Un'auto
scura sfrecciava per
le strade, incurante dei limiti di velocità. Al suo interno, una
ragazza
cantava a squarciagola, sotto lo sguardo scocciato del fratello.
«...trottolino
amoroso...»
non era fastidiosa, anzi.
«La vuoi smettere
Emma??
Sono due ore che canti ste strazio di canzoni!» sbottò l'altro.
«...il nome di ogni
città…»
«Emma…»
«…un gattino arruffato
che miagolerà…»
«EMMA!» gridò lui
spegnendo la radio «Ora
hai davvero stufato!!! Avrai pure una bella voce, ma
non rincoglionirmi ancora di più di quello che tu non abbia già fatto!!!»
«Ehi calma, bastava
solo
chiederlo…»
«Perché io cosa ho
fatto?»
«Incanta l’autovelox,
Alex, piuttosto»
«Guarda che non ce ne
sarebbe bisogno, se tu andassi a velocità umana…sei un pericolo per i
babbani!»
disse lui puntando poi la bacchetta verso una aggeggio giallo al
margine della strada.
Nella
macchina ritornò il
silenzio. Fu Alex a romperlo.
«Sai quanto manca?»
La ragazza sospirò.
«Siamo arrivati»
davanti a loro vi era un cancello di una villa lussuosissima, con un
parco
enorme. Sul metallo vi era una “M” riccamente decorata.
Qualcuno al suo interno doveva essersi accorto dell’arrivo dei ragazzi,
visto
che in cancello si aprì. Le ruote della Mercedes scricchiolavano a
contatto con
la ghiaia del sentiero, che portava al retro nel maniero.
La
figura di una donna esile
sbucò fuori dalla casa, seguita da un uomo biondo e da un ragazzo.
Emma
non fece in tempo a
scendere dalla macchina che la zia la travolse.
«Oh, Emma, cara! Come
stai? Il viaggio è andato bene?»
«Sì zia, tutto bene…»
mormorò lei, cercando di respirare, ancora stretta nell’abbraccio di
Astoria.
Nel frattempo Alex aveva salutato il marito della donna e Scorpius, il
ragazzo,
che ora stava venendo incontro alla ragazza.
«Cuginettaa! Non
vedevo
l’ora che arrivassi!»
e si fiondò su di lei, scansando la madre, alquanto
contrariata dal suo atteggiamento.
«Ciao Scorp!» esclamò
Emma vedendolo. I due erano cugini, ma si consideravano come
fratelli. Lui aveva quindici anni,
lei 16.
Una volta allontanato il cugino, Emma riuscì a salutare lo zio.
Parlavano
del più e del meno, quando
un elfo domestico, con indosso uno straccio consunto fece la sua
apparizione
con un sonoro “crack”.
«Signori Malfoy, il
pranzo è in tavola»
poi si accorse dei due “ospiti”, e fece loro un profondo
inchino «Signorina
Malfoy, Singnor Malfoy, è piacere vederla» disse, e poi sparì
nuovamente.
«Anche per me, Elburg» risposero i due -Emma sghignazzando..si era sempre divertita a far saltare i nervi a quell'elfo, che però non poteva fare niente-.
Si
diressero verso la sala
da pranzo. Il Malfoy Manor era enorme, e ci misero cinque minuti a
raggiungerla. Draco era a capotavola, alla sua sinistra c’era Astoria e
poi
Alexander. La ragazza era vicino a Scorpius, alla destra dell’uomo.
Nonostante le cose
da dire sarebbero state tante, la cena fu stranamente silenziosa. I due
fratelli non poterono fare a meno dei loro
genitori, e i gli altri non sapevano che dire.
I
signori Malfoy (i genitori di Emma e Alex) erano stati
ritrovati morti, in un bagno di sangue, nella loro villa…e di
conseguenza i due
figli erano rimasti orfani. Nonostante il più grande fosse già
maggiorenne, sotto
invito degli zii, avevano preferito andare a Malfoy Manor. Le loro
famiglie
erano sempre state molto unite, nonostante Lucius e Ewan (il nonno di
Alex e
Emma, fratello di Lucius) si erano sempre detestati.
«Ah…spero non vi dispiaccia, ma domani abbiamo ospiti» disse Draco guardando i due fratelli. «...però Emma se non sbaglio li conosci…i Potter»
«Nessun problema,
figurati! Comunque io conosco solo Albus, ma so che ce ne sono altri
due…» rispose la ragazza.
«...Lily e James...»
concluse Scorp al suo posto. «...però
ce li avremo tutti a pranzo…ti avverto,
Potter grande è un grandissimo co…»
«Scorpius!» lo
rimproverò Astoria.
«Mamma è semplicemente
la
verità!» rispose
lui alzando le spalle.
«Comunque...» riprese Astoria,
lanciando un’occhiataccia al figlio «James
è della tua
stessa età, quindi
frequenterete insieme delle lezioni –spero non tutte, sennò saresti
Grifondoro-
a Hogwarts. E Lily deve fare il terzo anno, se non sbaglio»
Parlarono
per il resto della
sera.
«Ora io vado a
letto..sono stanca, e devo sistemare un po’ i bagagli…» annunciò Emma verso
le undici. Gli altri risposero con un pigro "buonanotte". Salì le
scale, e una volta individuata la sua stanza, si ci chiuse dentro.
Senza nemmeno cambiarsi si sdraiò sul letto, esausta; e Morfeo l'accolse tra le sue braccia.
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Angolo dell'autriceBene...ciao a tutti!
Questa è la prima FF che scrivo, quindi è un po' 'na schifezza -.- Però dopo una dose di coraggio degna di un Grifondoro, ho deciso di pubblicarla! Non sono mai stata un asso a scrivere, ma a volte mi piace farlo. Mi scuso in anticipo per eventuali errori.
Dunque...la protagonista è Emma Elizabeth Malfoy, e siamo nella nuova generazione, come si è potuto capire ^^
Se vedo che non piace, non la continuo...però, mi piacerebbe che voi commentaste!
Alla prossima!