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Autore: artemide88    27/08/2009    2 recensioni
Tratto dal primo capitolo. "Correvo, correvo. Nei boschi dei druidi, correvo. Libera come non mi sentivo da tempo, libera per una volta di essere me stessa e non la signora di Avalon. Corsi spensierata senza una meta precisa. Mia madre mi stringeva forte la mano e mi guardava sorridente. Mia madre? È morta tanti anni fa, lo so bene, ero con lei quando...mi sorrise ancora e mi indicò un punto davanti a sé. Guardai ma il sole mi colpì gli occhi. Distinsi solo una figura prima di coprirmi il volto con una mano. Strano, io non avevo mai avuto paura del sole, mio padre, e dei suoi raggi miei fratelli. Pregai le forze della natura mie sorelle perché mi permettessero di vedere. La figura in controluce si volse verso di me. Gli alberi gli chiusero ogni via di fuga e i loro rami allontanarono anche i raggi del sole. L’uomo mi guardò con intensi occhi dorati. Sorrise, sporgendo denti affilati..." Ispirato al romanzo "Le nebbie di Avalon" di M.Z.Bradley. Per conoscere il resto, leggete!!!
Genere: Sovrannaturale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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cap 2 Ciao a tutti... =) eccomi con il secondo capitolo...mi scuserò fino a perdere le forze per il capitolo precedente. non sono molto pratica di storie pubblicate, di solito mi limito a leggerle e basta. quindi appena riuscirò cambierò sicuramente il formato del precedente capitolo. Cercherò di rispondere sempre alle recensioni....quindi meglio iniziare subito con le buone abitudini....
psawyer414: ciao tesoro!! XD grazie veramente per il sostegno e per avermi convinto (finalmente!!!dirai tu...) a pubblicare la storia...ti lascio al nuovo capitolo che non è proprio quello che hai letto tu perchè è stato modificato (ma dai??!! lo so, lo so, non te lo aspettavi.... :p) un bacio grandissimo
Isy_264:ciao!! mi ricordo benissimo chi sei!!! "An impossible Love" è ancora salvata tra i miei preferiti e ogni tano ne rileggo qualche passaggio! non ti preoccupare non ti prendi troppa confidenza, anzi...dopotutto io ho fatto anche di pegggio quando commentavo la tua ff!! spero che questo capitolo tu riesca a leggerlo meglio =)  ti capisco quando dici che non riesci a leggerlo!!!io e le talpe abbaimo qualcosa in comune...povere talpe...per quando riguarda la scrittura non credo di poterci fare molto...molti professori hanno cercato di farmi cambiare ma io vado avanti nella mia strada fatta di periodi  brevi (che vorrei incisivi ma risultano spesso zoppicanti, lo so!!!) cmq ci proverò a rendere il tutto più scorrevole...bene...ti lascio al prossimo capitolo sperando che ti piaccia!!! un bacio!!

CAPITOLO 2 – I CULLEN
Guardai Alice, era agitata per qualcosa. Non poteva essere in quello stato di tensione perché dovevamo traslocare. La confusione era sempre tanta ma eravamo pur sempre vampiri! Qui in questo paesino sperduto dell’Irlanda ci eravamo ambientati piuttosto bene ma era ora di levare le tende. Tornai ad osservarla. Che un esserino interessante. La mia nuova sorella non era solo interessante, perchè lei era speciale, come me. Io leggevo nel pensiero e lei prevedeva il futuro, insomma insieme avevamo il controllo di quello che è e di quello che sarà. Mi affacciai alla sua mente con discrezione: immagini sfuocate e confuse si inseguivano senza che né lei né io ci potessimo capire qualcosa. Improvvisamente si fermò, mi guardò senza realmente vedermi, presa da una sua visione.
