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Autore: _Tiki_    26/06/2021    1 recensioni
Law aveva sempre avuto idee fantasiose da sperimentare con lui a letto, ma quella volta, constatò Kid, aveva proprio esagerato.
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Dal testo
" “Ti fidi di me?” gli aveva sussurrato sensualmente il moro, baciandogli poco dopo le labbra. Castamente, troppo per una persona come il Chirurgo della Morte.
Lo aveva già fatto altre volte, e mai il seguito si era rivelato positivo per il rosso.
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Questa fanfiction partecipa al WeekEnd of Pride 2021 indetto dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images
[Kid/Law]
Genere: Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction partecipa al WeekEnd of Pride 2021 indetto dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images
Prompt: "Non puoi essere serio... oddio lo sei???"
Note: Non saprei inquadrare bene questa storia; forse si potrebbe considerare come una selfcest, ma bhoXD Spero che vi piaccia lo stesso


Law aveva sempre avuto idee fantasiose da sperimentare con lui a letto, ma quella volta, constatò Kid, aveva proprio esagerato.
 
 
Kid si svegliò di soprassalto, il cuore che batteva a mille dentro la cassa toracica, il respiro pesante ed affannoso. Le immagini residue ancora ben impresse dietro le palpebre spalancate. Doveva essere stato solo un sogno, un improbabile incubo che lo aveva visto come protagonista. Non poteva essere accaduto davvero! Si alzò repentinamente sul materasso, tastandosi il busto ed il volto con le mani, assicurandosi quasi morbosamente che fosse lui. No, no”. Ma i ricordi erano troppo vividi, la sensazione palpabile sulla pelle e il sentimento più strano che avesse mai provato in vita aleggiava ancora intorno a lui. Tanto da farlo affannare, tanto che toccandosi per avere conferma che fosse lui, non si era nemmeno reso conto che si stava toccando con ben due mani, quando, bhe, aveva perso il braccio sinistro da ormai svariato tempo…
 
Si congelò sul posto non appena realizzò. Si guardò con frenesia l’arto in più. La pelle era olivastra, liscia, adornata da linee nere sull’avambraccio e sulle dita. Kid avrebbe riconosciuto quei tatuaggi fino alla notte dei tempi. Con orrore si accorse che anche il corpo non corrispondeva al suo. Era troppo smilzo e le bruciature che avrebbero dovuto percorrere l’intero petto, avevano lascito spazio a delle cicatrici circolari.
E se quello non era un sogno, non lo erano stati neanche gli avvenimenti della sera precedente.
 
“Voglio provare a fare una cosa, Eustass-ya”
 
Alzandosi di scatto, il rosso si parò di fronte allo specchio della propria cabina, squadrando con occhi sbarrati ciò che vi si rifletté. La figura di Trafalgar Law ricambiò il suo sguardo, sconcertato. I capelli neri gli ricadevano scompigliati sulla nuca, l’espressione perennemente apatica si era trasformata in una smorfia sorpresa ed incredula. Vari segni rossastri gli adornavano il collo e le clavicole, e scendevano fino alle impronte sui suoi fianchi.
Kid alzò una mano, confermando che lo specchio non gli stava tirando un machiavellico scherzo, perché quell’immagine riflessa ripeté impeccabilmente ogni suo movimento, seguendolo quando volse i suoi occhi in basso, constatando di avere il macabro jolly roger di Law inciso proprio dove si trovava il cuore. Lo specchiò lo seguì quando sì sfiorò con i polpastrelli quello stesso tatuaggio, trattenendo il respiro. La consapevolezza che dilagava nelle sue viscere.
 
“Ti fidi di me?”
 
I ricordi affiorarono veloci nella sua mente. Law che si presentava sulla sua nave, bello e calcolatore come non mai. Ricordò di come lo aveva letteralmente trascinato nella sua cabina, ordinando a Killer di non disturbare per nessun motivo. Aveva spinto il moro contro la porta appena chiusa, baciandolo senza riflettere troppo sulla (momentanea) carenza di enfasi del compagno. Solo quando il corvino gli aveva posato il palmo sulla bocca facendo arretrare, si era fermato.
 
Voleva sperimentare una cosa, il bastardo, e Kid ci sarebbe anche stato se gli avesse detto cosa volesse sperimentare. Ma Law gli aveva sorriso sardonico, prendendogli le mani nelle proprie e conducendolo silenzioso verso il letto. “Ti fidi di me?” gli aveva sussurrato sensualmente il moro, baciandogli poco dopo le labbra. Castamente, troppo per una persona come il Chirurgo della Morte.
Lo aveva già fatto altre volte, e mai il seguito si era rivelato positivo per il rosso.
 
