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Autore: _leviackerwoman_    04/07/2021    2 recensioni
[ Crossover Good Omens x Harry Potter ]
Quando un angelo incapace di esprimersi chiaramente incontra un demone dalla fiducia in sé e negli altri pressoché inesistente, aggiungendo poi l'ansia di ritrovare un Anticristo disperso, state certi che non ne uscirà nulla di buono.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Piccola nota: ho apportato qualche leggera modifica alla storia originale per far quadrare i conti, successivamente capirete il perché!
Colgo anche l'occasione per dire di essermi ispirata ad una fanart trovata per puro caso ma che ho sfortunatamente perso, da lì sono giunta fino a questa storia che doveva essere una flash-fic ma che ho inevitabilmente portato per le lunghe. Ultimo avviso: sarà che non sono esperta di efp ma non mi è più stato possibile riuscire a formattare i due ultimi dialoghi e ora sono in quelle condizioni. Mi scuso per il disagio e buona giornata!



2008

È ormai chiaro sia al demone sia al suo per natura nemico angelo, che l'Anticristo si sia volatilizzato, la modalità però non è ancora arrivata alla comprensione delle due entità. Lo hanno capito entrambi quando, presentatisi sotto mentite spoglie al diplomatico americano, l'uomo ha detto loro di non avere alcun figlio.
Un paio di ore più tardi i due si ritrovano a camminare l'uno accanto all'altro per le strade di Londra e alla ricerca di ogni possibile indizio che possa ricondurli al vero figlio di Satana; Aziraphale è visibilmente preoccupato, nemmeno le due soste fatte in pasticceria lo hanno calmato a sufficienza e sistemarsi ripetutamente il papillon di tartan non sortisce lo stesso effetto calmante di sempre. Crowley è al suo fianco ma non lo degna di uno sguardo per varie ragioni che possono andare dal non voler farsi scoprire a fissarlo più del dovuto, com'era già successo una volta, all'essere troppo occupato a scrutare con minuziosa attenzione ogni passante e dettaglio della zona che potesse rivelare il passaggio demoniaco della creatura.

Lo sconforto e il malcontento aumentano con il passare dei giorni e tre settimane di intense ricerche più tardi Crowley e Aziraphale sono a Bracknell, una cittadina della contea del Berkshire. Nessuno dei due riesce a spiegarsi come siano giunti fin lì e quella, insieme a "Dove accidenti si trova quel marmocchio?" è la domanda più ricorrente durante l'escursione. Bisogna però dire che in fin dei conti l'uno gode della compagnia dell'altro, nonostante siano troppo orgogliosi e forse un po' spaventati per ammetterlo –almeno è questa l'impressione che ha il demone, durante una delle sue riflessioni nel Surrey–. Avrebbero potuto cercare il figlioccio ognuno per conto proprio, eppure quasi ogni sera si erano ritrovati nel retro della libreria di Aziraphale ad architettare nuovi piani e a scoprire nuovi paesini in cui cercare il potenziale distruttore della terra. Ogni momento passato insieme acquistava un valore che entrambi stavano lentamente scoprendo. Era venuto fuori che Aziraphale avesse bisogno di un po' della follia che caratterizzava il demone e Crowley della razionalità di Aziraphale, utile soprattutto quando i loro fondoschiena eterei si erano ritrovati in non pochi guai. Erano diventati un'ottima squadra e in una parte recondita della mente di Crowley era iniziato a farsi strada un pensiero che mai aveva sfiorato la mente di un demone qualunque.


«Crowley, diamoci un taglio. Non può funzionare così.»
 

L'angelo dai capelli platino sbotta in un pomeriggio di mezza estate, dopo aver seguito per circa tre ore l'ennesima pista sbagliata. Crowley lo guarda con una smorfia confusa sul volto e si toglie gli occhiali, chiedendosi se quel giorno l'angelo non abbia preso troppo sole in testa.


