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Autore: Onda nel silenzio    24/06/2021    2 recensioni
Nami ha la vista annebbiata e nella stiva le luci sono spente, perciò ci mette un po' per capire di chi si tratta.
"Zoro... cosa stai facendo?"
Lo vede abbassare l'occhio su di lei con espressione seria, prima che torni a guardare davanti a sé.
"Ti porto a letto."
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che Zoro si appisoli di tanto in tanto sulla coffa durante il turno di guardia è risaputo. Che Nami si addormenti appoggiata all'albero maestro con una cartina sulle ginocchia e una squadra fra le mani un po' meno.
Zoro getta un'occhiata nella sua direzione, sospirando non appena la mette a fuoco. Lei ha preso quella brutta abitudine da un po' per motivi che gli sono sconosciuti, è la terza volta che gli capita di trovarla in quelle condizioni. Non sarà un navigatore, ma ha abbastanza cervello per capire che creare cartine richiede una precisione chirurgica - è un lavoro che va svolto con mano ferma e su una superficie piana - perciò sa che Nami non disegna quando si mette lì appoggiata all'albero maestro. Perché diavolo lo faccia resta un mistero.
"Di questo passo ti prenderai un malanno" era stato l'ammonimento di Chopper una settimana prima, "dormire poco, e per giunta senza il sonno costante, fa male alla salute a lungo andare", ma lei sembrava averlo ignorato e aveva continuato a fare di testa sua - guai a chi avesse osato contraddirla.
Zoro si acciglia.
Peggio per lei. In fin dei conti non sono affari miei.


Il giorno seguente notano tutti che Nami è meno energica del solito, che parla poco, e a tratti dimentica persino di sgridare Rufy per le sue bambinate.
Eppure Zoro, cinque sere dopo, la ritrova nuovamente addormentata contro l'albero maestro durante il suo turno di guardia.
Quella smorfiosa è davvero uscita di senno!, si ritrova a pensare interdetto.
Quando scende giù dalla coffa si dice che sono comunque guai per tutti, se la loro navigatrice si prende un malanno - peggio che sentirla protestare contrariata alle indicazioni del medico.
Non appena la raggiunge nota che ha la fronte e le guance accaldate.
Perfetto.
Zoro si passa una mano sulla fronte, reprimendo l'impulso di svegliarla in modo traumatico per darle una bella lavata di capo. Fa vagare lo sguardo sulla cartina che lei tiene in grembo, le ginocchia raccolte al petto come a volerla proteggere, un braccio mollemente abbandonato a terra, i lineamenti del volto contratti. Zoro sa che Nami è preda di un sonno agitato.
Accidenti a questa... , borbotta mentalmente, liberando l'ennesimo sospiro esasperato. Le si avvicina cercando di non fare rumore, le passa un braccio sotto le gambe e l'altro attorno alla schiena, e la solleva da terra.


Quando Nami apre gli occhi non sente più il rumore del vento, l'aria fresca sulla pelle, l'odore del legno contro le narici. Non è appoggiata a una superficie dura, bensì sorretta dalle braccia di qualcuno che sta camminando per portarla chissà dove mentre la tiene stretta. Nami ha la vista annebbiata e nella stiva le luci sono spente, perciò ci mette un po' per capire di chi si tratta.
"Zoro... cosa stai facendo?"
Lo vede abbassare l'occhio su di lei con espressione impassibile, prima che torni a guardare davanti a sé. "Ti porto a letto."
Lui sembra accorgersi dell'ambiguità delle sue parole subito dopo averle dette, perché un lieve rossore gli colora le guance - o magari Nami se lo sta soltanto immaginando per colpa della febbre, perché le sembra di vedere rosso ovunque nonostante sia buio.
In ogni caso la replica le sale spontanea alle labbra. "Vorrà dire che la prossima volta che ti addormenterai sul ponte toccherà a me portarti in camera in braccio."
Non sa se sono le ombre della luna che filtrano dagli oblò della Sunny a creare un'illusione ottica, ma per un attimo le sembra di scorgere un accenno di sorriso divertito sulle labbra di Zoro dietro al suo solito velo di serietà.
Nami sta bene fra le sue braccia. È un pensiero semplice, vero e improvviso che la coglie di sorpresa - e quando lui raggiunge la sua stanza e l'adagia sul letto le sembra di essere scesa da una giostra che le piace troppo presto.
"Aspetta" lo chiama, trattenendolo per un polso non appena lui si volta per andarsene. Nami si solleva col busto sul materasso, avvicina il volto al suo e "Grazie", gli dice soltanto, prima di sfiorare le sue labbra con le proprie.
Zoro trasale, Nami lo sente trattenere il fiato mentre si ritrae, lasciandosi ricadere con la testa sul cuscino. È preda di una strana euforia e lo fissa con un sorrisetto furbo, gli occhi che le brillano per la febbre e per il divertimento.
L'espressione sul volto dello spadaccino è impagabile, riflette un evidente disagio e un'autentica confusione.
Quasi quasi le fa tenerezza.
Zoro corruga la fronte alla vista del suo sorrisetto e le dà le spalle.
"Tu sei pazza. "
Se ne va senza aggiungere altro, il suono della risata di lei a vibrargli nel petto.


