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Autore: Miki_TR    28/08/2009    2 recensioni
"Tiene la testa alta, Neville, nel buio. Di più proprio non può fare, ma è qualcosa."
Uno scorcio della vita ad Hogwarts durante il settimo libro.
Scritta su richiesta, e per, Chu.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Raggio di Sole

 

"...tanto già lo sapevi
che tornavo da te senza niente da dire senza tante parole
ma con in mano un raggio di sole
per te che sei lunatica
niente teorie con te soltanto pratica
praticamente amore
..."

Lorenzo Jovanotti, "Raggio di sole"

 

 

L'oscurità del corridoio è opprimente, ma non è il buio delle torce ormai quasi consumate. E' qualcosa di più denso e fisico: un'ombra che per qualche tempo ha oscurato i giorni felici di scuola, saltuariamente, all'inizio, diventando man mano più persistente, fino a trasformarsi in una tenebra fitta malamente illuminata da qualche scintilla di speranza.

Questo di solito non è un pensiero da Neville. Ma questi proprio non sono i tempi che Neville avrebbe voluto vivere.

Ma è andata così.

Ignorare di essere in guerra non la farà scomparire.

Lui non lo può dimenticare, nemmeno in sogno. I suoi incubi sono infestati da carte ripiegate di caramelle che devono avere un qualche oscuro significato, ma che continuano ad allontanarsi dalla sua comprensione in un vortice di dolore che può solo immaginare. Per ora.

Perché se continua così, come quel giorno, prima o poi avrà l'occasione di provare sulla sua pelle quello che è successo ai suoi genitori.

Ultimamente si chiede come sarebbe, finire come loro, ripiegato nella sua stessa mente e rinchiuso tra le mura fredde di un ospedale; e se non sarebbe meglio riunirsi a sua madre.

Ma no.

Resistere è possibile. Lui può farlo; può mostrare agli altri come alzarsi e sfidare la paura. E facendolo, lui di paure non ne ha quasi più.

Tiene la testa alta, Neville, nel buio. Di più proprio non può fare, ma è qualcosa.

E vale il dolore dell'ultima punizione.

 

E' stanco.

Desidera fortemente il suo letto e un buon sonno; ma non ha nessuna voglia di tornare in dormitorio.

Seamus non fa che guardarlo con occhi incerti, adesso che sono rimasti solo loro due, nella stanza con cinque letti.

Si chiedono insieme dove sia Dean, e se stia bene. Si chiedono che stiano combinando Harry e Ron; e non hanno risposte.

 

I suoi piedi prendono una strada familiare, che porta lontano dalla Torre di Griffondoro. Percorre tre volte di seguito lo stesso corridoio, immerso in un vago desiderio di pace, di tranquillità e di un po' di luce per quella giornata troppo buia.

E dietro la porta comparsa per magia, la Stanza della Necessità lo accoglie, amichevole e familiare, poco più che un salottino con un vecchio divano tarmato che odora di chiuso, come quello di casa.

 

E Luna è seduta a gambe incrociate sul tappeto liso.

 

Per un attimo lo sfiora il dubbio che lei sia una fuggevole produzione della stanza stessa.

Ogni ombra della stanza, il riflesso del fuoco, il buio della disperazione che qualche volta prende Neville alla gola, a dispetto del suo coraggio. Sono cose che esistono, sì, cose molto concrete in quelle giornate.

Ma non toccano Luna.

Lei agita svogliata la bacchetta verso il focolare antiquato e dai freddi chiocchi di legno scaturisce in un istante un bel fuoco caldo. Poi gira appena la testa, scosta dal viso i capelli spettinati, e lo guarda sorridente.

 

Neville è confuso. Come fa lei ad essere nel suo rifugio?

-Mi è venuta bene?- chiede Luna. -La stanza- aggiunge. -Ho cercato di farla come la fai tu di solito-.

Quindi lei ha creato quel posto per lui. E' stato un gesto carino, dolce e un po' strambo. Come Luna, del resto.

Il pensiero lo fa arrossire, anche se non sa bene perché. Luna non gli ha mai fatto quell'effetto. Ginny, a volte. Mai Luna. Forse è solo perché non aveva mai pensato che lei fosse carina.

-Neville?- lo chiama lei, molto piano.

