Non era amore
 

Non era amore.

Era solo un secondo di debolezza, un attimo di cedimento, un momento in cui il suo cuore vacillava, ma non era amore.

Era solo che Merlin era un ragazzo un po’ più giovane che aveva tante cose da imparare, ed era anche una persona con cui passava tanto tempo, e quindi ogni tanto l’anima di Arthur si ingannava, si smuoveva in un modo in cui non doveva.

In realtà, forse non aveva neanche a che fare con Merlin. Forse era la fame dopo una giornata di allenamento, o il sonno dopo una seduta particolarmente pesante con suo padre, o la sete in un’estate torrida. Un’insolazione. Un principio di raffreddore.

Il modo in cui le sue labbra si piegavano per sorridergli, in cui i suoi occhi si illuminavano di orgoglio e affetto e sollievo ogni volta che il principe vinceva un torneo, in cui le sue lacrime scendevano quando la tristezza lo colpiva inaspettatamente.

E c’era quel qualcosa, una forza pulsante e viva, luminosa, vibrante, che non c’era in nessun altro, inimitabile e sincera e che sembrava accarezzare la pelle di Arthur anche quando il suo servitore non era presente, consolandolo e consigliandolo silenziosamente.

Non era amore, non era amore, non era amore, non era amore…

Il principe alzò lo sguardo dal fuoco e incrociò quello del moro dall’altro lato.

Lui gli sorrise.

E bastò quello perché il mondo sembrasse meno oscuro.

Non era amore.

Era solo un secondo di confusione, un attimo di abbandono, un momento in cui il suo cuore sembrava ingrandirsi, ma non era amore.

Era solo che la missione di Merlin era divenuta devozione, la sua fede nella profezia fede in Arthur, ed era anche che lo serviva tutti i giorni tutto il giorno da anni, e in fondo aveva anche imparato a conoscerlo oltre ogni corazza, ogni corona.

In realtà, aveva sempre tutto a che vedere con Arthur. Quando sentiva uno sguardo che lo seguiva per la sala dei banchetti, quando qualcuno gli ripeteva per l’ennesima volta quella dannata storia di quella dannata era d’oro, quando dopo una giornata a raccogliere erbe per Gaius non vedeva l’ora di tornare indietro. Ogni sua azione. Il vibrare della sua magia.

Il modo in cui il suo corpo si rilassava quando erano soli nella foresta, in cui quelle risate beffarde si erano fatte sincere, in cui lo toccava per averlo vicino e per essere certo fosse al sicuro.

E c’erano quegli sguardi che gli lanciava, morbidi e gentili, autentici, privati, come se non ci fosse nulla al mondo che potesse desiderare a parte lui, la sua vicinanza, il suo… il suo…

Non era amore, non era amore, non era amore, non era amore…

Merlin alzò lo sguardo dal fuoco e incrociò quello del biondo dall’altro lato.

Gli sorrise spontaneamente, senza volerlo.

E bastò quello perché il mondo sembrasse meno pericoloso.

Note di Elfin
Buon pomeriggio a tutti :3 Innanzitutto grazie per essere passati. Ho scritto questa cosina ieri sera mentre cercavo di andare avanti con la mia prossima long ed ero presa dallo sconforto perché mi sono resa conto che un pezzo che doveva essere di 15 pagine è venuto fuori di 27 e quindi so già che il mio piano di fare soli 10 capitoli sta andando a parare su una ff da 20 *inizia a ridere, ma poco a poco la risata scema in un'espressione avvilita*
In ogni caso, smetterò mai di fare ff minuscole di amori vissuti da lontano? Probabilmente no. Inoltre devo avvisarvi che ho una strana sensazione per questa ff: forse c'è un pezzo che ho involontariamente preso da qualcos'altro. Avete presente quando scrivete qualcosa e c'è qualcosa nel vostro cervello che vi dice che vi è familiare, ma non avete la più pallida idea di che cosa stia parlando? Una volta mi è successo su una cosa che poi ho scoperto di aver ripreso da me stessa, ahahah. Niente, se qualcuno riconosce in questa ff una qualche altra storia, mi spiace, era assolutamente non voluto, segnalatemelo!
Quindi niente, spero che questo pezzo vi sia piaciuto <3
Kiss