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Autore: Luce 5    09/04/2021    1 recensioni
La coppia Gandal e Lady Gandal: un solo corpo che racchiude due persone. Si possono inventare divertenti situazioni in una coppia così insolita.
“Io voglio tornare com’ero una volta” mormorò Lady Gandal avvilita e con gli occhi abbassati su un foglio raffigurante un mostro pieno di taglienti lame a specchi, fatte apposta per ferire e accecare l’avversario.
“Che significa: voglio tornare come una volta?” biascicò il consorte distratto, mentre si dedicava con passione alla playstation.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gandal
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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QUESTIONE D’IMMAGINE

“Io voglio tornare com’ero una volta” mormorò Lady Gandal avvilita e con gli occhi abbassati su un foglio raffigurante un mostro pieno di taglienti lame a specchi, fatte apposta per ferire e accecare l’avversario.
“Che significa: voglio tornare come una volta?” biascicò il consorte distratto, mentre si dedicava con passione alla playstation.
“Non fare il finto tonto, hai capito benissimo. La donna che ero e ora non sono più nel fisico e nei lineamenti. Non mi riconosco più nemmeno nella voce” disse la donna trattenendo a stento le lacrime che volevano prorompere.
“Lascia perdere queste sciocchezze!” le rispose con un moto di stizza. “A questo nuovo mostro ideato da Zuril dobbiamo pensare invece! Sono sicuro che stavolta ce la faremo a vincere l’odiato Goldrake! Quelle lame aguzze e fatte a specchio lo feriranno a morte. Non potrà difendersi perché la luce riflettente lo accecherà e lo stesso avverrà ai piloti dei veicoli ausiliari” concluse la frase ridendo sguaiatamente.
“Ma che c’entra? Conquistare la Terra e riavere il mio aspetto sono due cose diverse ed entrambe fattibili; non capisco perché tu sia tanto insensibile e menefreghista con me!” urlò la donna gettando a terra uno specchio mandandolo in frantumi.
“Un tempo mi amavi…” sussurrò lei con voce roca “quando non c’era ancora questa guerra intergalattica, noi due eravamo una vera coppia. Ricordi?” chiese accorata e colma di rimpianto.
Gandal si era alzato senza rispondere e svelto era entrato in sala comando.
Niente – peggio che parlare con un muro, si disse la signora avvilita e depressa. Triste, stanca, ma non rassegnata, questo era. Doveva trovare una soluzione. Lei voleva essere indipendente. Non tollerava dover condividere lo stesso corpo con quello di lui, era terribile. Era persuasa che, se fosse stata come prima, una miniatura di donna dentro il cranio di lui, un bel giorno avrebbe anche potuto uscire e andarsene a spasso dove le pareva. Andare in giro per negozi, fare compere… e perché no? Ricevere le avances di qualche ignoto corteggiatore. Quanto le sarebbe piaciuto! Come invidiava le coppie che si cornificavano a vicenda. Doveva essere un qualcosa di terribilmente eccitante… incontri al buio, avventure di una notte e via, sentire la vita addosso, la voglia di fare, di esistere. In una parola: VIVERE! Lei si lasciava vivere, o almeno questa era la sensazione che sempre più spesso avvertiva e non tollerava più.
Senza troppo entusiasmo si avvicinò alla tastiera del computer alla ricerca di qualcosa… nemmeno lei sapeva cosa, ma assolutamente doveva uscire da quello stato che inevitabilmente l’avrebbe portata ad uno stato di pericolosa depressione. Entrò in una pagina piena di capi e accessori all’ultima moda, colorati e bellissimi.
“Li avessi acquistati prima mi sarebbero stati larghi, ora invece, con questo corpo muscoloso da uomo, mi andrebbero stretti e sarei ridicola. E questo non lo permetto! Ricordò l’indifferenza di Gandal, il suo uscire svelto dalla stanza che condividevano, il menefreghismo che aveva per lei. Un’idea improvvisa stuzzicò il suo cervello e si chiese come metterla in pratica. In fretta e furia ordinò online un look di tutto rispetto: abito lungo in seta cremisi, sandali a stiletto in tinta, trucco, rossetto, profumo raffinato, smalto.
“Perché ancora non ti decidi a mandare il nuovo mostro abbagliante sulla Terra? Aspetti che si faccia notte?” domandò Gandal a Zuril con sarcasmo. Erano nel grande magazzino dove giacevano i mostri pronti per essere caricati sulla nave madre.
“Mi mancano due stormi di minidischi. Ci vai tu a fabbricarli?” gli rispose di rimando con la stessa nota di sarcasmo.
“Come mai questo ritardo? Scioperi? Malattia? Altro?” “Stiamo cercando nuove reclute e altri operai, e non è semplice trovarne al momento.”
“Ah…” Il giorno dopo, Lady Gandal si vide arrivare un grande pacco.
“Molto bene, c’è tutto quello che ho ordinato, questo corriere funziona benissimo!” Lo aprì e rimase a bocca aperta per la sorpresa. L’abito era semplicemente magnifico. Decise di provarlo subito, poi si mise alla toeletta per usare anche tutti gli accessori ordinati. Profumo francese, rossetto e smalto rosso magenta, crema profumata e raffinata per il viso e le mani. Si alzò, si vide nel grande specchio della camera da letto nuziale e sorrise soddisfatta. Con quell’abito il suo corpo sembrava molto più femminile, si vide bella coi capelli rossi tutti cotonati e quel profumo era delizioso. Non la smetteva più di ammirarsi, finchè il noto segnale blu lampeggiante la distolse dai suoi pensieri.
“Va bene, vengo.” Gandal aveva bisogno di lei e subito anche.
“Mi cerca solo quando gli fa comodo, accidenti a lui! Si merita una bella lezione quel grande menefreghista pallone gonfiato. Sono io l’eminenza grigia, ma gli fa comodo scordarselo, oppure usarmi quando gli pare e piace.”
“Senti, io vado nella fabbrica dei minidischi per aiutare gli operai: siamo molto indietro e non possiamo permettercelo. Ci pensi tu a inviare le email a Zuril, scannerizzare gli allegati, impostare le formule?”
“Certo caro, faccio io. Buon lavoro e non stancarti troppo” cinguettò lei.
“Fa l’operaio adesso”, mormorò sogghignando. “Un operaio vestito da gran sera e con un profumo da stordire…”
La signora aveva fatto in modo che la mise da lei indossata, aderisse in modo indelebile su tutta la figura che lei condivideva col consorte per un minimo di 24 ore.
E così, sotto gli occhi allibiti di tutta la squadra dei magazzinieri, Gandal di diede un gran da fare a sbrigare il lavoro più in fretta possibile in “tenuta da lavoro”. Sandali a stiletto tacco sedici, abito in seta rosso, capelli cotonati, profumo da stordire.

Entro poche ore, Hayashi avrebbe comunicato allarmato a Procton, che uno grande stormo di minidischi si stava avvicinando e i nostri quattro eroi, come sempre, avrebbero svolto con coraggio e determinazione il loro compito di difensori della Terra.


Fine
   
 
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