Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: PerseoeAndromeda    04/04/2021    1 recensioni
[Fanfic scritta per la challenge ADVENT EASTER CALENDAR 2021 del gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction - GRUPPO NUOVO]
La yoroi di Korin ha un dono: con il suo potere riesce a lenire le sofferenze di chi sta male ed è ferito. Ma questo dono può avere un prezzo se, per amore, il suo proprietario ne abusa ed è proprio quello che succede, sotto gli occhi sconvolti e impotenti dei nakama.
Genere: Angst, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfic scritta per la challenge ADVENT EASTER CALENDAR 2021 del gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction - GRUPPO NUOVO
 
Autore: Perseo e Andromeda; Heather-chan
Fandom: Yoroiden Samurai Troopers
Prompt: 12. Potere
Titolo: Un dono che consuma
Personaggi: Tutti e cinque
Genere: Hurt/Comfort, drammatico, angst
Rating: giallo per presenza di sangue
 
 
UN DONO CHE CONSUMA
 
«L’ha fatto ancora?».
La voce di Touma era ridotta a un ringhio che trasudava disperazione, frustrazione, rabbia, la consapevolezza che si trovavano in una situazione quasi del tutto fuori controllo.
«Dobbiamo farlo smettere, maledizione, o li perderemo entrambi!» gli fece eco Ryo, dirigendosi a passo di marcia verso le scale che conducevano al piano di sopra.
Shu, che era sceso ad avvertirli, rimase fermo, i piedi tra due scalini, la mano sulla balaustra ed abbassò il viso colmo di tristezza mentre i due nakama lo oltrepassavano.
Prima di voltarsi e seguirli, si strofinò gli occhi con un braccio, per cancellare il velo di lacrime che gli appannava la vista.
Al piano superiore trovarono la scena che maggiormente avevano temuto.
I due nakama sul letto erano privi di sensi, Seiji sdraiato sopra a Shin, come se gli si fosse abbandonato addosso allo stremo delle forze.
Non era difficile comprendere cosa fosse accaduto.
Il guerriero della luce aveva cercato di alleviare le sofferenze del nakama utilizzando il potere curativo di Korin, ma era stanco, da giorni si sforzava di dare un po’ di sollievo al corpo sfinito e martoriato di Shin e, alla fine, aveva superato i propri limiti, per quanto continuassero a ripetergli, tutti loro, che avrebbe finito per consumare se stesso.
Touma si precipitò su Seiji, lo prese tra le braccia per farlo voltare, mentre Ryo raggiungeva la parte opposta del letto per controllare le condizioni di Shin.
Il guerriero dell’acqua era sempre immerso nel suo stato di prostrazione, non accennava a riaprire gli occhi, ma la ferita particolarmente grave che aveva sul petto e che non si rimarginava sembrava avere un aspetto migliore: merito di Seiji, che aveva fatto del proprio meglio, a scapito della sua stessa salute.
Un’imprecazione di Touma gli provocò un sussulto e sgranò gli occhi in un moto di angoscia quando si accorse cosa lo avesse spaventato a tal punto
La testa di Seiji, adagiata contro il petto dell’arciere, grondava sangue che, dal naso e dalle orecchie, si era riversato sulla sua pelle candida.
A tal punto poteva diventare distruttivo, per lui, il potere di Korin, quanto poteva rivelarsi una salvezza per gli altri.
«Seiji, dannazione!».
Non era certo se nel proprio tono avesse infuso più rabbia o angoscia, probabilmente un misto di entrambe, ma la sua enfasi fu tale che, sotto di lui, Shin si agitò e piagnucolò qualcosa.
Il senso di colpa di Ryo giunse immediato.
Forse la sua furia aveva rimesso in moto alcune delle terribili immagini che tormentavano i suoi sogni e che lo tenevano ancora troppo lontano da loro.
Ryo cercò la sua mano, gli accarezzò il viso e sussurrò, con la voce intrisa di pianto:
«Va tutto bene Shin… amore… nessuno ti farà più del male».
Shin si tese sotto il suo tocco, sul viso comparve una smorfia di sofferenza, ma subito dopo sembrò rilassarsi, sospirò, mugolò qualcosa e, nel sonno, si aggrappò con forza alla sua mano.
Le labbra di Touma erano contratte in un ringhio silenzioso e gli occhi lucidi di lacrime, mentre con le dita cercava di liberare il viso di Seiji da tutto quel sangue che sembrava volersi prendere gioco della sua delicata bellezza.
Shu giunse a dargli man forte con un fazzoletto inumidito, ottenendo risultati migliori.
Touma lasciò a lui l’incombenza, sorresse Seiji con il braccio destro e si portò la mano sinistra agli occhi.
«Razza di stupido» gemette, tirando su col naso e ingoiando le lacrime. «Perché deve fare sempre di testa sua?».
