Vedevo come guardavi Tonks.

Vedevo come la guardavi innamorato. Vedevo quando le prendevi la mano e intrecciavi le tue dita nelle sue. Vedevo quando sgattaiolavi nella sua stanza in piena notte. Vedevo che il primo sguardo che cercavi, in qualsiasi occasione, era il suo.

Vedevo che facevi con lei tutto ciò che avrei voluto facessi con me.

Gli sguardi, i baci, i "ti amo".

Ma di cosa mi posso lamentare?

Ti ho avuto come migliore amico per anni. Ti ho visto ridere, dormire, sgridarmi, piangere, trasformarti e studiare così tante volte da non stupirmi più.

Tonks non ti vedrà mai nella tua forma più intima, quando saresti capace di uccidere anche lei. Non ti vedrà mai urlare per il dolore della trasformazione, quando vederti mi spezzava il cuore. Non ti vedrà mai nell'operazione contraria, quando ritorni un uomo troppo stanco e debole per la sua età. Mi sarei dovuto sentire fortunato, no?

Allora perché questi pensieri non alleviavano il mio dolore? Perché mi sentivo di nuovo ad Azkaban? Perché sentivo le stesse agonie dell'influenza dei dissennatori?

Certo sarei dovuto essere felice. Come si dice? Vedere il tuo amato felice ti rende felice.

Non esiste cazzata più grande.

I filosofi non vogliono ammetterlo, ma l'amore è puro egoismo. Non esiste amore altruista.

La verità è che se ami qualcuno vorresti vederlo felice solo tra le tue braccia.
Vorresti essere l'unica luce della sua vita. Vorresti che un tuo sorriso gli cambiasse la vita.

Perché hai scelto lei allora? Perché non mi hai permesso di renderti felice?

Ah, giusto.... Non sai niente.

Non sai che ti ho amato sin dal nostro primo incontro. Che ogni tuo movimento mi faceva andare il cuore in estasi. Che ogni tuo sorriso aveva un posto nel mio cuore.
Che ero tanto masochista da amarti per venticinque anni, senza mai smettere e senza mai ammetterlo.

E come puoi tu, il genio dei Malandrini, non aver mai notato niente?

Qualche volta credevo che tu in realtà sapessi tutto, ma mi volevi punire per qualcosa di cui ero all'oscuro. Forse per averti lasciato da solo per dodici anni, nel tuo dolore. Forse per quella volta che misi la maionese nel tuo muffin al cioccolato, al terzo anno.

Ti odiavo a volte, sai? A volte pensavo che se tu non fossi esistito forse avrei vissuto una vita felice. Chissà avrei trovato qualcuno che ricambiasse i miei sentimenti. Qualcuno da poter rendere felice.

Però ormai sono morto.

Sono un'anima sola, un'anima tormentata, che vivrà per sempre oltre il velo. Anche se vivere non sarebbe il verbo migliore da usare.

Rendi felice Tonks.

Rendila felice come avresti fatto con me, se avessi mai ricambiato il mio amore.

Baciala, amala, sposala e rendila la donna più felice di questo mondo.

Se non lo farai, sappi che non ti perdonerò mai, perché non ho sacrificato la mia felicità per la sua infelicità.

Se scapperai, se l'abbandonerai o se la ferirei, mi avrai deluso amico mio. Avrai deluso il mio amore.

Avrai deluso ogni mia aspettativa, ogni mia certezza.

Fallo solo per me.

L'ho detto, no? L'amore è puro egoismo.

E io ho fallito.

Ho sempre pensato solo a te. Alla tua felicità.

"Se glielo dicessi avrebbe un'altra cosa a cui pensare, meglio di no", "Non mi vorrà più vedere, ha bisogno di me" mi dicevo.

Ti ho detto io di fare il primo passo con Dora.

Sono stato stupido.

Ma che importa ora? Sono morto, no?