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Autore: Kira90    30/08/2009    0 recensioni
-Draco non aveva mai sentito il suono emesso da un cuore umano. I battiti del cuore di Harry Potter gli ricordarono una storia che Narcissa gli aveva letto quando era molto piccolo, una storia babbana, proibita, ma infinitamente dolce, infinitamente giusta … parlava di un uomo che ritrovava nelle stelle ridenti il ricordo del suo Piccolo Principe … “se le stelle potessero ridere davvero, questo che sento sarebbe il trillo della loro risata”.-
Genere: Romantico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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FAN 1 CAP 6
VI

Al Ministero




Quando Vince seppe che ad aspettarlo nella Stanza ci sarebbero stati anche Weaseal e la Mezzosangue Zannuta, decise di chiedere manforte. Non c'era stato verso di rintracciare Draco da nessuna parte, a quanto ne sapeva era ancora con Harry Potter... in compenso aveva trovato stravaccati in Sala Comune Gregory, Blaise e Theodore, che avevano accettato di accompagnarlo, più per curiosità e voglia di fare casino che altro. Trovarono i tre Grifondoro ad aspettarli già all'altezza delle Cucine, vicino alla Sala Comune dei Tassorosso. Quando vide tutto quel dispiegamento di forze Ron fece una smorfia di disappunto, ma tacque;

-la Stanza delle Necessità è ancora occupata- disse Neville, rivolgendosi a Vincent.
-E' da più di un'ora che stanno là dentro... secondo voi li troviamo vivi ancora?- chiese Goile, che aveva saputo dell'appuntamento del 'capo' ed era (inutilmente) preoccupato;
-E' questa la cosa strana ...- fece Hermione – prima eravamo andati a dare un'occhiata... abbiamo incontrato Remus con il piccolo Teddy e lui ci ha detto che Harry gli aveva chiesto se potevano vedersi proprio questa sera...-
-Perchè dici che è strano Granger?- chiese Blaise, vagamente interessato;
-perchè insomma, Draco Malfoy insieme ad Harry Potter è già incredibile di suo... se ci si mette pure Lupin vuol dire che Draco è stato coinvolto-
-coinvolto in cosa?-
-In qualsiasi cosa stiano architettando dall'inizio della scuola...- fece Ron, per nulla felice dell'esclusione da parte dell'amico.
-Vi ricordo che non siamo qui per discutere di Malfoy e Potter, ma della mia Pena! Allora Paciock, dove andiamo se la Stanza è occupata?-
-Potremmo ospitarvi nel nostro dormitorio... così saremmo più vicino al settimo piano-

-Mm, io proporrei invece di aspettare che si liberi... anzi Nev, potresti prendere questo mentre io recito l'incantesimo per Tiger?- Hermione gli tese il Mantello dell'Invisibilità, e poi tutti insieme si diressero verso il settimo piano...



Così era successo che, avendo visto Remus bussare alla porta all'incirca dieci minuti dopo il loro incontro, Neville ne aveva approfittato per intrufolarsi alle sue spalle indisturbato, complice l'utile incantesimo castatogli da Herm, che aveva annullato ogni sua traccia olfattiva. Gli altri invece si erano rinchiusi in un'aula in disuso, la vecchia aula di Divinazione là vicino; Blaise aveva assicurato  loro un po' di privacy con un Colloportus e un Silencio ben piazzati.

Lui, Theo e Greg si erano seduti su grandi pouff, cambiandone il colore da rosa shocking a verde; Ron, un po' distaccato da loro , e incurante del colore del suo pouff o delle battute delle serpi a quel proposito, aveva preso possesso anche di quello al fianco, per poi unirli e sdraiarcisi come un antico romano sul triclivio... davanti a loro, in piedi al centro della stanza, illuminata solo da sporadiche fiaccole agganciate per scommessa alla parete, (avevano tentato di accendere il camino, ma le fiamme si erano attorcigliate fra di loro come due serpenti e avevano prodotto un suono simile a una pernacchia prima di scomparire), stavano Vince e Herm, l'uno preoccupato ma rassegnato, l'altra seria e determinata; entrambi volevano chiudere una volta per tutte quella faccenda.

-Bene – iniziò lei, puntando la sua bacchetta , - l'incantesimo che ti casterò ora ti consentirà di "scegliere" la Pena più adatta-

-Cosa mi accadrà di preciso?- chiese lui, la voce ridotta a un sussurro;

-Uhm, ecco, si tratta di rivivere pubblicamente la scena più umiliante a cui tu abbia mai assistito e/o partecipato-

Blaise e Theo a quelle parole si agitarono sui loro pouff, ridacchiando e sussurrandosi cose... Greg corrugò le sopracciglia in un'espressione che mischiava concentrazione ed interesse, che a Ron fece paura per quanto incredibile.

