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Autore: SilvanaFreesound    04/08/2021    6 recensioni
Un racconto comico demenziale in cui i pallavolisti della Karasuno, festeggiando la vittoria contro la Shiratorizawa, insieme a due insigni ospiti, si divertiranno col gioco della bottiglia. Dovranno dunque baciarsi fra di loro. Chissà che parapiglia !
Vi allego uno stralcio del racconto:
“E allora? Che significa? Che succede?” chiese il biondo agitato.
“Dai Tsukishima, non mi dire che non hai mai giocato al gioco della bottiglia! Stai sereno … è solo un gioco tra amici.” suggerì Asahi tentando di tranquillizzarlo.
[……….]
“Semplice, devi baciare Hinata!” gli spiegò Yuu andando dritto al punto.
“Che cosa? Dovrei baciare un mandarino?” scoppiò disgustato.
“Tsukishima, maledetto!” imprecò Shoyo digrignando i denti.
Vi auguro buona lettura e buone vacanze!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Kei Tsukishima, Shouyou Hinata, Tetsurou Kuroo, Yuu Nishinoya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I due giovani Middle Blockers procedevano con passo spedito nella tarda serata di una domenica invernale diretti al liceo Karasuno.

Le stradine del paese erano deserte e buie, illuminate appena dal chiarore della luna piena.

Mani in tasca, testa bassa e fronte corrugata, Tsukishima osservava fisso la punta delle sue converse immerso nei suoi pensieri contorti.

“Quindi, fammi capire, Yamaguchi! Mi racconti nuovamente che ti ha detto il captain? C’è qualcosa che mi sfugge.”

“E che ti devo dire, Tsukki! Questo pomeriggio mi ha chiamato per avvisarmi che stasera il coach avrebbe indetto una riunione in vista delle nazionali e che dovevo passare parola.”

“E non ti ha detto altro? Un meeting poi, di domenica sera?”

“Ieri abbiamo battuto la Shiratorizawa e di ritorno Ukai-san ha rimandato la riunione: eravamo tutti stremati se ben ti ricordi.”

“Si, ho capito, ma un meeting di domenica sera e nella stanza del club per giunta?”

Sempre più perplesso accelerò l’andatura con grandi falcate costringendo l’amico a stare al suo passo; c’era qualcosa che non gli tornava e voleva vederci chiaro.

Giunti a destinazione tutto taceva ad eccezion fatta del bubolare dei gufi che riecheggiava intorno.

“Che ti avevo detto? E’ tutto buio, qui non c’è nessuno! Non è che hai capito male, come al tuo solito?”

“Ma no, Tsukki, parlava di questa sera!”

Kei poggiò la mano sulla maniglia senza troppa convinzione: la porta del club inaspettatamente si aprì.

I due entrarono a tentoni.

Ad un tratto luce fu.

“Sorpresa!” voci argentine a lui familiari si unirono all’unisono.

Tsukishima trasalì balzando all’ indietro; gli occhiali gli scivolarono sulla punta del naso ma con l’abituale tocco di indice e medio li riportò nella posizione originaria.

“Che succede qui? - domandò sgomento - e tu, Yamaguchi, lo sapevi fin dall’inizio, non me lo sarei mai aspettato da te!”

“Aspetta Tsukki! Te lo giuro, credimi, io non ne sapevo nulla!”

“E’ vero Tsukishima-kun! - intervenne Sugawara - Non te la prendere con Yamaguchi! Lui era all’oscuro di tutto! Se gli avessimo detto come stavano realmente le cose ti avrebbe spifferato tutto!”

Ancora frastornato, il biondo atleta diede un’occhiata fugace alla stanza del club che per l’occasione era stata allestita a festa: bandierine nero arancio fissate nei ripiani alti degli scaffali adornavano l’ambiente; un paio di tavolini di plastica erano stati imbanditi con varie leccornie; c’era pure una bottiglia di champagne che troneggiava in bella vista accanto alla torta di panna decorata con fragole – la sua preferita – con su scritto “Karasuno winner, Tsukishima MVP.”

