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Autore: Carmaux_95    04/05/2021    12 recensioni
[Happy Star Wars Day! May the 4th be with you!]
Non era bravo a parlare.
Però sapeva ascoltare. Era capace di ascoltare anche quello che gli altri non dicevano: a volte i sentimenti e i pensieri delle persone che aveva accanto lo investivano senza che lui potesse farci niente. Non sapeva come “respingerli”, ma se raramente poteva dire di condividere quelle sensazioni, inginocchiato davanti a quella creaturina si sentì invece travolto da emozioni a lui molto familiari: timore, solitudine, nostalgia…
Gli ricordava molto il modo in cui lui stesso si sentiva quando suo papà non c’era…
[partecipa alla challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul Mancini sul forum di efp]
[Storia partecipante alla challenge "Solo i fiori sanno" indetta da Pampa313 sul forum di EFP]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Luke Skywalker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I’m all ears
 dadi
 
9 A.B.Y.
 
Una catenina dorata, coronata ad entrambe le estremità da due piccoli dadi, scivolava fra le sue dita producendo un lieve tintinnio mentre il bambino guardava fuori dalla finestra della sua camera.
La sera prima, approfittando di un momento di distrazione, era sgattaiolato sulla nave di suo padre e si era impossessato di quel piccolo gingillo, ma non avrebbe saputo dire bene il perché.
Forse aveva semplicemente ritenuto che fosse una soluzione migliore dell’andare a tirare un calcio al povero comodino di fianco al letto.
Forse era stata solo una piccola vendetta a cui, però, suo padre non aveva neanche fatto caso: nella fretta di partire per l’ennesimo viaggio di lavoro, quella mattina nemmeno aveva notato che il suo piccolo portafortuna era stato trafugato.
Forse aveva ingenuamente pensato che se avesse tenuto con sé quel semplice pendente, avrebbe sentito meno la mancanza del suo papà.
Sbuffò, facendo appannare il vetro.
Avrebbe voluto approfittare di quella bella giornata di sole: gli sarebbe piaciuto uscire e magari aggirarsi fra le bancarelle del mercato settimanale in compagnia di Poe… gli sarebbe piaciuto fare qualunque cosa.
Invece era a casa, in compagnia di un dannato droide balia, ad aspettare la mamma… o che zio Luke tornasse dalla misteriosa missione per la quale era inaspettatamente partito qualche giorno prima.
Appena prima di andarsene gli stava mostrando l’ultimo reperto che era riuscito a recuperare con l’aiuto di Lor San Tekka: un antico testo Jedi di particolare importanza, a detta di entrambi.
«Vedi?» gli stava spiegando, aiutandolo a tenere il segno dato che non aveva ancora imparato a leggere bene: era un bambino curioso e infatti, rispetto a tanti suoi coetanei che preferivano aspettare ancora qualche anno prima di imparare, Ben aveva già mostrato un vivido interesse per la lettura e la scrittura. «I Tre Pilastri sono il cuore degli Jedi: Forza, conoscenza e autodisciplina. Racchiudono tutto il nostro agire, rinforzano i precetti del Codice e…»
Poi, all’improvviso, aveva distolto lo sguardo, interrompendo la frase a metà. Persino Ben aveva percepito… qualcosa. Aveva alzato la testa dalle pagine ingiallite del tomo e si era guardato intorno, come se la causa di quella strana sensazione fosse stata da ricollegare a qualcosa avvenuto nelle sue vicinanze.
Quello stesso pomeriggio zio Luke era partito e Ben non aveva più avuto sue notizie… almeno fino a quel momento.
Per questo motivo era affacciato alla finestra: aveva la sensazione che sarebbe potuto tornare da un momento all’altro anche se, volendo essere onesti, cominciava ad esaurire la poca pazienza di cui disponeva.
Stava ripercorrendo mentalmente quel pomeriggio, cercando di ricordare se Luke avesse lasciato trapelare anche solo un indizio riguardo a dove fosse diretto, quando finalmente riconobbe la sua figura avvolta dal lungo mantello scuro camminare lungo la strada nella sua direzione.
Ficcò i dadi portafortuna in tasca e abbandonò di corsa la propria camera per andargli incontro, pronto a sommergerlo di domande, ma le parole gli morirono in gola quando gli fu davanti e si rese conto che non era solo. Teneva fra le braccia quello che sembrava un neonato dalla pelle verde, dai grossi occhi scuri e sgranati e dalle lunghe orecchie a punta.
Come si chiamano quelli come lui? Il giovane Solo, dopotutto, non ne aveva mai visti prima.
«Ben» lo interpellò Luke, inginocchiandoglisi davanti con un sorriso. «Lui è Grogu.»
Quest’ultimo, nel sentir pronunciare il proprio nome, si volse nella sua direzione, senza aprire bocca.
«Lui è come te» proseguì Luke.
«Come me?»
«Come noi: sensibile alla Forza. Perché non ti presenti mentre avverto tua madre che sono tornato?» Delicatamente porse il fagottino al nipote, che lo prese fra le braccia con un gesto impacciato, poi si alzò e, allontanatosi di qualche passo, recuperò un comlink con cui contattare Leia.
«Ciao…» borbottò Ben, insicuro e sentendosi improvvisamente a disagio.
Il Bambino batté le palpebre, fissandolo con la testa leggermente inclinata mentre una vena di curiosità guizzava improvvisamente nei suoi occhioni.
Ben si morse le labbra: non sapeva cosa dire.
Gli altri bambini gli davano dello strambo perché una volta aveva rivelato di sentire voci o pensieri che non sapeva a chi attribuire oppure lo prendevano in giro per via delle sue orecchie.
Il figlio di quella collega di sua mamma, Poe… ecco, lui era l’unico amico che credeva di avere, e certo non per merito suo.
Insomma, lui non sapeva come si facesse a stringere amicizia con qualcuno.
Non era bravo a parlare.
Però sapeva ascoltare. Era capace di ascoltare anche quello che gli altri non dicevano: a volte i sentimenti e i pensieri delle persone che aveva accanto lo investivano senza che lui potesse farci niente. Non sapeva come “respingerli”, ma se raramente poteva dire di condividere quelle sensazioni, inginocchiato davanti a quella creaturina si sentì invece travolto da emozioni a lui molto familiari: timore, solitudine, nostalgia…
Di chiunque quel bambino sentisse la mancanza, ne provava così tanta e così intensamente che gli stava facendo venire mal di testa.
Gli ricordava molto il modo in cui lui stesso si sentiva quando suo papà non c’era…
Ben esitò ancora qualche istante. «Mi piacciono le tue orecchie» snocciolò infine con quella genuina semplicità tipica dei bambini.
E io sono un esperto in proposito.
Non lo disse, lo pensò soltanto, ma il piccolo alieno sembrò sentirlo perché emise un gorgoglio che Ben interpretò come un risolino: Grogu, infatti, allungò lentamente un braccino e sfiorò con le unghie aguzze quanto delicate una delle sue orecchie, che sporgeva inevitabilmente da quella massa di capelli neri che coprivano disordinatamente la sua testa.
Il bambino sorrise: forse quella giornata poteva ancora prendere un’inaspettata e piacevole piega.
«Piacere, io mi chiamo Ben.»
 
