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Autore: Onda nel silenzio    27/05/2021    2 recensioni
Zoro è ricoperto di chicchi d'uva e mirtilli. Sbatte debolmente la palpebra, l'espressione di un perfetto, completo imbecille. Poi inizia a ridere da solo, fissando il muro.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chopper, Franky, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"ZORO!"
Il diretto interessato si sveglia di soprassalto, sobbalzando. Nami marcia verso di lui a passi elefanteschi, l'espressione da arpia incattivita.
"Si può sapere che vuoi?"
"E me lo chiedi anche!?"
Schiva per un pelo un calcio in faccia, per poi ritrovarsi le dita di Nami artigliate al colletto della sua maglia. La sua testa inizia a muoversi avanti e indietro, scrollata dolcemente dalle mani di lei. "Come ti sei permesso di prendere la mia protezione solare?"
La sente strillare come un'ossessa e tra tutti quegli sballottamenti intravede la sua espressione indemoniata. Ha gli occhi bianchi, i denti appuntiti come quelli di uno squalo e la testa le è raddoppiata. Potrebbe giurare di vedere anche delle fiamme intorno al suo volto. Zoro non riesce a replicare, ancora traumatizzato da quel brusco risveglio. Dovrebbe esserci abituato, ormai, ma non si è mai preparati abbastanza per la furia di Nami.
"Era di una marca rarissima, estremamente pregiata e costosa! Hai idea della gravità della cosa!?"
"Ma chi se ne frega della tua stupida crema!"
"Non fare il finto tonto, ho le prove!"
Continuano così per un po', lei gli perfora i timpani e lo scuote senza ritegno, lui protesta e cerca di coprire la sua voce con la propria. Smettono soltanto quando entrambi sono senza fiato.
"Farò in modo che Sanji ti lasci senza cena per una settimana!"
"Cosa? Tu sei pazza! Per una crema, poi!, che non ho neanche usato! Ti sembro il tipo che si mette la crema solare, EH?"
"Ne sento l'odore, eccome che te la sei messa!"
"Sei l'essere più fastidioso e maligno che io cono-
Zoro si blocca di colpo. In effetti, ora che ci pensa, sente un profumo intenso intorno a lui, un profumo femminile. Avvicina l'avambraccio al volto e inspira, interdetto.
No.
Semplicemente... no.
Nami lo fissa astiosa, le braccia incrociate al petto che le strizzano i seni l'uno contro l'altro.
"Stupido biondo ossigenato!" esplode Zoro, iniziando a correre per tutta la nave. Adesso l'idemoniato è lui. "Vieni fuori che ti affetto in due!"
"Spadaccino" lo richiama Robin, voltando una pagina del giornale, "non è Sanji il colpevole. Non sprecherebbe mai una crema di Nami per giocarti un brutto tiro."
"E allora chi è stato?" chiede lui, stizzito. "Chi ha osato toccarmi per spalmarmi sopra una stupida crema!?"
Lei fa spallucce.
"Traditrice!"
"Che storia è mai questa?" interviene Nami.
"Tu!" Zoro le punta un dito contro, "non hai pensato che qualcuno potesse avermi incastrato? E poi ti vanti di essere intelligente!"
Subito dopo vede stelle e unicorni scintillanti saltellare lungo il suo campo visivo. Si preme le mani sulla nuca dolorante, intontito dal pugno di Nami, e barcolla sino a cozzare contro al parapetto.
"Robin, tu sai chi è stato? Se mi vuoi bene, devi dirmelo!" la prega Nami, melodrammatica.
"Mi spiace. So solo che Sanji è innocente."
È una giornata come tante.
Una giornata di pugni e bisticci.





~~~




Chopper si asciuga il sudore dalla fronte con un fazzoletto, sospirando.
"Vedete cosa succede quando qualcuno di voi orchestra simili scherzi?" strepita Nami, le mani sui fianchi. "Finisce che è il povero Chopper a rimetterci le forze!"
In effetti ha ragione, perché il piccolo dottore ha passato le ultime ore a riattaccare al posto giusto le ossa di Brook, reo di aver spalmato la crema di Nami su Zoro.
Il suddetto spadaccino bofonchia qualcosa, sbadigliando. "Non è che per caso hai una pastiglia per il mal di testa?"