Il centrale accennò un sorriso tirato aggrottando le sopracciglia per lo stupore; erano così bionde e sottili che nessuno notò il mutamento della sua mimica facciale.

Non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura ma di fatto era compiaciuto delle attenzioni riservate dai suoi compagni di squadra.

Koushi eseguì il comando del numero uno stappando lo champagne fra mille applausi. Ennoshita si premurò nel riempire i bicchieri usa e getta anch’essi nero ed arancio assicurandosi in prima persona che i primini ne ricevessero non più di due dita dal fondo.

“Avanti, in alto i calici! Pronti, partenza, Karasunooooo, fight!” incitò Sawamura alzando il braccio verso il soffitto.

Dal fondo della stanza una voce impertinente si levò interrompendo l’idillio.

“Ehi, un attimo, fermi tutti! Mi rifiuto categoricamente di dire una cosa del genere!”

“Kuroo-san, tu qui?” sibilò il biondo esterrefatto.

“Si! Ed anche Kenma è venuto con me in rappresentanza della Nekoma. Non potevamo non esserci per festeggiare il vostro passaggio al torneo nazionale! Congratulazioni MVP!”

“Ah, si … grazie!” furono le uniche parole che l’occhialuto riuscì a spiccicare.

“Senti, senti questa Tsukishima! - Nishinoya irruppe sguaiatamente

prendendolo sottobraccio - senti un po' cosa abbiamo preparato per te! Forza ragazzi ! Tutti insieme! Perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzoooooooo !”

I giovani atleti si guardarono per un istante fisso negli occhi: un silenzio lungo una manciata di secondi sembrò durare un’eternità.

Dopo di esso, un boato di risate fece tremare i muri del club.

Tsukishima col suo fare imperturbabile accusò il colpo:

“Ok, ok, ho afferrato il concetto! Ho capito con che cosa volevate fare rima!”

Nishinoya e Tanaka gli vennero allegramente incontro spaccandogli la schiena a suon di pacche.

“Non fare il solito guastafeste, Tsukishima!” ridacchiò Noya.

“Forza, mangiamo, prima che si fredda tutto. E chi la sente mia sorella!” esortò Tanaka.

Hinata si mise a saltare per l’eccitazione calpestando il piede del malcapitato Kageyama che non tardò a prorompere il suo consueto “bokè”.

“Come prepara gli onigiri Saeko nee-san nessuno al mondo!” asserì Shoyo ingozzandosi come un pollo.

“Ok, ok ragazzi! - Sawamura richiamò l’attenzione dei pallavolisti con un vigoroso batter di mani - mi dispiace davvero tanto ma io e Suga-chan adesso andiamo via. Domani abbiamo un esame importante e dobbiamo riposare. Ennoshita-kun, ti affido la banda degli scalmanati! Conto su di te e su Kuroo-san che gentilmente è intervenuto alla festa.“

“Kuroo-san, un occhio ai ragazzi per favore!” lo pregò Sugawara.

Il capitano della Nekoma annuì chinando il capo con fare sicuro.

Koushi incoraggiò il numero sei:

“Buona fortuna, Chika-kun! Mi raccomando, fatti valere!”

“Sarà fatto, Sugawara-san!” farfugliò nervosamente Ennoshita consapevole di essersi addossato la bega più grande della sua vita.

Yuu aspettò che la porta si chiudesse; in un lampo balzò sopra il tavolo scansando con i piedi quel che rimaneva delle loro vettovaglie:

“Allora, ragazzi! Ora che Daichi e Suga sono andati via che si fa? ”

“Già, che si fa? - incalzò Tanaka - mi sto ammazzando dalla noia!”

“Che ne dite, facciamo un gioco? - propose il libero - ne ho in mente uno troppo divertente: perché non facciamo il gioco della bottiglia?”

Tutto il gruppo accolse entusiasta l’idea del guardiano acclamandolo.

Tsukishima rabbrividì al solo pensiero lasciandosi sfuggire:

“Ehm, io passerei!”

“Ma come, Tsukki!” lamentò Tadashi sull’orlo della delusione.

Per quanto fosse il suo amico più fidato, Yamaguchi si stava divertendo talmente tanto da non voler rincasare anticipatamente con lui.

