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Autore: amimy    28/08/2009    3 recensioni
[I Diari della Mezzanotte-Scott Westerfeld]
Un semplice giro di ricognizione. Un ragazzo e una ragazza soli nella stessa auto. Nessuna fidanzata gelosa in vista, almeno per una notte. Un esperimento che tanto scientifico non è. Insomma, gli ingredienti perfetti per una piccola relazione clandestina. Niente di serio, naturalmente. Al mattino, tutto come prima. Ma per una sera…
Una piccola Dess/Jonathan, ambientata dopo il secondo volume, Dentro le Tenebre.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Questions


Un altro giorno, un’altra mattina, un altro luogo.
Dess inclinò la testa, ascoltando distrattamente la domanda che Sanchez stava rivolgendo alla classe.
<< Ora passeremo al prossimo argomento, sul quale sarà incentrato il compito in classe di martedì. Per iniziare, qualcuno di voi sa darmi la definizione di funzioni goniometriche? >>
<< Le funzioni goniometriche sono delle funzioni periodiche, cioè restituiscono valori uguali per angoli che differiscono tra loro di uno o più periodi. >> rispose Dess, senza alzare lo sguardo dal banco.
Se si fosse trattato di un altro corso, gli altri studenti sarebbero stati quantomeno seccati dal fatto che Dess rispondeva a qualunque domanda senza nemmeno denarsi di alzare la mano. Ma quella era trigonometria, e di fatto tutti gli alunni erano ben felici di lasciarle quell’onore.
La ragazza socchiuse gli occhi, rimpiangendo gli occhiali da sole riposti nello zaino. Ancora non capiva per quale ragione non le fosse permesso portarli durante le lezioni, considerando che non esisteva nessuna regola che lo vietasse e che di certo una paio di lenti scure non avevano mai ucciso nessuno, anzi.
Quel giorno Dess si sentiva stranamente nervosa, come quando una persoa sente che le manca qualcosa, ma non riesce a ricordare cosa. Invece Dess sapeva benissimo cosa le mancasse, quale fosse il problema, e il banco vuoto accanto a lei non faceva che ricordarglielo: quel giorno Jessica non si era fatta vedere a scuola.
Se ci fosse stato qualcun altro al posto di Dess, probabilmente quella persona sarebbe andata immediatamente nel panico collegando l’assenza dell’amica a ciò che era successo la sera prima. Ma la Midnighter era una persona razionale, com’era giusto che fosse una Polimatematica, e sapeva bene che le possibilità che Jessica avesse scoperto “l’inconveniente” fra lei e Jonathan della notte precedente erano pari a zero. Era un’altra di quelle cose che rientravano nella categoria “Letteralmente Impossibile”.
Eppure, nonostante ciò, Dess era e rimaneva preoccupata per Jessica. Scoprire il suo piccolo, sporco segreto non era la cosa peggiore che potesse capitarle, non con gli oscuri e i loro accoliti in giro.
Settecentoventidue secondi più tardi, il familiare e confortante trillo dell’ultima campanella s’insinuò fra i muri delle aule. Istantaneamente, tutti nello stesso momento come una mandria di pecore ben addestrate, tutti gli studenti afferrarono le loro borse e il materiale sparso sui banchi e si precipitarono fuori dall’aula con la velocità e la potenza di un fiume in piena che non vede l’ora di uscire da margini.
Non serviva certo la Regina delle stronze per capire che tutti ormai, e non erano nemmeno a metà anno scolastico, non ne potevano più delle lezioni. Persino Dess, contrariamente a ciò che ci si potrebbe aspettare, quel giorno per la prima volta nella sua vita si sentì sollevata quando la campanella cantò e annunciò la fine di trigonometria e, soprattutto, della giornata. In ogni caso, non si mischiò alla massa di studenti e rimase seduta al suo banco, sistemando ordinatamente quaderni e penne. << Desdemona? >>
Dess alzò gli occhi della borsa nella quale stava riponendo il materiale. A quel punto l’aula era deserta, fatta eccezione per il professor Sanchez.
<< Sì, professore? >>