«Tutto questo non ci sta portando da nessuna parte! Forse... Forse dovremmo separarci.»
 

Ora Crowley ne ha la certezza assoluta: Aziraphale è impazzito. C'è qualcosa nel tono di voce che lo spaventa? È troppo serio, troppo deciso di ciò che sta per dire e basta quello sguardo a farlo ammutolire.


«Angelo, di che cosa diavolo stai parlando? Hai preso troppo sole in testa?»
«Crowley, sto dicendo che dobbiamo separarci. Dobbiamo prendere due strade diverse, tu andrai per la tua e io per la mia. Guardati intorno! Sono stanco di girare a vuoto. Le nostre idee, i nostri piani... Non funzionano insieme. Dividerci è l'unica soluzione possibile.»

 

Dov'era andata a finire la complicità che Crowley credeva di aver trovato in Aziraphale? Con lo scorrere degli attimi il demone si ritiene sempre più stupido per aver solo immaginato che tutte le attenzioni che l'angelo gli ha riservato negli ultimi tempi potessero mirare a qualcosa che fosse più di una collaborazione tra colleghi inusuali. Dalle parole di Aziraphale è chiaro che tale complicità sia solo esistita nella testa del demone, nulla di più. La creatura dai capelli fulvi guarda l'angelo senza batter ciglio, poi si riprende dallo stato catatonico nel quale era caduto per circa due minuti e annuisce con vigore un paio di volte, come a volersi dare coraggio. Serra le labbra e scrolla le spalle mentre indossa nuovamente gli occhiali da sole e si muove nella direzione opposta, facendo un cenno di addio all'angelo che si sta lasciando alle spalle.


«Come vuoi, stammi bene.»


2019

A circa venti chilometri di distanza dall'angelo, nel rettilario di Little Whinging un serpente nero dal ventre rosso ha intenzione di passare le ultime ore di apertura a farsi ammirare dai visitatori; questi ultimi, con dispiacere del demone sottoforma di serpente, non sembrano particolarmente interessati e così Crowley si ritrova a poltrire ancora più abbattuto del giorno in cui era arrivato lì. Un pizzico di magia demoniaca era stata utile per impedire ai custodi del padiglione di farsi domande su come fosse arrivato dal nulla un rettile lungo più di tre metri. Per gli esseri umani quel rettile era sempre stato lì.
Lì esattamente da ben undici anni, subito dopo essere scappato da quell'angelo ingannatore. Per natura gli angeli non dovrebbero essere creature pure e fatte interamente di amore? Come potevano essere così crudeli da giocare con i sentimenti di un demone? Nella mente di Crowley l'ultima domanda suona talmente ridicola che abbandona l'ennesimo sibilo frustrato.


«Lo so, deve essere fastidioso. Ti capisco, mi sento così in ogni momento.»
 

A parlare è un bambino strano, un po' ossuto e con due occhi azzurri, occhiali tondi e una strana cicatrice sulla fronte. Lo osserva come se potesse capire quella prigionia, che a dire il vero è più un esilio volontario, ma c'è qualcosa in quel ragazzino che spinge Crowley a sollevare la testa squamata e a osservarlo con più attenzione.


«Da dove vieni?»
 

Quel ragazzino chiamato Harry continua a fare domande alle quali Crowley sa come rispondere, difatti con la coda indica la targhetta sulla quale è riportata la provenienza, l'Australia. Anche questo trucchetto è il frutto di una serie di miracoli volti a creargli una vera e propria identità. Non sa perché, ma la creatura demoniaca è interessata a quel bambino che sta realmente comunicando con lui, del resto è la prima compagnia decente dopo anni di solitudine, perciò in fin dei conti quell'essere non lo irrita così tanto, nonostante le sue siano troppe domande.


«Com'è l'Australia?»
 