“Si, anzi…seguirei a ruota i senpai! Devo ancora farmi il bagno e poi domani c’è scuola.”

“Non essere il solito pesantone, Tsukishima!” pungolò Noya.

“Un po’ di spensieratezza non ti guasterebbe!” consigliò Kuroo.

Infastidito da quest’ultima osservazione, lo spocchioso occhialuto contrattaccò sfoderando il suo usuale sorrisetto sardonico:

“E poi è un gioco per scemotti, dico bene, Hinata?”

“Ehi, ma che cazzo vuoi da me, Stronzishima!”

Tanaka si sentì in dovere di dire la sua in difesa del chibi-chan:

“Tsukishima, per una volta potresti fare finta di non avere un manico di scopa perennemente ficcato su per il culo e fare casino con noi?”

“Ragazzi, scusate se mi intrometto - balbettò Ennoshita preoccupato - ma non sarà un po’ troppo, questo gioco della bottiglia? Non è meglio che cambiate gioco? Non vorrei che la cosa degenerasse! Ci tengo all’armonia della squadra!”

“Abbiamo battuto la Shiratorizawa e tu metti in dubbio l’armonia della squadra?” ribatté spavaldamente Ryunosuke.

Anche Nishinoya prevaricò agevolmente il povero Ennoshita:

“Uè, Chika, ricordati… noi siamo i corvi! Niente ci può fermare!”

“Ok, fate pure ragazzi! A me questo gioco non va! - troncò Chikara mentre sfilava un paio di riviste dalla sua cartella portadocumenti - Sono fuori a leggere! Qui fa troppo caldo, quasi non si respira! Mi raccomando, non combinate casini che siete sotto la mia responsabilità!”

“Senti Kuroo, pure io mi tiro fuori! - borbottò Kenma tentando di defilarsi - me ne vado sul balcone con Ennoshita-san. Ho bisogno di concentrarmi! Con questo bordello non riesco a passare di livello! ”

“E basta! - tuonò Tetsuro seccato - Ti stai rincoglionendo con sti videogames! Per una volta prova a stare con i tuoi simili: puoi fare entrambe le cose o hai già il cervello in pappa?”

“Come dici tu, Kuroo-chan!” sbuffò Kozume sconsolato.

I partecipanti - Asahi, Tsukishima, Yamaguchi, Hinata, Kageyama, Nishinoya, Tanaka, Kuroo e Kenma - si disposero in circolo seduti con le gambe incrociate.

“Benvenuti al Karasuno spin the bottle. Non c’è trucco, non c’è inganno! Buon divertimento!” strepitò Noya - come se fosse un banditore d’asta - principiando a far roteare la bottiglia sul pavimento.

Questa fece un paio di giri fermandosi su Tsukishima che iniziò a sudare freddo.

Il guardiano fece muovere nuovamente la bottiglia la quale stavolta puntò Hinata.

La reazione che ne scaturì dalla bizzarra accoppiata voluta dal fato fu inevitabile: i pallavolisti si spalmarono al suolo scompisciandosi dalle risate.

“E allora? Che significa? Che succede?” chiese il biondo agitato.

“Dai Tsukishima, non mi dire che non hai mai giocato al gioco della bottiglia! Stai sereno! E’ solo un gioco tra amici.” suggerì Asahi tentando di tranquillizzarlo.

“Ehi, che c’è di male? Neanche io ci ho mai giocato!” brontolò Kenma.

“Chissà perché, ma tutti e due non mi stupite affatto! ” constatò Kuroo divertito.

“Semplice, devi baciare Hinata!” gli spiegò Yuu andando dritto al punto.

“Che cosa? Dovrei baciare un mandarino?” scoppiò disgustato.

“Tsukishima, maledetto!” imprecò Shoyo digrignando i denti.

“Oi, non osare avvicinarti a Hinata, capito?”

“Che c’è, Kageyama, sei geloso per caso? “ malignò Kuroo sghignazzando sotto i baffi.

“Perché sei così timido? E’ la tua prima volta, Tsukishima?” chiese ingenuamente Asahi.

“Vai, Tsukishima, dai che sei fortunato in amore!” esclamò Noya facendo sbellicare tutti.

