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Autore: Kim WinterNight    03/06/2021    1 recensioni
Bill ha avuto una brillante idea per incrementare il pubblico dei Freaky Pigs e far avere più successo alla band di cui fa parte.
Le cose andranno esattamente come si aspetta o lo scetticismo di qualcuno rovinerà il suo geniale piano?
[FreakyPigs!AU]
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Gould, Jim Martin, Mike Bordin, Mike Patton, Roddy Bottum
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Freaky Pigs'
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Shooting… Freaky Stars!


 
 
 
 
 
 
Siamo su un punto praticamente deserto della spiaggia, piuttosto lontano dalla riva e punteggiato da scogli giallastri e arsi dal sole.
«Beh? Ci vuoi dire o no che cazzo ci facciamo qui?» chiede Mike per l’ennesima volta, le braccia incrociate sul petto e gli occhi puntati su Bill.
Il bassista ha un’espressione enigmatica sul volto, le mani affondate nelle tasche dei jeans e si guarda attorno con fare critico. «Sì, può andare. Qui sembra perfetto» borbotta, ignorando completamente la domanda del cantante.
Osservandolo meglio, Bill ha i capelli stranamente stopposi: sembra che non li lavi da giorni o che si sia rovesciato una bottiglia d’olio in testa. Sto per chiedergli come mai, ma l’ennesimo sbuffo di Mike me lo impedisce.
«Gould, mi stai facendo innervosire!» sbotta ancora il cantante, evidentemente esasperato.
Bill, come in trance, fa alcuni passi avanti e si ferma proprio di fronte a una roccia piuttosto ampia e piatta, annuendo soddisfatto. «Ecco, ecco, ora è tutto magnifico!» commenta.
Puffy e Jim si scambiano occhiate perplesse, mentre io appoggio una mano sul braccio del mio ragazzo per impedirgli di saltare addosso al nostro bassista.
Accanto a me, un’espressione confusa sul volto dai tratti dolci, Trevor se ne sta in piedi con la sua fotocamera in mano.
Bill si volta all’improvviso e sembra vederci per la prima volta da quando siamo arrivati. «Bene, amici miei. Voi sapete che siamo dei fottutissimi sfigati, no? Quindi ho avuto un’idea per farci prendere il volo!»
Mike lo guarda scettico. «È per questo che ci hai consigliato di metterci in tiro?» borbotta.
«Sì, ma vedo che tu non hai seguito le indicazioni: sembri un calciatore squattrinato e pure gangster» replica il bassista con un ghigno divertito.
«Invece tu sì che sei elegante… non ti sei neanche lavato i capelli» gli fa notare il cantante, regalandogli un sorrisetto sghembo.
«Fatela finita voi due! Billy, spiegaci perché siamo qui» interviene Puffy, scrollandosi dalla spalla uno dei suoi lunghi dreadlocks.
«Con i capelli ho avuto un piccolo incidente, ma comunque… vi ho portato qui perché penso che sia arrivato il momento di fare delle locandine come si deve per i nostri show» spiega Bill con fare concitato, prendendo a camminare avanti e indietro di fronte alla roccia.
«Ora vogliamo sapere cosa ti è successo, Rapunzel» lo sbeffeggia Jim in tono ironico.
«A me non interessa» commenta Mike.
«Piantala» lo ammonisco.
Lui si volta a rivolgermi un’occhiataccia, tuttavia non replica e torna a scrutare il nostro bassista.
«Niente, ho provato a mettermi una lozione di mia madre perché c’era scritto che avrebbe schiarito un po’ i capelli, ma qualcosa dev’essere andato storto…» racconta Bill con una risata.
«Comunque abbiamo già le locandine con il nostro logo» faccio notare, stringendomi nelle spalle.
«Ma non basta!» esclama il bassista in tono solenne, fermandosi nuovamente e puntandosi le mani sui fianchi. «Quando la gente vede i manifesti, non sa che faccia abbiano questi Freaky Pigs. Metti che il gestore di un locale vuole chiamarci a suonare da lui, se non vede le nostre facce viene scoraggiato.»
«Secondo me è il contrario» sghignazza Trevor.
«Ehi, amico, sei in cerca di guai? Ci metto poco a trovare un altro fotografo!» sbraita Bill.
«Calmati, stavo scherzando!»
«Non ha tutti i torti, però» interviene Jim. «Se qualcuno ci vede, di sicuro si spaventa e non ci assume per fare delle serate.»
«Come sarebbe a dire? Guarda che noi abbiamo delle belle facce, siamo fotogenici e sicuramente attiriamo le pollastre!» si pavoneggia il bassista.
«Billy, guarda che non sono le pollastre l’obiettivo delle locandine» replico con una risata.
