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Autore: musa07    21/06/2021    4 recensioni
[KageHina] [TimeSkip] [Shoyo's BDay]
"Sarebbe stato il suo primo compleanno che non avrebbero passato insieme. Ok, era una cosa che qualche mese prima, al momento delle convocazioni da parte di varie squadre, avevano ben valutato ma ovvio che Shoyo non poteva negare a se stesso che un po' di tristezza e malinconia c’erano in quel particolare giorno.
Ed ecco perché ora si trovava da solo nella sua stanza di quell’albergo dove la squadra si trovava per un ritiro. Per quanto avesse gradito la mini-festina a sorpresa che i suoi compagni gli avevano preparato alla fine degli allenamenti nel tardo pomeriggio, ora più che mai c’era una sola persona con la quale voleva stare, seppur attraverso un microfono e grazie al potere dell’etere. Il suo Tobio.
Eccolo quindi pronto in posizione d’assalto. Pronto a scattare a rispondere non appena il cellulare avesse iniziato a suonare. E dopo aver controllato all’incirca un milione di volte di aver la batteria al 100% - sia mai che dovesse star al telefono in qualche posizione pietosa causa cavo carica-batterie troppo corto – che ci fosse sufficiente campo[...]"
Mini oneshotina per il compleanno di Shoyo. E, sì: tanto fluff
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come sempre una parte del canon si va a far benedire,
quella che fa soffrire troppo il mio cuoricino fluffoso e non li vuole divisi per troppo.
Non ce la faccio.

AUGURI CHIBI-CHAN

 

 

Ascolta quello non detto

 

Sarebbe stato il suo primo compleanno che non avrebbero passato insieme. Ok, era una cosa che qualche mese prima, al momento delle convocazioni da parte di varie squadre, avevano ben valutato ma ovvio che Shoyo non poteva negare a se stesso che un po' di tristezza e malinconia c’erano in quel particolare giorno.
Ed ecco perché ora si trovava da solo nella sua stanza di quell’albergo dove la squadra si trovava per un ritiro nei dintorni di Osaka. Per quanto avesse gradito la mini-festina a sorpresa che i suoi compagni gli avevano preparato alla fine degli allenamenti nel tardo pomeriggio, ora più che mai c’era una sola persona con la quale voleva stare, seppur attraverso un microfono e grazie al potere dell’etere. Il suo Tobio.

Eccolo quindi pronto in posizione d’assalto. Pronto a scattare a rispondere non appena il cellulare avesse iniziato a suonare. E dopo aver controllato all’incirca un milione di volte di aver la batteria al 100% - sia mai che dovesse star al telefono in qualche posizione pietosa causa cavo carica-batterie troppo corto – che ci fosse sufficiente campo (che in quella località non era una cosa sempre garantita).
Ok, rapido set-up – l'ennesimo - fatto. Tutto ok.
Ora era lì, seduto in ginocchio sui talloni, cellulare appoggiato sul cuscino del futon. Ah, già! La suoneria! Robe che gli toccava correr in bagno da un momento all’altro per l’emozione e l’agitazione crescenti e non sentire la chiamata. Ok, suoneria presente.
Sollevò il volto verso la finestra, attirato dal ticchettio delle gocce di pioggia sui vetri. Stava indubbiamente aumentando di intensità. Le nubi plumbee avevano continuando ad addensarsi durante tutto il giorno, girando minacciose fino a quando – sull’avanzar della sera – si erano infine scatenate. E con esse, sempre più vicino e fragoroso, il temporale.
Ecco, altra cosa che – con l’arrivo dell’estate – stava sperimentando per la prima volta da solo dopo tutti quegli anni passati con Tobio al suo fianco: il temporale. Cosa che lo terrorizzava, letteralmente. Non sapeva darsi una spiegazione razionale – come ogni paura del resto – doveva essere qualcosa di atavico proprio. Dalla quale paura, negli ultimi anni, aveva sempre trovato conforto al sicuro tra le braccia di Kageyama, che mai l’aveva preso in giro, nemmeno quando l’aveva scoperto.*
Come avrebbe fatto quella notte? Era certo che se avesse chiesto a Bokuto, con il quale divideva la stanza, un minimo di conforto, tipo di tenergli la mano, questi l’avrebbe sicuramente stritolato in un abbraccio per confortarlo, ma a Shoyo sembrava di mancar in qualche modo di rispetto ad Akaashi - anche se era certo che l’ex alzatore non l’avrebbe mai considerata tale – e non prendeva così in esame tale opzione.
Sospirò appena e nell’attimo giusto in cui il suo telefono iniziò a trillare.

°° Neanche mezzo secondo di squillo? Eri proprio attaccato devo supporre.°° lo prese amorevolmente in giro Tobio, facendolo inevitabilmente scoppiare a ridere.
E quale balsamo fu per Kageyama quella risata. Inutile dire che anche per lui era dura esser distante dal suo compagno; da quando si erano conosciuti erano stati sempre incollati, come due siamesi praticamente.