<< Se hai tempo, questa settimana, ti andrebbe di aiutarmi a scrivere il discorso introduttivo per questo corso? So che non dovrò recitarlo prima del prossimo anno, ma la segreteria già lo richiede. >> disse Sanchez.
Dess gli sorrise affettuosamente. << Signore, sa che non sono brava con le parole! Grazie per l’offerta, comunque. Ci penserò. >>
L’insegnante si rabbuoiò un poco, ma non protestò. << D’accordo. Mi augurò che ci rifletterai davvero. Buona giornata, Desdemona. >> Si alzò, prese la valigetta e s’incamminò gfuori dalla classe. Dess lo imitò, richiudendo la porta e uscendo nel corridoio pressochè vuoto.
<< Ehy, Dess. >> la chiamò una voce alle sue spalle, mentre si avvicinava all’armadietto per depositare il materiale di trigonometria.
Rex e Melissa si appoggiarono contro il muro, l’uno accanto all’altra.
In quell’ultimo periodo più che mai, era diventato impossibile vederli separati. Le dava quasi la nausea vederli così appiccicati, quasi si fossero incatenati insieme con un paio di manette. Erano diventati così sdolcinati.
<< Mmm, davvero? >> fece Melissa a bassa voce. La Polimatematica si raggelò, maledicendosi. Era stata beccata. Un’altra volta. Eppure, avrebbe dovuto pensare che ora che la Bixby High era quasi vuota per Melissa sarebbe stato molto più semplice leggere i suoi pensieri. I suoi pensieri e, di conseguenza anche…anche ciò che era accaduto la sera prima.
Dess vide Melissa annuire quasi impercettibilmente con un ghigno pericoloso sul volto.
<< Che cosa state combinando, voi due? >> domandò Rex, con una punta di fastidio nella voce. La Telepate scrollò le spalle. << Oh, niente. Adesso noi dobbiamo proprio andare, ci vediamo stanotte. >>
La Polimatematica osservò con sospetto una Melissa sogghignante e un Rex sempre più confuso che si allontanavano, chiedendosi perché tutta quella fretta. Continuò a chiederselo per quaranta secondi buoni, almeno finchè non vide il ragazzo che camminava verso di lei con passo strascicato.
<< Salve, Flyboy. >> lo salutò appena lui fu a portata di voce, chiedendosi per quale motivo tutti quel giorno continuassero a arrivarle vicino o a chiamarla quando non se lo aspettava, irritandola parecchio. Dovevano essere i nervi.
<< Dess. >> rispose lui, ammiccando.
<< Hai visto Jessica, oggi? Non è venuta a trigonometria, e proprio non vedo come avrebbe potuto saltare quel corso di sua volontà. >>
Jonathan arricciò le labbra. Lui invece capiva eccome il motivo per cui qualunque persona sana di mente avrebbe dovuto saltare trigonometria.
<< No, ma ha chiamato stamattina. È a letto con l’influenza, e sua madre ha dovuto praticamente incatenarla al letto per non farla alzare. A quanto pare Jess ha paura di addormentarsi e non svegliarsi in tempo per l’ora delle streghe di stanotte. >> spiegò l’Acrobata, ridacchiando.
Dess dovette trattenere un sospirò di sollievo, mentre tutte le preoccupazioni si scioglievano. Be’, forse non proprio tutte, ripensandoci.
<< Bene, allora stasera passerò a portarle i compiti di Sanchez. >>
<< Certo, non sia mai che Jess si perda qualche impossibile formula di trigonometria. >> scherzò lui.
Dess gli rivolse un sorriso di vago rimprovero, prima di riuscire finalmente ad aprire l’armadietto, infilare dentro i libri e richiuderlo. << D’accordo, io vado. Ci si rivede stanotte. >> fece Dess, voltandosi e incamminandosi.
<< Non vedo l’ora. E…Dess? >> disse Jonathan, esitando. Lei si fermo e si voltò, e l’Acrobata la raggiunse. << Non hai cambiato idea sul fatto di non dire a Jess di…di ieri, vero? >>
La ragazza fece per rispondere, ma si limitò ad annuire. Jonathan le sorrise, impacciato. << D’accordo, allora… >>
Ma, prima che Dess potesse girarsi di nuovo, L'Acrobata le si avvicinò rapidamente e la stampò un bacio frettoloso sulla guancia. Poi fece un giro su se stesso, senza guardarla negli occhi, e sparì oltre la porta d’ingresso.

   
 
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