«Sono anche le pollastre, mio caro! Se le ragazze ci vedono in faccia, sicuramente faranno la fila per assistere ai nostri live!»
Mike alza gli occhi al cielo. «Certo, specialmente se vedono la tua faccia…»
Scoppio a ridere e mi sistemo meglio il cappello da cowboy che ho in testa.
«Voi due, piantatela di fare i fidanzatini e datemi retta: so quello che dico!» prosegue Bill, annuendo per enfatizzare le proprie parole.
«A me sembra una stronzata…» bofonchia Jim.
«Sono d’accordo con lui» rincara Mike.
Il bassista allora si volta a cercare supporto in me e Puffy. «Dite qualcosa!» ci esorta.
«Quindi, fammi capire… tu vorresti fare una foto di gruppo in questo posto dimenticato da Dio, per poi usarla per creare la locandina?» domando, facendo un passo avanti e guardandomi nuovamente intorno.
«Sì! E ho già tutto in mente: la posizione, la sceneggiatura, l’abbigliamento…»
«L’abbigliamento? Sappi che se devo travestirmi da idiota, non ci sto» lo blocca subito Jim, il quale indossa il suo solito outfit per le occasioni speciali: occhiali scuri dalla montatura rossa, vestiti completamente neri e gilet in pelle con tanto di distintivo da sceriffo al petto.
«Non hai bisogno di travestirti per sembrare un idiota, tranquillo» lo punzecchia Mike, allungandosi per dargli una pacca sul braccio.
«Andiamo, Jim, non fare il guastafeste!» si lamenta Bill.
«Tu dimmi cos’hai in mente» replica il chitarrista, scacciando le dita del cantante come fosse una mosca fastidiosa.
«Allora, ho pensato a questo: ci mettiamo tutti e cinque a petto nudo e ci sdraiamo sulla roccia, in modo da avere però la testa e i piedi alternati…» comincia a spiegare Bill.
«Cosa?! Non ho capito.» Puffy gli lancia un’occhiata confusa.
«Spiegati meglio» suggerisco.
«Beh, ecco… se io mi sdraio, la persona che si sdraia accanto a me deve mettersi con i piedi dalla parte della mia faccia e con la faccia vicino ai miei piedi.» Bill gesticola animatamente, muovendo le braccia per indicare direzioni e posizioni.
Jim, un’espressione serissima dipinta in viso, incrocia le braccia al petto e fissa il bassista dritto negli occhi. «Non mi metterò mai a petto nudo in una foto» afferma categorico.
«No, dai, che palle! È un’idea geniale!»
«E non mi sdraierò su quella roccia con voi» prosegue il chitarrista.
«E chi ti ha detto che noi lo faremo?» lo apostrofa Mike.
«Su, non è un’idea così malvagia» commenta Puffy. «Io ci sto, perché no?»
«Perché no» bofonchia Jim.
«Secondo me sarà divertente» dico, accostandomi a Bill con un sorriso raggiante.
Mi sento afferrare per un fianco e, voltandomi, mi ritrovo faccia a faccia con Mike. I suoi occhi scuri sono nei miei e per un attimo tutto ciò che mi circonda scompare.
«Ehi, tu da che parte stai, bambolina?» sussurra in tono suadente.
Con un sorrisetto malizioso sollevo il mento e sostengo il suo sguardo, mentre mi libero con disinvoltura dalla sua stretta. «Da quella che mi sembra giusta. E poi, amore, non l’hai detto tu che devo imparare a ragionare e a vivere anche senza di te? Beh, lo sto facendo!»
L’espressione di Mike si fa confusa, mentre intorno a noi tutti scoppiano a ridere.
«Eh, Patton, l’hai voluto tu: volevi che fosse indipendente? Eccoti accontentato, ora non puoi lamentarti!» lo canzona Bill, circondandomi le spalle con un braccio.
Il cantante lo guarda in cagnesco, poi fa un passo indietro e sospira. «So già che me ne pentirò…»
«Allora accetti?» lo interpella Puffy.
Mike annuisce brusco e scambia un’occhiata con Trevor.
Il suo migliore amico si stringe nelle spalle e ridacchia. «Dai, in fondo sarà figo» lo rassicura.
E Mike sembra improvvisamente rincuorarsi un po’. Afferra il bordo della t-shirt bianca che indossa e se la sfila con un gesto rapido, poi la getta a terra e fa scorrere lo sguardo sui nostri visi.
Faccio tutto il possibile per non guardarlo, anche perché sento già le guance in fiamme e voglio evitare che qualcuno se ne esca con battute inopportune.
Quando gli occhi scuri del cantante si scontrano con i miei, una scintilla di malizia li attraversa e io vengo investito da un’intensa ondata di calore.
«Allora? Lo facciamo o no?» chiede poi con disinvoltura.
So già che questa dannata fotografia sarà un supplizio per me.
 
