La scoperta che dietro la maschera di
Chat Noir si
nascondesse proprio Adrien avvenne per caso. Marinette non avrebbe mai
voluto
saperlo così, sicuramente non in quel momento. Era passata
appena una settimana
da quando Kagami si era trasformata in Bugie, una settimana da quando
Luka si
era trasformato in verità. Marinette non era mai stata tanto
sotto pressione.
Praticamente non aveva più una vita sociale, la sua
esistenza si divideva tra
la scuola, le attività da supereroina e le
responsabilità da Guardiana. Non si
era mai concessa di cedere. Mai. Tranne
quella fatidica sera.
Era una sera come tante altre, lei e
Chat Noir avevano
appuntamento per la pattuglia, gli ultimi appuntamenti li aveva
saltati, non
era riuscita a destreggiarsi tra i vari impegni, ma quella sera era
arrivata in
anticipo. Non voleva davvero mancare un’altra volta.
Avrebbero dovuto pattugliare
ed invece si ritrovarono sul tetto, sul solito tetto a parlare.
Lei si era sfogata di tutta la
pressione che sentiva, di
quanto si sentisse sola, di quanto il suo nuovo ruolo
l’avesse allontanata dai
suoi amici. Poi era stata la volta del gattino di sfogarsi. Ed era
stato in
quello sfogo che aveva compreso chi era. Ne era assolutamente certa. Il
discorso era stato il seguente.
«Anche la mia vita da
civile non è il massimo in questo
periodo, ho troppi impegni. Mio
padre mi
tiene impegnato in stupide cose che non mi interessano. Questo periodo
è
terribile. In più io ho provato ad andare avanti. A superare
il mio amore per
te, ma non ci sono riuscito. Vedi fino a una settimana fa frequentavo
quest’amica… Ma non ha funzionato. In parte per
via della mia doppia vita, ma
specialmente perché non la amavo. E poi
c’è una persona… Cioè questa
ragazza
della mia classe. Lei è tosta, la mia Coccinella di tutti i
giorni e forse
sarebbe l’unica persona che potrei amare oltre te. Eppure,
è così distante
ultimamente. Prima era strana con me, balbettava, era ancora
più goffa del
normale. Ora invece mi sembra che sia su un altro pianeta. Lei
è la mia
Principessa, la coccinella di tutti i giorni e mi manca. Una volta ho
pensato
persino che potesse essere te, l’ho sperato. Sarebbe stato
magnifico. Ma
niente, so che non puoi essere tu.»
Chat aveva parlato senza fermarsi,
spinto dal flusso di
coscienza, era così preso che non si era accorto della
reazione della sua
Signora, quando infine l’aveva guardata negli occhi
l’aveva vista diversa,
c’era un misto di emozioni nei suoi occhi, pareva come fosse
stupita,
sconvolta, spaventata, eccitata e un sacco di altre cose tutte insieme. Le aveva chiesto che
succedesse e lei aveva
risposto che si era ricordata di non aver svolto i compiti quella sera
e il
giorno dopo aveva una verifica e avrebbe dovuto andarsene.
Una volta tornata a casa, Marinette
aveva iniziato un lungo
discorso con Tikki. Non sapeva davvero che fare.
Il discorso era andato più o meno in questo
modo.
Tikki: «Marinette,
Marinette respira!»
Marinette: «Tikki
è una tragedia, un disastro, sono la
peggior guardiana di sempre! Non posso, non devo sapere
l’identità di Chat Noir»
Tikki: «Sarebbe dovuto
accadere prima o poi, sei la
Guardiana, più di chiunque altro dovresti conoscere
l’identità di Chat. E poi
lo hai sentito? Voleva davvero che tu fossi Ladybug»
Marinette: «E ora come devo
agire? Devo fare finta di
niente? Devo dirgli che so chi è? E come glielo spiego? Devo
rivelarmi? Oddio,
Tikki ho respinto Adrien, ho respinto Adrien un sacco di volte. Potevi
dirmelo!»