“Bacio, bacio, bacio!” scandirono tutti elettrizzati: solo Yamaguchi non prese parte all’incitamento.

Il centrale placò i loro animi infervorati sul nascere:

“Per carità! Gli unici gamberetti che metto in bocca sono quelli in salsa rosa!” rispose deridendolo.

“Sei un bastardo, Tsukishima!” strillò Hinata scagliandosi contro di lui.

Yamaguchi e Azumane lo trattennero a stento faticando non poco per acquietarlo.

“Allora, visto che ti rifiuti, paghi pegno! E sia! Tanaka, apri l’armadietto! - ordinò Nishinoya - E’ lì, in basso a destra, dietro quegli asciugamani.“

Tanaka afferrò a due mani una bottiglia, alzandolola in alto come se fosse un trofeo:

“Evvai ! Spacchiamoci di vodka!”

“Ehi, un attimo Noya-san - lo implorò Tadashi con voce tremolante - scegli un’altra penitenza, per favore! Tsukki non può bere alcolici ! Tsukki è astemio!”

Alquanto irritato, Tsukishima interruppe bruscamente le preghiere del lentigginoso:

“Non ti immischiare, Yamaguchi!”

Gomen, Tsukki!”

Seppur a malincuore Tadashi si ripromise di non intervenire più in difesa dell’amico del cuore.

Fu così che lo spilungone biondo rimase attonito, visibilmente a disagio per aver perso il controllo della situazione.

Tanaka percepì il suo momentaneo disorientamento.

“Te la fai sotto, sbarbatello?” lo schernì platealmente.

“Sii uomo, Tsukishima!” rincarò la dose Noya.

Messo alle strette, Kei si arrese accettando la penitenza:

“Tanaka-san, bando alle ciance, versa e facciamola finita!”

Ryunosuke versò il superalcolico riempiendo il bicchierino fino all’orlo.

“Giù, giù, giù ... Evvai!” esultarono tutti schiamazzando.

Tsukishima fece di tutto per apparire impassibile agli occhi dei compagni di squadra; fu il colorito delle guance a tradire il suo atteggiamento di finto distacco.

Yuu riprese con brio le redini del gioco:

“Ok, ok, zitti tutti! Or dunque, signori e signore ...”

“Veramente, Nishinoya-kun, in questa stanza ci sono solo signori!” precisò Kenma senza staccare nemmeno per un secondo lo sguardo dal display della sua Psp.

Schiarendosi la voce con tre colpi di tosse, Noya proseguì l’animazione della serata:

“Or dunque signori e signori, altro giro altra corsa!”

La bottiglia riprese a girare puntando nuovamente Tsukishima.

“Noooo, dai!” sbottò Kei incredulo, suscitando l’ilarità di tutti i presenti.

“Che sfiga, Tsukishima!” commentò Kenma con tono monocorde.

“Sfiga o fortuna, dipende dai punti di vista!” ironizzò Kuroo.

Il libero continuò il gioco: la sorte premiò il prodigioso setter della Karasuno.

“Che schifo, Mai e poi mai! Preferisco morire adesso piuttosto che baciare Osama Kageyama! “

Tobio rispose per le rime fissandolo in cagnesco:

“Eeehhh? Il big boy? Non esiste! Quel brutto muso di un quattrocchi mi fa soltanto vomitare!”

“Dai Kageyama, tutto sommato ti è andata bene! Tsukishima è un bel ragazzo!” affermò Hinata assestandogli una sonora gomitata tra le costole.

“Chiudi il becco, CretHinata!” ringhiò Tobio restituendogli il colpo subito.

“Non ti perdere nei suoi profondi occhi blu mentre ci limoni, Tsukishima!” infierì Noya scatenando il delirio generale.

“Ok, smettiamola con sta pantomima, mi calo un atro shot, che sarà mai!” tagliò corto il biondo difensore.

“Due chupito vorrai dire!”

Tsukishima sgranò gli occhi dissentendo indispettito:

“Due? Che storia è mai questa, Noya-san?”