 
«Jim, dai, ma che ti costa?» si lamenta Bill, osservando il chitarrista che se ne sta seduto sulla roccia completamente vestito e per niente intenzionato a imitarci.
Dal canto mio, mi sono rifugiato nel punto più lontano dall’obbiettivo, perché spero vivamente che il gonfiore nel cavallo dei miei pantaloni non si noti quando Trevor ci immortalerà.
«Ho detto di no, è inutile che insisti.»
«Ma scusa, che razza di figura ci facciamo con i nostri fan e con chi vorrà assoldarci per un live? Noi tutti in posa e tu come un coglione, seduto e vestito come una suora!»
«Billy, se non vuole, non vuole: lascialo in pace» tenta di mediare Puffy.
Mike è seduto accanto a Jim con le gambe incrociate e osserva la scena profondamente divertito; dal punto in cui mi trovo, posso vedere i suoi lunghi capelli che gli accarezzano la schiena nuda, il cappellino con la visiera all’indietro e il bordo dei boxer che indossa.
Devo cercare di non badarci troppo, non è certo il momento di farsi prendere dall’eccitazione: siamo qui per lavorare – come ha detto Bill poco fa.
«Però scusa, eh! Non è giusto che lui sia sempre il solito guastafeste!» continua a lamentarsi il bassista, le mani puntate sui fianchi e il viso rosso di frustrazione.
«Che ti importa di quello che faccio io? Sono per caso obbligato a eseguire i tuoi ordini?» Jim lo fissa attraverso le lenti scure degli occhiali che indossa e, anche se non posso scorgerli, ho come l’impressione che i suoi occhi siano tempestosi e fiammeggianti. «Qui lo sceriffo sono io, bello» aggiunge poi, sfoderando un ghigno mentre si dà un colpetto sul distintivo che porta al petto.
Sospiro e sollevo gli occhi a osservare il cielo che mi sovrasta, sperando vivamente che questa discussione finisca presto. Onestamente sto cominciando a sentire un po’ di freddo senza maglietta, visto che l’estate non è ancora arrivata e la temperatura non è altissima.
«Dai, mettetevi in posa che mi sto annoiando» ci incoraggia Trevor, armeggiando con la fotocamera.
Bill sbuffa e si arrampica sulla roccia, venendo a sdraiarsi al mio fianco. Dove tengo i piedi lui appoggia la testa, allungando le gambe fino a mettermi quasi le sue scarpe nere in faccia.
«Io mi voglio mettere in primo piano!» blatera Mike, spingendo Puffy a sistemarsi accanto a Bill.
Il batterista, a sua volta, si posiziona con la testa alla stessa altezza della mia e mi strizza l’occhio con fare complice.
Allungo un braccio oltre i piedi di Bill e gli tiro piano un dread. «Ehi» lo saluto.
«Ehi» replica, stringendomi appena il polso.
«Giù le mani, Caviglia d’oro!» esclama Mike in tono scherzoso, strattonandolo appena.
Poi anche lui si mette in posa accanto a Jim.
Il chitarrista è l’unico a rimanere seduto e vestito, il che dà un effetto particolarmente raccapricciante al tutto: non oso immaginare che razza di fotografia verrà fuori.
«Siete pronti?» ci interroga Trevor, in piedi a poca distanza dalla roccia su cui siamo appollaiati. Tiene la fotocamera con entrambe le mani e, guardandoci attraverso lo schermo, ruota delle manopole e preme dei tasti, probabilmente per regolare la luminosità e impostare degli effetti.
«Jim, sei un vero e proprio sfigato!» commenta Mike, guardando il chitarrista dal basso.
Lui ricambia lo sguardo e replica: «Altrimenti il nome della band non è in pendant con la foto».
Io rido e allargo le braccia, rilassandomi un po’: la cosa si sta facendo divertente, l’idea di Bill non è poi tanto male.
