We - solo noi
Capitolo 1
Divertimento. L’unica cosa che in quella serata non mancava era di
certo il divertimento.
Il primo pazzoide che andava su una cabriolè
a tutta velocità per le strade di New York era Naruto
Uzumaki, un rimandato a vita, che, a vent’anni, aveva
il diploma dell’asilo nido. Era un biondo desiderato dalle ragazze, se ne
frullava almeno cinque al giorno.
Il secondo era Sasuke Uchiha. Un giovane molto attinente alle regole, e
dolcemente soprannominato “Secchione”, perché prendeva
tutte A+ a scuola. Anche lui
ventenne molto amato dalle ragazze che lui chiamava “Noiose Galline Pettegole”
che, abbreviato era, NGP. Quando le ragazze si sentivano
dire questa sigla, scoppiavano in lacrime, capendo che non era cosa.
Affermava che sarebbe rimasto scapolo per sempre, ma una storia durata l’intero liceo c’era stata, e l’aveva segnato: Sakura Haruno. La prima ragazza ad essere
sopranominata “NGP” dallo stesso Uchiha, alla fine
della scuola.
Tornando alla serata, questi due pazzi andavano in giro su una Cabrio decapottabile, rossa
fiammante, in piedi con i capelli al vento. Per la loro incolumità, il padre
del biondo Uzumaki, artista e scrittore conosciuto in America e nella sua città
natale, il Giappone, aveva fatto installare il navigatore
automatico, in caso ci fosse stato “bisogno”.
Quello, però, non era un“Bisogno” ma “Follia Pura”. Sbronzi com’erano,
urlavano a tutte le ragazze che passavano di lì “W CHI ME
Dopo una mezz’ora buona, presero l’autostrada, guidando normalmente.
Naruto aveva mezza cravatta slacciata e la giacca sbottonata, e guidava a
massima velocità, fregandosene degli Auto-Velox.
Sasuke, dopo urla e tanta birra, era dolcemente
accoccolato al sedile affianco al guidatore e, con tutta la grazia del
mondo, russava come un suino.
A svegliarlo fu il biondo, che accese a tutto volume lo stereo, facendo
partire “I Like To Movie it” a tutto volume,
cominciando a cantare.
- Naruto! Che cazzo hai
nel cervello!- disse cambiando canzone e trovandosi “ Thriller” di Micheal Jackson.
- Questo poi!- replico il biondo, spegnendo lo stereo. Silenzio. A interromperlo, fu l’aggeggio telefonico dell’Uzumaki, che
rispose prontamente “Yo!”.
La vocina che proveniva dall’apparecchio era quella del padre, che
chiedeva dove fossero.
- No, papi… non torno a casa prima delle sette… si, sto fuori con
Sasuke… no che ho strane intenzioni…si sono ubriaco,
ma questo non vuol dire che sono Gay… si… si… si…si… ok,
papà, basta. Ho capito. Si, gli lavo io i piatti…
passo io lo straccio… basta… cia…si! ciao!- chiuse irritato.
- come, stiamo fuori tutta la notte?- chiese
sbadigliando.
- si… ho affittato una camera…se no quel deficiente di mio padre
potrebbe iniziare a farmi pulire- si giustificò.
- ok, ma che centro io?- chiese infastidito.
- non vuoi venire? Ok! Ti porto a casa- fece per imboccare l’uscita verso casa di Sasuke, ma lui lo
fermò.
- stavo scherzando…razza di Dobe
– fece una smorfia esortandolo a continuare a guidare.
- Dobe? Ti ci metti anche tu con questi
termini Giapponesi? TEME!- disse di rimando.
- Teme è Giapponese, Dobe!-
gli diede uno scappellotto,
- e vabbè…mio padre
mi contagia- alzò le spalle.
- mmmh… stai zitto, Dobe…-
si accoccolò di nuovo al sedile, ritornando a dormire.
- non sa resistere nemmeno a una sbronz… ARGHH!- sbadigliò anche lui – lo ammetto, sono
stanco- disse grattandosi un occhio. Così, impostò la destinazione sul TomTom di ultima generazione, e
mise il pilota automatico, impostando il tragitto anche su di esso. E così anche lui si addormentò.
Qualche ora dopo, un fastidioso “bip” svegliò Naruto, annunciando
l’arrivo a destinazione. Stava per chiamare Sasuke, quando il suo viso angelico
lo fece arrossire, e decise di non svegliarlo. Lo caricò a sacco di patate, e arrivo
all’entrata. Confermò alla reception, e salì con
ancora il bruno in spalla. Lo posò delicatamente sul letto dove si sistemò
anche lui. Gli tolse le scarpe, i guanti, il capello, delicatamente lo strucco
dalla pesante matita,e gli tolse la giacca facendolo
restare i boxer a torso nudo. Guardandolo arrossiva, anche se alle gite
scolastiche lo vedeva sempre cambiarsi, non gli era mai apparso
così…così…bello. Proprio bello. Adesso
che erano soli, per di più, era ancora più bello, alla luce della luna delle
2.30 del mattino. Gli infilò il pigiama del’albergo poggiato sul letto, e andò in bagno per farsi
una doccia. Sasuke aprì gli occhi, e si rese conto di essere stato preparato da
Naruto. Disgustato all’idea del migliore amico che lo spogliava senti la doccia scrosciare, e un fastidioso fischiettare
provenire da essa.
Si alzò constatando che il corpo snello dell’amico di muoveva su e giù
per insaponarsi. Arrossì tremendamente, anche se l’aveva
visto farsi la doccia un milione di volte in piscina.
Lo aspettò disteso sul letto, ma non ce la fece, e si addormentò
profondamente. Naruto finì la doccia e si affaccio per
vedere se effettivamente era tutto a posto. Ritornò in bagno per vestirsi, e
subito dopo si adagiò piano sul letto, senza svegliare l’amico, che dormiva
beatamente. Gli accarezzò, forse inconsapevolmente, il viso
liscio, e il corpo di Sasuke si mosse piano a quello stimolo così
leggero da dar fastidio. Lui sorrise, guardando gli occhi del ragazzo aprirsi,
e lo salutò con un sorriso sincero, uno dei suoi migliori.
Sasuke lo guadò male di rimando, girandosi dalla parte opposta. Prese a
russare. Nel forte rumore, si sentivano cose tipo “dico a tuo padre che mi hai
stuprato… stupido…mio…dobe” .
Naruto lo guardò male, quella minaccia non prometteva
nulla di buono. Sbuffò leggermente, per poi calarsi tra le braccia di Morfeo.