Di lì a
poco i terroristi sarebbero partiti verso il confine con il loro
carico di armi e Mac e Jack, nonostante il netto svantaggio numerico,
furono costretti a intervenire.
In teoria i
rinforzi della Fenice avrebbero già dovuto raggiungerli da
parecchio
ma qualcosa era andato storto e i loro bersagli, allertati da
chissà
chi, cercavano di portare via in fretta tutto ciò che
potevano.
Appena
ricevuta da Matty la spiacevole notizia che avrebbero dovuto
cavarsela da soli ancora per un po', il ragazzo si mise subito al
lavoro con i pochi oggetti utili che riuscì a trovare nei
dintorni
del loro nascondiglio per creare dei diversivi che gli dessero il
tempo di sabotare i camion.
Il
trucco funzionò, per fortuna, ed era quasi riuscito
nell'impresa
quando una delle sentinelle si accorse di lui.
Riuscì
a metterla a tacere con un paio di colpi ben assestati ma la
confusione prodotta da quel breve scontro finì
inevitabilmente per
attirarne altre proprio mentre Jack, terminato il suo compito e
avvicinatosi di nuovo, gli ricordava che avevano pochi proiettili a
disposizione. Purtroppo questo non valeva per i terroristi, che
chiamandosi l'un l'altro, si organizzarono in fretta per stanare gli
intrusi, rischiando più volte di colpirli.
Jack
rispose al fuoco finché poté ma alla fine, ormai
circondati, non
restò altro che affidarsi al corpo a corpo.
Cercando di
coprirsi le spalle a vicenda come sempre, ne stesero un buon numero,
ma a un certo punto uno dei terroristi, ripresosi all'improvviso,
colpì Mac con un poderoso calcio al fianco sinistro
facendogli
vedere nero per qualche secondo. L'uomo ne approfittò subito
per
tentare di mandarlo definitivamente al tappeto, ma Jack, giratosi
appena in tempo, lo precedette per un soffio.
«Tutto
bene?» domandò preoccupato all'amico, notando la
sua espressione.
«Sì»
mormorò lui, sbattendo velocemente le palpebre per
schiarirsi la
vista.
«Sicuro?»
insistette l'ex soldato, poco convinto, già pronto a
prenderlo al
volo se avesse perso l'equilibrio.
Il più
giovane gli sorrise rassicurante per poi riportare in fretta la sua
attenzione sul loro obiettivo. Alcuni avversari, approfittando di
quell'attimo di distrazione, erano infatti riusciti a raggiungere gli
ultimi due camion ancora funzionanti e stavano mettendo in moto.
Dovettero
quindi tornare di corsa all'auto che li aveva portati fin
lì,
cercando di non perderli mai di vista. Quella zona così
vicina al
confine era davvero l'ideale per la fuga e non potevano rischiare che
riuscissero nel loro intento.
Stranamente
Mac, una volta sistematosi sul sedile del passeggero, si
voltò verso
il finestrino senza più dire una parola ma Jack, almeno
all'inizio,
lo lasciò fare senza preoccuparsene più di tanto.
Succedeva spesso,
in fondo, da quando l'amico si era messo in testa di ritrovare suo
padre e l'ex soldato sapeva ormai che in quei momenti scandagliava
ogni ricordo in suo possesso alla disperata ricerca di eventuali
indizi che gli fossero sfuggiti.
Con un
lieve sospiro, si concentrò sulla strada piena di bivi e
curve per
non perdere di vista i camion, augurandosi che i rinforzi li
raggiungessero presto. Un inseguimento da quelle parti era davvero
problematico e sentiva la mancanza degli strani aggeggi di Mac, che
con ogni probabilità sarebbero riusciti, chissà
come, a
facilitargli il compito.
«Ehi,
amico... non credi che sarebbe ora di costruire qualcosa per non
mandare a monte la missione?» lo richiamò a un
certo punto, dopo
aver evitato per un soffio di girare dalla parte sbagliata
all'ennesimo bivio.
Non
ricevette risposta e la cosa lo insospettì parecchio. Di
solito
bastavano frasi del genere o una virata un po' brusca per riportarlo
al presente e la cosa non gli piacque affatto. Lo chiamò
ancora un
paio di volte scuotendolo leggermente per una spalla appena
poté ma
il ragazzo rimase inerte. Sempre più preoccupato, gli
appoggiò due
dita sul collo riprendendo a respirare solo quando riuscì a
cogliere
il battito. Era più rapido del normale ma ancora presente,
per
fortuna.
Mentre
combatteva tra il senso del dovere e l'impulso di fermarsi a
controllare meglio Mac, gli arrivò alle orecchie la voce di
Matty.
«Vuoi
dirmi che i rinforzi stanno per raggiungerci, vero?» la
interruppe
subito con impazienza.
«Sì,
ma...»
«Bene.
