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Autore: Dorabella27    19/07/2021    8 recensioni
Questa storia inizia quasi vent'anni dopo il 1789, quando la Rivoluzione è ormai un lontano ricordo e la Francia vive i fasti del Primo Impero. Siamo nel campo del what if, anche se per sapere dove sia lo switch, il punto di svolta, l'anello della catena che non tiene - per dirla con Qualcuno - e che ci dà una diversa versione dei fatti rispetto a quella di Madame Ikeda e di Dezaki, vi chiedo di pazientare, poiché, lo sapete bene, la linearità - lo avete visto - non è il mio talento, ma tutti i pezzi andranno al loro posto, alla fine. O, almeno, lo spero. Insieme, mi è venuta questa idea, forse un po' pazza, un po' cercando di riabilitare (ma ne ha poi bisogno?) il buon conte di Fersen e un po' riguardando per l'ennesima volta un film che mi è molto caro (non quello di Demy). Buona lettura a chi vorrà seguirmi in questa che sarà una cavalcata a ritroso negli anni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Robespierre
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.
L'inverno moriva, assai dolcemente.  Il giorno dopo sarebbe cominciata la primavera.  Era il 20 marzo 1807.
Da quanto tempo non tornava davanti a quel cancello, da quanto non rivedeva le architetture severe ed eleganti di quel palazzo? Quindici, diciassette, no, diciannove anni; e da più di quindici non metteva piede in Francia. Eppure, per molto tempo, quel palazzo era stato il luogo che più facilmente associava all'idea di "casa", nonostante la sua bella dimora alle porte di Parigi, dove lo aspettava sempre il suo affezionato precettore, Gustavsson, che per lui aveva avuto l'affetto e le premure di un padre, nonostante i suoi frequenti ritorni a Stoccolma, nonostante i frequenti, lunghi soggiorni nella casa della sorella Sophie, con cui poter parlare la sua lingua materna, e, soprattutto, con cui condividere i ricordi di famiglia. Inutile: per il conte di Fersen "casa" era Palazzo Jarjayes, e per molto tempo Oscar era stata la persona che avesse sentito più vicino a sé, che più aveva ammirato, e che, insieme con André, aveva portato qualche sprazzo di corrispondenza umana, distensione, amicizia, in anni in cui i pochi, esaltanti momenti con Maria erano stati come isole luminose in un lago grigio di dolore e maldicenze della corte, dolore e squallidi pettegolezzi che rimbalzavano per le vie di Parigi, immortalati in volgari pamphlet dalle illustrazioni sconce, per non dire pesantemente pornografiche.
Perché lui era lo straniero, l'uomo che era arrivato da una terra semiselvaggia a corrompere la già corrotta regina venuta dall'Austria. Due stranieri che si amavano in quel teatrino di cartapesta laccata d'oro che era Versailles, fra una miriade di visi malevoli, di cortigiani invidiosi, che avrebbero voluto essere al suo posto nel cuore della regina, e per questo pronti a disprezzarlo, e di contesse e baronesse invidiose dell'adorazione che lui dedicava a Maria, perché nessuno le aveva mai guardate con gli occhi di un uomo veramente innamorato.
Fersen ricordò una sera, poco prima della decisione di imbarcarsi per l'America; era capitato a Palazzo Jarjayes una mattina, quando, dopo una notte di sogni tormentosi, si era messo a cavallo senza quasi sapere dove andare; Oscar e André l'avevano accolto con la consueta, elegante semplicità, e dopo tutta una giornata trascorsa in un triplice torneo improvvisato con la sciabola, - neanche a dirlo, Oscar ne era uscita vincitrice - erano andati a bere a Parigi. Veramente, André, sempre premuroso, gli aveva prestato una delle sue marsine, perché, lo sapeva bene, come non lo ignorava nemmeno Fersen, il conte venuto dalla Svezia stava diventando famoso, anzi, sconciamente famigerato tra il popolo.
            Poi, in quella taverna, gli era capitato fra le mani, dimenticato da chi sa chi proprio al tavolo dove avevano preso posto, un libriccino dalla copertina sudicia, che il suo cattivo genio gli aveva fatto aprire. "Gli scandalosi amori di Maria Antonietta e del conte di Fersen", si intitolava. Nientemeno. Sapeva che quella stampa volgare circolava, e con successo, pescando nel torbido e provando a imbrattare tutto quel che di buono e di profondo c'era nel suo, nel loro sentimento. Mentre sfogliava le pagine, in silenzio, una lacrima gli era corsa lungo la guancia, ed era caduta sulla carta di pessima qualità, sporca per essere passata per le mani di troppe persone, e sporca prima ancora per la volgarità che diffondeva. Aveva sentito un tocco sulla mano e aveva sollevato gli occhi, incrociando quelli azzurrissimi di Oscar, che sedeva alla sua destra, e che gli faceva cenno di chiudere quel libro e di non affliggersi.
 
Quanto tempo era passato da allora? Quasi un'intera vita.
Poi, era tornato dall'America: e tutto era ricominciato. E peggiorato, se possibile: aveva perso anche la sola persona che gli fosse amica, e si era sentito ancora più solo.
Dopo quella sera di fine inverno, credeva che non avrebbe mai più rivisto Oscar, e così era stato, per qualche mese. Aveva persino apprezzato la decisione con cui aveva lasciato il comando della Guardia Reale. Decisa come sempre, netta come sempre. L'aveva però incontrata una volta sola, molte settimane dopo quella notte di fine inverno, ed era una donna diversa. Nonostante la circostanza drammatica e il rischio enorme che avevano corso, aveva gioito per lei, stupito, ma felice, che almeno lei avesse trovato una grande gioia in mezzo a quel mondo che stava cadendo a pezzi, impazzito.
Adesso era tornato. Si era annunciato con un semplice biglietto, indirizzato, semplicemente, ad André Grandier, presso Palazzo Jarjayes: era arrivato a Parigi da due giorni, e gli sarebbe piaciuto trascorrere una serata con l'amico di gioventù, in memoria dei vecchi tempi.
La risposta, in una grafia femminile fitta e sottile, era stata concisa, lapidaria: "Madame la marquise Clothilde de Marivaux née de Jarjays e Monsieur André Grandier hanno il piacere di invitare il conte Hans Haxel di Fersen a cena la sera del 20 marzo".
   
 
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