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Autore: _JustaFanGirl_    12/06/2021    1 recensioni
Un dolce momento della wolfastar in cui dichiarano il loro amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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i think i’m draming”
 
Remus era sempre stato una persona cagionevole di salute, non solo nel periodo della licantropia. Il suo sistema immunitario era irrimediabilmente compromesso proprio a causa della licantropia per cui si ammalava molto più spesso rispetto agli altri bambini. Negli anni aveva imparato a dover avere maggiori accortezze se non voleva saltare le lezioni puntualmente più volte al mese. All’inizio Sirius e James lo prendevano in giro, ridevano del suo coprirsi prima ancora che facesse veramente freddo o del fatto che non si liberava della sciarpa finché non facesse davvero caldo; queste accortezze però lo avevano protetto dall’ammalarsi in maniera eccessiva, tuttavia però quando l’influenza girava per la scuola, in quel caso lui era condannato ad ammalarsi.
Puntualmente come ogni anno, l'influenza colpì gli studenti della scuola e cominciò un via vai infinito dall’infermeria in cui si lamentavano sempre gli stessi sintomi: nausea, raffreddore, febbre. Remus annusando il pericolo mise in atto la strategia annuale: evitare contatti umani. Quell'anno però tutto andò a suo sfavore, certo non era più un prefetto ma la Mcgranitt lo aveva incastrato con il lavoro di tutoraggio. Tutto per dei crediti extra. Si fece coraggio e si preparò a dover incontrare tutti i ragazzi che aiutava, quel giorno ne aveva solo due.
Al termine dei due appuntamenti era stremato sia mentalmente che fisicamente, stare tre ore seduto su una sedia l aveva ucciso. Rimise tutti i libri nella borsa e se la carico sulle spalle con un certo sforzo: l aveva decisamente riempita troppo. Erano state due ore di ansia totale e Brenda aveva perfino starnutito ma la ragazza lo aveva assicurato che era allergica, le succedeva spesso di starnutire. In quel momento Remus sperò ardentemente che fosse vero, il giorno dopo avevano un compito e lui doveva partecipare.
Quando entro nella sala comune individuo i suoi amici sulle loro poltrone con i libri aperti ma l'unico che stava studiando era Peter e pareva in crisi. Si avvicinò a loro sapendo che avrebbe dovuto aiutare pure lui, la giornata era infinita. Però aiutare Peter lo avrebbe aiutato a ripetere per cui vi si sedette accanto.
"Aiutami" partì all'attacco Peter.
"D’accordo ..." Prese i libri e cominciarono a ripetere. Dopo un due ore abbondanti e una cena rigenerante in sala grande erano nel loro dormitorio stesi sui letti. Sirius e James erano a confabulare per chissà cosa, probabilmente di Lily. James aveva la consueta espressione da triglia quando parlava di lei.
“Allora io vado in missione" esclamò James.
"Quale missione? Che state architettando?" Chiese Remus.
"La missione... Emmm.. bhe devo studiare con Lily" borbottò in imbarazzo. "Vado" si dileguò prima che qualcuno potesse fare commenti.
Remus era steso sul letto a pensare alla verifica del giorno dopo, continuava a ripassare mentalmente tutte le nozioni imparare. Dopo un po' il silenzio venne riempito dal russare lento e ritmico di Peter. Scoppio a ridere insieme a Sirius che era steso nel letto di fianco al suo, scuotendo la testa si mise nel letto e chiuse gli occhi ma gli venne impedito di dormire.
"Ehy Moony" Sirius si appoggiò con la testa sul letto di lui e attese che il ragazzo aprisse gli occhi.
"Che c'è?"