Tikki: «Calma Marinette, tu
non sapevi chi fosse e sai che
non potevo dirtelo. Ora ragiona con calma, ami di meno Adrien sapendo
che è
Chat Noir? Ti fidi di meno di Chat ora che sai che è
Adrien?»
Marinette: «Io lo amo
Tikki, lo amo con tutto il mio cuore e
lo amo ancora di più. È il mio partner, il mio
amico, ovvio che mi fido di lui.
Come posso non fidarmi, però Chat Blanc. Non posso
rivelarmi»
Tikki: «Chat Blanc non
succederà più, hai salvato quel
futuro, stai tranquilla Marinette»
Marinette: «Io, io non
posso pensarci ora, devo dormire, ho
tante cose a cui pensare. Devo pensarci con calma»
I giorni seguenti alla scoperta non
ci furono nuove akuma e
Ladybug evitò tutte le pattuglie, in classe Marinette
evitò Adrien in tutti i
modi possibili. Finalmente arrivò il sabato dunque niente
scuola.
Tikki: «Marinette, dovresti
smettere di evitarlo, dovresti
parlargi»
Marinette: «Lo
farò, lo farò Tikki, ma non ora»
Tikki: «Perché
non ora? Hai rimandato tante volte di dire ad
Adrien cosa provi, non rimanderai anche questa cosa
all’infinito? Io ti voglio
bene, voglio tu sia felice. Devi parlargli.»
Marinette: «Va bene, lo
farò la prossima volta che lo vedo,
ora però lasciami studiare il libro dei Guardiani, ci sono
un sacco di segreti
che devono essere rivelati»
Non dovette attendere molto, neppure
mezz’ora dopo quel
dialogo, Papillon sguinzagliò una nuova akuma, un bambino di
dieci anni a cui
la madre aveva tolto il suo gioco preferito, pokémon spada e
scudo, per
punizione. Quando scattò l’allarme akuma,
Marinette si trasformò in un baleno,
arrivò sul posto che Chat Noir l’aspettava
già là. Ovviamente. Come ben sapeva
da quelle parti vi era lo studio fotografico dove spesso Adrien posava
come
modello.
«Ehi,
Insettina, sembra che
qualcuno qua si sia trasformato in un pokémon, e sembra
anche che una certa
Signora abbia deciso di lasciare solo il suo gattino per tante sere di
seguito»
Era stato il benvenuto del suo partner. «Non ora
Chaton,abbiamo un’akuma di cui
occuparci, appena finito tutto questo prometto che parleremo e mi
farò
perdonare. Te lo giuro.» Il combattimento durò
pochissimo, l’akuma era nel
joycon sinistro della nintendo switch del bambino. Non appena il
combattimento
finì, Ladybug indicò a Chat di aspettarla al
solito posto. Arrivò
per prima, ma Chat la raggiunse
presto. «Sto per ritrasformarmi Ladybug, non è
meglio rimandare a più tardi la
nostra conversazione» Marinette sorrise. «Non serve
che tu te ne vada, penso
che sia giunta l’ora» Lo guardò
maliziosamente. «Giunta l’ora? L’ora per
cosa?
Quale oscuro segreto celi ancora, mia guardiana?» Marinette
non gli diede una
risposta, bensì senza che lui se lo aspettasse disse:
«Tikki, ritrasformami!»
Chat Noir rimase interdetto, d’istinto a quelle parole chiuse
gli occhi. «Chaton,
pensavo che non vedessi l’ora di scoprire chi fossi sotto la
maschera, ed ora
che ho deciso di rivelarti chi sono, tu chiudi gli occhi?»
Lui non aprì gli
occhi. «M’lady non desidero altro, ma non devi
mostrarmi chi sei solo per
scusarti di non esserti presentata» Lei alzò gli
occhi al cielo. «Andiamo,
quanta stima hai di me? Pensi che veramente non ci abbia riflettuto
molto?