-In che senso "pubblicamente" ?- chiese Vince, con una punta di panico negli occhi scuri;

-Nel senso letterale del termine. Quando l'incantesimo avrà effetto le persone che saranno con te assisteranno alla tua umiliazione più grande. Ovviamente, ciò non può avvenire se con te non saranno presenti le persone o gli animali che c'erano la volta precedente. Ah , non servirà a niente provare a nasconderti o a stare da solo... l'incanto non agirà finchè non sarai nelle condizioni preposte alla sua realizzazione- spiegò Hermione col tono accademico che usava per rispondere alle domande dei professori... era come se si fosse imparata a memoria l'intera pagina che riguardava l'incantesimo e non solo le parole latine ed i movimenti manuali da usare per castarlo.

-O-ok. Non posso rifiutarmi vero?-
-Potresti- fece Blaise a quel punto, di nuovo serio, - ma poi faresti di nuovo fatica a usarla - , accennando alla sua bacchetta.

Theo e Greg annuirono, concordi. Anche Vince parve rendersene conto. Meglio un'umiliazione pubblica, che l'impotenza magica a vita. Non era affatto piacevole essere ridotti ad un Magonò di terza categoria. Annuì anche lui, sospirando del tutto rassegnato. In cuor suo sperava solamente di non rivivere proprio quella scena. Hermione annuì di rimando e sollevò ancora di più la bacchetta...
-Indignitates Pati- * pronunciò a voce alta e sicura, mentre con il polso effettuava un mezzo giro in senso antiorario. Vide Tiger chiudere gli occhi. Per qualche secondo fu avvolto da una luce giallo – verdognola ...

-Ok, direi che abbiamo finito- esclamò Ron, già pronto per tornarsene al suo dormitorio;

-Direi che ho finito, tesoro- lo rimbeccò la sua ragazza

-Ehm, si hai ragione tu amore- rispose Ron;

-Bleah, ma dico, vi sentite?- disse Theo;
-Già vi prego, risparmiateci una visita dal dentista, che di carie ne ho già avute abbastanza!-
Il silenzio cadde pesante mentre quattro teste si giravano di scatto verso il proprietario di quella incauta frase.
-Gregory Goyle... tu sai cos'è un dentista? - disse con voce fievole Hermione, prendendo lei per prima il coraggio che gli altri ancora non avevano.
-... uhm, ... sì. Ecco... vedete, è successo alla fine della Guerra ... i miei avevano l'accesso alla camera della Gringott bloccato in attesa del processo*, e non potevamo rivolgerci al San Mungo senza essere additati come assasini... si lo so Weaseal , non c'è bisogno di fare smorfie... ma beh, il punto è che in quel periodo l'unica cosa in grado di risollevarmi il morale erano i dolci. Ne ho mangiati moltissimi, di tutti i tipi; mangiavo in continuazione. Sono aumentato di dieci chili in due settimane...-
-Porco Merlino!!!- esclamò Ron, chiedendosi come potesse essere un Goyle ancora più grosso...
-e i miei denti, beh potete immaginare-
-quindi non ti è rimasta altra scelta e ti sei rivolto a un medico babbano?- disse Blaise, con una piccola smorfia di biasimo.
-Mmh-
- Non è mica la fine del mondo ... almeno adesso i tuoi denti stanno bene, no?!-esclamò Hermione

-si, tutto ok . E mi è passata la voglia di abbuffarmi!-

Il piccolo gruppo continuò a discutere delle spiacevoli disavventure dei Purosangue dopo la fine della Guerra, ricordando come più volte alla fine di queste c'era l'immancabile zampino di Harry Potter, che sembrava essere onnipresente*. Non si resero conto del tempo che passava fino a quando Neville non entrò, spalancando rumorosamente la porta e facendo prendere un colpo a tutti quanti.

-Diamine Paciock, più forte no eh!?-
-Paciock sei anche tu un purosangue, l'educazione dovrebbero avertela impartita... o la nonna perde colpi ?-
-Sai Neville c'è una cosa chiamata 'bussare' in questo nostro piccolo mondo di gente civile...-

Neville rimase per un secondo interdetto di fronte alle loro proteste, ma poi con altrettanta forza richiuse la porta e sembrò volerli pietrificare con lo sguardo, tant'è che i due Grifondoro e i quattro Serpeverde si azzittirono all'istante. Prese fiato, li guardò di nuovo, prese di nuovo fiato...
-Harry si è cacciato in un bel guaio... e Malfoy anzicchè farlo ragionare ...-
-Se ne fosse in grado pure lui...- mormorò Hermione,
-... si è dichiarato disponibile ad assecondare i suoi folli piani. Che facciamo?-
-Noi? Niente Paciock. Mi aspettano i MAGO e una brillante carriera al Ministero e non ho intenzione di rovinarmi il futuro. Per noi Serpeverde è doppiamente difficile ora – disse Nott, senza alcuna particolare inflessione nella voce. I suoi occhi, a fessura come quelli di un gatto, scandagliarono da sotto le ciglia le emozioni dipinte nei volti degli altri, mentre fingeva di guardarsi le unghie con interesse ... si ritrovò a sbuffare senza volerlo ... "tanto so già come andrà a finire" pensò, con l'espressione di un martire. 

