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Autore: Allen Glassred    25/07/2021    1 recensioni
DALLA DICIOTTESIMA LUNA. Missing moment dal Capitolo 23.
Ivy non riesce a scordare lo stupro subito, nemmeno lavandosi ripetutamente riesce a togliersi di dosso la sensazione di schifo e vergogna che prova. Mille e più paure invadono il suo animo, ma improvvisamente, qualcuno la aiuterà ad uscire da questo terribile baratro.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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Sono trascorse solo poche ore da quando il colpo di stato è stato sventato: fortunatamente, la maggior parte dei nobili si è schierata con Vanitas ed ha così impedito che Vincent ed i suoi sottoposti riuscissero a spodestarlo o peggio, considerato il profondo odio che il minore nutre verso il fratello maggiore. Si, il trono per ora è stato salvato ed i ribelli messi in fuga, ma qualcuno ha pagato delle conseguenze inaspettate e crudeli, e quel qualcuno è Ivy: la giovane Principessa, che con tutte le forze ha cercato di dimenticare quanto le è successo ma, deve dire, non è riuscita a pieno in quell’intento. Se da un lato è riuscita ad essere forte, dall’altro sa che quella forza è solo una maschera: non vuole mostrare a Vanitas la sua vergogna e quanto ancora stia male. Sa bene quanto suo fratello si senta responsabile per quanto accaduto, per non averla a suo dire protetta abbastanza e per averla lasciata da sola. Quindi pensa la secondogenita di Luna e Kaname, non è il caso di aggiungere anche le sue preoccupazioni ed il suo sito d’animo. Ma i ricordi rimangono anche mentre, a fatica, afferra la spugna per poi cercare di lavarsi. Ricorda ogni cosa: ricorda lo stupro subito, l’impotenza di fronte agli eventi, la sua debolezza, la sua stupidità nel non aver confessato prima di essere accorrente del ritorno di Vincent e non solo: di averlo anche visto. Se solo non fosse stata così sciocca pensa, se solo non si fosse fatta sedurre da lui, allora… forse… la giovane principessa lascia cadere la spugna e porta entrambe le meni al viso. “ Stupida…”. Sibila, cercando di trattenere le lacrime e la rabbia. “ Stupida, stupida! Sei una stupida! “. Fa, parlando naturalmente a sé stessa dato che, di fatto, in bagno non c’è nessuno. “ Se solo avessi parlato prima, allora forse… forse… “. Mille pensieri, mille preoccupazioni: ora che è riuscito nel suo intento di possederla per primo, il potere del re passerà probabilmente a Vincent rendendolo così re legittimo. Questo impone la legge di suo nonno, Vanitas Lunettes: il primo che giacerà con la futura Regina e le darà un erede, sarà il re legittimo anche se fosse il decimogenito della famiglia o fosse un semplice stalliere, la legge non può essere elusa in nessun modo. Ma lei non vuole: non vuole accada una cosa simile, non accetterà mai di legittimare come Re di Veritas chi l’ha stuprata e morsa contro il suo volere, chi ha tradito la sua stessa famiglia per allearsi ai ribelli, chi sta cercando di riportare in vita un mostro altrettanto crudele come loro padre, re Kaname. Chi senza esitazione ha torturato e trucidato migliaia di innocenti, non facendo distinzione tra umani e vampiri. No: no pensa lei, non lo accetta, non avverrà mai! Non le importano le leggi di suo nonno, non le importa… afferra nuovamente la spugna, quasi senza rendersene conto. Facendosi coraggio inizia a passarla sul proprio corpo, ma non appena arriva al ventre e sfiora uno dei numerosi lividi presenti su di esso sgrana gli occhi sconvolta: nella sua mente torna a farsi ben nitido il ricordo della notte del colpo di stato, il cuore inizia a battere all’impazzata mentre lei stringe così forte la spugna da farsi male. “ No “. Sussurra, per poi scuotere il capo con enfasi e scoppiando in lacrime ancora una volta. “ No! No, no, no! “. Grida, ansimando pesantemente e continuando a dar sfogo al suo dolore senza sapere che, passando da lì, inevitabilmente qualcuno ha finito per assistere a quella scena.

