere le lacrime, quelle stesse lacrime che sentiva,
umide e caldissime, rotolarle dolcemente sul collo.
Si voltò con lentezza e gli sollevò il viso,
Ron, incrociando il suo sguardo, non fece nulla per nascondere ancora la sua
debolezza
-Sembra che ci siamo
scambiati i ruoli, tu che perdi la calma ed io che...- non riuscendo a
finire la frase fissò un punto imprecisato sopra la spalla di Hermione.
Lei si sorprese a pensare solo una cosa:”Ron, basta!” e con un una rabbia differente da quella di prima
gli asciugò le lacrime, inizialmente con una mano e poi con le sue stesse
labbra.
Ron si abbandonò indietro sullo schienale del
sofà e si lasciò sfuggire un piccolo singhiozzo mentre
Hermione in prima persona si stupiva dei suoi gesti e della difficoltà che
incontrava ad allontanarsi da quella posizione.
Con una certa difficoltà emise un profondo
respiro.
-Anche
io ho paura Ron.- ammise in un soffio.
-Ha torto quando dice che non possiamo comprenderlo.-
-No,invece è vero.
Harry sta provando qualcosa di differente. Se noi siamo
spaventati da ciò che potrebbe succederci, lui è terrorizzato da ciò che
potrebbe farci succedere. Ed è solo a sostenere
questa cosa, a dispetto di qualunque sforzo possiamo fare.- rispose lei.
-Io...sono fortunato, io
divido tutto questo con te.-
Non c’era niente di più vero ma pronunciò
questa frase con voce rotta dall’emozione. –Hermione...grazie.- aggiunse agganciando i suoi occhi a quelli do lei così
grandi e vicini.
Una piccola lacrima solcò la guancia della
ragazza che annuì senza spostarsi di un centimetro- Si, ringraziando il cielo siamo insieme.
-Ora non prendertela, ti scongiuro-
sussurrò Ron prima di attirarla completamente a se e di baciarla sulle labbra
ancora salate delle sue lacrime.
- Hermione, se vuoi dimentica e perdonami.-
sussurrò con voce roca staccandosi da lei.
-Ron, questa non è una soluzione, stiamo solo
cercando di sfuggire alla realtà ma, ti prego, non dimenticare e non ti
fermare.
Chiusero entrambi gli occhi mentre la loro disperazione trovava sfogo in
gesti goffi e pieni di emozione.
Il batticuore si confuse con l’angoscia mentre
la passione combatteva violentemente col dolore ed i sensi di colpa non
riuscivano ad venire a patti con l’amore.
I due ragazzi non poterono fare altro che
continuare a baciarsi, baciarsi e sospirare, baciarsi con le lacrime agli
occhi, baciarsi consapevoli di fare l’unica cosa che più somigliasse
ad una soluzione.
Ed i loro sentimenti si facevano guerra, la
stessa guerra nel petto di entrambi, la stessa lotta che sulle loro labbra viveva lo
scontro più decisivo.
Aggrappati l’uno all’altra tremavano
di paura e di desiderio, si, perché in quel momento compresero, scontandone il caro
prezzo, cosa significasse amare una persona così profondamente.
Passarono parecchi momento
stretti tanto da farsi male, al punto di non riuscire più a distinguere
dove finisse uno a dove iniziasse l’altra.
Poi Hermione fece un sorriso in bilico tra il
gioioso e il deluso.
-Sai, non posso negare di averlo sperato e
aspettato, ma non avrei mai immaginato che tra noi
sarebbe andata così...-
-Il fatto è che abbiamo lasciato passare troppo
tempo ed ora è tutto troppo...
-direi “concentrato”.-
-si, ma va tutto bene, Hermione, questo posso assicurarti che andrà per sempre bene.-
E
in quel momento non ebbero paura di creare una nuova normalità, dalla
situazione attuale avrebbero tratto una forza che, pur essendo magica, non
aveva nulla a che fare con pozioni ed incantesimi!