Tutte quelle urla di Nami, sommate alle proprie grida nonché alle arrabbiature infinite, iniziano a farsi sentire con spiacevoli effetti indesiderati. Chopper inizia a girargli attorno armato di strumenti medici tirati fuori da chissà dove, misurandogli il battito cardiaco e la pressione. "Sei sicuro che si tratti soltanto di un mal di testa?"
Zoro sospira stancamente. "Sicurissimo."
Chopper si arrende con diffidenza, poi gli fa cenno di seguirlo, apre la porta del suo studio e gli indica una boccetta trasparente sul tavolo, piena di pastiglie che sembrano caramelle.
"Certo che è veramente eccezionale, Chopper ha sempre la soluzione pronta a tutto" si sente dire da Franky in tono ammirato, fuori dalla porta.
Il piccolo dottore inizia a ridere euforico e a muoversi in modo strano. "Non dire così, mi metti in imbarazzo!" gli urla tutto contento in risposta.
"Sono queste qui?"
"Sì, sì... prendine una con un goccio d'acqua."
Zoro fa spallucce e si attiene alle direttive di Chopper.
Peccato che abbia preso la boccetta a fianco di quella con le pillole per il mal di testa.
Peccato che il dottore non se ne sia accorto.
Due minuti dopo Chopper fa ritorno in sala da pranzo con aria sconvolta, tenendosi le zampe sul muso come se avesse paura di un mostro, la bocca spalancata. Zoro è dietro di lui e lo segue con espressione perplessa.
"Chopper?"
"Che succede?"
"Ti senti bene?"
I suoi compagni devono insistere con le domande per un bel po', prima che lui reagisca.
"Zoro ha preso la pastiglia sbagliata."
"Ovvero?" domanda il diretto interessato, inarcando un sopracciglio.
Chopper si gira a guardarlo col muso rigato di lacrime, mordicchiandosi i lembi del giacchino e tirando su col naso. "Una delle mie. Hai ingerito una pastiglia in via sperimentale" spiega in tono sepolcrale.
Silenzio.
Ancora silenzio.
Poi il caos. La risata bastarda di Sanji, il verso preoccupato di Usopp, i piagnistei di Chopper, la voce di Zoro che urla qualcosa come stai scherzando!? e il basso oh oh... di Franky.
"Presto, Nami, stendi Zoro con un pugno! Dovrà rimanere k.o tutto il giorno, altrimenti..."
"Cosa!?"
La protesta di Zoro viene prontamente messa a tacere dall'intervento di lei.
Chopper si accascia a terra, di fianco allo spadaccino svenuto. "Grazie mille" esala, esausto, "... è tutta colpa mia, mi sono distratto quando ho sentito il commento di Franky e... e..."
"Non devi preoccuparti, sono cose che capitano" cerca di consolarlo Nami in tono gentile. In parte si sente responsabile, visto che ha contribuito a far stancare il dottore rompendo le ossa a Brook, e costringendolo indirettamente a lunghe ore di lavoro per rimetterlo in sesto.
"Drogare un proprio compagno? Ma certo, ordinaria amministrazione..." mormora Franky ridendo sotto i baffi.
L'occhiata assassina di Nami lo fa sgusciare in un angolo a tapparsi la bocca.
"Mi dica, dottore, quali sono gli effetti collaterali?" Sanji, più che preoccupato, sembra decisamente divertito.
"Niente di pericoloso... o almeno credo. Si sveglierà un po' confuso, un bel po' confuso... in un eccessivo stato di rilassamento fisico e mentale" traduce in un linguaggio direttamente comprensibile Chopper. "Potrebbe dire cose senza senso e..."
"Era proprio necessario metterlo al tappeto?" domanda Sanji, gongolando.
"Certo che sì!" sbotta Nami. "Di babbei a bordo ce ne sono già abbastanza, non ce ne serve un altro!"
"E quanto dovrebbero durare gli effetti collaterali?"
Chopper si volta verso Robin, sistemandosi il cappello sulla testa. "Fino a domani mattina."
"Ottimo! Punterò la sveglia in anticipo, nella speranza che quando scenderà giù dal letto sia ancora mezzo stordito" esclama Sanji tutto contento come un bambino al parco giochi, mentre Rufy trascina Zoro nella sua stanza.