"Stai bene?" Chiese con un tono che per Remus era estraneo. Così attento. "Si... Giornata faticosa. Ho solo mal di testa"
"Eh? Sei sicuro sia solo mal di testa sai.. con ..l’influenza che gira" borbottò Sirius e dopo qualche secondo si diede dello scemo per tutta quella apprensione. Sirius era stato tremendamente attento a non fare notare che era sempre quello più preoccupato per Remus, che spesso seguisse il suo puntino sulla mappa. Però ora aveva messo a nudo quell’apprensione e un po' si sentiva in imbarazzo per quello. Imbarazzato che Remus potesse capire cosa provasse, che capisse che era innamorato di lui. "Da dove ti viene tutta questa gentilezza?" Rise Remus "Sto bene" Sirius annuì e si ributtò sul proprio letto nel momento esatto in cui James, il tornado, entrava in camera.
"E’ stato uno spettacolo..." James cominciò a straparlare senza rendersi conto di aver interrotto qualcosa.
Remus rimase sveglio a sentirlo parlare senza intervenire anche perché lo ascoltava solo per metà, l’altra metà era concentrata a rivivere il ricordo del viso così vicino di Sirius, delle sue magnifiche labbra e dell’atmosfera di colpo pregna di qualcosa di più dell’amicizia.
Il giorno dopo cominciò male per Remus, il mal di testa non era andato via e il freddo si era impossessato delle sue ossa. Erano solo le 8 di mattina e voleva già che la giornata avesse fine. Tuttavia fece colazione insieme agli altri ostentando una freschezza che non possedeva, finse perfino di scherzare con loro.
Nonostante tutto l’impegno di Remus, Sirius, osservatore e stolker personale della sua esistenza, aveva compreso che c’era qualcosa che non andava. Mentre si dirigevano verso le aule di lezione affiancò Remus per bisbigliargli qualcosa all’orecchio. “Dovresti saltare le lezioni oggi! Non sembri molto in forma..” Affermò apprensivo.
“Ancora preoccupato per me? Sto bene Sirius” Remus sorrise cercando di convincerlo ma qualcosa nel suo sguardo gli fece comprendere che non era per niente convinto. Non ebbe però il tempo di ribattere dato che si accomodarono nell’aula e dopo pochi minuti venne distribuito il compito che per inciso sarebbe durato due ore. Remus, dedusse, guardando l’infinità di domande che aveva davanti, che il suo mal di testa non avrebbe fatto altro che peggiore.
Per tutta la durata del test la professoressa Mcgranitt continuò a girare tra i banchi appositamente distanziati per controllare che tutto fosse svolto nella più completa solitudine. Remus fece una grande fatica ad arrivare a fine test, con la vista appannata e un mal di testa di proporzioni gigantesche. Quando ebbero terminato Peter si fiondò su di lui per chiedere le risposte che aveva dato al testa ma francamente Remus non ne ricordava nemmeno una, iniziò a pensare che avrebbe preso il voto peggiore della sua vita.
La mattinata trascorse nella più completa normalità, Sirius non faceva che lanciare occhiate a Remus il quale sembrava più pallido di quello che normalmente era. Tuttavia non gli disse niente anche se avrebbe voluto prenderlo e portarlo in camera con la forza pur di farlo riposare; ormai era piuttosto certo che si fosse ammalato, solo che come al suo solito non si prendeva cura di se stesso.
“Ehy felpato” James si rivolse a Sirius mentre stavano pranzando “Oggi sei terribilmente distratto. Che hai?”
“No niente… ho sonno” borbottò Sirius per depistare i suoi amici, non poteva certo dire che era distratto perché stava pensando a Remus, che tra l’altro era difronte a lui che spilluzzicava il cibo in maniera annoiata; non aveva voglia di mangiare. Sirius si chiese se avesse la nausea, di solito era per quello che Remus non mangiava. Mentre continuava a divorare il piatto, Sirius conto mentalmente i giorni che mancava alla luna piena, di solito Remus stava male più o meno una settimana prima e ne mancavano ancora due e più quindi escluse che il suo pallore e la sua stranezza fosse per quello.
“Non mangi Monny?” Chiese James
“Già oggi sei strano” borbottò Peter a bocca piena.
