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Autore: God_Eden_Imperial    16/06/2021    1 recensioni
Dal testo:
“Tu mi hai già reso felice da molto tempo. Grazie”
Ps: OS scritta per @stefybluemonday ❤
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gilbert Nightray, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Avevano litigato. Era stato inevitabile e adesso se ne stavano pentendo. Non era mai successo prima di allora e Gilbert si stava sentendo peggio che mai per aver detto quelle cose tanto crudeli al fratello minore. Non le pensava veramente; era stato spinto dalla rabbia e dalla frustrazione che provava in quel momento. Ma il danno ormai era fatto e doveva rimediare al più presto.
Aveva già perso troppe persone care, perdere anche Vincent sarebbe stato davvero troppo da sopportare.

“Oz…Oz…sempre Oz! Non fai che nominarlo anche quando non è presente!”
Aveva esclamato Vincent colpito da un attacco di gelosia. Lui e Gilbert erano in camera e il maggiore non sembrava intenzionato a cambiare discorso e così non era più riuscito a controllarsi.
Va bene, per Gilbert, Oz era una persona estremamente importante ma cosa aveva fatto per lui? Se dovessimo mettere a confronto tutti i pericoli che ha corso Vincent per suo fratello, al contrario del Vessalius, vincerebbe su tutti i fronti.
Per anni non aveva fatto altro che pensare ad un modo per regalargli una vita piena di luce e felicità e quello era il ringraziamento?
Stava per farsi ammazzare per lui!
“Vince…”
“Non te ne rendi conto?! Sei imbarazzante!”
Nemmeno lui aveva voluto dirlo ma la gelosia aveva preso il sopravvento e non era riuscito a trattenersi. Gilbert, dal canto suo, rimase spiazzato e non seppe cosa rispondere. La rabbia si fece strada dentro di sé e gli urlò contro a sua volta.
“Potrei dire lo stesso di te! Gil di qua, Gil di là! Anche tu sei imbarazzante per me! Siamo fratelli, Vince! Nulla di più! Scollati!”
Se ne era pentito nel momento esatto in cui quelle parole gli erano uscite di bocca. Una stretta al cuore lo bloccò di colpo alla vista dell’espressione piena di tristezza e dolore disegnata sul volto del minore che non era riuscito a trattenere le lacrime ed era scoppiato a piangere.
“V-Vince”
Gli si era avvicinato con l’intento di scusarsi ma Vincent non glielo aveva permesso. Spingendolo via, si era precipitato fuori dalla stanza senza aggiungere altro, senza guardarlo.