“Nemmeno se sognassi”
 
Quel bastardo aveva detto solo una notte, solo un piccolo giochino che voleva condividere con lui per qualche ora. Non era nei patti che si svegliasse ancora imprigionato nel corpo di Trafalgar Law! Ma l’aspetto ancora peggiore di tutta quella situazione era che Law, con il suo dannato corpo, non si trovavano più nella stanza. La sua giacca con le piume rosse era sparita, insieme agli occhiali da aviatore e tutti gli altri vestiti che portava il giorno precedente. Al loro posto la felpa e i pantaloni del moro erano ancora sul pavimento dove lui stesso li aveva buttati.
 
E tutto quello era male, molto male. Chissà cosa poteva orchestrare quel dannato con il suo corpo, sulla sua nave!
 
Si vestì in fretta, trovando ridicolo che Law si mettesse quei jeans troppo attillati (Kid non avrebbe mai rivelato a nessuno che indugiò qualche secondo di troppo a metterseli, solo per potersi gustare le linee troppo peccaminose del moro) abbinati ad un maglione di almeno due taglie superiore alla sua.
 
“Hai mai pensato di farti fottere dà te stesso?”
 
Tese la mano verso la porta della cabina, aprendola con i propri poteri, mentre ancora era chino ad allacciarsi gli stivaletti da strega che portava l’altra supernova.
Avrebbe dovuto pensare al fatto che, appunto, si stava allacciando le scarpe dell’altra supernova. Kid se ne accorse troppo tardi, non appena si scontrò con impeto contro la porta della cabina, rigorosamente chiusa.
Imprecò svariate volte, toccandosi il naso con i polpastrelli, controllando che fosse tutto apposto. Non poteva andare peggio. A quanto pare anche i suoi poteri si erano volatilizzati!
 
Con quelle braccine smilze abbassò la maniglia (cioè abbassò! Fosse stato lui avrebbe già sradicato la porta!), precipitandosi fuori e percorrendo a grandi falcate l’ampio corridoio del proprio veliero.
 
“Cosa stai blaterando, Trafalgar?”
 
Si potevano dire molte cose sul conto di Trafalgar Law, ma non che non fosse un uomo pieno di fascino. Kid aveva già ammesso da tempo di esserne un’immancabile vittima, di quel fascino. E come avrebbe potuto resistere, con le dita affusolate del corvino a sfiorargli impercettibilmente il petto, con quelle labbra peccaminose dedite alle cicatrici lungo la sua spalla. Non aveva nemmeno protestato quando Law gli aveva calato dolcemente gli occhiali da aviatore e mentre lo baciava con una calma disarmante li aveva voltati delicatamente, in modo che la fascia nera gli impedisse la vista.
 
Non si fidava del Chirurgo della Morte, è vero, ma a letto era tutt’altro discorso. Le migliore serate trascorse insieme al moro erano iniziate con una benda sugli occhi. Kid si limitò ad aspettare.
Non si preoccupò nemmeno più di tanto non appena sentì l’inconfondibile suono di lama, segno che il maggiore aveva sfoderato la sua nodachi.
 
Le mani di Law erano ormai lontane da lui, e Kid aveva sentito un chiaro brivido freddo percorrergli la schiena.
 
“Sai che con i miei poteri posso scambiare i nostri corpi…?”
 
Sentì le vivide voci della sua ciurma arrivare dalla cucina. Molte ridevano, altre urlavano qualcosa a lui confuso, altre ancora (ed erano quelle più allarmanti) era sicuro intonassero una parola molto simile a “Capitano”. Il rosso affrettò il passo, i denti che scricchiolavano tra loro, l’irritazione palpabile anche tramite quelle inusuali iridi plumbee.
 
-Che cazzo succede qui?!- Kid lo urlò senza riflettere non appena varcata la soglia della stanza, l’immagine più assurda che gli si parava davanti agli occhi.
 
Law, o meglio, Law dentro il suo corpo, era di fronte a lui, spaparanzato comodamente su una sedia, una bottiglia di rum in mano, l’espressione furba, troppo furba.
Se non fosse per quella misera smorfia, invisibile per tutti meno che per lui (dato che era rivolta a lui), Trafalgar Law lo avrebbe impersonificato alla perfezione. I capelli cremisi erano tenuti in alto dai suoi occhiali da aviatore, il rossetto sulle labbra era impeccabile, senza una sbavatura, i suoi vestiti abitudinari. Ed i comportamenti… erano un’imitazione da far invidia! Per un singolo orrendo momento Kid pensò di vedere se stesso da un’altra prospettiva.
 