“Eh, caro mio! Si vede che non ci hai mai giocato! Se ti rifiuti di baciare, i cicchetti di volta in volta aumentano.”

“Non ho mai sentito una regola più stupida di questa! Te la sei inventata sul momento, vero?”

I pallavolisti, scocciati per l’attesa, cominciarono a plaudire l’algido Middle Blocker battendo ritmicamente le mani:

“Butta giù, butta giù, butta giù ... Yeah!”

Messo alle corde, Tsukishima non poté più esimersi dall’impegno preso: bevve di filato i due shots di vodka che, lungo l’esofago, scesero come lava bollente nel suo delicato intestino.

In quel momento, la tensione che si era accumulata tra i partecipanti al gioco era tale da potersi fendere con un coltello.

Lo scanzonato libero, abile come un croupier di Las Vegas, catalizzò la loro attenzione:

“Siete pronti per un altro giro? Tre, due, uno, via! Riens va plus!”

Il fiasco girò vorticosamente sino a fermarsi di nuovo su Tsukishima; a causa del quantitativo di superalcolico da poco ingerito, la sua proverbiale lucidità cominciò a vacillare:

“Ehi, ma che cazzo! Sempre io! Ma come diavolo ...”

“Forza, sii fiducioso che forse esce chi vuoi baciare tu!” lo rassicurò Asahi.

“Magari uno dei nostri shitty boys!” sogghignò Tanaka.

Il destino fu benevolo con l’aitante capitano della Nekoma.

“Cresta nera, è uscito cresta nera!” starnazzò Hinata come un’oca al macello.

“Te l’avevo detto io! Hai una fortuna sfacciata, Tsukishima!” rise Tanaka spintonandolo fino a farlo scontrare con Yamaguchi.

“Suvvia, bacia il gattino!” lo beffeggiò Kageyama facendogli l’occhiolino.

“Dai che ti piace! Non essere nervoso, Tsukishima!” lo incoraggiò Yuu.

Le orecchie di Tsukishima divennero incandescenti per l’imbarazzo.

“Non se ne parla minimamente, baciare un avversario, poi …. è fuori discussione!” sentenziò con piglio severo.

“E allora ti tocca bere! Forza ragazzi, tutti insieme! Manda giù, manda giù, manda giù!” inneggiò Ryunosuke assieme agli altri pallavolisti.

Elogiato dai compagni di squadra, Tsukishima buttò giù a forza tre chupito tappandosi il naso.

Nishinoya riprese goliardicamente a condurre il gioco:

“Fate silenzio! A me gli occhi! Ora cantate con me! Gira la ruota, girala! Al mio via, tutti in coro!”

“Gira la ruota, girala!“ tutti lo scimmiottarono imitando quella cantilena stonata.

“Lanciala un po' più forte ‘sta bottiglia, Noya-san! - reclamò il numero undici - mi sono rotto di uscire sempre io!”

La bottiglia fece un giro più del normale: sembrò oscillare tra Asahi e Yamaguchi ma alla fine si fermò per l’ennesima volta su Tsukishima.

I giovani atleti si sganasciarono dalle risate non appena constatarono che il prossimo ad essere prescelto sarebbe stato proprio Yamaguchi.

“Avanti Tsukishima, il sogno erotico della tua vita stasera si avvera!” esclamò Noya senza peli sulla lingua.

“Ma che state blaterando tutti, io e Yamaguchi siamo solo amici!”

“A chi ce la racconti, Tsukishima?” irruppe Shoyo puntandogli il dito.

“Ma se state sempre insieme, incollati come francobolli. Non puoi negare l’evidenza!” appurò Tobio spiazzando per un solo istante il biondo occhialuto il quale fece presto a replicare con un secco:

“Chiudi quella fogna, Caccayama!”

Malgrado si sentisse gli occhi di tutti puntati addosso, Tadashi si rimangiò la promessa che si era imposto all’inizio della serata.

Senza alcuna esitazione, si avvicinò all’amico in difficoltà sussurrandogli dolcemente:

“Tsukki, penso che un bacio, se me lo dai di quelli a stampo, possa andare bene! Stai bevendo troppo, Tsukki!”

