29/07/2021
2 recensioniSvegliarsi in un posto nuovo porta sempre con sé iniziale smarrimento: negli attimi in cui non si è ancora completamente svegli, persino l'odore e il colore delle pareti danno l'impressione di star ancora sognando.
Le pareti di quella stanza le hanno tinteggiate insieme. Hanno scelto tutto, dal loro colore ai mobili e le tende delle finestre, ma Morisuke ci mette un po' a ricordare dove sono, mentre mette a fuoco il viso addormentato e rilassato di Yuu. Negli anni è stato la prima cosa che vedeva al mattino molte volte, anche se era quasi sempre già sveglio, ed è sempre stato circondato dai dintorni più disparati a fare da sfondo ― i più familiari, le loro rispettive stanze nelle case delle loro famiglie; e in seguito l'appartamento in Russia e innumerevoli alloggi provvisori in giro per il mondo.
Stavolta è diverso, e non perché il suo viso è più adulto rispetto alla prima volta che Morisuke lo ha visto così o la sua pelle chiara ha ancora le tracce degli effetti del sole peruviano ― no; è diverso perché quel letto e le lenzuola sono i loro. Nella loro camera da letto, nella loro prima casa insieme.
La realizzazione si fa spazio nella mente nient'affatto mattiniera di Morisuke e gli riempie il petto di calore, che non fa che aumentare quando vede il suo ragazzo muoversi e borbottare qualcosa nel sonno. Yuu rotola sullo stomaco, togliendoglisi di dosso senza però allontanarsi verso l'estremo del suo lato del letto, e sfrega il viso sul suo stesso avambraccio, con la luce di fuori a creare effetti sulla pelle abbronzata e a incastrarsi nell'ombra delle ciglia nere. Qualunque cosa stia sognando, lo fa ridacchiare, e Morisuke a quel punto non si trattiene dal toccarlo; dal tracciare i contorni della sua guancia con la punta delle dita e scostargli la frangia chiaro-scura da davanti gli occhi.
Ed è così che Yuu lo trova quando, andando inconsciamente incontro al tocco più familiare che conosce, schiude gli occhi. Sbatte le lunghe ciglia scure più volte e non ci mette molto a ricordarsi che ieri hanno finalmente finito di montare e sistemare tutto (o quasi), e che dopo essere andato a prendere le ultime cose rimaste a Miyagi da suo nonno la sera è tornato a casa ― da Morisuke.
Il resto della nottata resterà tra loro, ma fatto sta: è una bella sensazione, principalmente grazie a chi gli sta davanti. Anche se coperta dal suo braccio, la curva delle sue labbra è evidente nel modo in cui guarda il più grande negli occhi e lo saluta con la voce ovattata dal sonno.
Morisuke risponde con un mormorio― "Buongiorno, Yuu..." ―così lontano dai suoi soliti borbottii e brontolii che Yuu sospetta, prima di protendersi a sfiorare il dorso delle dita vicine al suo viso con le labbra, che uno di loro probabilmente non è ancora del tutto sveglio.
Il calore della pelle di Morisuke e il piccolo fremito che hanno le sue dita gli danno prova del contrario.
"Sei sveglio da molto?"
L'orario portato dell'orologio digitale sistemato sul comodino oltre le spalle di Yaku è relativo visto che sono andati a dormire davvero tardi, tuttavia nessuno dei due sembra volersene preoccupare; non è un caso se i loro cellulari sono stati lasciati spenti o in modalità silenziosa dall'altra parte della stanza.
Senza alzare la testa dal cuscino, il più grande scuote il capo, ignaro di quanto l'effetto dato dall'abbraccio dei timidi raggi di sole alle sue spalle faccia destare qualcosa nel petto del suo ragazzo (che diamine, dopo nove anni ci è così abituato da far semplicemente suo quel desiderio, quell'affetto). E forse è proprio il fatto che Morisuke per primo non è estraneo a quella morsa gentile, che lo ha sempre reso più morbido e paziente quando si trattava del piccolo libero dalla divisa arancione; forse è proprio il fatto che nove anni insieme non hanno aiutato a superare quella sua predilezione ― ma a dirla tutta come avrebbe potuto, innamorarsi, farla andar via? ― Fatto sta che non c'è che tranquillità e placida contentezza nel modo in cui Yaku risponde che, "No... abbastanza da notare che stavi sbavando."
Yuu schiocca la lingua, una mezza risata a farsi spazio su tutto il suo viso ― la prima della giornata, di quelle che Morisuke sente solo quando sono a letto insieme, presi a fare altro o a coccolarsi.
"Non è vero," sbuffa, il divertimento acceso nei suoi occhi scuri (che così in controluce sembrano ancora più vivi e sempre più lontani dal color cioccolato caldo e dolce di quando si sono aperti―neanche cinque minuti fa poi!).
Così dicendo, scivola sotto il braccio sollevato del castano, incastrandosi con agio contro il suo corpo, braccia e gambe incluse.
Morisuke lo accoglie con altrettanta facilità, ridacchiando tra sé e sé e sospirando nel sentirlo premere una coscia contro il suo inguine.
Yuu percorre la linea prominente della sua clavicola con la punta del naso, per poi premere le labbra sul suo punto preferito, nell'incavo del collo di Morisuke, mentre quest'ultimo lo stringe tra le braccia, appoggia il mento sui suoi capelli soffici, e lo sente lasciargli due parole sulla pelle. Due parole che sono solo per lui, e che il corvino enuncia spesso da un sacco di tempo, ma che ogni volta portano con loro lo stesso trasporto della prima volta.
Morisuke ha un fremito, non può farci niente e Yuu lo sente (lo stringe un po' più forte). Tuttavia, non impiega molto a rispondergli ― baciandogli i capelli, e mormorando contro il suo capo: "Anche io, Yuu."