Remus sorrise per la loro preoccupazione “Ho mal di testa tutto qui e stavo pensando che potrei aver fatto un compito di merda”
“Tu? Un brutto compito” esclamò Sirius scioccato per poi scoppiare a ridere “non faresti un compito orribile nemmeno con un febbrone. Sei un genio” Sorrise alzando gli occhi. Remus sentì il cuore perdere un battito per quel magnifico sorriso, per poco non arrossì. “Bhe sono contento mi reputi un genio” affermò Remus ridendo e dandosi della finte arie.
Quando anche il pranzo ebbe fine, Remus con gli altri si trascinò fino alla sala comune e inizio a fare i compiti con un strepitante Peter che fremeva per essere costantemente aiutato con il sottofondo delle stronzate di James e Sirius. Ad un certo punto si unirono a loro anche Lily, Alice, Frank e Mary. Al contrario dei malandrini intenzionati a fare i compiti, Remus apprezzò molto la presenza di Lily cosi avrebbe potuto gestire anche lei alcune domande idiote dei suoi compagni. Inaspettatamente anche James cominciò a fare i compiti sotto lo sguardo scioccato di Sirius che scuoteva la testa borbottando un qualcosa come ‘ti sei venduto amico’.
Remus tornò in completa solitudine subito dopo cena, nel dormitorio. Gli altri erano in sala comune a giocare a scacchi o a sparaschiocco ma per lui la giornata era più che terminata. Era decisamente a pezzi, si stese sul letto e senza accorgersene si addormentò. Sirius lo aveva seguito, certo che stesse male e proprio non riusciva a sopportare l’idea che soffrisse da solo. Quando entrò in stanza, lo trovò sul letto addormentato, inconsciamente si sistemò all’altezza del suo viso e prese ad accarezzare i capelli. Era cosi bello ai suoi occhi. Era cosi preso che non si accorse che Remus aveva aperto gli occhi e lo stava fissando, immobile, per non spaventarlo. Voleva che continuasse a toccarlo ma ad un certo punto il ragazzo si rese conto che l’altro era sveglio e allontanò la mano non sapendo più come giustificarsi, Remus invece, era più intento a non vomitare che ha cercare di capire perché Sirius fosse strano; non voleva nemmeno pensare all’ipotesi in cui lui provasse qualcosa di più. Tuttavia se non voleva vomitargli in faccia doveva necessariamente muoversi, cosi con grande rapidità si alzò e si chiuse in bagno per poi vomitare qualsiasi cosa avesse messo nello stomaco nelle ultime due ore. Sirius rimase dietro la porta aspettando che uscisse, si sentiva cosi impotente.
“Ora mi credi che ti sei preso l’influenza o no?” gli disse non appena lo vide uscire dal bagno con una faccia che sembrava una pezza. Non si guardarono negli occhi, o meglio Remus non lo fece e neanche gli rispose. Sirius lo vide dirigersi nel letto e scomparire sotto le coperte, sospirò; si avvicinò al letto e posò le labbra sulla sua fronte, trovandola terribilmente bollente. “Cavolo Monny… bruci. Vado in infermeria. Ti serve qualche medicinale”
“Non è influenza” borbottò ostinatamente Remus sbirciando da sotto le lenzuola per notare Sirius che alzava gli occhi al cielo e usciva dalla stanza lasciandolo solo con i milioni di pensieri che gli vorticavano in testa. Le labbra di Sirius erano cosi morbide e delicate proprio come le aveva sempre pensate. Sirius per tutto il percorso fino all’infermeria e per tutta la strada del ritorno continuò mentalmente a ripetersi che gli aveva baciato la fronte per la febbre e che questo non aveva minimamente fatto scattare nessuna reazione nell’altro e neanche in se stesso. Anche se era decisamente una bugia dato che una parte del suo cervello per tutto il tragitto non faceva che essere estremamente contenta di essere riuscito finalmente a toccare, anche se per secondi fini, la pelle del suo amico. Sirius ritornò in dormitorio ignorando James che lo chiamava per sapere che fosse successo, non aveva tempo per lui. Diede la pozione a Remus e poi gli bagnò la fronte con una pezza fredda, sorrise quando Remus fece una smorfia per il contatto cosi freddo.
