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Autore: nes95    29/08/2009    7 recensioni
“Ehi straniero” disse d’un tratto una voce femminile alle sue spalle. Kevin si riscosse dai suoi pensieri e guardò la ragazza che aveva parlato. “Quello lì è il mio posto” disse seria, Kevin guardò la casupola e si fece imbarazzato. “Scusa… mi tolgo… subito, subito” disse cominciando ad alzarsi, la ragazza rise e lo fermò con un gesto della mano. “Non preoccuparti, lo dividerò volentieri con te, per stanotte” disse sedendosi accanto a lui sulla sabbia bianca.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kevin Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bahamas, ore due e quaranta del mattino.

Kevin Jonas si girava e rigirava senza sosta nel suo letto. Guardava il soffitto, il suo anello, suo fratello che mugugnava infastidito nel sonno… Ma cosa stava facendo? Una enorme cazzata, sicuramente.

Continuò ad agitarsi per altri dieci minuti, poi capì che quella notte non avrebbe dormito, si alzò e cercò a tastomi un jeans e una maglia a manche corte, prese il cellulare ed indossò un paio di infradito, sicramente di Joe, poi uscì in silenzio dall’hotel.

Cominciò a camminare seguendo solo il filo ingarbugliato dei suoi pensieri, fino a quando non si trovò in una piccola baia. Pensò di essere uscito dal centro abitato ma non se ne curò. Si sedette alla postazione che credeva dovesse appartenere al bagnino, una casupola di legno con un lucchetto davanti. Poggiò la schiena contro la parete e fissò l’oceano per un po’.

“Ehi straniero” disse d’un tratto una voce femminile alle sue spalle. Kevin si riscosse dai suoi pensieri e guardò la ragazza che aveva parlato.

“Quello lì è il mio posto” disse seria, Kevin guardò la casupola e si fece imbarazzato.

“Scusa… mi tolgo… subito, subito” disse cominciando ad alzarsi, la ragazza rise e lo fermò con un gesto della mano.

“Non preoccuparti, lo dividerò volentieri con te, per stanotte” disse sedendosi accanto a lui sulla sabbia bianca. Kevin guardò l’orizzonte fino a quando la ragazza non parlò nuovamente.

“La prima volta che sono venuta qui è stato due anni fa. Colin, il mio ragazzo, se la faceva con la mia migliore amica. Credevo fosse l’amore della mia vita, sai, tutte quelle cazzate da diciannovenne innamorata. Poi un giorno entrai in camera sua e… bè, diciamo che non era solo. Stetti male per un paio di mesi, poi scoprii questo posto. Da allora vengo sempre qui. E’ come se ti prendessi una pausa dal mondo” nessuno dei sue aveva guardato l’altro, Kevin aveva ascoltato con attenzione la storia di quella strana ragazza, impressionato dalla sua capacità di fare monologhi.

“Domani mi sposo” disse soltanto, la ragazza al suo fianco sorrise.

“E dov’è il problema?” disse lei, Kevin ci pensò su per qualche secondo.

“Che domani mi sposo” disse nuovamente facendo ridere la ragazza. Rimasero in silenzio per un po’ a contemplare l’oceano.

“La ami?” chiese lei d’un tratto.

“Si” rispose Kevin senza pensarci due volte. Era vero, assolutamente.

“Cosa provi quando la vedi?” chiese per la seconda volta la ragazza, Kevin sorrise.

“Lo stomaco non capisce più niente, il cervello va in corto. Non riesco a pensare coerentemente, le mani cominciano a sudare e l’unica cosa che desidero è che il tempo si fermi” disse d’un fuato facendo sorridere la ragazza.

“Come vedi il vostro futuro?” chiese per la terza volta.

“Con tanti bambini. Abiteremo in una villetta in campagna, lei sarà bellissima anche se con la tuta e i capelli raccolti. Sgriderà i bambini quando mangeranno troppe schifezze e loro verranno da me a chiederle. E a loro sembrerà di aver infranto la regola più severa del mondo, poi la sera ci metteremo comodi in veranda a chiaccherare. Saremo felici” disse senza smettere un attimo di sorridere. Anche la ragazza sorrise, poi si alzò e si scrollò la sabbia dagli short di jeans.

“Vai via?” chiese Kevin giardandola.

“Si, come va ora?” disse la ragazza. Kevin pensò alle famntasie di prima.

“Molto meglio” disse, la ragazza sorrise e Kevin tornò a guardare l’oceano.

“Ehi! Come ti chiam…” disse voltandosi verso la ragazza, ma lei era scomparsa, le tracce dei piedi si perdevano sotto al piccolo bar con le saracinesche abbassate. Kevin Jonas tornò ad ammirare l’oceano.

 

Danielle era magnifica nel suo abito bianco, l’espressione emozionata e le guance leggermente tinte di rosso. Kevin era agitato, agitato. Non spaventato come la notte prima.

Si scambiarono un bacio sulla guancia, poi lui la prese a braccetto e la condusse davanti al padre, pronto a pronunciare le parole più importanti della sua vita: “lo voglio”.

La cerimonia fu bellissima, la fede al dito luccicava in tutta la sua bellezza. Gli sposi si esibirono nel valzer e nel paglio della torta, la festa era quasi finita quando Kevin si scusò e raggiunse di corsa la piccola baia.

La ragazza era lì, a guardare l’oceano come la sera prima, lo guardò e sorrise.

“Grazie” disse Kevin quando la raggiunse.

“Niente, sono felice di esserti stata d’aiuto” rispose quella, poi si alzò per andare via nuovamente.

“Aspetta! Dimmi almeno il tuo nome…” la fermò Kevin sulla spiaggia.

“Noah” rispose semplicemente lei, poi raggiunse l’uscita.

 

Inutile dire che Kevin, nonostante tutte le volte in cui ritornò nella piccola baia non la trovò più, anche se non scordò mai le sue parole e la sa dolcezza.

“Noah! Vieni da papà!” esclamò nel giardino della sua casa in campagna. Una bambina corse verso di lui, poi si buttò tra le sue braccia.

“Sai che ti voglio tanto bene?” disse la piccola strascicando un po’ le parole, Kevin sorrise e le nise a posto un ricciolo castano.

“Anche io tesoro” rispose abbracciandola.

  
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