"Falla finita!"
"Subito, Nami cara!"





~~~




"Caspita, non avevo idea di quello che avevi passato."
Nami sorride, facendo spallucce. "Incredibile quante cicatrici possono avere le persone, eh?"
"Perbacco!" Franky accartoccia la lattina di cola come fosse un pezzo di carta, e l'appoggia sul tavolo.
È piacevole starsene lì seduti in sala da pranzo, a parlare del più e del meno per conciliare il sonno.
"Devo molto a quei ragazzi. Mi hanno salvato la vita."
Franky ha visto raramente quell'espressione sul volto di Nami. Serena, grata, quasi commossa al ricordo. C'è una parte del suo racconto ad averlo colpito in modo particolare - l'azzardo compiuto da Zoro. In fondo, da quello che ha capito, lei e lo spadaccino si conoscevano ancora da poco all'epoca. L'idea che una persona tanto diffidente come lui abbia messo la propria vita nelle mani di una ragazzina, buttandosi ammanettato sott'acqua, l'ha lasciato di stucco.
"Senti, Nami..."
"Mmh?"
"Tu gli vuoi bene?"
"Eh?"
Franky le rivolge un sorriso che lei non riesce a interpretare.
"A Rufy, Zoro, Usopp e Sanji. I tuoi salvatori."
Lei sembra presa in contropiede. "B-beh... sono più le volte in cui li strozzerei, due di loro in particolare, ma..." distoglie lo sguardo, percependo il sorriso di Franky ingigantirsi, "oh, insomma! Che razza di domande fai, se conosci già la risposta?"
Lui la ignora, senza gettare la spugna. "Non c'è qualcuno in particolare a cui vuoi più bene che agli altri?"
Nami trasale e le sue guance diventano leggermente rosse per un fugace istante. Franky scorge in lei quella bambina cresciuta troppo in fretta che si ostina a tenere nascosta dietro la donna autoritaria e tutta d'un pezzo.
"Sei rincitrullito o cosa? Non è che Chopper ha drogato anche te?"
Nami incrocia le braccia sotto al seno e distoglie lo sguardo, incapace di trovare una scappatoia all'infuori di quelle parole.
Franky decide di darle tregua.
"Mi sembra di sentir parlare Iceburg, per un attimo me l'hai ricordato. Ogni volta che eravamo a tavola con Tom, Kokoro e Yokozuna se ne usciva con 'non è che qualcuno ti ha drogato?' se dicevo una barzelletta. Le imparavo sempre sbagliate e si tramutavano in qualcosa senza senso. Tom era l'unico che rideva."
Franky libera una nostalgica risata sommessa. Nami appoggia i gomiti sul tavolo e regge la testa sul palmo aperto della mano destra. "Dovresti raccontarcele mentre siamo tutti a tavola, magari ne conosciamo qualcuna."
Franky annuisce, picchiettando le dita meccaniche sul tavolo.
"Perché ti sei tolto quel ciuffo?"
"Come?"
"Il ciuffo che avevi due anni fa. Ti stava meglio di questa pettinata rasata, era più... caratteristico."
"Dici sul serio?"
Nami annuisce energicamente. "Sì, dovresti farti ricrescere i capelli!"
Franky si gratta il mento, pensieroso. "Se lo dici tu..."
In quel momento si sente un cigolio in lontananza. Entrambi voltano la testa in direzione del corridoio che conduce alle stanze da letto. Un rumore di passi in avvicinamento fa loro capire che qualcuno si è svegliato. Sono passi incerti, di chi non è ben sicuro di aver imboccato la strada giusta, di un ubriaco che fa fatica a capire come si faccia effettivamente a camminare.
Zoro fa capolino nella sala da pranzo a torso nudo, le spalle incassate e l'occhio socchiuso, l'aria inebetita. In quelle condizioni sembra un'inquietante copia di Rufy coi capelli verdi.
Nami e Franky lo fissano senza fiatare. Lui barcolla, poi urta un cesto appoggiato sul tavolino della frutta, inciampa, cade all'indietro e trascina con sé cesto, vassoio e centrotavola. Gli altri due restano a guardarlo con un gocciolone sopra la testa, mentre lui non accenna alla minima reazione, come se non si fosse accorto di niente.
