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Autore: dontworryabout_me    16/05/2021    1 recensioni
“Per quanto hai ancora intenzione di tenermi il muso?”
Himuro non ricevette risposta. Se lo aspettava.
“Atsushi”
Di nuovo silenzio.
Himuro sospirò. Niente da fare, quella scenata di gelosia sarebbe andata avanti ancora per un bel po’, ne era sicuro.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsushi Murasakibara, Tatsuya Himuro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Peach

“Per quanto hai ancora intenzione di tenermi il muso?”
Himuro non ricevette risposta. Se lo aspettava.
“Atsushi”
Di nuovo silenzio.
Himuro sospirò. Niente da fare, quella scenata di gelosia sarebbe andata avanti ancora per un bel po’, ne era sicuro. Nonostante il totale disinteresse verso qualsiasi cosa, Murasakibara sapeva essere estremamente geloso e possessivo con lui. A essere sincere, però, si sentiva quasi rincuorato quando reagiva in quel modo. Non c’era niente in grado di scalfire la sua corazza di impassibilità, e Himuro doveva vivere con la costante preoccupazione di essere solo un peso e un’ulteriore noia per lui.
Atsushi era sdraiato sul letto, disteso sul fianco a guardare fuori dalla finestra. Non sapeva dire da qunto si trovava in quella posizione, ma se non lo avesse sentito aprire una busta di snack nuova a intervalli regolari lo avrebbe dato per morto.
Si avvicinò cauto al letto, e poggiò sul comodino le due lattine che aveva in mano. Una che conteneva la sua dose giornaliera, decisamente sopra la media, di caffè gelido, mentre l’altra con del succo alla pesca per Atsushi. Era un modo triste di farsi perdonare – perdonare poi era una parola grossa, dato che non aveva fatto nulla – ma la maggior parte delle volte funzionava.  
C’mon, my dear” Himuro si abbassò sui calcagni, mettendosi all’altezza del compagno. “Lo sai benissimo che tra me e Taiga non c’è stato, non c’è, e mai ci sarà qualcosa.”
Il volto di Murasakibara si contrasse in una smorfia di disappunto. Si girò sull’altro fianco, dando le spalle a Tatsuya.
“Perché dovrei crederti?” sibilò. “Hai ancora addosso quella collana.”
 
Quindi tutto si riduce a una collana? Quanti anni hai, sette?
 
Himuro si fermò prima che i suoi pensieri diventassero parole. Non voleva davvero offenderlo, e, forse, dal suo punto di vista quella stupida collana che ormai non aveva più valore era la prova lampante della sua infedeltà.
Atsushi era fatto così. Tatsuya lo aveva saputo fin dall’inizio, e aveva accettato la sua gelosia, la sua insicurezza. Non sarebbe stato corretto prendersela con lui proprio adesso.
“Atsushi” Himuro gli afferrò un braccio, sedendosi in quel risicato spazio tra lui e il bordo del letto. “Atsushi. Look at me, guardami”
Murasakibara non lo ascoltò, e si divincolò dalla sua stretta.
“Questa non vale niente, lo sai vero? Io e Taiga eravamo legati da bambini, ma ora questa stupida cosa non vale più nulla. La tolgo, va bene? La metto qui nel cassetto, così non la devi vedere.” Sfilò la sottile catenella d’argento, e la mise nell’ultimo cassetto in basso, quello ancora vuoto. “Ma anche se la tengo su non vuol dire proprio nulla. E’… abitudine, alla fine.”
Atsushi fece per dire qualcosa, ma rimase in silenzio, come se stesse cercando le parole giuste da dire. “Non mi fido di Kagami. Lo odio”
 
No, tu non lo odi. Si sprecano troppe energie a odiare qualcuno. Ti infastidisce, si, questo mi sembra molto più da te. Ti infastidisce la passione che ha per il basket, il suo modo di fare irruento, e che in passato è stato la persona più cara che avevo.
 
“Non ti devi fidare di lui. Nessuno ti ha chiesto questo.” Himuro allungò una mano verso i capelli di Murasakibara, arrotolando una ciocca intorno alle dita.
“Non mi fido nemmeno di te, quando sei con lui. E non mi toccare”
“Smettila di fare il bambino. ”
Atsushi si mise improvvisamente a sedere, accorciando la distanza tra lui e Tatsuya. L’espressione sul suo volto si era trasformata da un broncio infantile a quella rabbia velata che conosceva fin troppo bene “Ti sembro forse un bambino, Muro-chin?” mise una mano sulla sua testa, costringendolo a guardarlo negli occhi. “Sono geloso. Si, sono gelosissimo. E quindi?” Himuro non si lasciò minimamente impressionare. Murasakibara poteva essere grande e grosso, ma era l’ultima persona a incutergli timore. “E’ perché ci tengo. Because I love you, Muro-chin” pronunciò quelle ultime parole come se avessero un cattivo sapore, se le lasciò scivolare dalle labbra senza pensare e con tutto il disprezzo di cui era capace.
I love you.
 
Era da quando si erano conosciuti che tra di loro era scattato qualcosa. Quel gigante dall’aria annoiata, sempre sulle nuvole lo aveva tremendamente incuriosito.
Meno di un mese dopo erano finiti proprio nell’appartamento di Himuro, avvinghiati su quel letto dove ora litigavano. Ma tutto quello che c’era stato da quel momento in poi difficilmente sarebbe stato classificato come amore. Una cotta adolescenziale, o una storiella, tutt’al più. Ma di certo non amore. E Tatsuya non avrebbe mai immaginato che quella parola sarebbe potuta arrivare in modo così inaspettato, così strano.
C’era stato un periodo in cui aveva letteralmente divorato decine di film e fumetti romantici. La dichiarazione d’amore era un momento solenne, perfetto. Nessuno si era mai dichiarato durante un litigio, in una lingua che a malapena conosceva e tra le lenzuola sfatte di un letto.
 
Ti sto attaccando anche i miei vizi? Mi viene quasi difficile pensare e parlare in giapponese. Non iniziare pure tu a farlo o diventeremmo ridicoli.
 
“Atsushi?” Himuro inarcò le sopracciglia, ma non fece in tempo a dire nient’altro.
“Fottiti, guarda cosa mi hai fatto dire”
Tatsuya sorrise. “Ti amo anche io”
Murasakibara si alzò finalmente dal letto e si allontanò velocemente da Himuro, borbottando qualcosa sottovoce. Prima che scomparisse dietro la porta della cucina, Tatsuya notò che la lattina di succo alla pesca era sparita dal comodino. Aveva avuto la meglio sul suo caratteraccio, almeno per un’altra volta.

 
 
   
 
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