Poi c’era la sua ciurma… se non fosse stato nella situazione in cui era, probabilmente avrebbe anche riso delle loro facce. Heat e Wire erano allibiti, poteva giurare che le loro mascelle stessero toccando terra, mentre i loro sguardi si alternavano da lui a “Kid”, soffermandosi qualche secondo di più su quest’ultimo come aspettandosi che prendesse precauzioni per ciò che era appena accaduto.
Killer era la loro versione, solo amplificata. Anche attraverso la maschera si poteva vedere lo shock nell’assistere alla scena di Trafalgar Law avere non solo atteggiamenti così estroversi ed esagerati, ma soprattutto mentre stava mancando di rispetto al proprio capitano e alla sua ciurma!
 
“Non puoi essere serio…”
 
Quello era un vero incubo! Vedere i suoi uomini che, ignari della situazione, patteggiavano per quel bastardo dalle curve troppo sexy! E Law se ne stava lì, a godersi la situazione assurda che si era andata a creare (Kid avrebbe ricordato dopo il bagliore omicida che gli aveva rivolto il moro, nel vede il suo corpo atteggiarsi in quel modo ridicolo), un sorriso beffardo e truccato a coronargli il volto. La bottiglia di rum leggermente allungata verso la sua direzione come per brindare insieme.
 
Kid non aveva mai odiato tanto se stesso come in quel momento.
 
Non ci fu nulla che lo frenò e ogni singolo neurone (che fosse suo o dell’altra supernova) andò a farsi benedire. I suoi poteri erano spariti e non aveva idea di come usare quelli del frutto Ope Ope, ma  cavolo se Law avrebbe assaggiato i suoi pugni, anche a costo di farne pagare le conseguenze al proprio corpo.
 
Sentì Law sorridere dietro la benda
 
Non riuscì mai a colpire il moro, il suo slancio in avanti fu prontamente bloccato dai suoi stessi uomini, ancora un po’ storditi per l’intera faccenda, ma facendo un egregio lavoro nel proteggere il loro capitano (fossero stati in un’altra situazione, si sarebbe anche complimentato con loro). Lo spinsero bruscamente all’indietro, ed impreparato in quel corpo tutto ossa, Kid cadde miseramente a terra.
 
-Kid che cosa è successo?!- Killer si rivolse infuriato verso quello che credeva fosse il suo capitano, punti interrogativi a gravitargli incessantemente sopra la testa, la coda dell’occhio sempre puntata verso la figura di Law in modo da impedirgli ogni mossa avventata.
 
Il rosso non seppe se complimentarsi con il suo vice per aver notato all’istante che c’era qualcosa di ovviamente strano in tutta quella faccenda, o rimproverarlo per aver dato per scontato che una parte della colpa fosse sua.
 
“Oddio lo sei?!”
 
Fu strano lo scambio dei loro corpi, Kid sentì solo una fastidiosa fitta al petto seguita da un momentaneo attimo di buio mentale. Ma la vera sorpresa fu quando il “buio” si diradò intorno ad i suoi occhi. Fu assurdo vedere se stesso di fronte a sé, intento a togliersi i suoi occhiali da aviatore. “Così pieno di te da ammirarti, Eustass-ya?” sentì pronunciare dalle sue labbra scarlatte, sensuali come mai lo erano state e mai lo sarebbero state in futuro.
 
-Te sei tutto pazzo- la sua voce era bassa, con un tono involontariamente apatico. Lo disse senza pensarci mentre calava lo sguardo sul suo “nuovo” corpo. Poter per ancor una volta sentire il braccio sinistro fu un’emozione che lo colse all’improvviso e per qualche secondo in più di quanto avrebbe voluto ammettere.
 
Ma poi c’era Law, di fronte a lui, e anche con le sue fattezze lo avrebbe riconosciuto sempre. Gli occhi cremisi fatti furbi, la bocca truccata in un immancabile ghigno che nascondeva un velato affetto. Ed era lì, fermo, aspettando lui.
 
“Dai… sarà divertente”
 
-Killer! Che cazzo, sono io! Non mi riconosci?!- ovvio che non lo riconoscesse, come avrebbe potuto capire che il suo capitano, la mente di Eustass Kid fosse nel corpo del Chirurgo della Morte! Eppure faceva male vedere Killer non accoglierlo con una pacca sulla schiena e stargli al fianco, non come un ordinario compagno, ma come suo fedele amico.
 