-Ron ed io siamo disposti a fermare Harry finchè sarà possibile ...- mormorò Hermione, e quasi si potevano vedere gli ingranaggi del suo cervello mettersi in moto alla ricerca di una soluzione ...  

-... o a morire con lui se necessario- concluse Ron
-Melodrammaticità fatta persona Weasley!-
-sono mortalmente serio, gioco di parole a parte. Solo, Nev, non capisco, perchè Malfoy sì e noi no?-
-Oh povero piccolo Ron , escluso dai giochi ... sicuro di voler morire per uno che nemmeno ti cerca?-

-Piantala Theo!- intervenne Blaise, seriamente preoccupato per il suo amico... se era di Potter che si trattava il biondo sarebbe andato anche in capo al mondo.
-Neville, con calma ora, dicci cos' è successo. Cos' hai sentito esattamente? E poi c'era anche Lupin no? Sono sicura che impedirà ad Harry di fare qualunque sciocchezza!- disse Hermione. Immediatamente smentita dal racconto di Neville. Alla fine del quale i sette si guardarono increduli l'un l'altro.

-Quante possibilità hanno?- si chiese Nott, riflettendo ad alta voce;
- molto poche. Direi quasi nulle. Ma del resto lo erano anche durante la guerra...- disse Blaise.

-Già, io non avrei scommesso uno zellino sulla vittoria di Potter, e invece ... Davvero, secondo me con un po' di aiuto in più potrebbero farcela- disse piano Tiger, lanciando di tanto in tanto delle timide occhiate a Neville, cercando il suo sostegno. 

- Sono d'accordo con Tiger. Io personalmente credo che potremmo sfruttare le conoscenze del padre di Ron e di Shacklebot. In fondo anche se fra qualche giorno ci saranno le elezioni lui è l'unico rimasto con un pò di sano amore per la giustizia. Non ci tradiranno, e poi sono sicuro che potremo contare anche su Luna e su Ginny e altri membri dell'ES.

-Vuoi proprio fare le cose in grande Nev-

-Molto, molto in grande! Non capite, più persone coinvolgeremo più sarà difficile per il Wizegamont incastrare i nostri amici... insomma non vorranno mica fare un maxi processo a mezza Hogwarts proprio ora, inimicandosi così buona parte degli elettori!?!-

Neville, Ron, Hermione, Blaise, Theo, Gregory e Vincent rimasero a parlare fino a notte fonda.  Da un quadro malandato, appeso storto, un vecchio signore con gli occhiali a mezzaluna e la barba bianca e fluente vegliava su di loro ...       






// mattina di Halloween, preparativi per la festa//



-Come al solito il tuo aiuto è stato provvidenziale Ginny, senza di te non saremmo mai riusciti a...-

-Comprare quel bellissimo abito per il Ballo,Herm? Ma figurati, di niente, è un piacere aiutare gli altri... vero Harry!?!-

In quel momento un ragazzo dalla zazzera nera e arruffata entrò nel campo visivo di Hermione Granger, che si morsicò la lingua in tempo e scoccò un'occhiata piena di gratitudine alla cara Ginny.
Harry rivolse loro un sorriso stanco, trangugiò in fretta e furia la colazione e sembrò non aver nemmeno sentito la domanda, perchè si rialzò dopo cinque minuti  d'orologio, senza rispondere alla rossa;  congedandosi con un cenno del capo diretto anche verso Ron e Neville, che erano appena arrivati, lasciò in fretta la Sala Grande, incurante dei Gufi che sorvolando il soffitto cominciavano a mollare i loro pacchetti ...      

Draco Malfoy, all'altro capo della Sala, aveva inscenato un simile siparietto, solo con molta più classe. Non sembrava affatto che avesse fretta, ma era comunque rapido nei suoi movimenti ... quasi quanto Harry. Decisamente anche meno scordinato. Presto lo videro raggiungere il grifondoro al portone d'ingresso. In quel momento anche Nott si alzò e come se nulla fosse li seguì...

Intanto i preparativi per il Ballo di Halloween proseguivano per gli studenti dei primi anni, ignari del gran trambusto che si sarebbe scatenato di lì a pochi giorni.



//sera di Halloween//

La sera del Ballo Harry era stanco morto; era vestito di tutto punto, con un costoso ed elegante completo, tirato a lucido. 

Guardandosi allo specchio, il ragazzo  sconsolato si passò una mano tra i capelli, una foresta nera intricata e indomabile, e si disse che sembrava uno spaventapasseri e che, senza offesa per il Mannaro, in quel momento avrebbe potuto far concorrenza a Lupin.