Noto Puffy incrociare le braccia al petto, mentre Bill se ne sta imbalsamato e l’unica cosa che riesco a scorgere dalla mia posizione è che sta cercando di tirare in dentro la pancia per sembrare più magro.
Jim e Mike stanno ancora battibeccando, mentre Trevor ci osserva con fare critico.
«Dai, Big Jim, ti posso spogliare?» chiede Mike in tono mellifluo.
«Col cazzo.»
«Solo con quello non ci riesco, devo ancora affinare la tecnica! Dai, posso?»
«No.»
Mike allunga le braccia verso di lui e il chitarrista lo scaccia con un sonoro sbuffo, fissandolo dall’alto con fare minaccioso.
«Okay, mi arrendo!» conclude Mike.
Click.
Proprio in quel momento Trevor scatta la prima fotografia, seguita subito dopo da una serie di altre fatte a raffica e senza darci neanche il tempo di realizzare cosa sta facendo.
Cominciamo a ridere e ben presto la posa che abbiamo assunto inizialmente si scompone, mentre l’aria si riempie di colorite imprecazioni e grida di disappunto dovute a calci e pugni accidentali.
«Okay, ne ho fatto molte, penso che possa bastare» annuncia il nostro fotografo improvvisato. «Anche perché si sta scaricando la batteria della fotocamera.»
Bill si mette a sedere e si massaggia la spalla. «Cazzo, Puffy, mi hai mollato un calcio!»
«Hai la schiena tutta graffiata» lo prendo in giro, sedendomi a mia volta ed esaminando la pelle arrossata del mio amico.
«Anche tu.»
Sobbalzo nell’udire quel sussurro dritto nel mio orecchio, poi mi accorgo che Mike si è inginocchiato alle mie spalle ed è chinato in avanti; si appoggia con una mano sulla mia spalla, mentre lascia scivolare l’altra lungo la pelle nuda e sensibile della mia schiena.
Deglutisco a fatica e improvvisamente mi rendo conto che l’eccitazione in me si era soltanto assopita.
«Mike…» mormoro.
«Che succede, bambolina?» soffia nel mio orecchio, continuando piano ad accarezzarmi.
«Voi due, piantatela di amoreggiare in pubblico!» sbraita Bill, voltandosi a incenerirci con lo sguardo.
«Sei geloso, Rapunzel?» lo rimbecco.
Mike, in tutta risposta, mi abbraccia stretto da dietro e appoggia il mento contro la mia spalla. «Eh, sei geloso?»
«Mmh…» Bill assume un’espressione pensosa, poi ghigna e un attimo dopo me lo ritrovo addosso.
MI salta letteralmente al collo e rischia di far sbilanciare Mike. Il cantante lo afferra con prontezza e in breve ruzzoliamo sulla roccia, avvinghiati tutti e tre in un modo scomposto e impossibile.
Puffy, seduto accanto a Jim, ci osserva e ride.
Trevor, ancora in piedi, scatta alcune foto con un sorriso profondamente divertito a illuminargli il volto.
«Mi state soffocando!» rantola Bill, schiacciato sotto me e Mike.
«Cazzi tuoi!» lo canzona il cantante.
«Non respiro!» mi lamento a mia volta, riuscendo a stento a non strozzarmi tra le risate.
A quel punto Mike si solleva a fatica e noto che i suoi capelli sono completamente scompigliati, mentre il cappellino che indossava è scomparso chissà dove.
A mia volta mi accorgo che non ho più il cappello in testa e mi viene da ridere ancora più forte, mentre tento maldestramente di liberare Bill dal peso del mio corpo.
Intanto il sole comincia a tramontare e l’atmosfera intorno a noi si fa vagamente romantica, anche se gli strilli e le imprecazioni che riempiono l’aria sono tutt’altro che dolci.
Anche stavolta siamo riusciti a combinare un enorme e bellissimo casino.
 