“Ma che cazzo dici, Yamaguchi! Se c’è qualcuno che è bevuto, quello sei proprio tu. Ti sei bevuto il cervello per caso?”

“Vai Tsukishima, buttati!" lo spronò Tanaka.

“Dai che Yamaguchi non aspetta altro!” incalzò Hinata.

“Siete delle malelingue! Lo sanno tutti che a Yama piace Yachi!” asserì Asahi.

“Non è vero!”

“Non ti piacciono le ragazze, Yamaguchi ?” lo interpellò Kenma.

“No, no … anzi si, si ... Yacchan è carina … si ... ma non potrei! E’ la nostra manager!”

Il biondo pallavolista, giunto al limite dell’ubriachezza, esplose inalberandosi:

“Fanculo, hic! - singhiozzò ormai paonazzo - Tanaka, hic, spicciati con ‘sta cazzo di vodka, hic che mi sono rotto i coglioni, hic!”

“Diventi scurrile in preda all’alcol, Tsukishima!” constatò il setter della Nekoma spolliciando sul suo smartphone alla velocità della luce.

“Che palle questo gioco! - sbottò Hinata mentre osservava il difensore buttare giù i quattro bicchierini - Alla fine Tsukishima non ha baciato nessuno!“

“Già! - lo appoggiò Tanaka deluso - per di più si è fatto fuori tutta la bottiglia e a noi non ne è rimasto neanche un goccio!”

“Eppure non pensavo che Tsukki fosse così cagasotto!” lo provocò Kuroo.

Kei perse definitivamente le staffe scontrandosi a muso duro con l’insigne ospite:

“Che hai detto, hic? Io , hic …. un cagasotto, hic? Vieni qua, hic, se hai il coraggio, hic! Che ti faccio vedere io, hic!”

Improvvisamente afferrò il capitano della Nekoma per il colletto della felpa e lo strattonò forzandolo spalle a muro.

Testuro gli sfoderò un sorriso di sfida cui il biondo non seppe sottrarsi.

I festeggianti rimasero per un istante come pietrificati temendo il peggio.

Fu così che Tsukishima gli strinse entrambi i polsi e, tra lo stupore generale, lo costrinse in un bacio appassionato.

Kuroo finse di dimenarsi inscenando un tentativo di difesa dalla stretta del primino.

Solamente Kenma si accorse che, in realtà, il suo capitano non stava opponendo alcuna resistenza; oltretutto era abbastanza evidente che lo spilungone occhialuto, in quelle condizioni, fosse debole come una mammoletta.

Kozume squadrò dalla testa ai piedi il suo amico criticandolo aspramente:

“Ma ti vedi? Quanto sei patetico!”

Nessuno diede peso all’esternazione dell’ossigenato: gridolini e fischi non tardarono ad arrivare dalla platea.

“Dacci dentro, Tsukishima!” lo istigò Hinata.

“Mettici la lingua, Tsukishima!” lo incitò Nishinoya.

Il numero undici accolse il suggerimento del libero affondando con irruenza la lingua nella bocca del moro il quale contraccambiò famelicamente.

Incurante di ciò che gli stava accadendo attorno, Kei aveva gradualmente allentato la presa facendo scivolare le mani lungo i fianchi del giocatore avversario; Kuroo non poté fare a meno di abbracciare il giovane primino accarezzandogli la nuca.

I baci divennero così passionali e profondi che Yamaguchi si sentì in dovere di intervenire:

“Tsukki, basta così! Hai dato prova di grande coraggio! Ora puoi fermarti!”

Tsukishima si staccò turbato dalle labbra di Kuroo tra i sospiri dei pallavolisti.

I due centrali si fissarono languidamente negli occhi; ad un tratto il biondo atleta iniziò a barcollare fino a stramazzare tramortito sul pavimento.

Il forte tonfo accompagnato dagli strilli dei compagni di squadra allertò immediatamente Ennoshita il quale irruppe come una furia nella stanza.

“Ma che diavolo è successo? Che avete fatto a Tsukishima?” sbraitò imbufalito.

In un baleno accorse in soccorso del primino: si accovacciò vicino a lui e ne testò il respiro.