Lui se ne è rimasto piantato come un asino sulla porta, a non sapere cosa dire. Come ci si comporta con una come Luna, una che sembra sempre persa nel suo mondo, ma che poi lo conosce così bene da essere lì, in quel momento e in quel luogo?

Gli piacerebbe saperlo. Forse Harry saprebbe come fare, cosa dirle per ringraziarla. Ma a Neville esce solo un "grazie" impacciato, mentre finalmente avanza verso il divano a cui piedi siede lei.

 

Per qualche minuto nessuno dei due parla. Neville si siede e il divano cigola sotto il suo peso, e Luna volge lo sguardo verso il fuoco, dandogli le spalle. Si perdono in un silenzio confortevole e tranquillo, e Neville sente pian piano sciogliersi la tensione dei muscoli stanchi, e quella molto più tenace dell'angoscia che accompagna il passare di quei giorni bui. Quello è un angolo di pace, e Luna tra tutti è la persona con cui è giusto dividerlo, anche se non ci aveva mai pensato, prima.

Poi lei sembra d'improvviso scivolare all'indietro, gli occhi sempre fissi nelle fiamme, fino a poggiare la schiena dolcemente contro il suo ginocchio. Chiunque altro con un gesto del genere l'avrebbe stupito, ma Luna è così naturale in qualsiasi cosa fa, che sembra siano stati seduti così fin dall'inizio dei tempi.

Sembra una cosa naturale, anche se non se la sarebbe mai aspettata. E altrettanto naturalmente gli viene da passarle piano una mano tra i capelli, metà carezza e metà conforto, come fosse una bambina, ma non proprio. La presenza di lei e quelle lieve carezze illuminano la giornata. C'e Luna, e va tutto bene, si trova a pensare Neville, c'è Luna e i suoi capelli sono morbidi e finissimi, e odorano di legna bruciata e di frutta, un odore che gli ricorda quello del suo cassetto più prezioso, a casa, quello che contiene i regali di sua madre, conservati con amore anno dopo anno.

Poi Luna ride piano, e gira indietro la testa a guardarlo, di sotto in su, al contrario. Ha le labbra rosse alla luce del fuoco, e la mano di Neville rimane intrappolata tra la testa di lei e il suo ginocchio. Luna ha le labbra rosse e lui le vede rovesciate, ma comunque sorride.

E Neville le bacia il sorriso, ancora una volta senza sapere perché. O forse lo sa. Sente il bisogno di tenersi stretta quella luce che è Luna in quel momento; strana, lunatica Luna, sì, ma bellissima Luna che quella sera è lì con lui mentre lui per la prima volta la bacia al contrario.

Dolcissima Luna che disperde le tenebre di quella giornata senza nemmeno bisogno di fare qualcosa.

 

E Neville la bacia senza sapere cosa sta facendo, senza pensare; e Luna lo bacia come se fosse così da sempre.

E' un raggio di sole che allontana l'angoscia. E Neville ha sempre pensato che baciare una ragazza fosse tutt'altra cosa.
E quel rifugio stanco, un'ombra della vecchia casa dove Neville è cresciuto, improvvisamente diventa accogliente. Il tappeto non è più liso, i cuscini sfiniti del divano si fanno morbidi sotto di lui, e il calore lo invade, e viene dal fuoco allegro e da Luna, gli passa sul viso come il primo vento caldo dell'estate; ora la stanza piccola è accogliente e davvero il suo rifugio lo fa sentire protetto. Nei buchi della carta da parati sembrano ricomparire le figure fantastiche create dai suoi giochi di bambino, e forse quello che sente è odore di biscotti? O è la pelle di Luna che profuma di mandorle?
Ogni cosa è cambiata attorno a lui, ogni cosa è migliore in quella nuova scoperta. Forse è solo la magia profonda di quella stanza, che adatta il contorno delle cose a quello che Neville sente dentro di sé. Magari è solo magia.

 

Ma da quella sera ogni cosa avrà tutta un'altra luce, anche l'orrore della guerra e la guerra che è diventata la scuola.

Perché c'è Luna, e va tutto bene.

 

 


Questa fic mi è stata richiesta ed è stata scritta appositamente per Chu, come premio per avermi fregato in questo meme.
Sua la ship e sua l'idea della canzone: io ho solo messo insieme le due cose.^^

  
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