Non lo aveva mai visto piangere in quel modo e pensare che il responsabile fosse proprio lui, lo faceva solo sentire peggio.
“Cosa ho fatto?”
Si chiese alzando il viso verso il cielo nero. Era notte e pioveva. Per strada non c’era quasi nessuno. Dopo che Vincent era scappato, gli era corso dietro ma lo perse subito di vista.
Si sentiva tremendamente in colpa. Se Oz gli avesse rivolto certe parole si sarebbe sentito il mondo crollargli addosso ed era esattamente il modo in cui adesso si sentiva suo fratello, quindi doveva trovarlo e scusarsi.
Riprese a cercarlo per tutte le strade, i vicoli e i negozi ma di Vincent nessuna traccia.
Iniziava seriamente a preoccuparsi.
Dio ti prego, fa che non gli sia successo nulla!
Pensò agitato.
Non posso perdere anche lui!
Sentiva gli occhi pizzicare e il fiato venirgli meno, quindi si fermò. Era affannato per la corsa.
“Vince…dove sei?”
Mormorò tirando fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni. Nessuna chiamata o messaggio. Vincent non aveva risposto. Che avesse lasciato il telefono a casa?
Cosa poteva fare adesso? Vincent sembrava essere stato inghiottito dalla terra.
Sbuffò, appoggiandosi con la schiena contro il muro, sotto una tettoia per proteggersi dalla pioggia che stava aumentando.
Come aveva potuto dirgli quella cattiveria? Imperdonabile! Si stava detestando in quel momento. Vincent gli era sempre rimasto accanto, nel bene e nel male e lui, invece, non lo aveva fatto.
“Sono orribile…”
Lo disse in un sussurro mentre si portava le mani al viso, restando lì, immobile, ad ascoltare il rumore della pioggia contro l’asfalto e i pasi svelti di chi gli passava davanti.
Sussultò nel sentire il cellulare squillare. Era Vincent.
“Vince! Dove sei finito? Sono ore che ti cerco! Ascolta, scusami! Io non-“
“Gil”
Lo interruppe. La sua voce tremava, segno che aveva pianto parecchio. A malapena riusciva a soffocare i singhiozzi e questo fece sentire Gilbert peggio.
“Sono stato uno stupido ad arrabbiarmi in quel modo…insomma…ormai non dovrei più prendermela tanto…so quanto Oz sia importante per te…non avrei dovuto dire quelle cose…mi dispiace”
A te dispiace? Sono io quello che deve scusarti, non di certo tu!
“Avrei dovuto ragionare prima di parlare a vanvera…è solo che…dopo che hai ricordato tutto io…ho pensato molto a me…a te…a noi due. Prima cercavo sempre di non farlo, se avessi lasciato che i sentimenti prendessero il sopravvento avrei vacillato e il mio piano di cancellare la mia esistenza sarebbe andato in fumo e non potevo permetterlo…forse ti suona ancora un discorso egoistico però…per me è davvero molto importante che tu sia felice, Gil”
Mentre parlava non era riuscito a trattenersi e le lacrime avevano ripreso a bagnargli le guance arrossate. Gilbert si sentì pervadere da una forte sensazione che non riuscì a decifrare. Voleva vederlo, abbracciarlo, stringerlo a sé e dirgli che andava tutto bene.
“Perché se Nii-san è felice…allora anche io sono felice”
Sorrideva. Anche se non poteva vederlo, Gilbert sapeva che era così. Il suo cuore prese a battere più forte, mai nessuno gli aveva rivolto parole più toccanti e piene d’amore.
“Vince…io-“
“Ti amo Gil”
Lo interruppe nuovamente e Gilbert si sentì avvampare.
“Ma hai ragione…siamo fratelli…non devo superare quella linea anche perché…tu non provi lo stesso…forse…forse se quel giorno fossi riuscito a morire, adesso…non avresti più nulla di cui preoccuparti…non avresti a che fare con una persona orribile come me”
Piangeva e singhiozzava, tremando per il freddo. Gilbert percepiva chiaramente il dolore che stava provando Vincent e il desiderio di raggiungerlo si rafforzò sempre di più.
“Quindi…quindi, Gil…perdonami…se continuo a recarti solo problemi”
“Dimmi dove sei!”
Aveva esclamato infine.

Corse ancora sotto la pioggia, diretto verso il luogo indicatogli da Vincent, trovandolo rannicchiato contro la parete, le gambe strette al petto e il volto nascosto tra le ginocchia.
Fermandosi a poco da lui, riprese fiato.
“Vince”
Non disse nulla, restando immobile. Gilbert allora gli afferrò il polso, costringendolo ad alzarsi.
“Sei fradicio”
Non che lui fosse messo meglio, intendiamoci.
Per fortuna erano vicini ad un hotel. Gilbert lo trascinò lì, pagò una camera e si diresse con lui su per le scale, lungo il corridoio, fino a raggiungere la loro stanza.
Per tutto il tempo Vincent non aveva fiatato, restando con lo sguardo abbassato, puntato sulle loro mani strette assieme.
Quella di Gilbert era calda.
Non riusciva a guardarlo.
Alla reception aveva sentito un gruppetto di tre ragazze mormorare qualcosa tra loro, indicandoli. Nulla di crudele, anzi, sussurravano frasi come:
“Guardate quei due”
“Ah, che carini”
“Saranno fidanzati?”
“Adorabili”
A quelle parole Vincent sentì il viso scaldarsi per l’imbarazzo e il cuore battere più forte. Voltandosi per guardarle, le tre ragazze spostarono subito il viso altrove.
“Oh no, ci ha viste”
“Shh, abbassa la voce”
“Sono davvero troppo teneri”
Ridacchiarono per poi allontanarsi.