“Puzza d’alcol …. Tsukishima è ubriaco fradicio!” constatò annichilito.

Poi si rivolse agli altri esortandoli:

“Dell’acqua e degli asciugamani, presto!”

Hinata e Yamaguchi si mobilitarono portandogli quanto richiesto.

“Merda! Non si riprende! - ammise Chikara teso come una corda di violino - E voi che cazzo fate così imbambolati? Forza, alzategli le gambe!”

Azumane e Kageyama si prodigarono sollevando in aria i talloni del biondo difensore.

Ennoshita si chinò a pochi centimetri dal viso del giovane ormai privo di sensi schiaffeggiandolo energicamente:

“Svegliati, Tsukishima-Kun!” urlò ripetutamente nella più totale disperazione.

Finalmente Kei riprese conoscenza: per qualche istante aprì e socchiuse le palpebre fino a spalancarle del tutto, biascicando con un filo di voce qualcosa che solamente Chikara poté udire:

“Ennoshita, hic san, hic! Che fai , hic, mi vuoi baciare pure tu, hic?”

“Oh, che gli dei siano lodati! Tsukishima-kun, sei tra noi!”

“Tsukkiiiiiiii ! Stai bene?” domandò Yama con apprensione.

Nella stanza del club il clima tornò ad essere più disteso: i giocatori si rassenenarono ad eccezion fatta per Chikara, deciso più che mai a non farla passare liscia agli artefici del misfatto.

“E voi due, Tanaka e Noya, stavolta l’avete fatta proprio grossa! Che porcheria gli avete fatto bere?”

“Ehi, ma perché te la prendi con noi?” chiese Tanaka.

“Già! Perché dai per scontato che sia colpa nostra? Non può essere che si sia ubriacato da solo?”

“Come se non vi conoscessi, razza di imbecilli!”

“Un altro paio di bicchieri e vi fumavate il vostro miglior Middle Blocker!” Kuroo si intromise nella discussione scatenando le ire di Hinata.

“Migliore? Middle Blocker? Ehi, tu, brutto gattaccio nero, che vorresti dire? Pure io sono un Middle Blocker! E contro Tsukishima non perderò mai!”

“Io, quando per strada vedo un gatto nero, mi tocco le palle! ” confessò genuinamente Kageyama.

“Kuroo-san, però anche tu … un minimo di collaborazione, che diamine! - lo rintuzzò Ennoshita - sei pure del terzo anno! Avevi il dovere di intervenire prima che si arrivasse a questo livello!”

“Anche potendo, non avrebbe voluto! Era troppo interessato a pomiciare con Tsukishima!” spiattellò spudoratamente Kenma.

“Taci tu, testa di budino!” lo rimproverò stizzito allungandogli uno scappellotto.

“Zitti tutti ! Fate silenzio! - tuonò Ennoshita inviperito – tu, Azumane-san che hai la macchina e tu, Yamaguchi, portatelo subito a casa e state in campana che tra poco rigetterà pure i fegati!”

“Cazzo, ma la mia auto è nuova!”

“Non è un problema mio: vorrà dire che il conto dell’autolavaggio glielo presenti a questi due idioti!”

“Si, Ennoshita-san!” mormorarono Asahi e Tadashi ubbidienti come soldatini.

“E voi altri! Si, dico a voi, Tanaka e Nishinoya! Ciò che è successo è molto grave: quello che avete fatto è inammissibile! Tanto per cominciare dovrò necessariamente rapportare l’accaduto a Sawamura e Sugawara! State pur certi che questa storia non passerà inosservata: finirà sulla scrivania del sensei Takeda, ci potete scommettere le chiappe!”

“Fossi in te non lo farei, Chika! - lo intimò Noya sfoderando un sorrisetto malandrino - tu non sei meno responsabile di noi! Che ne diresti se Daichi e Suga venissero a sapere che anziché badare a noi, sei stato tutto il tempo fuori, da solo con dei giornaletti porno?”

“Po…porno? - balbettò nervosamente il numero sei - che vorresti insinuare? Questo poi non te lo lascio dire! Nudo artistico semmai ! Nudo artistico!”