Per un solo istante Crowley si trova impreparato, non ha idea di come rispondere (ma prima di tutto come può un serpente normale rispondere a un bambino?), per sua fortuna però il cartello "cresciuto in cattività" posto poco al di sotto della targa fa capire a Harry che quell'essere apparentemente innocuo non ha mai visitato il proprio paese di provenienza; il ragazzino non fa in tempo ad aggiungere altro che viene scaraventato a terra da un altro della sua stessa età all'incirca, ma dalla stazza completamente opposta. Quello che segue è un momento di panico generale e confusione totale: il vetro del padiglione che protegge i visitatori da Crowley-serpente sembra essersi volatilizzata, così il bambino grassoccio e prepotente finisce al suo interno e rettile e umano si fissano per un breve ma decisivo secondo: al demone basta quel frangente a lanciare un'occhiata al bambino paffuto per fargli anche solo immaginare cosa potrebbe accadergli se continuasse a fare il prepotente.
Ha l'assoluta certezza che non sia stato lui a far sparire la protezione in plexiglass, certezza che viene meno quando collega i fatti e giunge alla conclusione che sia stato proprio quel bambino magrolino a farlo. E se fosse lui l'Anticristo che sta cercando? Deve assolutamente rimettersi a lavoro e scoprirlo.
Approfittando della confusione, del terrore perlopiù, che regna nel rettilario, Crowley sgattaiola dalla teca ormai incustodita e striscia verso l'uscita, fermandosi prima davanti ad Harry –il quale si trovava ancora per terra– per esaminarlo con attenzione, ma qualcosa sembrava non quadrare. Forse non era lui. Quel ragazzino ha sicuramente qualcosa che va oltre l'essere un semplice essere umano, ma quel qualcosa non sembra essere il risultato di un inganno fatto da quelli dei piani bassi. Forse Crowley avrebbe dovuto fare delle ricerche per conto proprio.


«Grazie, piccolo sssconosciuto.»
 

Sibila il demone facendo un lieve cenno con il capo prima di dileguarsi, seguito dalle grida e dalla fuga in massa dei visitatori sventurati che hanno assistito alla fuga di un serpente potenzialmente pericoloso.

La priorità di Crowley non è cercare l'Anticristo o scoprire se quel bambino vi avesse a che fare, la sua priorità è ben altro: aveva sentito un inconfondibile odore di vaniglia e un lieve accenno di cannella, forse un solo pizzico di lavanda. Conosceva fin troppo bene quel profumo e qualcosa gli aveva detto di scappare e così decide di fare. Dopo il modo in cui si sono lasciati undici anni prima l'ultima cosa che Crowley vorrebbe fare è incontrare Aziraphale, non ha intenzione di essere accusato di starlo pedinando, dopo che l'angelo stesso gli ha detto che sarebbe stato meglio separarsi. Con chi credeva di avere a che fare? Non con uno stupido.

A distanza di un paio di metri, un Aziraphale sbigottito assiste senza proferir parola alla fuga di donne e uomini terrorizzati, tutti seguiti da un serpente nero sia di colore che di umore, che sembra aver preso di mira un bambino in particolare. Con un sospiro a metà tra il sollievo per averlo ritrovato e il frustrato perché Crowley è davvero l'essere più imprevedibile e assurdo, Aziraphale schiocca le dita fino a raggiungere il rettile evaso; il malcapitato è convinto di essere riuscito nel suo piano e, per quanto la forma di serpente possa permetterglielo, sghignazza con fare trionfante.

 

«SEI UN IDIOTA, CROWLEY.»


La corsa alla libertà di Crowley termina con la mano dell'angelo stretta attorno al collo del serpente. Con un altro piccolo miracolo che spera di far passare inosservato ai piani alti, Aziraphale ha riportato entrambi in quello che sembra essere un parco un po' squallido, ma perlomeno deserto.

«Ti ho detto di separarci per trovare più in fretta l'Anticristo! Per l'amor di Dio, perché sei sparito? E cosa avevi capito? Ti sto cercando da undici anni, idiota di un demone!»

 

   
 
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