Il vassoio caduto tintinna a terra, roteando su se stesso. Zoro è ricoperto di chicchi d'uva e mirtilli. Sbatte debolmente la palpebra, l'espressione di un perfetto, completo imbecille. Poi inizia a ridere da solo, fissando il muro.
Nami si porta una mano sulla fronte, sospirando. Franky soffoca a fatica una grassa risata.
"Oh, ciao" biascica Zoro.
Sembra essersi accorto della loro presenza soltanto in quel momento, perché ha voltato il capo nella loro direzione e sposta lo sguardo dall'uno all'altro. Ridacchia di nuovo, senza motivo. Poi se ne esce con una sola, insensata parola. "Polipo."
"... Cosa?" ripetono Nami e Franky all'unisono.
"Po-li-po."
Zoro sbatte di nuovo la palpebra, lentamente. Poi ripete quella parola. Ride, torna serio, e ricomincia da capo. A quel punto Franky batte una mano sul tavolo e ride sguaiato, reggendosi la pancia con l'altra.
"... Direi che la pastiglia di Chopper non ha ancora ridotto i suoi effetti dannosi" commenta Nami con aria di compatimento.
"Guardalo, no, ti prego, guardalo!" ripete Franky.
In effetti è difficile ignorare il suo invito. Zoro adesso ha sollevato le mani in alto, i palmi aperti, e le contempla stranito, come se fossero uno dei fenomeni più strani del mondo. Poi le batte un paio di volte e ride debolmente. "Pooo-liii-po... ah ah!"
"Che spettacolo impietoso" mormora Nami, portandosi una mano alla fronte.
Franky non riesce a smettere di ridere.
"Fa' piano o sveglierai gli altri!" gli sibila lei. "Se lo vede Sanji in queste condizioni, addio!"
"Un po' mi dispiace privarlo di questo spettacolo! Ehi, Zoro... Zoro?"
"Sì?" Lo spadaccino lo fissa a bocca aperta, lo sguardo vacuo, la schiena incurvata.
Anche Nami a quel punto fatica a trattenere una risata ed è costretta a coprirsi la bocca con una mano. Zoro le trasmette una sensazione inedita, in quello stato, qualcosa che va al di là del divertimento. Tenerezza, possibile? Mmh... nah.
"Sai chi siamo?" Franky indica se stesso e Nami.
"Un supereroe e una strega cattiva?"
"Ma come ti perme-"
Franky le tappa la bocca e la immobilizza. "Non dimenticarti che non è in sé."
"Eppure è comunque rimasto stron-
"Ehi... ma tu... tu..."
Nami rimane in attesa, osservando Zoro che la fissa inebetito.
"... voli su una vecchia scopa spaventaaando i bambini di notte?" conclude Zoro a fatica emettendo una risata ebete.
La testa di Nami raddoppia di volume assieme al pugno che leva in aria. Zoro non lo sa, ma dovrà ringraziare nuovamente Franky per essere rimasto ancora illeso.
"Ho fame."
"Aiuto, un altro Rufy!"
"Però..." Nami abbassa il braccio, cambiando improvvisamente espressione. "In effetti non mangia niente da stamattina, sarà per questo che si è svegliato."
Guarda Zoro stropicciarsi l'occhio sano e dondolare la testa avanti e indietro come un bimbo assonnato. Si muove in un modo che stride con l'immagine data dal suo corpo forte e muscoloso, con un' innocenza infantile. Nami non può fare a meno di dismettere i toni rabbiosi. Si alza da tavola e si dirige verso la dispensa. "Franky, aiutalo a tirarsi su e fallo sedere. Vedo di preparargli qualcosa."
"Agli ordini."
Nami apre e chiude cassetti, estraendo vari ingredienti.
"Porta pazienza per un po', Zoro."
"Va bene..."
Di nuovo, fatica a trattenere una risata. Taglia il pane, pulisce l'insalata, affetta i pomodori e il formaggio. Dunque... dove ha messo il tonno Sanji? Assembla gli ingredienti riempendo quel panino gigante sino a farlo scoppiare.
"Non sta cercando di suicidarsi infilandosi il portatovaglioli negli occhi, vero, Franky?"