 
«Cazzo, questa foto è oro!» esclama Bill, rimirando con orgoglio la locandina che tiene in mano.
Siamo appena stati in tipografia a ritirare i nostri primi manifesti che presto andremo ad appendere e distribuire per la città.
«La data della settimana prossima sarà un fottuto successo!» prosegue il bassista.
«Sì, soprattutto per la presenza dello sceriffo Martin» commenta Mike, sbirciando oltre la spalla di Bill.
«Sono talmente credibile nel mio ruolo, non trovi?» interviene Jim, le braccia incrociate sul petto e alcune locandine in una mano.
«Mi stavi guardando come se stessi facendo qualcosa di sbagliato!» commenta Mike.
«Infatti è così: volevi spogliarmi.»
«Roddy, tu credevi di essere nella famosa scena di Titanic?» mi apostrofa Puffy ridacchiando.
«Eh? No, cercavo di rilassarmi! Guarda Bill invece: voleva far credere di essere magro e prestante, ma noi tutti sappiamo la verità!» commento.
«Ehi, ma io sono magro e prestante! Vedo già la fila di pollastre pronte a farsi fare qualsiasi cosa da me!» si pavoneggia il bassista.
«Io invece mi gioco l’arma del mistero: le conquisterò con i vestiti addosso, almeno scopriranno cosa c’è sotto solo al momento opportuno» spiega Jim ostentando serietà.
«Continua a sognare, non funzionerà mai!» abbaia Bill.
«Beh, comunque il merito di tutto è del fotografo» dice Mike, annuendo d’approvazione nei confronti del suo migliore amico.
«Non dei soggetti ritratti?» chiedo.
Il mio ragazzo mi avvolge un braccio intorno alle spalle e mi lancia un’occhiata di fuoco. «Nel tuo caso è diverso» mormora.
Lo stringo al mio fianco e lascio scorrere gli occhi sul resto della band.
Adesso andremo a pubblicizzare la nostra prossima data, perché l’estate si avvicina e noi non possiamo né vogliamo perdere neanche un’occasione per suonare in giro e farci conoscere.
Prima di seguire i miei amici verso la fermata dell’autobus che ci porterà al lungomare, trattengo Mike accanto a me e mi sporgo a lasciargli un morbido bacio a fior di labbra.
 
 
 
 
 
 
 
 
Carissimi lettori, eccomi qui con una nuova (e cretina) storia ambientata nel FreakyPigs!AU :D
Quando Evelyn ha scovato la foto che trovate in cima al capitolo, la scintilla dell’ispirazione è scattata e non ho potuto fare a meno di immaginarmi una scena come questa proprio in questo mio AU: sia per l’abbigliamento dei ragazzi che per le loro facce, ho pensato che fosse perfetta come locazione XD
Mi sono un sacco divertita a cucire intorno a questo scatto tutti questi momenti demenziali e a dare a Trevor l’onore/onere di immortalare i membri della band!
La locandina l’ho pensata proprio come la vedete sopra – ovviamente il logo dei Freaky Pigs, come sempre, è il solito fatto da me e l’ho incollato sulla foto originale ^^
Spero vi sia piaciuta, davvero, e grazie a chiunque sia giunto fin qui :3
Alla prossima ♥
  
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