Ah…se solo sapessero…
Pensò Vincent mentre si faceva il bagno. Non si era preoccupato di legarsi i capelli, come faceva solitamente; rimase immobile ad osservare le goccioline scivolare da alcune ciocche e ricadere nell’acqua, creando piccoli cerchi.
Sospirò, portando nuovamente il viso tra le ginocchia.
Rimase immerso nei propri pensieri per parecchio, finché l’acqua non divenne fredda e la voce di Gilbert che lo chiamava lo costrinse a tornare alla realtà.
Indossò una camicia pulita che avevano trovato nell’armadio a quattro stagioni e la indossò, poi si rivolse un’occhiata allo specchio: i suoi occhi erano gonfi e rossi e aveva le occhiaie.
Un altro sospirò lascio le sue labbra mentre usciva dal bagno, trovando suo fratello sdraiato sul letto.
Sembrava stesse dormendo dato il respiro lento e rilassato.
Vincent lo osservò per una manciata di minuti, dirigendosi poi verso la finestra con l’intenzione di chiuderla. Nonostante stesse per arrivare l’estate, di sera faceva ancora piuttosto freddo.
Dopo nemmeno due passi, si sentì afferrare per il braccio e trascinare giù, ritrovandosi a sua volta sdraiato sul materasso, stretto tra le braccia di Gilbert. Sbarrò gli occhi, non aspettandoselo.
Di nuovo il cuore riprese a battergli all’impazzata.
“G-Gil?”
“Non dire nulla, resta solo così…vicino a me”
Sussurrò rafforzando la presa attorno alla sua vita per poterlo tirare più vicino. Vincent arrossì nel ritrovarsi a pochi centimetri dal viso di Gilbert che gli sorrideva con amore.
Rimasero in silenzio finché il moro non allungò una mano per prendere una ciocca dorata tra le dita, giocandoci scherzosamente.
“Sono contento che tu ti sia fatto ricrescere i capelli. Stai molto meglio così”
Non rispose, scostando il viso.
“Stavo pensando di farmeli crescere anche io, sai?”
Vincent si immaginò Gilbert con i capelli lunghi quanto i suoi e non riuscì a trattenere una risata.
“Ehi…starei davvero così male?”
“Bene non staresti”
Rispose lascandosi andare ad un sorriso. Anche Gilbert sorrise, accarezzandogli una guancia accaldata.
“Scusa per prima. Non avrei mai dovuto dire quelle cose. Mi dispiace davvero tanto. Mi piace averti attorno, non mi annoio mai con te. Sai, stavo pensando prima…e mi sono reso conto che se non fosse stato per te, con Elliot non ci saremmo mai avvicinati tanto. Sei stato tu a permettergli di stare con noi, solo perché avevo detto che lo trovavo tenero. Inoltre, se non fosse stato per il tuo incontro con Break, lui non sarebbe mai venuto a cercarmi e non avremmo fatto amicizia. Per non parlare del fatto che è solo grazie a te, che puoi spostarti in Abyss senza problemi, se ho la possibilità di rivedere Oz e Alice”
Vincent lo ascoltava senza fiatare e con gli occhi puntati su di lui.
“Quello che voglio dire, Vince”
Aggiunse guardandolo a sua volta con uno sguardo che fece perdere un battito a Vincent.
“Tu mi hai già reso felice da molto tempo. Grazie”
Vincent sbarrò gli occhi, senza parole.
“Io…davvero?”
Gilbert rise per la sua espressione e annuì.
“Sì, davvero. Ora è il mio turno di renderti felice”
“Gil…te l’ho detto: se tu sei felice lo sono anche io”
“Mh…sì, lo hai detto. Ma meglio essere sicuri”
Rispose spostandosi per mettersi a cavalcioni su Vincent che lo guardò esterrefatto.
“G-Gil?”
“Quelle tre ragazze di certo pensavano che avremmo fatto sesso, tanto vale farlo sul serio”
“C-che cos-“
Non fece in tempo ad aggiungere altro che si ritrovò le labbra di Gilbert sulle proprie. 

 
   
 
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