Era nella Stanza delle Necessità, manco a dirlo; aveva giurato ai suoi amici che quella sera lui si sarebbe fatto vivo, come non accadeva ormai da giorni. Sembrava quasi che li stesse evitando, ma non era vero. Era sempre impegnato con gli allenamenti quando non era a lezione e questo voleva dire che non aveva un attimo di tregua. Rispettare le condizioni del libro si stava rivelando un duro ostacolo da superare, un qualcosa di ancor più snervante della ricerca degli Horcrux. E lui ne aveva veramente abbastanza di cose snervanti ... se non fosse stato per Draco, che lo assisteva di continuo anche quando c'era Lupin, non avrebbe retto. E intanto il tempo passava e le possibilità di recuperare Sirius sano e salvo si riducevano. Improvvisamente Harry desiderò un grande letto e vi si stese. Voleva addormentarsi e dimenticarsi della Festa, del Ballo, delle oche starnazzanti che lo attendevano, degli amici e dei nemici, e di tutta quella situazione. Si era realmente assopito da qualche minuto quando la portà si aprì piano, per far entrare Draco Malfoy.

Il biondo si arrestò impietrito sulla soglia per qualche secondo prima di decidersi. Avanzò silenzioso sino al letto e ammirò per un pò la figura del ragazzo disteso. Stava proprio bene vestito in quel modo, e avrebbe tanto voluto entrare insieme a lui nella Sala Grande per vedere le facce deluse e sconvolte di certe galline...  Al solo pensiero un'istintiva gelosia gli sorse dentro creando un piccolo nodo allo stomaco; non avrebbe saputo dire con precisione cosa gli stesse succedendo, perché provasse tutte queste sensazioni quando stava con Harry, sensazioni che avevano superato di molto l'iniziale ammirazione provata durante il Duello. Sapeva solo che non riusciva a smettere di pensare a quel bacio ... non riusciva a smettere di essere felice.  

-Mmm...- Harry iniziò a mugugnare nel sonno,riscuotendo Draco dalle sue considerazioni;

-Harry...- mormorò il biondo, accarezzandolo piano.

-Draco...- sussurrò il moro nel sonno, quasi in risposta, facendo battere furiosamente il cuore nel petto del Serpeverde.

-oh, Draco ... mmm- continuò Harry, iniziando a gemere e ad agitarsi nel sonno, sotto gli occhi sempre più increduli e spalancati di un Malfoy sempre più imbarazzato. Ed eccitato.

"Mi sta sognando... e non sembra un sogno tranquillo... oh, guarda allora non sono il solo..."

Draco decise di non svegliarlo e continuò ad assistere allo spettacolo, che durò per diversi minuti, finchè ad un tratto la schiena del ragazzo sdraiato si inarcò ed Harry emise un gemito roco più forte dei precedenti. Draco, rosso come non mai, accaldato e anche qualcos'altro, osservò il viso del compagno dall'espressione appagata e rilassata. Gli accarezzò i capelli un po' umidi e li trovò incredibilmente morbidi; poi decise di fare un incantesimo di pulizia sui pantaloni di Harry, perchè, si disse, in fondo erano nuovi e sarebbe stato un peccato rovinarli... senza capire che quelle attenzioni, quel voler evitare un imbarazzo al risveglio dell'amico, non potevano essere gesti dettati solo dall'attrazione fisica.

Si sdraiò accanto a lui dopo aver riposto la bacchetta ed avergli tolto gli occhiali, appoggiandoli su un comò apparso al suo bisogno. Lo abbracciò da dietro inspirando forte l'odore dell'altro con la faccia sepolta nell'incavo tra spalla e collo, e intrecciando le loro gambe. Avrebbe tanto voluto che Harry si svegliasse, così da mettere in pratica nella realtà ciò che fin'ora avevano solo sognato, ma si rendeva conto che il Grifondoro era veramente molto stanco, o non avrebbe mai dato buca ai suoi amici. In fondo lo stesso valeva per lui, anche se l'eccitazione non ancora sopita contribuiva a tenerlo sveglio. Senza volerlo si strusciò un po' sul moro, provando appena un pizzico di sollievo e allo stesso tempo un grande imbarazzo, per quello che avrebbe potuto pensare Harry se si fosse svegliato proprio allora. Così mordendosi le labbra e stringendosi ancora di più all'altro si costrinse a star fermo. Nel giro di un'ora, una terribile e allo stesso tempo fantastica ora, Draco si addormentò. Nessuno dei due fece in tempo per il Ballo quella sera e i loro amici non sapevano se essere più infuriati o preoccupati. Insieme, finita la festa andarono a cercarli ormai stanchi di tutti quei segreti e con la pretesa di ricevere delle spiegazioni. Non era difficile immaginare dove fossero e infatti davanti a loro la Stanza delle Necessità comparve senza problemi. Neville e Vincent casualmente furono i primi ad entrare... e a richiudere immediatamente la porta, che scomparve di nuovo...

-Ma che fate !?!- li sgridò Hermione, fasciata da un'elegante tubino turchese;
-Ehm ehm, meglio lasciarli soli- sussurrò Neville e Vince annuì frenetico.
Il rossore sulle loro gote parve esplicare ogni cosa perchè gli altri non insistettero e insieme se ne tornarono alle rispettive Sale Comuni.    

