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Autore: daffodil_damask    13/05/2021    1 recensioni
«Non eri tu quello che non aveva bisogno di nessuno?»
«Torna dentro.»
.
{ HoroRen }
| Missing moments | circa 1100 parole |
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Horo Horo, Ren Tao
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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 Le gocce gelide cadevano sulla sua pelle, scorrendo giù per i suoi arti, fino ad unirsi o alla stoffa nera dei suoi abiti o alle pozzanghere sul terreno. Il cielo era nero, così come l'orizzonte e il paesaggio circostante. Era solo, avvolto nel buio. L'unica cosa che percepiva era il freddo dell'acqua, il rumore scrociante della pioggia nelle proprie orecchie e il forte odore di umidità. Gli pareva di scorgere, coi suoi occhi cristallini, un barlume al di là delle nuvole; non sapeva se fosse un illusione o un vago accenno della luce di una stella appena visibile che aveva fatto capolino tra un cumulonembo e l'altro.

Doveva fare freddo, lì fuori, eppure non poteva fare meno di sentirsi bene.

Di sentirsi a casa.

Essere a pieno contatto con la natura era ciò che più aveva amato della propria vita al Nord, tra la neve. Tutta quell'acqua gelida non poteva allora non ricordargli la propria origine e il proprio scopo.

Sollevò il capo verso l'alto, allo stesso modo di quei lupi solitari sulla rupe al chiaro di luna.

Lasciò che le palpebre coprissero i propri bulbi oculari e, in silenzio, si lasciò andare totalmente a quell'odore, a quel suono, a quel fresco. Era come se, pian piano, tutte le proprie membra stessero gelando e diventando un tutt'uno con l'aria fredda circostante.

Tuttavia, anche ad occhi chiusi, continuò a vedere quel minuscolo bagliore in cielo. Cos'era? Cosa rappresentava? A quel punto fu certo si trattasse di un'allucinazione, uno scherzo dettato dalla psiche.

Cercò, acuendo i propri sensi, di avvicinarsi a quel punto con la mente. Gli sembrò di riuscirci, perché quella luce parve avvicinarsi, seppur lentamente, sempre di più.

Poi si rese conto che non era una luce.

Era un fiocco di neve.

Un piccolo e minuscolo fiocco di neve, da solo, in mezzo a un temporale che, nel giro di pochi attimi, lo avrebbe sciolto.

Profumava.

Profumava di buono, un fragranza che lo riportava indietro di anni e anni. Allungò una mano.

Quell'odore ora si faceva sempre più forte nella sua testa, riportandogli alla mente un paio di occhi dolci e un sorriso amorevole.

Fece per prendere quel fiocco di neve, stringerlo a sé.

Vide di nuovo sé stesso cadere dalla diga.

Da-

 

 

«Horohoro.»

 

Una voce lo chiamò alle sue spalle.

Horohoro sussultò e si riscosse, ritornando in un attimo al presente e alla terra ferma, sentendo i piedi sprofondare nel fango gelido e bagnato.

Si voltò e, anche se non riusciva a vederlo chiaramente, aveva perfettamente capito chi lo avesse chiamato.

Percepiva, su di sé, lo sguardo fulminante, pungente e penetrante di due folgori dorate e, allo stesso tempo, ne sentiva l'odore. Una fragranza orientale dai toni aspri ma leggermente dolci.

 

«Ren» disse l'Ainu, passandosi una mano sul viso, «stavo solo-»

«Non mi interessa cosa stavi facendo, non è affar mio,» rispose il ragazzo cinese, il tono severo e freddo come al solito.

«E allora perché sei qui?»

Ren rimase in silenzio. Horohoro sentì alcuni passi sul terreno, ma a causa della forte pioggia non riuscì a capire se il compagno di squadra si fosse avvicinato o allontanato.

«Quello che mi interessa è che domani sarai in forma.»

Altro silenzio.

«Domani ci sarà il nostro prossimo incontro dello Shaman Fight e dobbiamo vincerlo a ogni costo,» sospirò il ragazzo con gli occhi d'oro.

«Non eri tu quello che non aveva bisogno di nessuno?» lo prese in giro l'Ainu.

