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Autore: Pip Malloy    29/08/2009    3 recensioni
Il passato di Reno è scritto nelle linee della sua pelle.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Reno, Yuffie Kisaragi
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: FFVII
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Il ventilatore sopra il suo letto gira silenzioso nella calura pigra.

Si sente come il tempo: fiacco, schiacciato, pesante e umido. Il sudore gli imperla il labbro superiore, gli scorre sul petto, ma non gli importa di rinfrescarsi. Il fumo della sua sigaretta lotta per raggiungere il ventilatore, e rimane sospeso a mezz’aria. La stanza odora di nicotina, liquore, sesso vecchio. Lei parla piano, seduta accanto a lui. Di tanto in tanto si muove, lo tocca, e lo riscalda ancora di più. Lo marchia come a fuoco con le sue impronte digitali, e poi incomincia un vecchio gioco, toccando la pelle morta.

C'è un taglio sulla sua anca, una fetta di carne strappata via dal fianco. Si inarca sull'osso e forma quasi una lacrima dentellata. La picchietta con un dito. “Questa?” La sua voce è secca, giovane.

“Una puttana. Deve aver pensato che sarebbe stato più facile uccidermi che scoparmi.” spiega. Non aveva potuto darle torto. “Avevo quindici anni.” E' una vecchia cicatrice, la pelle non è troppo tirata.

“Questa qui.” Lei fa vagare la mano verso l’alto, su uno squarcio orizzontale, largo quasi quanto il mignolo di lui. Nasce a sinistra del suo ombelico e si curva leggermente, obliquo.

“Una rissa da bar quando avevo vent'anni. Il bastardo aveva un coltellaccio nello stivale, mi ha beccato mentre si rimetteva in piedi. L'ho ucciso.” Aggiunge, come se fosse un particolare irrilevante. “E' stato il mio terzo omicidio.”

Lei trema alle sue parole, e lui immagina di poter vedere l'aria fremere con lei. Sente i suoi polpastrelli sibilare attorno alla prossima cicatrice, un piccolo segno rotondo vicino alla scapola destra. “Quest'altra?”

“Proiettile. Una calibro 44. Era la mia prima missione da Turk. Assassinio politico, la guardia del corpo del tizio non si rivelò morta come pensavo.” Studia la cenere sulla punta della sigaretta. “Sono sopravvissuto.”

Lei annuisce, e indica un trio di archi incisi sulle sue costole. “Queste?”

“Tu. Durante tutto il casino dell'AVALANCHE. Abbiamo combattuto nelle fogne, ricordi? Mi hai fregato con quella maledetta schivata. Ti ho messo k.o. subito dopo.” Chiude gli occhi.

Le dita indugiano sulla pelle morta della sua coscia, e seguono un sentiero vagamente ellittico. “Qui?”

“Accoltellato nella mia prima guerriglia da banda. Avevo quindici anni.” Flette il muscolo. “Quello è stato il mio secondo omicidio.”

Lei ripercorre il suo corpo a ritroso e accarezza l'interno del suo bicipite, lungo la curva pronunciata. Sembra quasi una stella di carta tagliuzzata da forbici inesperte. “Questa?”

“Una pallottola rimbalzata. Specialità Shinra. Ha attraversato la donna a cui Rude stava mirando e ha colpito me.” Un mezzo sorriso fa cadere la cenere sul cuscino. “Un buon pretesto per sfottere Rude ancora oggi.”

Lei si sposta, e gli sfiora il ginocchio e la gamba, una lunga trama di cicatrici. “E qui cos'è successo?”

“Sono scivolato sull’asfalto. Una curva troppo rapida sulla moto.” Riduce gli occhi a due fessure per guardare un altro po' il ventilatore. “Avevo ventisei anni ed ero sbronzo come un barbone.”

Sul suo pettorale sinistro, un ampio grumo cicatrizzato. “Questo?”

“Una scottatura superficiale da acido.” Si acciglia. “Il Reattore su cui stavo investigando è esploso mentre ero nei paraggi. Non mi sarei ferito se non avesse distrutto la parete dietro cui mi ero riparato.”

Tanti cerchi sulle sue braccia, piccole fiche da poker di carne raggrinzita. Lei le preme tutte come pulsanti. “Tutte queste?”

“Bruciature di sigarette.” La sua voce si appiattisce. “Alcune le ho fatte io. Ho passato un brutto periodo intorno ai ventitré anni. Altre mia madre.” Lui si muove appena, le lenzuola lo imitano. “Avevo cinque anni all'epoca.”

Le sfugge un guaito sommesso e toglie immediatamente le dita, come se si fosse scottata anche lei. I suoi capelli gli ricadono sulla faccia, corti, col loro profumo dolce. Lui sposta la sigaretta tra le labbra per non bruciarla, e lei stringe il corpo scivoloso al suo.

“E queste?” mormora, toccando i suoi zigomi, lunghe mezzelune gemelle.

“Avevo dieci anni.” borbotta lui, stanco del gioco. “Era il mio primo omicidio.”



Note della traduttrice (youffie): questa traduzione è stata beta-letta da Frances <3 Poi, questa fanfiction e quest'autrice in generale hanno 'stuzzicato' l'immaginazione di molte persone, tant'è vero che girando per la sezione di FFVII su fanfiction.net mi è capitato di trovare delle copie (seppur con altri personaggi, in certi casi) o citazioni alle sue storie, per quanto in linea di massima siano piuttosto brevi. Ricordo ancora la Cloti con Cloud e Tifa che parlano sul letto e Tifa che gli esamina le cicatrici (una gliel'ha addirittura fatta lei, guarda caso)… *_* Ma questa è più bella, più cruda, e soprattutto è l'originale :D
Grazie inoltre a Coral e j3nnif3r che su livejournal mi hanno aiutato con un paio di frasi <3
   
 
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