“Ok, ok ! Basta così ! Lo scherzo è durato più del dovuto !” sentenziò Kuroo freddando tutti.

“Scherzo! Quale scherzo?” si interrogò Tanaka.

“Andiamo, vuotate il sacco! La bottiglia si è fermata non so quante volte di fila su Tsukki. Possibile sia così sfigato? - ipotizzò Tetsuro atteggiandosi come il nuovo Sherlock Holmes del Kanto - E poi, come mai in tutti questi giri nessuno di voi due è uscito? C’è qualcosa che mi puzza. A me lo potete dire: dove avete comprato la bottiglia truccata?”

“Da Shimada Market! “ risposero Tanaka e Noya accavallandosi fra di loro.

Yuu continuò la spiegazione ridendo:

“Da poco hanno inaugurato l’angolo del buon mago prestigiatore!”

La fronte di Kuroo si increspò ed osservando i due atleti intimoriti, con cipiglio esclamò:

“Perfetto, domani mattina ci passo e ne compro una anche io! Sai che spasso se mettiamo sotto torchio Lev!”

 

******

 

Nella primissima mattinata del giorno dopo Kuroo e Kenma andarono a trovare Tsukishima fermandosi sull’uscio di casa.

I ragazzi furono accolti alla porta dalla madre la quale affettuosamente avvisò il figlio:

"Kei-chan, vieni, presto! Hai visite!"

Il ragazzo fece capolino ancora in pigiama; scese lentamente le scale e salutò intontito:

“Ciao Kuroo, ciao Kenma! Qual buon vento! Come mai così mattinieri?"

“Siamo passati per salutarti! Tra poco parte il treno per Tokyo."

Ah, già… l'avevo dimenticato! Mi sono svegliato da poco ed ho un terribile mal di testa!”

“Abbiamo alzato un po' troppo il gomito ieri sera, vero Tsukki?" disse Testuro sfottendolo.

“Eh, si! È stata una bella idea quella di festeggiare tutti insieme! Siamo approdati alle nazionali! Finalmente potremo disputare la battaglia della discarica, non vedo l’ora ! Piuttosto, grazie per essere venuti! Ci siamo divertiti, per quel poco che ricordo!"

"Sei stato molto coraggioso ieri sera!" lo complimentò il moro.

“Si! E sei stato molto abile con la lingua!” precisò inclemente l'ossigenato.

“Che cosa? Che diavolo stai dicendo?”

“Arrivederci Tsukishima, ci vediamo a Tokyo!”

I giocatori della Nekoma si accomiatarono incamminandosi a passo spedito in direzione della stazione.

“Ehi, un attimo, aspettate! Che significa ‘sta storia della lingua?”

I due giovani non poterono udirlo: erano ormai diventati un puntino lontano nell'orizzonte.


 

ANGOLO DELL'AUTRICE

 

Salve a tutti ! Volevo ringraziarvi per esser giunti sin qui!

Mi sono divertita tantissimo nel raccontare di uno spumeggiante Nishinoya, grande animatore della serata, a metà tra un croupier di Las Vegas ed un conduttore di quiz alla Mike Bongiorno.

Yuu che assieme a Tanaka architetta uno scherzo, una sorta di "vendetta" a danno del povero Tsukishima, colpevole di essere stato insignito MVP al posto suo (ammettiamolo, senza i soft block di Tsukishima e le formidabili ricezioni di Nishinoya, la Karasuno non avrebbe avuto speranze di battere la Shiratorizawa.)

Uno Tsukishima che inorridisce al solo pensiero di baciare un suo compagno di squadra, ma che poi cede al fascino dell'aitante capitano della Nekoma.

Sarà stata tutta colpa della sbronza?

Al lettore le opportune considerazioni.

Ennoshita accorre prontamente in soccorso del biondo difensore professandosi paladino della giustizia, ma poi risulta facilmente ricattabile.

Ognuno ha le sue debolezze: per quanto integri e virtuosi si possa apparire, siamo tutti umani e Chikara, personaggio che adoro in modo particolare, non è da meno!

Buone vacanze e a presto !

N.b: siamo sicuri che Daichi e Suga siano andati a riposare?

 

 

 

   
 
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