“Perché? Sei strano Sirius”
“Perché sei malato e non mi piace quando soffri… voglio aiutarti tutto qui”
“Sono stato male altre volte, non sei mai stato cosi”
“Mi sono stancato” borbottò Sirius stanco di fingere. Remus increspò le sopracciglia e lo guardò in attesa che lui continuasse. “Mi sono stancato di vederti soffrire e di soffrire per te. Se posso vorrei soffrire con te…” si morse un labbro. “mi piaci Remus” Remus sgranò gli occhi… “In...in che senso?”
“In QUEL senso” affermò Sirius guardandolo negli occhi “E capisco se ti fa schifo, io posso farmela passare… c’è ci posso provare… vorrei che però rimanessimo almeno amici”
“Sirius?… perché dai per scontato che non mi piaci?” Sorrise debolmente “Mi piaci… in QUEL senso” borbottò anche Remus. Sirius rimase con la mano alzata per poi delicatamente far diventare la pezza di nuovo fredda e poggiarla ancora sulla fronte di Remus. La tensione tra loro era aumentata molto o per meglio dire c’era un grande imbarazzo che non venne rotto per almeno qualche altro minuto. A quel punto Sirius allontanò la pezza, poggiandola sul comodino e si infilò nel letto di Remus, non sapendo bene se chiedere quello che in realtà voleva.
“Posso baciarti?” chiese Remus, interrompendo il filo dei pensieri di Sirius e anticipando la sua stessa richiesta. “Si… volevo chiedertelo” affermò Sirius schiarendosi la voce. Entrambi avvicinarono i visi e fu proprio Sirius ad annullare completamente la distanza tra loro unendo le labbra in un bacio casto che racchiudeva anni di desiderio represso. Remus fece affondare le mani nella zazzera di ricci che erano i capelli di Sirius e si trovo a sorridere ma soprattutto si ritrovò ad incoraggiare Sirius a fare qualcosa a parte stare impalato con le labbra incollate. Difatti a quel contatto Sirius schiuse le labbra e presero a baciarsi in maniera più veritiera. Tuttavia la calma che li aveva contraddistinti si infranse nel secondo in cui Remus invase, con la lingua, la bocca di Sirius; il qual si trovò a ricambiare e a quel punto iniziò una lotta di intrecci e ansimi che si diffusero per tutta la stanza. Quando l’aria cominciò a mancare ad entrambi si divisero lasciando che l’imbarazzo riempisse ancora la stanza.
“Sei serio?” Chiese Remus
“Mai stato cosi serio… sono due anni che mi piaci Remus”
“vale lo stesso anche per me… dal quarto anno ho capito che non eri più solo un mio amico” Sirius annui a quella frase.
“Ti spiace se lo teniamo per noi?” Chiese Remus
“No… mi va benissimo.” Affermò mentre avvolgeva Remus con un braccio e faceva si che appoggiasse la testa sul suo petto. Aveva immaginato tante volte di poter compiere quel gesto e ora che erano nello stesso letto, vicini e dichiarati, non credeva fosse vero. “Mi tiri un pizzico?” Chiese Sirius.
“Perché?” chiese Remus che solo ora aveva realizzato di sentirsi molto meglio, non solo fisicamente. “Perché penso di star sognando” Rispose Sirius.
Remus sorrise “Bhe credo che stiamo facendo lo stesso sogno”
“Allora meglio che non ci svegliamo” borbottò Sirius per poi riprendere a baciare Remus mentre gli accarezzava i capelli.

NOTE D'AUTRICE:
La mia seconda fanfiction sul fandom di Harry Potter. Come avete capito è una wolfastar di cui sono una grande fan! Spero che vi sia piaciuta se vi va lasciatemi una recensione, può essere anche una critica purché sia costruttiva. 
Baci Baci.
   
 
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