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Autore: pura_vida    01/06/2021    0 recensioni
Quando un omicidio diventa una liberazione. il varco verso un sogno da realizzare. Una spilla perduta che segnerà il mio destino.
Non tutti i delitti vengono compiuti per pazzia. Non tutti i progetti vanno a buon fine.
Sentivo di star sprecando la mia vita lì. Anzi, ormai la mia vita mi stava sfuggendo di mano...apparteneva sempre più a lui e sempre meno a me. Ero stanca dei lividi, degli insulti, degli abusi… io avevo un sogno, ma ad ogni schiaffo che ricevevo in viso lo vedevo sparire ogni giorno di più. 15 agosto 1920. Mio marito è morto, l’ho ucciso io. Adesso la mia vita è di nuovo nelle mie mani. Mani che ora sono macchiate di sangue, così come la valigia che tengo stretta: dentro, oltre ai pochi vestiti, c’è un biglietto. È il biglietto del traghetto che salperà da Rio de Janeiro verso Roma, portandomi finalmente verso la vita che merito.
Genere: Dark, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo di star sprecando la mia vita lì. Anzi, ormai la mia vita mi stava sfuggendo di mano...apparteneva sempre più a lui e sempre meno a me. Ero stanca dei lividi, degli insulti, degli abusi… io avevo un sogno, ma ad ogni schiaffo che ricevevo in viso lo vedevo sparire ogni giorno di più. 15 agosto 1920. Mio marito è morto, l’ho ucciso io. Adesso la mia vita è di nuovo nelle mie mani. Mani che ora sono macchiate di sangue, così come la valigia che tengo stretta: dentro, oltre ai pochi vestiti, c’è un biglietto. È il biglietto del traghetto che salperà da Rio de Janeiro verso Roma, portandomi finalmente verso la vita che merito.

 

Questo buio è quasi rassicurante, mi avvolge come una calda coperta dandomi l’affetto che dopo la morte del mio caro padre non ero più riuscita a ricevere . I leggeri soffi di vento mi scompigliano i capelli come un’impacciata carezza, così come la luna mi stampa leggeri baci sulla fronte. Ora è tutto perfetto, sento il cuore leggero e anche le mie braccia piene di lividi sembrano già pesar meno. Le uniche sensazioni spiacevoli sono il tanfo di quel sangue crudele e la sensazione che questo mi lascia sulle mani colando dal coltello, rendendo le mie mani viscide e appiccicose. 

Trasportarlo è davvero un’impresa folle. A quello sporco e ricco poliziotto raccomandato il cibo non era mai mancato, considerando che la mia porzione è sempre stata ridicola in confronto alla sua, nonostante fossi sempre io a gettare sudore davanti ai fornelli. Il profondo fiume che scorreva poco lontano sarebbe stato perfetto come eterna sepoltura. Addio marito mio, ti ho amato anche se tu mi hai sempre odiata. Ma il tuo stesso odio alla fine ti ha ucciso. Addio marito mio, non mi mancherai. Osservando il corpo sulla riva del fiume non provo nulla, nemmeno paura per la mia stessa indifferenza davanti alla morte. Visto così, mio marito è quasi più bello: ha un’espressione serena, il ghigno rabbioso e la luce che attraversava i suoi occhi nei momenti di follia sono scomparsi. Faccio leggera pressione sul suo corpo con il mio piede, attenta a non macchiarmi le scarpe con il suo sangue, facendo rotolare il suo corpo nel fiume. Poi una luce. Un bagliore fugace mi acceca per un momento. Poi passi, rumore di foglie calpestate. C’è qualcuno e la luna non è più mia amica perchè mi illumina il viso rendendomi riconoscibile. Con il fiato corto getto il coltello nell’acqua , più lontano che posso. È tanta la forza che uso che tutti i lividi scuri tornano a farsi sentire. Il dolore delle ferite ed il senso di inquietudine si infiltrano nel mio stomaco stringendolo come in una morsa. È ora di andare. Lavo frettolosamente le mie mani nell’acqua cercando di togliere i residui di sangue poi tocco la spilla che da sempre porto puntata sulla camicia. Subito sento l’immenso potere che ha sempre avuto, ovvero infondermi tranquillità come faceva mio padre che me la regalò. 

 

Sta notte il mare è calmo, increspato solo a tratti a causa dei leggeri soffi di vento. Proprio come il mio animo: tranquillo, ma a tratti turbato dal ricordo insistente di quella luce e di quei passi. Questo viaggio in nave… chissà quanti giorni durerà. Sicuramente per gli altri passeggeri sarà una vera tortura, mentre per me è un varco verso la libertà. Il biglietto che sono riuscita per miracolo a procurarmi non prevede una sistemazione all’interno della nave. Seduta sul ponte a gambe incrociate, senza dovermi più preoccupare di rispettare l’etichetta sociale che grava sulla quotidianità del genere femminile, chiudo gli occhi e poggio la testa alla parete. Il profumo del mare è inebriante. Per me rimarrà sempre l’odore della libertà. Una lacrima mi riga la guancia e porto ancora una volta la mano al petto. Ma il battito ritmico e rilassato del mio cuore si blocca per lasciare spazio ad un martellare ansiogeno e doloroso. La spilla non era più sulla mia camicia.

   
 
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