Novembre

Pochi giorni dopo Halloween Harry riuscì a completare con successo l'incantesimo, grazie all'addestramento di Lupin e al sostegno di Draco. Il loro affiatamento fu utile anche per recuperare le informazioni sul Ministero. Infatti Harry decise di accompagnare il ragazzo al Malfoy Manor, con l'autorizzazione della Mc.Grannit e di Piton. Questi ultimi travisando completamente il fatto erano giunti a pensare che Harry volesse chiedere a Lucius la mano del figlio. Il Preside di Hogwarts, nonchè professore di Pozioni, era oltremodo preoccupato dalla reazione dell'amico a quell' inaspettata visita, ma ormai aveva imparato a riporre fiducia in quei due ragazzi che lo avevano tanto fatto penare...

Harry disse ai suoi amici che sarebbe andato a far visita a Dudley quel Sabato, avendo ricevuto notizie poco rassicuranti sullo stato di salute del cugino. Ron aveva approvato, sapendo quanto quei due ci tenessero a quella sorta di riappacificazione che si era creata grazie alla loro prima stretta di mano, ma Hermione aveva storto il naso, riconoscendo la bugia per quello che era e rimproverando dentro di sè il suo fidanzato per essere un credulone.

Fatto stà che quel Sabato Harry e Draco varcarono i cancelli di Malfoy Manor, immediatamente accolti da una radiosa Narcissa, che sorprendentemente calorosa li aveva avvolti entrambi in un abbraccio. Harry ricambiò con il cuore, sapendo di doverle la vita.  Si sentì avvolgere da quel "profumo di mamma" che aveva anche Molly e incredibilmente il nervosismo che aveva provato fino a quel momento, all'idea di dover affrontare Lucius Malfoy, svanì.  Girò la testa per guardare Draco la cui espressione denunciava lo stesso sollievo, la stessa gioia.   
Prima della Guerra Draco si sarebbe divincolato dall'abbraccio con sdegno. Ora fu il primo a tenere salda la presa sulla fragile schiena della donna.

Narcissa li accompagnò nello studio del marito, annunciandoli. 

Il padre di Draco si alzò dalla poltrona dietro la scrivania, posando la piuma sul ripiano, ma lo fece con studiata lentezza. Posato e gelido come sempre abbracciò il figlio e strinse la mano al Salvatore del Mondo Magico, così come si conveniva . Doveva moltissimo a Potter, soprattutto il fatto di essere uscito così presto da Azkaban. E il ragazzo era lì per ricordarglielo.

-E' un piacere vedere che state bene padre- disse Draco con la solita voce strascicata, una volta che furono tutti seduti. Harry osservò l'uomo e notò come in effetti pareva più stanco, ma null'altro era mutato, nella sua innata eleganza e nella fierezza dell'espressione. Lucius annuì. Non disse niente.  Sapeva bene che Draco non lo aveva ancora del tutto perdonato di essere diventato il lacchè dell'Oscuro Signore.  

-Allora, a cosa devo la visita?- chiese,ritenendo chiusi i convenevoli. Draco spiegò; all'inizio ci girò intorno, poi, con maggior sicurezza superò i confini delle chiacchere da tè e si addentrò nei particolari . Fu uno spettacolo per Harry vedere l'alternarsi delle emozioni sul volto dell'uomo. Dapprima impazienza, poi indignazione, poi rabbia e infine qualcosa che doveva essere ammirazione per il figlio, e in tutto questo Harry scorse un profondo affetto, che non aveva mai notato o forse mai voluto notare sino alla fine della guerra.

Il moro intervenne solo alla fine spiegando le motivazioni che lo spingevano e rassicurando l'uomo sulla completa sicurezza del figlio.

-Non voglio che partecipi alla tua nuova avventura Potter! Ho già rischiato fin troppo dandoti queste- disse Lucius prima che se ne andassero, indicando le varie mappe del Ministero. Quelle vere.

-Si signore-

Draco avrebbe voluto dire qualcosa per controbattere, ma sapeva che nè Harry nè tantomeno suo padre sarebbero stati disposti a lasciarlo andare al Ministero. Harry ringraziò con un inchino che aveva significato solo per l'uomo. Lucius riconosceva il rispetto in quel gesto, un rispetto che Harry aveva sempre negato al suo vecchio padrone. E se ne sentì onorato.

Prima di lasciare Malfoy Manor i due ragazzi si fermarono nel giardino privato di Narcissa, che fece loro gli auguri per i MAGO, e numerose raccomandazioni. Sembrava un fiore, un vero Narciso fra tutte quelle rose.


//una settimana dopo, di nuovo Sabato, Ministero della Magia, Londra//

Gli impiegati del Ministero quella mattina si erano svegliati pansando a un giorno di lavoro come gli altri. Faticoso. Logorante. Soddisfacente. A volte divertente. Pericoloso? Anche. Sorprendente? Mai. Il lavoro al Ministero era organizzato al massimo dell'efficenza, inquadrato nei vari piani, settori e Uffici. Non si poteva sfuggire dalle rigide regole che vigevano da sempre e che non erano mai cambiate in tutti questi anni. Nemmeno durante la guerra.