Allora posso fermarmi» disse Jack sollevato nel vedere un
punto di
sosta poco più avanti. Aveva appena captato il rumore di un
elicottero in avvicinamento e la conferma della donna che non fossero
altri guai aveva subito messo fine alla sua lotta interiore.
«È
successo qualcosa? Che avete combinato questa volta?»
domandò lei,
sforzandosi di sembrare severa per nascondere la preoccupazione. Non
era un buon segno una simile agitazione da parte dell'ex soldato,
soprattutto perché non aveva ancora sentito la voce di Mac.
«Perché
dovrebbe essere sempre colpa nostra?» protestò
seccato l'uomo, che
nel frattempo era riuscito a raggiungere lo slargo e stava facendo
voltare delicatamente l'amico nella sua direzione.
Emise un
mugolio infastidito quando lo costrinse a girarsi ma non si diede
nemmeno la pena di aprire gli occhi e Jack, guardando il suo volto
pallido e sofferente, non riuscì a capire quale fosse il
problema.
Non gli sembrava fosse stato raggiunto da un proiettile vagante e per
fortuna i terroristi non avevano tirato fuori coltelli durante lo
scontro nello spiazzo dei camion...
«Jack...»
lo richiamò Matty irritata dopo qualche secondo di silenzio,
pretendendo una risposta.
A quel
punto il soldato si arrese e le raccontò brevemente cosa
fosse
successo mentre tastava con delicatezza l'amico in cerca di indizi.
Lo sentì sussultare quando toccò un punto sul
fianco sinistro e
sollevando i vestiti vide un grosso livido che fece tornare tutti i
pezzi al loro posto.
«Non ci
credo, Mac... Come ti è venuto in mente di non
dirmelo?» disse in
tono lievemente sconsolato. Una parte di lui sapeva che avrebbe
dovuto arrabbiarsi parecchio con il suo partner ma al momento
riusciva solo a pensare, agghiacciato, alle troppe manovre brusche
che aveva fatto per tutto quel tempo senza sospettare nulla. A questo
punto era probabile che fosse colpa sua se il ragazzo
era in condizioni potenzialmente molto gravi e dovette
scuotere con decisione la testa per scacciare i terribili scenari che
vi si susseguivano. La cosa più importante da fare adesso
era
chiamare i soccorsi, augurandosi che arrivassero presto.
Dopo aver
informato Matty della scoperta, telefonò agitato al numero
di
emergenza, seguendo le istruzioni dettate dalla donna che gli
rispose. Avrebbe voluto fare ben altro ma si limitò a
coprirlo con
la sua giacca per non fargli prendere freddo e tenere d'occhio
battito e respiro mentre attendeva sulle spine l'arrivo
dell'ambulanza.
Per fortuna
Mac non fece altri scherzi e Jack, osservando la sua espressione,
cominciò ad accarezzargli la fronte sudata e sussurrargli
parole di
incoraggiamento. Era consapevole che con ogni probabilità
non le
avrebbe sentite ma in momenti come quello non riusciva a sopportare
il silenzio.
Dopo lunghi
minuti vide arrivare l'ambulanza e ben presto fu costretto a
spostarsi per consentire ai medici di fare il loro lavoro. Avrebbe
voluto restare al fianco dell'amico ma non era possibile e rimase
quindi a guardare con il fiato sospeso, a una certa distanza, le
manovre per estrarlo dalla macchina senza fare ulteriori danni e le
valutazioni del caso. Si sentì uno stupido ad ammettere di
non
essersi accorto di nulla fino a poco prima ma il suo interlocutore
non fece commenti, limitandosi a raggiungere i suoi colleghi dopo
avergli promesso che avrebbero fatto tutto il possibile.
Jack
sospirò e rimase faticosamente al suo posto a seguire
l'andamento
della visita, augurandosi che la situazione non fosse poi
così
seria.
Per fortuna
le sue speranze non vennero deluse, anche se i medici avrebbero
dovuto comunque ricoverare Mac per controllare l'evolversi della
situazione. Per come si erano svolti i fatti, però, era
stato
decisamente fortunato e Jack non poté trattenere un sospiro
di
sollievo a quelle parole, andando verso l'ambulanza con il cuore
più
leggero mentre ringraziava tra sé chiunque l'avesse protetto
dalle
sue manovre azzardate.
Nel frattempo la Fenice, a detta di Matty, era
riuscita a catturare i terroristi e recuperare le armi senza
problemi, alleggerendo anche il suo senso di colpa per aver
abbandonato la missione. Non che fosse pentito della sua scelta, ma
temeva di sapere per quale motivo il suo partner avesse corso un
rischio del genere e non voleva rendere vani i suoi sforzi.
Finalmente
più tranquillo, si sedette al suo fianco sul mezzo
osservandone il
volto seminascosto dalla maschera per l'ossigeno finché
l'arrivo al
pronto soccorso non lo costrinse a lasciarlo andare.
