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Autore: VigilanzaCostante    07/04/2021    3 recensioni
Pansy ha paura dell'amore e per questo lo rifugge. Ma Neville è convinto, quello che c'è stato tra loro due non l'ha percepito solo lui.
Risultato? Si è quasi beccato un'ordinanza restrittiva, Hermione ha evitato il peggio e perfino Draco Malfoy da consigli sull'amore più sensati di Harry e Ron.
|Neville/Pansy, OS (breve)|Questa storia partecipa alla challenge "Apri la challenge, chiudi la challenge" indetta da GaiaBessie su facebook|
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Neville Paciock, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Day 7 della challenge di aprile “Apri la challenge, chiudi la challenge”
(1) Si è innamorata ieri | e ancora non lo sa (Stefano Benni)
(2) E se tra poco mia sorella non abbassa la voce la chiudo nell’armadio (…) Abbassa quella voce da gallina! (Dal web)


She’s playing hard to get

 

Pansy Parkinson s’era innamorata. Il problema era che lei l’amore, tra le varie sensazioni, non l’aveva proprio contemplato.
C’era stato il desiderio – quello per Blaise – e poi l’invidia, nel vederlo frequentare Daphne Greengrass.
C’era stato l’affetto – quello per Draco – anche se “ti voglio bene” non se lo dicevano mai.
Ma l’amore no, quello non lo voleva provare, non lo voleva avvicinare.
Neville Paciock, però, non s’arrendeva e lei se lo trovava sempre davanti alla porta di casa.
C’era stato un tempo in cui l’aveva fatto entrare ogni sera, perché c’era qualcosa di eccitante nell’essere voluta da chi aveva disprezzato in passato. Ma poi il sentimento aveva impregnato mura e finestre, aveva colorato le notti (gli diceva “Resta” quando lui faceva per andarsene dopo l’amplesso) e dato un senso alla mattina (si era ritrovata perfino a cucinare, per fargli trovare la colazione pronta).
Quando si era accorta del guaio in cui era finita, aveva fatto quello che ogni vigliacco fa: era sparita. Non si era fatta più sentire, fingeva di non essere in casa quando lui bussava e, se non poteva proprio evitare di incrociarlo, inventava scuse assurde.


 
«Scusami Paciock, devo proprio andare, come vedi mia sorella mi sta chiamando. Se non abbassa la voce la chiudo nell’armadio».
Neville, confuso, non sentiva nulla.
«Pansy, ma tu non hai una sorella».
«Abbassa quella voce da gallina!» urlò verso l’interno della propria abitazione, prima di chiudere la porta.
Neville non poté far altro che andarsene.


Neville, però, aveva capito che Pansy s’era innamorata, s’era innamorata molto prima di saperlo.
Non era mai stato un presuntuoso, un sicuro di sé, ma aveva imparato che il linguaggio della Parkinson funzionava al contrario. Diceva una cosa, ma intendeva un’altra. Ti insultava e poi ti baciava, s’arrabbiava ma poi ti stringeva sotto le lenzuola.
Quindi non demordeva: le faceva arrivare fiori, chiedeva informazioni alle sue colleghe di lavoro, le lasciava la colazione fuori casa. Sembrava non capire che il confine tra un gesto romantico e un’ordinanza restrittiva era molto labile.
Seamus e Dean fecero di tutto per distrarlo, costringendolo spesso ad uscire in gruppo. Ron e Harry rimasero sbalorditi nel sapere che Neville, quel Neville, aveva avuto una storia con la Parkinson, quella Parkinson, e commisero l’errore di domandare. Ma si sa, a un romantico senza speranza non bisogna fare domande.
«Si sta solo facendo desiderare».
«Neville, amico, è una stronza. Dovresti lasciarla perdere, credimi».
«Ragazzi, c’è qualcosa di speciale tra di noi. Non posso averlo sentito solo io».
E a quel punto si creava quella patina d’imbarazzo, d’incomprensione, perché agli altri Neville sembrava di nuovo un impacciato illuso, e lui dal suo canto credeva di star parlando arabo. Era così inimmaginabile che almeno uno di loro riuscisse a capire le donne?


 
La sua ancora di salvezza si palesò un sabato sera, quando Ron raggiunse i suoi amici accompagnato.
«Hermione, tu che ne pensi?».
«Neville, se sei così sicuro di quello che senti ti credo. Ma secondo me, dovresti lasciarle un po’ di spazio, non farti sentire per un po’. Così se prova lo stesso, sarà lei a cercarti. Dalle il tempo di capire».
Neville le sorrise grato. Almeno una, dei suoi amici, aveva detto la cosa giusta.
«Uh Herm» aggiunse con aria pensierosa. «I Parkinson hanno una figlia sola, vero?»


Non passò molto tempo prima che Pansy si accorgesse della differenza. L’odore di brioche non la svegliava più la mattina, nessun fiore in ufficio, nessun ragazzo goffo e rosso in viso sulla soglia della porta a chiederle di farlo entrare.
Draco aveva ragione, quella strana, piacevole ma dolorosa sensazione che le mangiava le viscere era amore. E ora che stava sperimentando l’assenza di Neville, la mancanza dei suoi gesti esagerati e del terriccio delle sue piante, voleva tornare indietro.
Ma l’orgoglio la inchiodava, la rabbia la muoveva, chi gli aveva dato il diritto di farla innamorare e poi sparire? Una vocina dentro di lei continuava a ripeterle che a sparire era stata lei e che lui, poverino, si doveva anche essere stufato di ricevere rifiuti. È vero, gli aveva detto di andarsene ma non voleva che lo facesse davvero dopo tutto.
Quindi si era armata di coraggio – anche se era stato lui a estrarre la spada di Godric, mica lei – ed era andata ad aspettarlo fuori dall’ingresso dell’Università Magica di Londra.
Lui si fece rosso in volto prima, poi si rese conto della cosa e indossò uno sguardo più sicuro, consapevole. Pansy si diede quasi della stupida, per aver ceduto, ma il sorriso che le rivolse scacciò via ogni ombra di dubbio.


 
Neville aveva gongolato per giorni, perché aveva ragione, al diavolo i suoi amici che non avrebbero scommesso neanche uno zellino.
Pansy già non ne poteva più di tutta quella boria grifondoro intorno a lei.
«Sai, la giraffa ha il cuore lontano dai pensieri. Si è innamorata ieri, e ancora non lo sa».¹
«Paciock… mi stai davvero dando della giraffa?».
Lui l’agguantò in un abbraccio stretto e rise: «Ora non puoi fingere di andare da tua sorella, so che non ne hai una».




 
 

¹Stefano Benni.

NDA:
La mia idea non era questa, lo giuro. Volevo usare il primo prompt per qualcosa di un po’ angst, un po’ poetico, anche un po’ fluff su Neville e Pansy. E poi GaiaBessie, ideatrice della challenge, mi ha personalmente sfidato ad aggiungere anche il secondo prompt, quello trash. Quindi sono finita a unire le due cose e non ho idea di che cosa ho combinato.
Perdonatemi per il titolo, di solito non amo sceglierlo in inglese ma non avevo idea di dove andare a parare.
   
 
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