Nessuno si sarebbe mai aspettato quindi di vedere Harry Potter passeggiare tranquillamente per quei corridoi attirando così l'attenzione di tutti. Nessuno si sarebbe mai aspettato che all'ora di pranzo un Harry Potter sbucasse dal nulla in ogni piano dell'edificio, scatenando il finimondo. Mentre accadeva il putiferio un impiegato scendeva indisturbato sino all'Ufficio Misteri con alcuni documenti in mano. Se qualcuno lo fermava, diceva che erano da consegnare a un Indicibile al più presto. Quelli, improvvisamente intontiti da un potente Confundus, lo facevano passare. L'impiegato era un certo Bob Zerkin, a quanto diceva il cartellino, ed era un dipendente del Ministero ... Mentre tutti si chiedevano perchè mai Harry Potter volesse la loro assistenza, (non che non fossero ben lieti di dargliela ma quelli dell'Ufficio Regolamentazione per le Creature Magiche iniziavano a farsi domande su una possibile doppia natura della loro celebrità...), Bob si inoltrava nelle Stanze solitamente frequentate dagli Indicibili. Svoltò per l'ennesimo corridoio e si nascose appena in tempo dietro una colonna, mentre un gruppo di uomini con pesanti mantelli blu indaco lo superava senza notarlo. Il vecchio Bob tirò il fiato e decise che era arrivato il momento di diventare invisibile. Si coprì sotto il Mantello ed estrasse dalla cartelletta i famosi documenti. Che con un colpo di bacchetta si tramutarono in mappe dettagliate, con tanto di puntini e nomi, dei vari piani del Ministero della Magia.

.............

All'insaputa di Bob, nel frattenpo, ben altre cose avvenivano nei piani più alti. In effetti Kingsley e Arthur avrebbero potuto sedare lo scoppio improvviso di fuochi d'artificio magici, che avevano causato una confusione del diavolo in ogni Ufficio (anche nel loro), con una semplice formula insegnata loro da George... Ma un'improvvisa amnesia pareva averli colpiti... 

I bigliettini d'avviso che di solito svolazzavano da un piano all'altro si moltiplicarono, diventando un turbine colorato che investiva a frotte i poveri impiegati, ormai indecisi se dare retta o no a tutti quei fogli che consigliavano loro di fare una capatina in bagno... In mezzo al tumulto un gruppo agguerrito di ragazzi mascherati si era messo a dare del filo da torcere agli Auror  rimasti all'interno del Ministero.

..............



L'arcata del Velo era sempre imponente e incuteva un certo timore anche a colui che già molte volte aveva affrontato la Morte: l'effetto della Pozione Polisucco svanì e così anche Bob Zerkin, per lasciare il posto al vero Harry James Potter. Erano state messe diverse barriere magiche attorno al Velo, ma Harry ci mise poco a disfarsene ... 

Non appena ebbe rimosso anche l'ultima barriera però scattò l'allarme, una serie di voci stridule e acute che si ripetevano a intermittenza propagandosi come un'eco per tutto il Ministero.
Ma ora che era là il gioco era fatto,si disse Harry, e se avessero provato a fermarlo dopo non sarebbe stato certo un problema...

Il pensiero di Sirius così vicino era il solo a occupare la sua mente in quel momento.

Harry aveva la sua bacchetta, quella con la piuma di Fanny; sentiva che in questa occasione sarebbe stata più utile e più potente della Bacchetta di Sambuco, e molto più fortunata... destinata a risorgere dalle ceneri, come il suo proprietario; la puntò al centro del  Velo e ad alta voce pronunciò l'incanto :-EXPECTO PATRONUS!-

Dapprima comparve Ramoso, il cervo gli galoppò intorno in cerchi sempre più piccoli e serrati. Poi Harry si concentrò gradualmente, e mentre il Velo iniziava ad agitarsi, come un enorme lenzuolo opaco che sventoli in una notte tempestosa, e le voci sussurranti dietro di esso iniziavano a farsi più decise, più forti, il Patrono mutò fino a prendere  le sembianze umane ... di due persone. Uno, un uomo dai capelli arruffati come i suoi e dagli occhi cerchiati da una montatura rettangolare, lo guardava con un sorriso sghembo da Malandrino qual'era: James Potter allargò le braccia ed Harry si lasciò avvolgere, diventando un tutt'uno con lui. L'altra era una donna bellissima, dagli occhi verdi e con i capelli rossi come il fuoco che brilla di notte. Era sua madre, Lily Evans Potter. Erano loro in assoluto il suo ricordo più felice. Le diede la mano e una calda corrente lo pervase. Il cuore gli battè rapido come ogni volta che i suoi occhi si posavano su di lei in una vecchia fotografia...

Sotto gli occhi degli Auror appena comparsi e dei suoi amici venuti a soccorrerlo, Harry varcò la soglia dalla quale nessuno era mai tornato indietro.

