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Autore: Avril_87    03/08/2021    3 recensioni
Una cosa Katsuki sapeva con certezza: la luce che emanava quel ragazzo lo aveva sempre infastidito. Eppure quella luce era sempre stata così forte da non riuscire a fare altro che rimanerne segretamente abbagliato.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Buongiorno!
Non scrivo su efp da secoli…!!

Non so dove parerà questa storia alla fine di tutto…potrebbe restare una one shot o potrebbe diventare una long, forse.  Magari una raccolta, boh, al momento non ne ho idea.
Avevo voglia di scrivere e ho seguito il mio istinto. Spero possa piacere anche a voi.
 

 

Who Could Stay?

 

Izuku si guardò furtivamente intorno, sincerandosi che non ci fosse nessuno nei paraggi.
L’area esterna al dormitorio della 1^A era libera. Non c’era nessuno nelle vicinanze e poteva rientrare all’Heights Alliance senza essere visto; forse era la sua serata fortunata, pensò.

Arrivato a quel punto non doveva fare molto per riuscire a far passare inosservata la sua fuga notturna.
Doveva rientrare nel dormitorio, prendere l’ascensore per il secondo piano, andare in camera e medicarsi il braccio che si era ferito durante il suo allenamento improvvisato. 

Si era spinto oltre il limite, per l’ennesima volta, ma perlomeno aveva evitato di sbriciolarsi le ossa.
Stava mettendo a dura prova il suo fisico, ne era consapevole, ma stava lavorando duramente per potenziare i nuovi quirk che si erano manifestati negli ultimi mesi.

Black whip, Float, Smokescreen, Danger Sense e Fa Jin.
Non era stato facile farli suoi, ma come per ogni cosa che faceva, ce la stava mettendo tutta.
L’obiettivo, per Deku, era solo uno: sconfiggere All For One e proteggere le persone. 

Fu in quel momento che Midoriya diede una veloce occhiata alle finestre. Tutto era spento e avvolto nel silenzio.
Dopotutto era notte inoltrata e nell’area comune del dormitorio non avrebbe dovuto esserci nessuno.

«Dove cazzo ti sei conciato così.» Sibilò Katsuki parandosi difronte all’eterno rivale non appena quest’ultimo aprì la porta.

Non avrebbe dovuto esserci nessuno, quello era vero, ma non aveva tenuto a mente quanto potesse essere imprevedibile Kacchan.

«Kacchan!» Esclamò preso alla sprovvista.

Izuku era sporco, ferito ed esausto. 
Cosa poteva inventarsi di credibile?

«Dove sei stato.» Ripetè nuovamente il biondo stringendo i pugni.

«U-Una corsa, non riuscivo a dormire!» Mentì, «sto bene.» Continuò cercando di sorpassare l’eterno rivale, desideroso di uscire da quella situazione il prima possibile.

Voleva far credere di stare bene, di stare meglio rispetto al periodo in cui se ne era andato, ma chiaramente non era così.
Il giorno in cui era tornato, quella mano tesa verso di lui, non era riuscito ad allontanarla. La mano di Iida che non voleva lasciarlo perso nei suoi demoni, gli aveva dato il colpo di grazia definitivo.
Izuku, in lacrime, aveva solo sentito il bisogno di afferrarla, più forte che poteva, per tornare a quella che era la sua vita precedente alla fuga dalla UA. Forse nulla sarebbe stato come prima o forse i restanti due anni del liceo sarebbero stati i migliori a cui sarebbe andato incontro.
Quel pensiero però al momento non aveva importanza, doveva pensare a quello che era il suo presente: lui era tornato, ma mentalmente era ancora ben lontano dall’essere tornato davvero. Voleva stare bene, ma Izuku non stava bene. Per niente.
Non era mai stato quel tipo di persona da nascondere le sue debolezze, Izuku ne aveva sempre avute sin da quando aveva intrapreso il cammino per diventare il più grande degli eroi e non si era mai fatto troppi problemi nel nasconderle, soprattutto perché all’epoca era impossibile poterlo fare, considerando anche l’effetto devastante che il suo quirk aveva sul suo corpo.

Da quando All For One gli aveva apertamente dichiarato guerra, qualcosa si era rotto dentro di lui. Non si trattava più di nascondere una debolezza fine a sé stessa come quando aveva appena ricevuto il One For All da All Might; con gli ultimi avvenimenti quelle debolezze avevano travolto anche le persone che più amava, e forse era proprio quello il problema, ciò che Midoriya aveva voluto evitare con tutte le sue forze.
Lo sguardo vuoto e triste che aveva Izuku attualmente, era ciò che andava più vicino a quello che aveva avuto da bambino quando gli avevano detto che non avrebbe mai sviluppato un quirk.
Ora un quirk lo aveva, ma il suo stato d’animo era equiparabile a quello di un tempo.

 

«Dobbiamo parlare, idiota.»

E a quell’affermazione Bakugo allungò il polso e afferrò la mano di Deku trascinandolo fino all’interno della sua stanza.

«Mi stai facendo male.» cercò di protestare Izuku, senza ricevere risposta immediata.

«Ringrazia che non ti stia ammazzando!» Lo aggredì «Prima pensiamo al tuo braccio. Dopo potrò romperti qualcosa con le mie mani.» continuò.

Midoriya aprì la bocca per dire qualcosa all’amico d’infanzia, ma l’occhiataccia che Bakugo gli lanciò in quel frangente lo frenò dal parlare, quindi annuì e si sedette sul bordo del letto.