Secondo te perché ho perso le ultime pattuglie. Sono stata
molto
combattuta. Volevo
dirti davvero chi
sono, anche perché ho capito chi sei l’ultima
volta che ci siamo parlati e
ormai sono certa che tu sei Adrien. E mi sembra giusto che tu sappia
chi sono
io. Apri gli occhi» Adrien rimase interdetto a quelle parole.
L’ultima volta
che si erano visti lui si era rivelato ma come? Non trovò
neppure il tempo per
pensare che la trasformazione cadde, Plagg era troppo stanco. E dal
momento che
era in veste di civile, decise di aprire gli occhi. E quel che vide fu
inaspettato.
«Marinette? Dov’è Ladybug?»
Marinette e Tikki alzarono gli occhi al cielo. «Sei
davvero così ignaro Agreste?» Adrien rispose con
voce molto dubitativa. «Mia
signora? No, non è possibile. Tu sei Multimouse, Non puoi
essere Ladybug… a
meno che… Oh mio Dio! La mia Principessa è la mia
Signora» Marinette arrossì
«Tadà,
sono io, deluso?» Prima
ancora che
Adrien potesse parlare, Plagg che era stato in silenzio a mangiarsi il
suo
camembert prese la parola. «Fantastico, ora tu sai che
treccine è Ladybug e
Ladybug è treccine, ma io non merito forse una dose extra di
camembert?» Adrien
scacciò Plagg con la mano. «Piantala Plagg e non
chiamarla Treccine. Scusalo, è
acido quando è affamato. Come potrei essere deluso dl
momento che le due donne
che amo di più nella vita sono la stessa persona?
È fantastico! Avevo così
sperato che fossi tu.» Marinette
arrossì
nuovamente. «Tu mi ami? Tu ami me? La goffa, stramba,
insignificante Marinette?»
Il viso di Adrien si fece leggermente
adirato, ma affettuoso al tempo stesso. «La coraggiosa,
leale, intelligente,
bellissima e dolce Marinette. L’eroina della nostra classe ed
anche l’eroina di
Parigi. Se qualcuno dovesse essere deluso qui, dovresti esserlo
tu» Fu la volta
di Marinette di arrabbiarsi. «Ritira quello che hai detto! Tu
sei magnifico
Adrien, sei un ragazzo coraggioso, gentile, dolce, bellissimo, molto
simpatico,
anche se dovresti smetterla coi giochi di parole, anzi che fino ad ora
non ne
hai detti» Adrien arrossì vistosamente e questo
fece arrossire nuovamente
Marinette. «Comunque, è fantastico che sia tu, che
sia stata tu tutto questo
tempo. Senti, ora che sappiamo l’identità
l’uno dell’altra, l’altro ragazzo,
sai quello che ami e che non sono io, immagino sia Luka.»
L’atmosfera si fece
d’un tratto super imbarazzante, Marinette tentò di
parlare, ma boccheggiava.
Finora era riuscita a parlare senza balbettare, ma pareva proprio che
tutta la
forza per fare un discorso coerente fosse finita. «Luka?
Io… lui ecco lui è un
amico. Un caro amico. Ecco vedi… a proposito del ragazzo
io… Lui è beh..., non
so come dirlo vedi, ecco, quel ragazzo sei tu. Io ti ho rifiutato per
te… Ma io
non sapevo chi ci fosse dietro la maschera e quando sei Chat Noir sei
sempre
così flirty… e comunque ecco se non ci fossi
stato tu… cioè tu Adrien… Io credo
che mi sarei… anzi credo che in parte mi sono…,
insomma credo che sarei stata
innamorata anche di Chat Noir…, E forse ho sempre amato
Chat, forse perché ho
sempre saputo che eri tu nel profondo del cuore. E ti chiedo scusa,
sono
stupida, stupida! Ti ho rifiutato tante e tante volte e non sapevo che
eri tu,
sì insomma sei tu quello che» Non fece neppure in
tempo di finire la frase che
Adrien la baciò.
Angolino
dell’autore
Buonsalve a tutti,
è la mia prima storia in questo fandom
spero di non prendere pomodori in faccia! Comunque ogni critica
(positiva o
negativa, ma non distruttiva) è ben accetta!