Contrariamente
al solito, non dovette aspettare molto per ottenere il permesso di
vederlo e questo era un altro buon segno. Non aveva capito
granché
della spiegazione del medico che era venuto a dargli notizie ma anche
solo da questo non era difficile intuire che l'amico si sarebbe
ripreso presto.
Una volta
rimasto solo con lui, gli prese delicatamente una mano come faceva
sempre, riflettendo intanto su cosa dirgli quando si fosse svegliato.
Mai come quel giorno ci sarebbe stato bene un rimprovero e
sperò di
riuscire nel suo intento senza farsi bloccare dalla sua espressione
fin troppo abile a smontarlo in certi momenti decisamente
inopportuni.
Mac non
avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato quando si
svegliò ma
capì subito di non essere più in macchina. Si
guardò intorno
confuso e vide Jack al suo fianco che lo guardava in modo strano.
Riconobbe nel frattempo una stanza di ospedale e non poté
fare a
meno di assumere un'espressione leggermente colpevole. Sapeva che il
suo partner si sarebbe arrabbiato quando avesse scoperto cosa gli
stava nascondendo ma non poteva permettere che si preoccupasse per
lui quando la vita di chissà quante persone dipendeva
dall'esito
della loro missione. Gliel'avrebbe detto una volta sicuro di aver
terminato il suo compito ma non aveva calcolato il dolore di una
probabile frattura alle costole durante un inseguimento a tutta
velocità su una strada simile. Girato verso il finestrino
per non
mostrare all'amico la sua sofferenza, più volte era stato in
realtà
sul punto di chiedergli almeno di rallentare ma alla fine si era
sempre trattenuto, cercando invece di limitare i danni come poteva.
Purtroppo la respirazione meno profonda aveva presto iniziato a
mostrare i suoi effetti, regalandogli un mal di testa e una
stanchezza che non era riuscito a contrastare come avrebbe voluto.
Dall'espressione di Jack era chiaro che sapesse tutto e si
preparò a
sorbirsi la predica con un lieve sospiro.
«Come ti è
venuto in mente di dirmi che stavi bene? Di sicuro sapevi che sarebbe
stato pericoloso!» lo sgridò infatti, sforzandosi
di tenere basso
il tono della voce.
«Lo sai
che non potevamo fermarci... A proposito, com'è andata a
finire la
missione?» si giustificò stancamente, ricordandosi
all'improvviso
di quel particolare.
«I
rinforzi ci hanno raggiunto appena in tempo e li abbiamo
presi»
rispose brusco Jack, spazientito dalla poca importanza che l'amico
continuava a dare a se stesso. «Ti rendi conto dello spavento
che mi
hai fatto prendere? Rischiavi di morirmi di fianco e nemmeno lo
sapevo!» aggiunse poi con rabbia.
«Scusami,
non avevo intenzione di arrivare a tanto» disse sinceramente
Mac.
«Non ero più molto lucido a un certo punto e devo
essermi
addormentato senza accorgermene.»
Per tutta
risposta il suo partner sbuffò frustrato, sentendo svanire
fin
troppo rapidamente, come al solito, la rabbia nei suoi confronti. Era
da quando avevano fatto amicizia che quello sguardo dispiaciuto lo
metteva in seria difficoltà e al momento era chiaro che
l'amico
stesse facendo un grosso sforzo anche solo per tenere gli occhi
aperti. Probabilmente non avrebbe resistito ancora a lungo al potente
antidolorifico che gli scorreva nelle vene e decise di dargli tregua.
«Non
credere che sia già finita ma vedi di riposare
adesso» borbottò
alla fine facendolo sorridere.
«Grazie,
Jack. Mi dispiace davvero» sussurrò il ragazzo,
con gli occhi già
semichiusi, mentre cercava una posizione più comoda.
«Dormi
tranquillo» lo esortò con un sospiro l'ex soldato
guardandolo
intenerito. Avrebbe dovuto lavorarci su questo problema con lui ma
per il momento gli avrebbe concesso il meritato riposo.
Prompt: Costole
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi
sia piaciuta e che mi farete sapere che ne pensate, se vi va. Grazie
intanto per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo.
<3
Come
ho accennato nell'introduzione, la fic partecipa all'iniziativa
“Easter Advent Calendar 2021”
indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort
Italia - Fanart & Fanfiction.
Mi raccomando, ringraziate anche l'admin se la storia vi è
piaciuta,
perché senza di lei non sarebbe probabilmente mai nata. ;)
Se a
qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime
opere, saremo ben felici di accogliervi qui
(attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online
però,
anche se cerco di stare attenta). Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto
augurandovi una buona serata.
Bacioni
e alla prossima!
Ellygattina
P.S:
Una mia amica ha fondato tempo fa un gruppo facebook dedicato a Mac e
Jack. Passate a trovarci a
questo indirizzo, se anche voi amate questa coppia! ;)