yoda
 
 
 
Angolino autrice:
MAY THE 4th BE WITH YOU!
Buongiorno a tutti e felice Star Wars day!!!
Oggi ho pensato di festeggiare pubblicando questa piccolissima shottina, questo minuscolo missing moment che va a congiungere la serie The Mandalorian con la terza trilogia!
Prima di qualunque altra cosa, un ringraziamento speciale va alla mia Benni per l’entusiasmo e per avermi dato la spinta finale per postarla! ♥ Grazie!!!! *^*
Questa shottina partecipa alla challenge “Just stop for a minute and smile”, indetta da Soul Mancini sul forum di efp.
Piccole notine (soprattutto per la giudiciA della challenge):
  • la storia, come avete visto è ambientata nel 9 A.B.Y e quindi Ben dovrebbe avere tra i 4 e i 5 anni ^^
  • la storia si colloca subito dopo la fine della seconda stagione di The Mandalorian, quando Grogu lascia il suo Dadalorian Din per essere addestrato da Luke.
Non credo serva aggiungere altro: Soul, spero che nonostante tutto la storia risulti abbastanza comprensibile (di questi personaggi mi pare di averti parlato in separata sede…).
Detto questo ringrazio tutti quanti voi che siete arrivati a leggere fino in fondo!
Spero di avervi strappato un sorriso! ^^
Vi mando un bacione e un grosso abbraccio!
Che la Forza sia con noi! ♥
A presto!
This is the May! AHAHAHA
Carmaux
  
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