Nessuna risposta. Nami condisce il panino, lo mette in un piatto, si volta e rimane di sasso. Franky si è volatilizzato.
Brutto bastardo.
L'ha lasciata a fare da balia a Zoro in solitudine.
"Questa me la pagherà cara..."
Nami avanza verso il tavolo e mette il piatto sotto il naso dello spadaccino assieme a una bottiglia di vino.
"Coraggio, mangia." Lui non batte ciglio, fissa il piatto senza dire una parola, poi alza lo sguardo su di lei. "È per me?"
Nami annuisce. "Ma certo, per chi, se no?"
"Come sei gentile, grazie" è il suo commento accompagnato da una faccia da ebete.
Lo stomaco gli borbotta rumorosamente, ma non è niente in confronto all'incredulità di Nami. Se le espressioni facciali potessero parlare, quella di lei sveglierebbe tutti, a quest'ora. Credeva che non avrebbe mai sentiro Zoro dire simili parole, nemmeno sotto l'effetto di qualche sostanza stupefacente.
Non mi stupisco più di niente.
Rimane lì seduta di fronte a lui, a osservarlo mentre mangia soddisfatto.
"Attento, se bevi troppo in fretta poi ti va di traverso."
Non si sorprende del proprio tono basso e gentile. Continua a osservarlo serena, la mente sgombra. Poi raccoglie la frutta caduta a terra e la sciaqua sotto l'acqua pulita nel lavello. Quando sente Zoro alzarsi torna a voltarsi verso di lui e lo trova barcollante. Gli va incontro, sospirando. "Dovrebbero pagarmi per questo baby-sitting..." Gli passa un braccio attorno alle spalle, indirizzandolo verso le cabine. "Forza, ti accompagno nella tua stanza."
Zoro biascica qualcosa d'insensato mentre si lascia guidare da lei.
"Ma quanto pesi!"
Si immobilizza di colpo.
Non se l'è immaginato, ha sentito chiaramente Zoro inspirare nei suoi capelli. Volta il capo per guardarlo, i loro volti vicinissimi, e lo trova a sorridere con l'occhio chiuso.
"Profumi di buono..."
Nami non riesce a ridere del suo tono ridicolo e incerto. Sente tanti piccoli brividi fiorirle nello stomaco, all'improvviso, e non sa più se le gambe le tremano solo per il peso del corpo che sta sostenendo. Deglutisce e riprende a camminare, la pelle di lui che le sembra divenire sempre più bollente mano a mano che il loro contatto si prolunga.
Raggiunta la porta della stanza di Zoro, Nami tira un sospiro di sollievo. Le basta compiere un ultimo sforzo, poi potrà scrollarsi di dosso quelle strane, illogiche sensazioni che la stanno destabilizzando, come se fosse lei quella drogata. Apre la porta gettando una fugace occhiata alla stanza asettica, cercando il letto di Zoro nell'angolo sinistro. Lo aiuta a sedersi sul materasso, togliendo il suo braccio dalle proprie spalle, e lo spinge appena verso il basso per farlo sdraiare, ma lui le afferra inaspettatamente un polso e l'attira a sé con ritrovata forza.
Nami sussulta, scivolandogli sopra, il proprio respiro a pochi centimetri dal suo volto. Non ha il tempo di realizzare l'accaduto, perché Zoro le passa un braccio attorno alla schiena.
"Resta con me" le mormora subito dopo.
Il suo cuore perde un battito, i brividi rifioriscono sul suo corpo. Stavolta Nami sa che le gambe non le tremano per uno sforzo fisico. Rimane immobile, il corpo caldo di Zoro premuto contro il suo che la scalda come una stufa. Non si azzarda nemmeno a sbattere le palpebre, in ascolto del suo respiro che le solletica l'orecchio, la testa voltata di lato, la guancia posata sul suo petto nudo. Non le importa se è caduta sopra di lui con una gamba che le penzola giù dal letto, non le importa se sta scomoda.
È talmente sconvolta che non riesce a muoversi. Trova il coraggio di farlo soltanto quando sente il respiro di Zoro diventare lento e regolare, ma aspetta comunque un paio di minuti, per essere certa che si sia effettivamente addormentato. Si muove nel modo più attento e delicato possibile, cercando di non svegliarlo, e sguscia al suo fianco.
