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Autore: eddiefrancesco    31/03/2021    0 recensioni
Inizio 1800.
Nella Gran Bretagna di inizio secolo, tra balli, ricevimenti e lunghe cavalcate in campagna...
La giovane Rebecca Standish ha deciso che é giunto il momento di ribellarsi al settimo conte di Rayne figlio della madrina di Rebecca.
Romanzo trascritto dal romanzo il settimo conte di Rayne della colonna Harmony History.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Fu allora che lady Constance notò il suo vestito. - Oh, cara, sei incantevole! Benché abbia delle riserve circa il colore, sono lieta di averti lasciato fare di testa tua.- - Via, lady Constance - replicò Rebecca, uno scintillio birichino negli occhi verdi. - Agghindarsi come un corvo e all'ultimo grido da queste parti.- La contessa, sapendo bene a cosa si riferiva la sua incorreggibile figlioccia, non poté fare a meno di sorridere. Dopo la morte del primogenito lei stessa aveva osservato un periodo di lutto, ma era durato solo qualche mese. Sua nuora invece continuava a portare funerei abiti neri. - Non sta a me dire a Harriet come vestirsi - osservò a difesa della giovane vedova. - È stata la gentilezza fatta persona nei mesi passati, così compunta, così attenta ai suoi doveri...- Rebecca dovette convenire che lady Constance aveva ragione. Lady Harriet in effetti aveva seguitato ad adempiere ai suoi doveri con encomiabile impegno. Proprio come fosse ancora contessa! Quel pensiero la spinse ad aggiungere con un pizzico di cattiveria: - Ma non è più contessa, madrina. Non le è venuto in mente che un'altra potrebbe già aver preso il suo posto? - Ci fu un istante di silenzio, poi la contessa madre ridacchio' - Che strega sei, piccola! Non crederai davvero che Drum si sarebbe sposato senza informarmi prima delle sue intenzioni? - la rimbrotto' bonariamente. Per la frazione di un secondo era brillato negli occhi di lady Constance qualcosa di molto simile allo sbalordimento. Ma c'era stato dell'altro. Paura?, si chiese Rebecca. O dispiacere? Avrebbe voluto approfondire, ma la porta si aprì ed entrò lady Harriet. Snella e piccolina, la giovane vedova venne loro incontro con passo aggraziato, l'incarnato chiaro e i capelli biondo cenere messi con risalto dal nero dell'abito. - Muker mi ha dato la bella notizia - disse sedendo davanti a loro. - Sono così felice per voi, lady Constance.- Rivolse poi la sua attenzione a Rebecca. - Siete molto elegante stamattina. Si, molto elegante. Forse è tempo che anch'io apporti qualche cambiamento.- percorrendola tutta con sguardo penetrante. - Sta molto bene, è vero - interloqui' lady Constance. - È starà anche meglio con gli abiti che le ho fatto fare. Dovrebbero esser finiti entro qualche settimana.- - Oh, madrina, no! - proruppe Rebecca. Poi, rendendosi conto di esser stata scortese, si affretto' ad aggiungere: - Siete stata davvero molto gentile, ma non ce n'era bisogno. - - Può darsi che tu non ne veda la necessità, ma io sì, mia cara. E ti avverto che farai meglio ad abituarti all'idea, perché quando comincerà la stagione, tu e io andremo da tutte le modiste alla moda che stanno a Londra.- - Madame Bertrand in Bond Street è molto brava - osservò lady Harriet, vagamente divertita dall'espressione di disgusto ostentata da Rebecca. - Mi è stata raccomandata anche Etienne - ribatte' lady Constance accalorandosi sull'argomento. La conversazione tra le due donne più anziane seguito' lungo quella linea. Rebecca resistette per cinque minuti, poi non ne poté più. Senza curarsi di nascondere uno sbadiglio, si alzò. - Vi lascio alle vostre chiacchiere su pizzi e merletti - disse dando un bacio di saluto alla contessa madre. - Incorreggibile - mormorò questa seguendola con sguardo affettuoso mentre usciva dalla stanza. Lady Harriet rimase silenziosa, mentre la suocera prendeva in mano il suo lavoro e cominciava a ricamare. L'aspetto elegante di Rebecca aveva disturbato la sua pace mentale. Perché non si era mai accorta della bellezza che era celata sotto i vestiti vecchi e informi e i capelli scarmigliati?, si chiese dandosi della stupida. Dannazione, con gli abiti giusti quella maledetta ragazzina sarebbe stata incantevole! Era molto improbabile che le venisse