Quasi quelle parole fossero arrivate alla sua coscienza, Seiji si mosse e cominciò a dare qualche segno di ripresa, le palpebre vibrarono fino a schiudersi e mostrando cenni delle iridi color ametista.
Poi le sbatté due o tre volte e si guardò intorno, focalizzando lo sguardo sui loro volti.
«Oh… ciao…» mormorò.
Quell’ostentata tranquillità strappò occhiate perplesse a Shu e a Ryo, mentre in Touma provocò un plateale moto di rabbia.
«Se non provvedessi già tu a farti male da solo, ti picchierei!».
Senza ribattere nulla, Seiji tentò di tirarsi su, ma venne colto da un capogiro e le mani di Shu e Touma gli furono subito addosso.
«Non la smetterai mai, Seiji?!» lo rimproverò l’arciere.
Il nakama, una mano sulla fronte, sospirò:
«Sto bene».
«Tanto bene che ti stava esplodendo la testa» borbottò Shu, con il suo crudo realismo.
Seiji lo guardò, mentre si massaggiava la fronte con due dita:
«Che dici?».
Davvero non aveva ancora capito?
O faceva finta di nulla, minimizzando come suo solito?
«Seiji… hai portato il tuo potere a un livello tale che ti sanguinavano le orecchie» Touma assunse quel tono da professore paziente che usava di solito quando voleva controllare la propria frustrazione. «Devo farti un disegnino come ai bambini dell’asilo perché tu capisca la gravità della situazione?».
«Ah», sospirò lui come se niente fosse, provando ancora a sollevarsi, ma senza staccarsi dall’abbraccio protettivo di Touma. «Come sta Shin?».
Ovvio… cambiare argomento, la sua strategia prediletta e portare la conversazione su ciò che per lui era più importante.
Touma alzò gli occhi al cielo e fu Shu a rispondere, con voce triste:
«La ferita è migliorata… grazie a te».
A quel punto il samurai di Korin si divincolò dall’abbraccio e Touma non poté fare altro che lasciarlo andare perché, anche nei gesti e nei movimenti, Seiji sapeva imporsi come nessun altro e diventava pressoché impossibile impedirgli qualunque cosa.
Tuttavia, né Touma né Shu lo persero d’occhio mentre si sedeva sul bordo del letto e si voltava quel tanto che gli era sufficiente per poter guardare Shin. Gli sfiorò il viso con una carezza, l’espressione affranta.
«La ferita è migliorata… ma lui…».
«Lui tornerà» fu la risposta convinta di Ryo, che ancora non aveva abbandonato la mano di Shin e la teneva stretta contro il proprio cuore. «Lo faremo tornare. Però…».
Il tono si fece più dimesso, lo sguardo si spostò da Shin a Seiji, puntò su di lui i suoi occhi intensi e lucidi, volitivi e tormentati a un tempo:
«Seiji… tu la devi smettere!».
Gli occhi di Korin si fecero più grandi, schiuse le labbra, ma non uscì nulla, del tutto rapito dall’intensità con cui Ryo lo guardava, con cui lo legava a sé grazie alla passione, alla volontà indomabile, all’amore sconfinato che provava per loro.
«La devi smettere di farci preoccupare anche per te, non ce lo possiamo permettere! Dobbiamo lottare tutti insieme per Shin, non devi fare da solo e lasciarci fuori!».
«Ryo…».
Il guerriero del fuoco scosse il capo e bloccò sul nascere ogni tentativo di interromperlo:
«Non ti chiediamo di non aiutarlo, di non usare il tuo potere per lui, ma non farlo fino ad ucciderti, non mi sembra di pretendere troppo!».
«Ryo…» ripeté ancora Seiji, del tutto soggiogato.
Il viso di Rekka si abbassò, la voce si incrinò in un pianto a stento trattenuto:
«Così rischiamo di perdervi entrambi. È già fin troppo orribile vedere uno di voi in questo stato…» intanto strinse con più forza la mano di Shin sul cuore. «Ti chiedo solo di stare attento… per favore Seiji… stai attento».
Seiji ebbe un sussultò, un brivido scosse il suo corpo.
Né Touma, né Shu riuscirono a trattenere le lacrime.
Il guerriero della luce si portò una mano agli occhi, un po’ per allentare il velo di stanchezza, soprattutto per asciugarsi le lacrime che erano sul punto di tradire anche lui.
«Perdonatemi… sul serio ragazzi… vi chiedo scusa. È che vedere Shin in questo stato è…».
Touma non resistette oltre, gli gettò le braccia intorno al collo e lo attirò contro di sé:
«Baka-Seiji… lo so… non costringerci a veder star male anche te».
Seiji sorrise contro il suo petto, si lasciò andare, accettò il sostegno che quelle braccia gli offrivano e non osò dire nulla.
Ci avrebbe provato, ma non poteva fare una promessa senza essere certo che sarebbe riuscito a mantenerla.
 
   
 
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