L'ultima percezione, prima di essere inghiottito dalle tenebre, fu quella di un incantesimo incarcerante che stava per abbatersi su di lui, sviato a sorpresa dai riflessi pronti di Neville e da uno strano falchetto bianco, che lo sfiorò un secondo prima di volare via.

..............


Le tenebre erano soffocanti, deprimenti ed erano ovunque. Non c'era spazio per la vita in mezzo a loro. Harry aveva la scomoda impressione di non avere più alcuno dei cinque sensi, di non poter percepire nessuna sensazione, a parte il calore avvolgente irradiato dal suo Patrono. Se ne fosse uscito la disperazione l'avrebbe colto e il suo Io sarebbe andato perduto per sempre... almeno così diceva il libro... Certo Harry non aveva intenzione di verificarlo. Si concentrò ancora di più sul suo cuore e sulla sua mente. Ricordò ogni momento passato con Sirius. 

All'improvviso, come falene attirate dalla luce, centinaia di esseri simili ad Inferi fendettero le tenebre, ombre nere sul nero più cupo. Perse per un attimo la presa sulla mano di Lily, sconvolto, e quelli, voraci, si fiondarono su di lei pronti a prosciugarla, ad inghiottirla... il timore di perderla era reale ed Harry fu destabilizzato quel tanto che bastava perchè una parte del suo volto uscisse dalla protezione di James. Per un solo attimo gli sembrò di essere diventato nebbia e di aver perso ogni ricordo di ciò che lo aveva portato lì.

Ma proprio allora, in lontananza udì una flebile voce.. una voce che stranamente prese consistenza anche dentro la sua mente... ''Peverell''

Harry incredulo spalancò gli occhi, gli occhi della mente, e fu di nuovo se stesso nel suo Patrono. Qualcuno si distingueva in mezzo a quelle ombre...

Harry si concentrò di più e con inaudita potenza ricreò il legame con Lily, allontanando quelle strane creature. Sua madre sorrideva come se nulla di quel luogo potesse turbarla. Le strinse forte la mano e si lasciò guidare verso quella voce.

-Tom- mormorò nella mente. Tom, non più di un lieve sussurro, fuoriuscì dalle labbra schiuse di Lily. Il giovane mago oscuro erede di Salazar lo fissava e continuava a mormorare qualcosa, incurante delle tenebre che lo avvolgevano. La sua voce risuonava più chiara delle altre. Quando furono vicini abbastanza da riconoscere i particolari dei loro corpi ad Harry sembrò di aver riacquistato in parte i suoi sensi. Tese la mano verso il vecchio nemico, per il quale ormai non provava che compassione, e quello la afferrò;

-Sei qui per me?- sussurrò in serpentese Harry, sentendo che poteva fidarsi di lui,

Tom annuì; era forse l'unico pezzo dell'anima di Riddle che fosse stato epurato dalla magia oscura*.       

-Mi dispiace- mormorò l'ombra, un amaro sorriso ad adornarne il viso. Era così pallido e irreale ... ma allo stesso tempo più solido del mero ricordo d'inchiostro che Harry aveva distrutto nella Camera dei Segreti. 

Harry sorrise di rimando, allo stesso modo: - sarai tu a guidarmi da Sirius?-

-sconfiggeremo insieme questa Morte ingannevole fratello. Chi è vivo torni tra i vivi- sussurrò l'ombra in risposta. 


In poco tempo, o almeno così parve ad Harry, raggiunsero una sfera rilucente che in quelle infinite tenebre sembrava una bolla d'aria nelle profondità dell'oceano. Galleggiava senza meta ed era anch'essa un semplice schermo contro le tenebre, molto più debole del Patrono di Harry. Il limbo era una distorsione spazio-temporale in quel posto che non era dei vivi e non apparteneva ai morti. Tom condusse Harry e Lily sino a quella debole parete rilucente e piena di piccole crepe, segno che le tenebre ormai erano riuscite ad incalanarsi anche lì.

Al di là di quella Harry percepì la presenza del padrino. Debole, come un uccellino morente che sbatte piano le ali nel vano tentativo di spiccare il volo.

L'uomo giaceva nel mezzo di quel limbo, ed era attorniato da fanciulle evanescenti candide come la neve. Harry inspirò bruscamente. Quello era sicuramente il suo amato Sirius, ma allo stesso tempo non lo era. Non era il Sirius grande, segnato dalle cicatrici e dai marchi di Azkaban, no. Era un Sirius più giovane, molto più giovane. Praticamente un ragazzino, Harry non gli avrebbe dato più di tredici anni. Eppure quegli occhi grigi che lo scrutavano dubbiosi ma brillanti, quelle lunghe ciglia, quelle sopracciglia arquate e quegli zigomi definiti... quei lineamenti da nobile ben si accostavano alla solita espressione malandrina da rinnegato, incorniciata tra fluenti capelli scuri. Sirius era là, e doveva averlo riconosciuto perché all'improvviso sembrò risvegliarsi da quell'apparente stato di trance e gli sorrise, un sorriso tutto denti, enorme, e balzò in piedi e cominciò a battere le mani contro la parete che sembrava non volerlo mollare. Tom assistette a quello spettacolo con una smorfia disgustata, tesa a nascondere quello che provava davvero. Harry gli trasmetteva senza saperlo tutta la sua gioia e la sua sorpresa, riempiendolo di uno strano calore.