“Alice, che cosa era?” chiesi allarmato. L’unica immagine chiara era il mio viso in controluce. Scosse la testa e riprese a girovagare tesa per la casa. Nella mia lunga vita di cose strane le ho viste ma un vampiro in quello stato mai. Erano gli anni dell’immediato secondo dopoguerra quando si presentò come se nulla fosse nella nostra tenuta, lei e il suo compagno, Jasper, entrambi senza passato ma con la volontà di avere un futuro. Che secolo strano il XX. Questo secolo ha portato non pochi sconvolgimenti nella mia vita e in quella di tutta la mia famiglia. Già la mia famiglia. Per essere corretti dovrei dire che la mia famiglia si è formata in questo secolo. I Cullen hanno il loro polo Nord in Carlisle. Padre, marito, medico. In tutto lui era straordinario. In questo secolo così denso di avvenimenti lui ha guidato la sua famiglia al meglio. Il primo ad essermi unito a lui fui proprio io. Era un medico militare. La prima guerra mondiale stava devastando il vecchio continente e anche gli Stati Uniti erano scesi in battaglia. Ero scappato di casa, quasi diciottenne, per di partecipare anche io ad un evento così importante che sarebbe stato ricordato nei secoli. All’ufficiale reclutatore dichiarai 21 anni, l’età minima. Avevano bisogno di uomini e non si soffermarono troppo ad indagare. Diventai così il soldato Edward Masen. L’inesperienza, la giovane età e l’avventatezza mi portarono diritto al cimitero, o all’inferno. Carlisle, mi vide e colpito dai miei verdi occhi umani, che gli ricordarono la donna che aveva amato molti secoli prima, mi trasformò in ciò che sono adesso, Edward Cullen. Per me lui divenne una guida, un padre che mi amava. E mi amò anche la donna che divenne la sua compagna e mia madre. Dopotutto si sa, dietro ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna. Esme era bellissima e a un passo dalla morte quando la trovò. Il suo bambino era morto prima di poter vedere il mondo. Lei stava morendo dissanguata. Carlisle con una grande forza di volontà le diede una nuova vita...di nuovo quella visione.
“Alice...” la rimproverai frustrato.
“non ci posso far niente. Continua ad andare e venire. Non posso controllarla!” urlò sull’orlo di una crisi isterica, come se un vampiro ne potesse avere una! Forse era meglio se la smettevo di ascoltarne i pensieri se tenevo alla mia salute mentale, io che odiavo non poter capire. Io, con la mia sovrumana comprensione dello spirito umano, coglievo quei particolari, a volte considerati insignificanti, che rendevano misteriosa e affascinante la vita. i miei pensieri troppo filosofici vennero interrotti quando percepii quelli lussuriosi di mio fratello Emmett ancora prima di sentirne il passo pesante sulle scale. Era stato a caccia con Rosalie, la sua perfetta metà. La battuta di caccia si era protratta per ore perché...ringhiai. I suoi pensieri così chiassosi mi disgustavano. Dopotutto era mia sorella la donna con cui faceva sesso e non volevo nessun resoconto dettagliato del suo corpo nudo. Mi infastidivano a tal punto che una volta avevo costretto Esme a costruire per loro un’altra casa. Mia madre (ah, la mia dolce e inimitabile mamma!!!) aveva accettato volentieri solo perché adorava ristrutturare vecchi cascinali fatiscenti. E perché non mi sopportava più così petulante, anche se non lo avrebbe mai ammesso! Era inutile continuare a mentirsi. Carlisle me lo aveva bonariamente rimproverato. La verità era semplice: a me dava fastidio vederli così perché il loro amore così plateale mi dimostrava quanto fossi solo. Anche le altre due coppie si amavano, ma almeno erano discrete, non te lo mettevano sotto gli occhi costantemente come loro. Chissà quando sarebbe venuto quel momento per me. L’avrei mostrata a tutto il mondo come un gioiello, il gioiello più prezioso. Era un bene che nessuno dei miei famigliari avesse il mio stesso potere, o mi avrebbero deriso all’infinito. Esme mi chiamò mentalmente. Era sempre così premurosa nei miei confronti, le dispiaceva davvero che non avessi qualcuno con cui "distruggere" una casa. Era ora e bisognava prepararsi per la partenza. Andai nel garage a controllare che le mie preziose automobili fossero pronte per essere trasportate nella grande Inghilterra via nave. Tutti noi avevamo speranze, aspettative per la nuova casa. Rosalie stava facendo un elenco mentale dei suoi vestiti (e non erano affatto pochi), sperava che non si sgualcissero e di trovare al più presto una cabina armadio adeguata; Emmett la osservava rapito e innamorato decidendo quale gioco erotico provare all’arrivo. Avrei nascosto la mia Aston Martin, sembrava che i suoi pensieri insistessero sul “lucidarle” il cofano. Esme pensava solo a noi, i suoi figli, che ci potessimo trovare bene nel nuovo paese, nella nuova casa, nella nuova scuola. I pensieri di Carlisle erano simili. Jasper mi raggiunse e triste mi sorrise.
“non riesco a calmarla, nemmeno con il mio potere.” Quel folletto di mia sorella mi stava facendo preoccupare, se nemmeno il marito e il suo dono di controllare gli umori funzionava, la cosa era seria. Quando parli del diavolo...scese come un tornado le scale fino a raggiungerci nel garage.
“ALLORA? Non siete ancora pronti?” urlò isterica. La crisi di nervi era arrivata, purtroppo.
“ Anche noi siamo felici di partire.” Le risposi ironico prima di salire in auto diretti all’aeroporto, pronti a trasferirci a Eyam.
   
 
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