«Deku, dove tieni il kit di soccorso?»

Ogni studente all’interno dell’Heights Alliance ne aveva uno in camera.

Katsuki si guardò intorno, ma non trovò nulla di quello che stava cercando.
Quella stanza era un fottuto santuario di All Might, era inquietante.

«In bagno» sospirò l’altro in risposta.

Seguì Katsuki con lo sguardo, fino a vederlo sparire per qualche secondo. Lo vide poi riapparire poco dopo con la valigetta salda in una mano, mentre con quella libera trascinò in malo modo la sedia della scrivania di Izuku, per potersi sedere difronte a lui.

Katsuki da quel momento non disse più nulla, si limitò a pulire e a fasciare la ferita in silenzio, e Midoriya trascorse quegli interminabili minuti a chiedersi perché Kacchan lo stesse facendo.

«Perché lo fai?» disse poi prendendo coraggio «Sto bene.» Aggiunse guardando altrove.

Avrebbe anche voluto chiedergli perché quella volta si era preso un buco nello stomaco al suo posto, ma le parole gli morirono in gola, non riuscendo nel suo intento.

Quando si trattava di Kacchan i suoi sentimenti erano confusi.
Lo aveva sempre ammirato e seguito, ma la comunicazione non era certamente il loro punto forte.
Come amici d’infanzia facevano sostanzialmente schifo.
Ma erano fatti così, non poteva farci nulla.

«Sta’ zitto.» 

Perdono. Redenzione.
Chissà cosa stava cercando Bakugo in quel momento.
Sapeva di essere stato un fottuto stronzo ed era consapevole di aver trattato Izuku come una merda per troppo tempo.
Dopotutto chiunque avesse mai incrociato Katsuki Bakugo sapeva quanto potesse essere stronzo. Non solo con il nerd, ma con l’intero genere umano.
Eppure, in quel momento era innegabilmente preoccupato per Deku, ma era troppo orgoglioso per ammetterlo in modo cristallino.

Cosa cazzo era cambiato dai tempi delle medie? Non lo sapeva.
Una cosa Katsuki sapeva con certezza: la luce che emanava quel ragazzo lo aveva sempre infastidito. Eppure quella luce era sempre stata così forte da non riuscire a fare altro che rimanerne segretamente abbagliato.
E questo lo faceva incazzare. Tantissimo;
Proprio lui, a cui la vita aveva donato un quirk dalla potenza smisurata, non avrebbe mai dovuto aver nulla da invidiare ad un nerd sfigato nato senza quirk…
…tuttavia, più passava il tempo più non riusciva a stare lontano da quella luce.
Diventata fondamentale per stare lontano dal buio e dai demoni della propria mente.

«Ho finito.» sussurrò Katsuki, rimettendo la garza avanzata nel kit di pronto soccorso.

«Grazie Kacchan.» disse smorzando un sorriso.

«E smettila di fingere che stai bene.» Lo rimproverò improvvisamente «Puzzi di cane bagnato.» Aggiunse poi schifato. 

«I-io sto bene.» Ripetè per l’ennesima volta, non sostenendo per l’ennesima volta lo sguardo dell’amico.

«Dovresti provare a dirlo guardandomi, stupido Nerd.» Colpì il punto.

Tutte le volte in cui Izuku aveva detto a Kacchan di stare bene non era riuscito a sostenere il suo sguardo. E Kacchan l’aveva colpito e affondato, come solo lui riusciva a fare.
Izuku sentì gli occhi riempirsi di lacrime, arrivando al punto di maledirsi mentalmente, perché a nulla era valso il tentativo di rimanere impassibile.
La persona che meglio lo conosceva dopotutto, era lui. Per quanto avesse potuto odiarlo e ammirarlo allo stesso tempo.

«N-non ho bisogno di aiuto.» Mentì Izuku. 

Aveva un disperato bisogno di aiuto.
Aveva un disperato bisogno di qualcuno che restasse con lui ad affrontare quella situazione.

«Fatti una doccia, nerd di merda.» Gli rispose il biondo a denti stretti. «Non credere sia finita qui.» Lo minacciò andando verso la porta.

Sarebbe potuto restare, ma Bakugo aveva bisogno di uscire da quella stanza prima di dire qualcosa per cui poi si sarebbe dovuto giustificare all’infinito. Più con sé stesso che con il nerd che aveva davanti.
L’orgoglio era ancora un grosso ostacolo da superare in quella che era la sua amicizia con Izuku Midoriya.

Successivamente Izuku sentì lo scatto della maniglia, un «fanculo» sussurrato a denti stretti dall'amico e il rumore di una porta chiudersi.
A seguire, solo il silenzio.

«…resta.» soffiò, affondando le unghie nella pelle carnosa appena sopra le ginocchia.
Ma ormai Kacchan se ne era andato senza fare troppi complimenti.

Per essere un eroe che voleva tenere le persone lontane da lui per via del pericolo che rappresentava, quello fu un pensiero prettamente egoistico. 

Izuku in quel momento ebbe solo una certezza: quell’incontro serale con Kacchan l’aveva messo davanti alla consapevolezza che per stare bene davvero, avrebbe ancora dovuto percorrere ancora molta strada.
Una cosa alla volta. Passo dopo passo... sarebbe stato bene.
Sapeva altrettanto bene che prima o poi si sarebbe scontrato nuovamente con Katsuki.

E si, aveva bisogno di aiuto.

  
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