*Note dell'autrice*

La prima introspettiva che scrivo, con accenni sul nonsense.

Non so che dirvi, ora. Che scrivere.

Sarebbero solo stupidaggini e questa storia parla da sé, quindi... Mi auguro solo che apprezziate ciò che ho tentato di esprimere.

Mary

[Dedicata a BlackIceCrystal, l'unica che ha capito veramente cosa c'è dietro la maschera. L'unica che ha capito davvero che vivo e l'unica per cui ho scritto ciò. L'unica che sa. L'unica a cui devo dire Grazie.]

E rido.

A volte ho paura di macchiare.

Ho paura di macchiare il foglio bianco con parole inutili, sciocche, vuote, senza senso, sporche.

Ho paura di sporcare la mente degli altri come già la mia mente lo è. Ho paura di dire quello che penso perché gli altri possano provare pena, offendere, puntare il loro dito contro di me.

Io, che li ho sempre voluti aiutare, che ho sempre voluto fare qualcosa per loro.

Io, che mi sono sempre prostrata ai loro piedi quando avevano qualcosa da chiedere, quando volevano qualcosa da me.

Io, che mi do ogni volta della stupida per non riuscire ad odiarli come vorrei e che ogni volta li perdono, sorridendo.

Li odio, ma non riesco ad odiarli.

Odio, ma non riesco ad odiare.

Io li guardo, li vedo, soffro.

Loro mi guardano, ma non mi vedono veramente.

Si sono mai chiesti chi sono? Si sono mai chiesti se vivo, o pensano che io esista soltanto?

Hanno mai pensato che forse anche io ho un cuore?

No. Perché sono egoisti. Perché tutti siamo egoisti. Perché anch'io lo sono. Ma li vedo, li ascolto, li aiuto.

Io do.

Do l'amore che provo, do l'affetto, l'amicizia.

Rido quando vedo che non mi danno niente indietro.

Rido per non piangere, perché piangere non serve a nulla. Perché le lacrime sono diventate troppe e non ne ho più. Perché non serve a niente piangere sempre per le stesse cose. Perché ormai non ci riesco più.

Perché anche se piango la gente non cambia.

E non cambierà mai. E non capirà mai.

E provo ad odiare, a smettere. Ma è impossibile.

Perché mi sento bene quando li aiuto, perché mi sento bene quando mi sorridono, quando mi parlano.

Perché mi sento bene anche se so che fingono, perché sono gli unici sorrisi che mi concederanno. Gli unici sorrisi che avrò.

Ed aspetto ogni volta quei momenti e sono patetica, perché non riesco a farne a meno.

Perché quando aiuto loro aiuto me stessa. Perché lo faccio per sentirmi bene, per sentirmi pulita, per sentirmi e basta.

E lo faccio perché sono sola e ho paura di perdere anche quella piccola menzogna, perché potrei sprofondare nel buio.

E vorrei vivere nella notte, nell'oscurità, per non dover combattere con la falsità del giorno.

Perché a volte la luce fa male. Troppo.

E vorrei vivere sotto la pioggia e bagnare ogni singolo centimetro del mio corpo e della mia mente.

E lo faccio per sentirmi pulita.

E vorrei camminare al tramonto sulla riva del mare, da sola, stando bene con me stessa.

Per non dover sentire il bisogno di avere qualcuno al mio fianco.

Ma non posso. Non ne sono capace.

E continuo.

Continuo a sorrider loro e perdonarli, a sperare che abbiano capito, a sperare che non mentano.

Cerco di vivere nel giorno, sorridendo veramente. Cerco di dire ciò che penso.

Do, do, do, do.

E rido, perché nulla cambia.

E penso.

E spero.

E desidero.

Desidero di trovare qualcuno che non menta, di trovare qualcuno che mi capisca.

Desidero di avere il coraggio di dire ciò che penso.

Desidero di sentirmi bene anche senza la menzogna.

Ma continuo a farlo.

E lo faccio per me.

E lo faccio perché ne ho bisogno.

E rido.

E ho paura.

E sono egoista anche io, forse più di tutti.

E per questo macchio il foglio bianco.

Scrivo parole inutili, frivole, vuote, sporche.

Solo perché ho paura di vedere anche il foglio bianco.