assegnata una cameriera sino a che non fosse andata a Londra, ma quel pensiero non le fu di alcun conforto. Rebecca le appariva ora come una minaccia reale. Ci sarebbero voluti mesi prima dell'inizio della stagione, un tempo sufficiente perché "lui" venisse catturato dal fascino di quei suoi fantastici occhi smeraldo. E quel che era peggio, rammento' Harriet a se stessa, c'era stato un tempo in cui era stato molto legato a quella ragazzetta! Harriet si alzò e andò alla finestra. A differenza di Rebecca, non vide il paesaggio come qualcosa di bello da ammirare, ma come un mero possedimento che le era stato sottratto brutalmente dalla crudele mano del destino. Quanto aveva pianto dalla morte di Giles! Ma non per la perdita del marito, bensì per la perdita della sua posizione sociale. Nessuno era maggiormente consapevole di lei che ormai non era più la contessa di Rayne. L'essere stata privata del titolo era una ferita aperta, dolorosamente pulsante. E l'ironia della cosa era che sarebbe potuta essere ancora signora di quelle terre, se avesse incoraggiato le attenzioni rivoltele anni prima dal fratello minore di Giles. Con sorprendente autocontrollo soppresse la risata isterica che le era salita alla gola mentre rammentava la stagione in cui aveva debuttato. Drummond Thornville era stato il suo corteggiatore più assiduo, ma quando all'orizzonte si era profilato suo fratello, il conte, lei non aveva esitato a fare la sua scelta. Benché ricco, Drummond non avrebbe mai potuto disporre della fortuna ereditata legittimamente da Giles. E non sarebbe mai stati conte. Aveva preso la sua decisione dunque e, sino alla morte di Giles, non aveva avuto motivo di pentirsene. Il marito era anche stato generoso con lei, dato che le aveva lasciato una rendita cospicua che le avrebbe permesso di acquistare una casa a Londra e viverci agiatamente. Ma il confort non era lusso, e una casa non era un palazzo. Le sopracciglia ben disegnate si arcuarono leggermente. Non aveva idea di quando le fosse venuto in mente di sposare Drum.... Era un fatto però che, da quando aveva preso in considerazione quella possibilità, non pensava ad altro. L'aveva sfiorata il pensiero che lui potesse essersi sposato, ma ma l'aveva subito accantonato, certa che non avrebbe osato fare un simile passo senza informare la contessa madre. Si era detta dunque che non avrebbe dovuto fare altro che attendere pazientemente a Rayne il suo ritorno. Dopotutto Drum l'aveva amata un tempo, quindi non c'era ragione per cui non si innamorasse nuovamente di lei. Era già intorno ai venticinque anni, ma era una donna molto desiderabile. Nessuno della loro cerchia le stava alla pari in quanto a bellezza, grazia e fascino. Fiduciosa di questa consapevolezza, si era cullata nella convinzione che il titolo di contessa sarebbe comunque rimasto a lei. Fiduciosa, cioè, sino a pochi momenti prima, quando aveva scorto per la prima volta la potenziale pericolosità di Rebecca... Lady Harriet non poteva saperlo, ma la sua apprensione sarebbe svanita, se fosse stata nelle scuderie in quel preciso istante. Rebecca infatti, uscita da palazzo, stava slegando la sua cavalla e imprecava in modo molto poco signorile al pensiero della futile conversazione che aveva appena disertato. Visto che pensava di essere sola, trasali' quando sentì ridere alle sue spalle. Voltandosi si trovò di fronte Peter Shaw, il capo stalliere, suo vecchio compagno di giochi. Erano cresciuti insieme, ma le differenze sociali avevano finito per allontanarli. Erano rimasti amici comunque e Rebecca non mancava mai di fermarsi a far due chiacchiere con lui quando ne capitava l'occasione. Si trattenne dunque qualche minuto con Peter, quindi monto' in sella e ripartì. Era ancora presto per cui pensò di fare un salto all'amica, Elizabeth Bingham. Aveva bisogno di parlare con qualcuno degli ultimi sviluppi ed Elizabeth era la persona cui da sempre confidava le sue pene e le sue angosce. Trovò l'amica in giardino, con la madre. Entrambe la accolsero calorosamente e la invitarono a sedere con loro. Il primo argomento di discussione fu la morte di sir Lionel Whitney, un gentiluomo che viveva nella proprietà confinante.
   
 
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