Non voleva spiarla, pensa colui che si rivela essere Vanitas Hikari: non voleva spiare la sorella e fidanzata, ma alla fine non è riuscito a resistere: ha sentito il suo sfogo e non può fare a meno di sentire un forte senso di colpa misto a rabbia. E’ vero che il trono è ancora suo: sente ancora il potere del Re in sé, la cosa lo sorprende ma lo fa anche riflettere: se è ancora lui il Re legittimo, significa forse che c’è qualcosa che ancora gli sfugge? Un tassello di questo intricato puzzle non è ancora al suo posto: e se c’entrasse quella notte di luna blu di cui lui ed Ivy non ricordano nulla? Mentre riflette, il ricordo torna a farsi vivo nella sua mente: lo stato in cui trovò la fidanzata, i sentimenti che grazie allo scorrere del suo sangue, è riuscito a percepire in lei. Anche quella stessa notte: lei si è mostrata molto forte, sembrava aver superato quel trauma e non solo: ha anche accettato di essere finalmente sua, si è fidata, si è lasciata toccare, si è lasciata amare proprio da lui, l’ultima persona dalla quale si sarebbe mai immaginata di lasciarsi anche solo sfiorare. Ma è successo, eppure a lui non ha mai convinto questa strana forza dimostrata dalla sorella: possibile che dopo il trauma subito non abbia avuto alcuna conseguenza? Possibile che non abbia avuto alcun trauma, nulla? Infatti i suoi sospetti si sono rivelati fondati: Ivy non sta bene e sta cercando di dissimulare tutto, per non far pesare su di lui le sue preoccupazioni e le sue angosce. E così il giovane Re decide: deve agire. Deve starle vicino, deve aiutarla a superare quel trauma e lo farà: lo supereranno insieme, perché lui la ama e, finalmente, anche lei ha accettato i sentimenti che prova per lui. E non c’è nulla che l’amore non possa superare, questo glielo ha sempre detto anche la sua amata madre prima di morire. E lui in fondo, ci ha sempre creduto: la forza dell’amore può superare qualsiasi cosa, anche la crudeltà di Vincent e di ciò che ha fatto ad Ivy. Quasi senza riflettere decide di entrare in bagno: lei gli da le spalle e ancora sta piangendo, lui la avverte: l’umiliazione e la vergogna che prova, la paura di averlo deluso e che, un giorno, possa ripudiarla. Specialmente se il piano di Vincent fosse andato a segno e lei portasse ora in grembo suo figlio, è terrorizzata dal fatto che potrebbe essere giustamente ripudiata, portando su di sé il marchio di quel disonore per tutta la sua eterna vita. “ Ivy… “. Sussurra solamente lui, inginocchiandosi dietro di lei e stringendola a sé istintivamente, portando una mano su quella di lei che invece, ancora sta stringendo la spugna. La corvina da prima sussulta e, come le fosse stato ordinato smette di piangere e sgrana gli occhi.

“ V… va… Van… “. Non riesce a finire la frase: lui le stringe maggiormente la mano, come a volerle far capire che non è sola.

“ Perdonami: avrei dovuto capirlo prima. Avrei dovuto capire come ti senti, avrei dovuto starti più vicino… “. Afferra la spugna che sta nella mano della sorella, lei d’altro canto glielo lascia fare mentre le lacrime tornano a scendere incontrollate. “ Ma ora sono qui. Sono qui e non ti lascio più sola. Te lo giuro “. Sussurra solamente il corvino, mentre lei continua a singhiozzare.

“ Non ci riesco… “. Sussurra, mentre lui la stringe maggiormente a sé. “ Non riesco a togliermelo di dosso! Non ce la faccio! Per tanto che mi lavi, per quanta forza ci metta, rimane lì… continuo… continuo a sentirmi così sporca, e… “. Lui percepisce i sentimenti di lei dal ritmo incessante dello scorrere del suo sangue, gli fanno male: vederla stare male e soffrire pensa, è peggio che soffrire lui stesso. non credeva che l’amore potesse essere così doloroso, non credeva… si blocca, come gli fosse stato ordinato. Non deve pensare a sé stesso ora, ma a lei.

“ Allora, lascia che sia io a togliertelo di dosso “. Sussurra istintivamente, muovendo la spugna e passandola lentamente sul ventre di lei per vedere comunque la sua reazione. Da prima la giovane rimane sorpresa, tuttavia non si ritira: con lui è diverso, pensa. Da lui non ha problemi a lasciarsi toccare, sfiorare. Incredibilmente pensa, ora è proprio Vanitas il solo a poterla aiutare, a poterle togliere di dosso lo schifo che sente e che non pare mai volerla abbandonare. “ Lo cacceremo via, insieme. Noi, tu sei più forte di lui: ricordatelo sempre. Tu sei Ivy Hikari, la principessa e futura regina di Veritas. La figlia di Luna Lunettes, la donna e regina più forte che il regno abbia mai conosciuto. E tu sei uguale a lei “. Sussurra ancora una volta, passando la spugna lentamente sul ventre di lei, per poi risalire lentamente. Da prima lei trema un pò, cercando istintivamente con la propria la mano libera di lui e stringendola forte.

“ Perdonami: per colpa mia, ora il potere del Re… “. Sussurra, ma lui scuote il capo mentre continua a passare la spugna sul corpo di lei e sentendo il sangue ribollire ad ogni livido, morso e graffio che sfiora.