Poi succede e basta. È una follia, un pensiero irrazionale e insensato. Nami indugia con lo sguardo sul volto di Zoro, sul suo profilo dritto, sulle sue labbra sottili, e non vuole più andarsene. Ha un viso così sereno, così indifeso che -
Solo un po', solo un altro po'...
Nami promette a se stessa quelle parole, mentre si accoccola di fianco a Zoro e torna ad appoggiargli la testa sul petto.





~~~




C'è qualcosa che lo pizzica all'altezza del petto. Zoro emette un lungo sospiro e fa per stiracchiarsi, ma sente di avere il braccio sinistro completamente intorpidito. Apre lentamente l'occhio e per poco non gli viene un infarto. C'è qualcuno che gli dorme appiccicato, qualcuno che ha la testa appoggiata al suo petto. E sono quei dannati capelli rossi a pizzicarlo, i capelli di Nami.
Il cervello di Zoro va in tilt. Non ricorda assolutamente nulla della sera precedente, un pensiero che già di per sé basta a mandarlo nel panico, e adesso si chiede con orrore se per caso non abbia... ma no, grazie al cielo Nami è vestita.
Zoro non sa come comportarsi, è completamente spaesato e imbarazzato. Non ha idea di come potrebbe reagire Nami al suo risveglio. E se fosse tutto uno scherzo? Un altro perfido, maledetto scherzo? Magari sta ancora sognando, magari ha le allucinazioni per colpa di quella dannata pi-
Oh, no.
La pillola di Chopper. La sua inquietante amnesia. Nami sdraiata nel suo letto, abbracciata a lui.
Non può essere un caso, vero?
Zoro non sa che Nami è perfettamente sveglia e sta soltanto fingendo di dormire. Per la vergogna, per lo shock dovuto alla consapevolezza di essersi addormentata dove non avrebbe dovuto, per lo stupore di fronte all'assenza di una sua reazione. Zoro non lo sa, e continuerebbe a crogiolarsi in quell'attesa, se non fosse per un solido elemento di disturbo. A quanto pare, a giudicare dalla tensione che sente in mezzo ai pantaloni, anche il suo amico ha deciso di svegliarsi.
Non ha nemmeno il tempo di imprecare mentalmente, perché la porta della sua camera si spalanca di malagrazia.
"Ehi, marimo! Sei rimasto in fase-
Sanji, la gamba ancora sollevata con cui ha preso a calci la porta, spegne il proprio sorriso non appena vede Nami stesa sul suo letto, accanto a lui. Zoro si pietrifica. Nami apre gli occhi e scatta a sedere. Sanji nota il rigonfiamento nei pantaloni di Zoro e spalanca la bocca, inorridito. Poi caccia un urlo assurdo e lascia la stanza sbattendosi la porta alle proprie spalle.
Zoro e Nami non fiatano, non sbattono nemmeno le palpebre. Nulla, non fanno proprio nulla.
Poi lei si alza di scatto dal letto, lui indietreggia contro la parete coprendosi rapidamente l'erezione con le gambe, ed entrambi, rossi in volto, iniziano a urlare.
"Che cosa ci facevi appiccicata a me!?"
"Potrei farti la stessa domanda!"
"Questa è camera mia!"





~~~




"Ehi, molla l'osso! Come pensi che possa affrontare la giornata a stomaco vuo-INSOMMA!"
Rufy ignora le proteste di Usopp, allungando nuovamente le mani sul suo piatto. "Vedrai che Sanfi ti prefparerà qualfcos'altro" bofonchia a bocca piena.
Un ululato di dolore proveniente dal corridoio distrae entrambi. Pochi istanti dopo spunta proprio Sanji, che tutto disperato annega in un fiume di lacrime e se ne va via strisciando come un verme, il colletto della camicia tra i denti. Rufy e Usopp si scambiano un'occhiata interrogativa, poi si levano delle urla familiari. Non sono altro che i toni soavi di Nami e Zoro.
"Uffa, la giornata è praticamente appena iniziata e quei due stanno già litigando." Usopp non nota più il proprio piatto vuoto, ormai gli si è chiuso lo stomaco. "Un momento... sbaglio o le loro voci provengono dalla camera di Zoro?"