«Torna dentro.»

 

Horohoro socchiuse appena le labbra, poi abbassò lo sguardo, stringendo appena i pugni. Gli parve che il tono utilizzato da Ren, per quell'ultima frase, fosse stato leggermente più gentile, meno altezzoso.

Che fosse il suo modo di preoccuparsi per lui? No, non poteva essere. Il grande e potente Ren, così narcisista da dare il proprio nome alla sua squadra nello Shaman Fight, non poteva certo essere in pensiero per uno come lui. Era fuori discussione.

Probabilmente, come suo solito, voleva solo vincere ed evitare che gli facesse fare una pessima figura durante l'incontro. Tuttavia, su una cosa Ren aveva certamente ragione: aveva bisogno di essere riposato per l'incontro del giorno dopo. Horohoro detestava dar ragione a Ren, ma in quel caso non aveva di che controbattere.

Si avviò verso il loro alloggio e fu in quel momento che vide la silhouette dell'amico davanti alla porta, appoggiato a uno degli stipiti con una spalla.

«E tu? Dovresti essere già a dormire, che ci fai sveglio?» lo punzecchiò Horokeu.

 

Ren non rispose e Horohoro non riuscì a vedere la sua espressione a causa del buio. L'unica cosa che poté cogliere fu il fruscio dei suoi vestiti, il suo voltarsi e tornare in camera. Horohoro sbuffò, ben consapevole che l'altro non avrebbe più spiccicato parola.

Fece per entrare anche lui, quando, appena posato un piede al di là della soglia, sentì distintamente di aver appoggiato il piede su del bagnato. Horohoro allargò appena le pupille. Si abbassò, tastò il pavimento circostante e poi quella singola parte bagnata.

Poteva, però, essere sempre stato lui. Forse, forse la sensazione che quella porte fosse già stata bagnata era un impressione. Per sicurezza, tastò il pavimento ancora, avanzando appena coi polpastrelli.

Gocce, gocce d'acqua per terra e, ancora, una piccola chiazza bagnata.

No, non poteva essere. Invece era proprio così.

«Che bastardo... Ecco perché eri sveglio,» sussurrò tra i denti, senza però fare a meno di sorridere.

Ren lo aveva osservato tutto il tempo, sotto la pioggia, fin quando non aveva sentito la necessità di richiamarlo dentro.

Che si fosse davvero preoccupato per lui?

Horohoro non lo sapeva e forse non lo avrebbe mai saputo ma, una piccola parte di sé, quella più istintiva, sentiva che era così.

Aspettò svariati minuti, lasciò a Ren tutto il tempo necessario per asciugarsi e rimettersi a dormire (sempre che stesse dormendo e non fosse vigile come suo solito).

Dopodiché, Horohoro ne approfittò per sistemarsi e, finalmente, mettersi a dormire.

Il proprio giaciglio era vicino a quello di Ren, il quale gli dava la schiena e non pareva muoversi. Il ragazzo dai capelli azzurri posò lo sguardo sul suo collo, pensando al loro rapporto, a quanto non si fossero sopportati per mesi e ora fossero finiti addirittura a far parte della stessa squadra.

Qualcosa era cambiato nel loro legame. Lo sapevano entrambi, ma nessuno lo avrebbe mai ammesso.

 

Durante la notte Horohoro ebbe alcuni momenti di dormiveglia, durante i quali gli parve di svegliarsi di soprassalto dopo svariati incubi. Ebbe anche l'impressione di aver avuto quasi tutto il tempo gli occhi dorati di Ren sopra di sé che, in qualche modo, gli avevano dato conforto dopo tutte le cose brutte che aveva sognato.

Ma alla mattina, una volta sveglio, si convinse che era stato solo un sogno.

 

 

 

 

 

 

note autore

Storia scritta da M., per cui io ho fatto da beta reader. Non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima, quindi se vi piace questo stile di scrittura date un occhio alle altre fanfiction che ho pubblicato e ne troverete svariate.

Grazie per aver letto e grazie in anticipo a chi commenterà ♡

- daffodil_damask

   
 
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