“ Il potere del re è ancora mio, Ivy. E’ ancora mio e comunque non mi sarebbe importato: la sola di cui mi è sempre importato, sei tu “. Mormora a sua volta il corvino, mentre il tremore di lei aumenta lievemente quando, dal ventre percepisce la spugna scendere lentamente. ma non si oppone: è vero pensa. E’ vero, il solo a poterla aiutare a superare il trauma è proprio Vanitas, lui e nessun altro. Si fida finalmente di lui, sa che non le farà più del male: fa alcuni sospiri profondi ma non si oppone, seppur l’ultima frase l’abbia stupita.

“ Il potere del Re… è ancora tuo? Come…? “. Chiede stupita, mentre lui continua a lavarla e, finalmente, anche lei si sente sollevata: è come se davvero il suo trauma stesse lentamente venendo lavato via da dentro di lei e dal suo corpo. E’ come se a quel tocco, anche quei lividi e graffi non la traumatizzassero più così tanto anche se, deve ammettere, non capisce come sia possibile.

“ Va meglio? “. Chiede semplicemente lui, non rispondendo alla domanda: non è il caso, pensa. Non è il caso di parlare di questo ora, del potere del Re e della reggenza. Ora pensa, ad avere la priorità è lei che, lentamente, fa cenno affermativo con il capo, sentendo ora la spugna passare sulle sue gambe. Quelle gambe che, lo sa, sono forse la parte più segnata da quel terribile stupro insieme, naturalmente, al collo su cui sono ancora presenti i chiari segni del morso di Vincent. O meglio: di uno di essi. “ Va tutto bene, adesso ci sono io con te e non permetterò mai più che accada una cosa come questa. Te lo giuro “. Mormora semplicemente il corvino, mentre lei annuisce nuovamente: il tremore del suo corpo sembrerebbe diminuire un pò, fino lentamente a quietarsi ed a far così calmare anche lei.

“ Grazie… “. Sussurra semplicemente la giovane, un pò rassicurata: ora sa di non essere sola. Certo, lo sapeva sin da prima, ma credeva che dopo quanto accaduto… basta. Non deve più pensare a questo, pensa la corvina. Deve solo lasciar andare tutto lo schifo che prova, l’umiliazione, tutti i sentimenti negativi, lei li deve lasciar andare via insieme a quell’acqua che scorre sul suo corpo, lavando via non solo il sapone, ma anche molte altre cose che si annidano nel suo animo. “ Finirai per bagnarti i vestiti anche tu… “. Mormora innocentemente la Principessa, mentre a quella frase il giovane Re scuote le spalle come se nulla fosse, percependo finalmente un cambiamento nello scorrere del sangue della sorella: sa che non sarà semplice, ma il primo passo per superare quella terribile notte è già stato fatto.

“ Beh? Ne è valsa la pena, se il risultato è rimanere abbracciato a te “. Fa solamente, riuscendo a strappare un sorriso anche a lei.

“ Davvero: grazie… “. Sussurra semplicemente Ivy, mentre lui scuote il capo qualche istante.

“ Io ti amo: non serve che mi ringrazi, ho solo fatto ciò che mi è venuto naturale fare, senza alcuna forzatura. Quindi… “. Non termina la frase, mentre finalmente lei riesce a sorridere per poi posare una mano su quella di lui, che non ha mai smesso di stringerla nemmeno quando ha smesso di passare la spugna sul suo corpo.

“ Ti amo anche io “. Fa semplicemente, mentre lui sussulta: non si sarebbe mai immaginato che, finalmente, anche lei dichiarasse di amarlo! L’ha a lungo desiderato, ma ora che è successo non riesce a reagire in altro modo se non stringendola maggiormente a sé e posando il capo sulla sua schiena. Stavolta è lei che, dallo scorrere del suo sangue intuisce lo shock, la sorpresa ma anche altri sentimenti provenire da colui che tutti definiscono Re Bambino, anche se di fatto è un adulto. Non dice più nulla, mantenendo quel lieve sorriso: ora sa che nemmeno ciò che è accaduto potrà mai distruggere quell’amore che ha faticato tanto a nascere e crescere. Niente e nessuno potrebbe mai riuscirci, ma una cosa è altrettanto certa, pensa ora il giovane dalla chioma corvina che ancora tiene il capo posato sulla schiena di lei: suo fratello deve pagarla cara, per ciò che ha fatto alla sua Ivy.


Ivy non riesce a scordare lo stupro subito, nemmeno lavandosi ripetutamente riesce a togliersi di dosso la sensazione di schifo e vergogna che prova. Mille e più paure invadono il suo animo, ma improvvisamente, qualcuno la aiuterà ad uscire da questo terribile baratro.
   
 
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