Rufy continua a masticare bello beato. Robin e Franky spuntano dal corridoio proprio in quel momento. Alle parole di Usopp si scambiano un'occhiata d'intesa, lei sorride e lui ghigna sedendosi a tavola. Per un po' fanno colazione come se nulla fosse, finché le urla di Nami e Zoro s'interrompono di colpo.
"Non è che stavolta Nami ha fatto secco Zoro?"
"Rufy! Non dirlo neanche per scherzo!" sbotta Usopp portandosi le mani ai capelli, le braccia che gli tremano per lo spavento al solo pensiero.
Robin addenta un biscotto e lo fissa con aria impassibile. "Invece credo proprio che Rufy abbia ragione."
"C-come?"
Franky scoppia a ridere. "Non l'ha fatto secco nel senso classico del termine, tranquillo!"
"Ma... insomma, volete spiegarvi? Non ci capisco niente!"
"Yo ho ho ho ho! Te lo spiego io!" Anche Brook, che sembra essere tornato decisamente in forma, li ha raggiunti. Dà il buongiorno a tutti e si avvicina a Usopp. "Sembra che alla fine Nami abbia deciso di mostrare le sue mutandine a Zoro! E io che avrei scommesso su Sanji, yo ho ho ho ho!"
La mascella di Usopp tocca terra, mentre gli altri ridono.
Rufy li fissa uno a uno con aria perplessa. "Zoro si fa prestare le mutadine da Nami? E a che scopo?"
Franky è praticamente senza fiato. "Eh, sapessi, capitano!"
Sono tutti costretti a darsi un contegno, perché all'improvviso si sente il rumore di una porta che si spalanca di malagrazia, poi Zoro e Nami fanno capolino in sala da pranzo. Usopp e Brook hanno saggiamente tappato la bocca a Rufy. L'unico suono presente è il tintinnio prodotto dalla tazza di caffè che Robin poggia di tanto in tanto sul proprio piattino. Lo spadaccino e la navigatrice paiono visibilmente accaldati, hanno un'aria truce e si mantengono a debita distanza. Non salutano nessuno, non parlano, non si guardano in faccia, tuttavia il brillio negli occhi di lei e l'apparente impossibilità di lui di celare un sorriso compiaciuto sulle labbra sono piuttosto evidenti.
Chopper spunta per ultimo in sala da pranzo, spezzando il silenzio. "Zoro! Che bello, sei guarito!"
Il piccolo dottore gli getta le braccia al collo. "Lo vedo già da così che sei completamente tornato in possesso delle tue facoltà fisiche e mentali!"
A quelle parole Zoro arrossisce, lancia un'occhiata di sottecchi a Nami e la vede voltarsi rapidamente dalla parte opposta, il viso bordeaux. Usopp la fissa a bocca aperta e Brook ride. Zoro fulmina Robin con lo sguardo, deglutisce e dà un buffetto sulla testa di Chopper, cercando di non pensare al modo decisamente piacevole - e decisamente non verbale - con cui lui e Nami hanno posto fine alla loro lite. "Sì, sto molto meglio. Non avere sensi di colpa."
"Semmai dovresti ringraziarlo" mormora Franky.
"Che cos'hai detto!?" sbottano Nami e Zoro all'unisono.
Lui scoppia a ridere, le mani premute sulla pancia. "Così vi fregate da soli, ragazzi!"
Nami si copre il volto con le mani, paonazza. Zoro emette un ringhio imbarazzato, voltando le spalle a tutti. Robin, Franky e Brook ormai ridono senza ritegno.
Rufy, d'altro canto, non si fa aspettare per mettere la ciliegina sulla torta.

"Zoro, toglimi una curiosità. Di che te ne fai delle mutandine di Nami?"












Note: stavolta Zoro e Nami si sono limitati agli sbaciucchiamenti dietro alle quinte, ma io come al solito mi sono divertita a torturarli. E vabè, sono completamente uscita di senno, sarà l'età che avanza! Spero che la storia vi piaccia. Evviva il ciuffo super tamarro di Franky e le pillole di Chopper!
Un bacio!
  
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