Alzandosi, Shoyo iniziò a gironzolare nella stanza, raccontandogli ogni dettaglio del posto, dell’albergo, della prossima vacanza che avrebbero organizzato – aka avrebbe pensato a tutto Tobio, come sempre. Era lui la parte organizzativa – delle cose che avrebbero visto e mangiato.
Certo si erano sentiti via messaggio e audio fin dalla mattina – e Kageyama che era l’uomo anti-tecnologia e anti-social per eccellenza, in seguito alla loro lontananza aveva ben dovuto far pace con quegli aggeggi infernali, che lui di solito lasciava abbandonati nel borsone della palestra per ore e ore, a languire – ma lo stava sentendo dal vivo solo ora.
Appoggiò una mano sulla finestra, vedendo il proprio riflesso sul vetro. Quanto gli mancava… Ovvio, a ventidue anni poteva dichiararsi più che soddisfatto e felice della sua vita, ed era estremamente felice anche per come stava andando quella di Tobio, il semplice fatto di poter condividere queste cose ma… ma sarebbe stato falso se non avesse ammesso che non poter condividere la quotidianità come prima con Kageyama in certi giorni diveniva veramente una cosa opprimente.
°° Shoyo, dimmi che cosa vedi dalla finestra della tua camera. °° lo distrasse la bella voce dell’altro.
- Eh? - rimase per un istante interdetto, rispecchiandosi nuovamente sul vetro, per poi sorridere.
- Dunque vediamo… - aprì di poco la finestra, quel tanto che gli permise di non lavarsi completamente ma di far entrare un po' di aria fresca. La sua stanza si trovava al quinto piano, quindi poteva vantare un’ottima visuale sottostante.
- C’è un combini all’angolo… -
°° Che fantasia…°°
- Ehy! - scoppiando a ridere. Perché sì, potevano anche star separati per settimane intere ma nulla aveva scalfito il loro rapporto e la loro maniera di interagire. E di amarsi.
- Un negozio di ramen di fronte… Poi vediamo… una fontana proprio al centro di strada di fronte l’entrata dell’albergo… -

E Tobio si fermò. Un istante di pausa per poi riprendere a camminare

- Vedessi che colori assurdi ha, Kags! Ogni spruzzo è di un colore differente. -
°° Poi, cos’altro vedi? Qualcosa di interessante. °°
E Shoyo era certo, sentendo la sua voce, che Tobio avesse accennato un piccolo sorriso.
- Ehh ma insomma Kags, cos’è: un gioco a premi? - ridendo per l’ennesima volta ma proseguendo a scrutare sotto di lui. - Oh! Trovato! Pensa: con questo tempaccio c’è qualcuno che, nonostante tutto, sta andando a passeggio. -
°° Descrivimelo.°°
- Hum… vedo solo l’ombrello. - sporgendosi di poco.
°° Di che colore è? °°
Shoyo strinse di poco gli occhi, aguzzando la vista.
- Blu e… -

E Tobio si fermò nuovamente. Sorridendo

°°… e arancione.°°

Il festeggiato corrugò la fronte per un istante, perplesso, notando che l’ombrello si era fermato giusto sotto alla sua camera e che il proprietario stava sollevando il volto. Beh, nulla di strano che Tobio avesse indovinato, d’altronde quei due colori erano un abbinamento molto usuale e… oh, santi numi!
- N-non… non può essere… - mormorò, un tonfo assurdo al cuore, il cellulare che praticamente gli cadde dalle mani.
Fece i cinque piani di scale in volata, a piedi nudi, travolgendo e facendo volare giù di almeno tre gradini Atsumu che si trovava nella sua traiettoria di lancio (😌ndC), gli impiegati alla reception lo videro catapultarsi fuori dalle porte di ingresso.
E Shoyo si fermò solo quando gli fu davanti, con il fiatone, più per l’emozione che per lo sforzo. Volò letteralmente in braccio a Tobio che, come sempre, non lo lasciò cadere e la sua presa forte e sicura lo avvolse.
- Buon compleanno, amore… - gli sussurrò all’orecchio, mentre lo stringeva forte, incurante del fatto che l’ombrello fosse ora a terra e che la pioggia battesse su di loro.
- Ma che… come… cosa…? - mentre si stringeva spasmodicamente a lui, al culmine della felicità. Era certo che il cuore gli sarebbe esploso, mentre si allungava sulle punte dei piedi anche se Tobio, al solito, si era piegato su di lui, quasi ad avvolgerlo.
- Qualcosa di un po' più intelligente da dire, Sho? - si permise di prenderlo nuovamente in giro, al settimo cielo a sua volta, per poi aggiungere – Non mi sarei mai perso il tuo compleanno per nulla al mondo. Appena finiti gli allenamenti son saltato sul primo shinkasen utile da Tokyo. - staccandosi di poco, per prendergli il volto tra le mani e vedere negli occhi dell’altro riflessa la sua stessa felicità.
- Grazie Tobio… grazie… -

 

- Ohyyy! Prendetevi una stanza voi due. -
- E piantala che sei irritante, Tsum-Tsum! Oltre che stalker spione. -
- Lo sai vero, Bokkun, che dovrai sloggiare dalla tua stanotte? -
- Oh… dici? -
- Secondo te? -
(Rosica! Rosica, ‘Tsumu! MUAHUAHUUUAHHUU!NdClau)

 

FINE

 

E tra meno di un mese è il BDay del mio cicciolino adorato tooruso del mio kokoro. Devo onorarlo ed omaggiarlo in tutta la sua magnificenza e splendore e p0rnosità.

Io comunque rido ogni volta che, nella lista dei personaggi, vedo Tobio tra la KuroOi

 

 

*mumblemumble… potrei proprio scriverci una fic

 

 

 

 

 

   
 
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