-E' ora che tu faccia ciò per cui sei venuto- gli disse; Harry lo guardò preoccupato... Ma ogni sorta di timore scomparve con la comprensione:- Ti ha mandato Lei da me-

-Si. Lei vuole ciò che solo tu puoi darle- disse Tom, con voce calda e vibrante che si espanse come un'eco nella sua mente. Era come se il legame tra loro non si fosse mai spezzato. Harry annuì. Era arrivato il momento.

...................



La stanza del Velo era nel completo silenzio. Neville Ron e Hermione erano insieme a Blaise e Theo, non più coperti dalle maschere. Erano scesi appena in tempo per evitare che fermassero Harry. O peggio, che lo uccidessero. Gli altri ai piani superiori avevano confuso gli Auror con travestimenti da clown, il che era tutto dire... ora aspettavano tutti vicini all'arcata, con Remus che era incatenato ad un Auror e ad altri cinque Indicibili, all'apparenza molto seccati. Altri tre Auror sorvegliavano l'entrata. I falsi Harry Potter erano scomparsi come oro dei Lepricani e così i fuochi d'artificio...l'intervento di Kingsley all'ultimo momento era stato da prima pagina. Ora però tutti attendevano , col cuore in gola. Nessuno si era accorto di un piccolo falco bianco dagli occhi argentati, che stava appollaiato proprio sopra l'arcata del Velo. Era passata un'ora da quando Harry aveva varcato l'entrata proibita... ad un tratto, proprio quando qualcuno stava per perdere le speranze, un forte vento scosse il ''lenzuolo'', che si scostò per far passare una figura perlacea. Questa scese i pochi gradini che lo separavano dagli altri.La accompagnavano una donna, figura luminosa dalla quale scaturiva una grande energia, ed un ragazzino dai lunghi capelli neri e da occhi magnetici dello stesso colore.

-Har... Harry ... è lui! Ron, Nev, è lui!!!-

-Harry... HARRY CAZZO CI HAI FATTO PRENDERE UN INFARTO!- gridò Ron, liberandosi di tutta l'ansia che aveva provato.  Neville non disse nulla, piangeva già come un bambino.
Harry si scisse dal Patrono. Ramoso, galoppò verso Remus e scomparve dopo aver incornato l'Auror che lo teneva legato. Anche Lily scomparve, tornando ad occupare il suo posto nel cuore del figlio;
Harry e Sirius raggiunsero Remus, sostenendosi a vicenda, incespicando nei gradini per la fretta e la stanchezza.   

Il ragazzo più grande disintegrò le catene con una sola, truce, occhiata. Il potere che stava rilasciando fece capire agli Auror che contro di lui non avrebbero avuto speranze, e quelli si allontanarono di qualche passo, perdendo in un attimo tutta la loro baldanza. Un urlo di vittoria scoppiò nella sala, coinvolgendo tutti i ragazzi che si erano precipitati al Ministero quel giorno, per aiutare Harry.           

Sirius Remus e Harry si guardarono a lungo, increduli di essere lì, di nuovo insieme. Sirius si reggeva a malapena sulle gambe magre, e ad un certo punto Harry decise di prenderlo in braccio. Scoppiarono a ridere tutti, e si abbracciarono entusiasti. Harry sorrideva tra le lacrime. Piangeva anche il falchetto che lo osservava dall'alto, sbattendo fremente le piume...

In breve, una calca di persone, conosciute e non li circondò e c'era chi li osannava, chi li salutava ridendo, chi li malediceva e chi sbraitava per la confusione . Harry si limitò a concentrare di nuovo l'energia, stringendo a sè Sirius, ancora piuttosto sconvolto anche se felice. 

Preparandosi ad essere investito da una valanga di capelli ricci Harry si smaterializzò di nuovo davanti ai cancelli di Hogwarts e i suoi amici lo seguirono subito dopo.  Il falchetto, che aveva nome Draco Lucius Malfoy, scomparve con loro, lasciando il Ministero con un misero pugno di mosche. Ci sarebbe stato un momento per affrontare gli Auror e le autorità, ma non era quello. L'unica cosa che ricordò Harry prima di sprofondare nel sonno, lungo disteso sulle grosse radici di un albero,     furono due occhi di mercurio e due labbra dolci che si posavano sulle sue in un bentornato a casa da fiaba.


*(subire umiliazioni)

*utilizzando una delle frasi clichè preferite da quei ragazzi che per timore di un confronto sanguinoso che sicuramente li vedrebbe perdenti se la battono educatamente in ritirata, (detto proprio così, tutto d'un fiato!)

  
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