Intanto Law osservava la scena da lontano, ancora seduto, la mano poggiata su un ginocchio, il moncherino lasciato scoperto. “Non ho saputo resistere” gli mimò con le labbra, prima di abbandonarsi allo schienale della sedia.
 
Oh… se gliela avrebbe fatta pagare… la prossima volta avrebbe scelto lui il giochino da fare a letto…
 
-Kill… sono io…- utilizzò un tono più pacato, prendendo la saggia decisione di non fare tanto caos, non con quel corpicino gracile che si ritrovava. Osservò il biondo immobilizzarsi nel sentire il nomignolo che solo una persona aveva il permesso di utilizzare, ed, immediatamente, i punti interrogativi iniziarono a diradarsi – Il bastardo laggiù ci ha scambiato- concluse Kid, lanciando un’occhiata assassina verso, bhe, se stesso.
 
“E sarei io quello che vorrebbe farsi scopare da se stesso?”
 
Dopo un primo momento di smarrimento e nel realizzare del tutto che era, a tutti gli effetti, diventato Trafalgar Law, Kid aveva lascito perdere ogni tipo di pensiero.
 
Fu anche ovvio approfittare di quella chance, e senza farsi pregare aveva infiltrato beffardo la mano (rigorosamente la sinistra) nei pantaloni attillati del moro, palpandogli (o palpandosi) il pacco, gli occhi plumbei puntati provocatori nei suoi.
 
-Smetti di giocare con il mio corpo- aveva esclamato infastidito Law, sporgendosi nella sua direzione per poter afferrare il suo esile polso -Oddio…- si fermò un attimo -Davvero sono così piccolo rispetto a te...?- chiese un tantino stupito, lasciandosi del tempo per esplorare anche lui le sue nuove “sembianze”.
 
A quanto pare anche l’altra supernova era rimasta provata dallo scambio, constatò con soddisfazione il rosso.
 
Ma non si diede per vinto, Kid. In quel giochino voleva stare anche alle proprie, di regole -E se invece anche io ti lasciassi fare di me ciò che vuoi?- il timbro di voce di Law era melodioso anche alle sue stesse orecchie, mentre si avvicinava al moro, mellifluo, predatore. Baciare se stesso non fu assurdo come stava pensando solo poco prima, atipico, è vero; tuttavia, gli era sempre piaciuto sperimentare esperienze fuori dal comune…
 
“Hai intenzione di parlare ancora per molto?”
 
-Ehi, vacci piano con le offese…- Law gli puntò un dito smaltato contro -Vorrei farti notare che adesso sei te padrone del mio corpo, e di conseguenza anche dei miei poteri…- calò un silenzio di tomba a quell’implicita rivelazione. La ciurma dei pirati di Kid sgranò gli occhi, girandosi in contemporanea verso colui che doveva, in teoria, essere il loro capitano, rendendosi conto di aver fatto da galoppini per l’intera mattina ad un loro avversario!
 
-Sei te Kid?- Killer lo indicò quasi tremante, ancora indeciso a cosa e a chi credere.
 
-Buongiorno- esclamò esasperato Kid, roteando gli occhi plumbei. Si accomodò sul pavimento della nave, le braccia ad abbracciare le ginocchia raccolte al petto, contento che almeno adesso i propri compagni fossero consapevoli di chi fosse, nonostante le continue occhiate scettiche.
 
Nessuno osò più emettere un fil di fiato, squadrandosi l’un l’altro, indecisi sulla prossima mossa da compiere. La ciurma del minore aveva letteralmente le mani legate, non potendo aggredire nessuno dei due capitani senza causare dei danni anche a Kid. Fu Law a rompere il filo di tensione che si era andato a creare nella stanza.
 
-Allora, Eustass-ya, ti decidi a fare qualcosa- il timbro si fece volutamente più greve e un tantino disgustato al pensiero di come avrebbe proseguito  -O dovrei arrendermi all’idea di restare imprigionato qui dentro?-
 
-Tu! Brutto bastardo!- Kid perse completamente la pazienza, scagliandosi per la seconda volta contro il moro. Ma stavolta nessuno si mosse per fermare quei due eccentrici pirati.

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Nella mia testa Law non aveva pensato al fatto che, scambiandosi con il rosso, non avrebbe più avuto i suoi poteri! Dopotutto anche un calcolatore come lui può fare cilecca XD

Nella speranza che la storia vi sia piaciuta,

alla prossima


_Tiki_
   
 
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