28/08/2009
5 recensioniNon ha senso, giuro.
Grazie a tutti coloro che, comunque, recensiranno.
Nadine
Dedicata a Feds: bentornata, stella ♥
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“Sì, lo so. Sono stata io a proporlo. Adesso, per favore, la smetti?”.
Erano venticinque minuti, che Robert, al volante della sua nuova Porsche da urlo, gridava: “andiamo al mare!”.
Io, ovviamente, stavo per impazzire.
Tenevo le mani chiuse a pugno, e cercavo in tutti i modi di non mandarlo a quel paese e di non prenderlo a cazzotti.
Cosa ci trovasse di tanto super nell’andare al mare, non lo sapevo.
Io, in fin dei conti, ci andavo pressoché ogni giorno, da piccola.
“No, Kris, amore. Tu non puoi capire! STIAMO ANDANDO A MARE!”, esclamò, come un moccioso in piena crisi ormonale che si imbatte in un numero di Playboy.
“ROBERT! Ho ca-pi-to! Mamma mia! La smetti? Giuro, non ce la faccio più! Parli come uno che non è mai andato in spiaggia! E Cristo santo!”, stillai, diventando rossa di rabbia.
Silenzio. Oh-oh.
Lui mi guardò imbronciato. “Infatti è la prima volta che vado al mare,” sussurrò.
Sospirai. Buondì sensi di colpa.
“No dai amore, scusa, è che…cioè…no, sei solo un po’…no, troppo eccitato per i miei gusti”, spiegai, carezzandogli una guancia.
“Sei perdonata”, disse, sorridendomi.
“Perfetto, e ora pensa a guidare che tra poco arriv-…uuuh! Siamo arrivati!”, esclamai.
Gesù, mi stava per caso prendendo la stessa eccitazione demenziale di Robert? Oh, no.
“Oddio, ci pensi? È la prima volta che veniamo a mare insieme! Che ficata!”, gongolai.
“Sì, amore”, rise, “una grandissima ficata.”
Scendemmo dalla macchina, e dopo aver preso la borsa termica, quella con gli asciugamani e l’ombrellone, ci avviammo verso la spiaggia deserta.
Percorsi cento metri, il panorama mozzafiato dell’oceano Pacifico, si estese davanti a noi.
“Uau. Mitico,” disse Rob, a bocca aperta.
“Ehssì, lo so. Benvenuto in California, bello.”
Velocemente Robert aprì l’ombrellone e dopo averlo ficcato in una buca nella sabbia, si spogliò.
“Dai, veloce! Andiamo a fare il bagno!”, grido. “Uh-uh!”.
Risi, felice, e mi levai il vestitino di lino bianco di dosso. Robert mi guardò. Gli occhi improvvisamente pieni di una luce strana.
“Oh, no,” ansimai, prima di mettermi a correre verso l’acqua.
“Ehi! Tanto ti prendo!”, gridò e in pochi secondi mi fu vicino, e l’inevitabile accadde: mi prese in spalla e mi trascinò nell’acqua come un sacco di patate. Quando poi, mi mollò (facendomi bere due litri di acqua saltata), le sue labbra, bramose delle mie, cominciarono a baciarmi violentemente.
“Sei un cretino”, ansimai, tra un bacio e l’altro, prendendoci gusto.
“Ti amo anche io”, rispose, sorridendo.
E mi trascinò verso acque più profonde.
Uhm…questa frase l’ho già sentita.