"Perché l'hai fatto?" le chiede un paio di sere dopo.
"Perché mi andava di farlo" gli risponde lei.
"Volevi attaccarmi la febbre?"
"Forse..."
"Strega."
"Eppure non mi sembra che la cosa ti abbia trattenuto dal tornare da me."
A quelle parole Zoro trasale. Eccoli di nuovo insieme, eccoli ancora lì, a fare un replay di quella serata - lei fra le sue braccia, lui che la stende sul suo letto dopo averla trovata nuovamente addormentata sul ponte.
Nami stavolta gli sfiora una guancia, gli accarezza lo zigomo, e lo bacia indugiando più a lungo sulle sue labbra.
Zoro non si muove di un millimetro, non si ritrae.
"Sei davvero adorabile quando fai il musone arrabbiato" gli sussurra lei, trattendo una risata.
Lui la fissa con aria di sfida, malgrado il proprio volto accaldato le restituisca un segnale inequivocabile. Nami mantiene il contatto visivo con espressione malandrina, finché Zoro non si impossessa delle sue labbra.
La bacia per metterla in riga, col desiderio di destabilizzarla, di essere lui a lasciarla di stucco, stavolta, ma quando la sente attirargli la nuca verso di sé e spingerlo sul letto sopra di lei è di nuovo il suo turno per sorprendersi.
Nami è un brivido imprevedibile, un brivido rosso e infuocato che lo incendia senza preavviso, provocandogli sensazioni ignote.




"Non vuoi sapere perché non dormo più nella mia stanza?"
"No, non mi interessa."
"Fa niente, te lo dico lo stesso. Soffro di incubi da quando abbiamo lasciato l'Isola degli Uomini Pesce."
Zoro non dice nulla, ma stringe la presa sul suo ventre, muovendo appena il pollice per accarezzarle la pelle. L'attira a sé con un gesto che non ammette proteste - ha la schiena troppo fredda, quella dannata incosciente, e le conviene tenerla appoggiata al suo petto e lasciare che lui gliela scaldi.
"Stare all'aperto e sentire il respiro delle onde però mi calma."
Zoro le scosta una ciocca di capelli dal volto. "Non va ancora meglio, se dormi qui?"
Nami si finge pensierosa, ripercorrendo con lo sguardo la coffa. Indugia sul cielo trapunto di stelle, sul sorriso calmo della luna, poi sulle mani di Zoro che la stringono e la tengono al caldo. "Forse."
Non l'avrebbe mai immaginato sino a un paio di settimane prima, ma quelle mani si stanno dimostrando capaci di scaldarle anche il cuore, oltre alla pelle.
Nami sorride a occhi chiusi, animata da un altro tipo di febbre, le labbra di Zoro che scendono a depositarle piccoli baci sulle tempie.
Quella notte dorme un sonno profondo.

Un sonno pieno, senza sogni, dove ci sono soltanto le labbra di Zoro a tenerle compagnia.












Note: ho 'solo' altre 15 one-shot in cantiere, fra cui ce ne sono 3 che sprizzano angst da ogni poro, ma se mi vengono in mente ste cosucce che si scrivono in mezz'ora non posso ignorarle. Un po' di sana tenerezza fa bene ogni tanto, è un ottimo rimedio contro al caldo!
Spero che questa storiella vi sia piaciuta, baci <3
  
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