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Autore: beat    31/08/2009    4 recensioni
Anche se era pur vero che erano figli della mentalità del
Villaggio della Foglia – essere
ninja per essere considerati qualcuno
– non era giusto che le convinzioni d'intere generazioni di
vecchi guerrieri ormai morti si abbattessero senza
possibilità
di rifiuto su quelle giovani esistenze.
Dodici anni di vita erano troppo pochi per poter essere davvero in
grado di decidere riguardo il proprio avvenire.
Per soddisfare delle smanie infantili quei ragazzini si stavano
condannando con le loro stesse mani ad un futuro pieno di insidie e di
infinito dolore.

{Seconda classificata al contest "Envy you because..." indetto da Shurei}
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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- Nick Autore: beat
- Titolo: Per non vivere così
- Personaggio principale: Kakashi
- Altri personaggi: Naruto, Sasuke, Sakura
- Pairing: Nessuno
- Genere: Introspettivo, Triste
- Rating: Verde
- Avvertimenti: One-shot
- NdA: Ambientato durante la prima esercitazione del Team7, quando Naruto&co. hanno provato inutilmente a prendere i campanelli di Kakashi-sensei.
Sono le riflessioni di Kakashi quando dice ai ragazzi che devono smettere di essere ninja.


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Per non vivere così


Kakashi ammirò soddisfatto il risultato di quella mattina: Naruto legato al tronco e gli altri due bambini seduti a terra con lo sguardo demoralizzato.

“Senti senti come brontolano le vostre pance!” i tre non ebbero nemmeno il tempo di guardarlo male, che il jonin continuò con il suo discorso. “Tornando a noi, volevo dirvi che, considerata questa esercitazione, nessuno di voi dovrà tornare all'Accademia dei ninja.”

Kakashi fece una pausa, per poter ammirare come la soddisfazione e la felicità si spandevano velocemente sui volti di quei tre giovani ragazzi.
Davvero una cosa confortante.
Gli si strinse il cuore.

“Allora...vuol dire che noi tre...” cominciò esaltatissimo Naruto.

“Esatto. Voglio che voi tre smettiate di essere dei ninja.”

Stupiti.

Perplessi.

Increduli.

Furiosi.

Kakashi poté ammirare un caleidoscopico alternarsi di tutte queste emozioni sui visi dei tre bambini.
Le proteste cominciarono a fioccare rapide e dirompenti. Sasuke provò addirittura ad attaccarlo.
Ma non servì a nulla.
Né l'attacco a vuoto né le proteste furibonde.

Ma Kakashi era una persona magnanima in fin dei conti, per cui provò a spiegare un po' della vera vita ninja a quei vivaci bambini, dopo aver riottenuto l'ordine senza eccessivi sforzi.
Quei ragazzi ora pendevano dalle sue labbra.
Come sempre d'altra parte.

Aveva sottoposto a quell'esame non ricordava più quanti genin novizi.
E li aveva sempre bocciati tutti.

Questi, in particolar modo, non voleva assolutamente che diventassero veri ninja.

Perché, quando li guardava, non poteva non scorgere nelle loro figure il suo passato.
Un passato lontano...estremamente triste e doloroso al ricordo.
Li rivide, tutti i e tre.
Giovani e innocenti ragazzi.

Un esuberante Obito, immancabilmente legato al palo.

Rin, la dolce fanciulla apprensiva.

E un ragazzino, troppo serio per la sua giovanissima età. Un se stesso di molti anni prima.

Quando erano ancora tutti e tre innocenti.
Quando ancora erano tutti e tre vivi.

Kakashi spostò senza volerlo lo sguardo sulla lapide degli eroi di Konoha.
Obito Uchiha.
Quel nome inciso bruciava il suo cuore più di ogni altra cosa.

Ogni singolo avvenimento che gli era capitato di affrontare nella vita era stato un mattone che aveva costruito la persona che era ora.
Una persona che Kakashi disprezzava profondamente.
Una persona costituita a partire da solide basi di continui errori e infinito dolore.

Perché voler diventare ninja voleva dire votarsi alla sofferenza.

Lo aveva capito quando ormai non gli era più stato possibile tornare indietro.
Tutti i credo ninja, le regole imposte e le promesse fatte, lo avevano obbligato ad andare avanti.
Sempre avanti, nonostante tutto.
Sempre avanti, senza tregua.

Passando oltre al dolore, alla sofferenza, alla morte degli altri.
Niente doveva fermare un vero ninja.

Per questo non voleva che quei tre ragazzini seguissero le sue orme.
Non voleva che fossero condannati a quel genere di vita.
Non loro che ancora serbavano nei loro animi sogni, speranze e dolci illusioni.
Non loro che ancora potevano ambire ad un vita normale.
Non loro che ancora riuscivano a sorridere, davvero felici.

Anche se era pur vero che erano figli della mentalità del Villaggio della Foglia – essere ninja per essere considerati qualcuno – non era giusto che le convinzioni d'intere generazioni di vecchi guerrieri ormai morti si abbattessero senza possibilità di rifiuto su quelle giovani esistenze.
Dodici anni di vita erano troppo pochi per poter essere davvero in grado di decidere riguardo il proprio avvenire.
Per soddisfare delle smanie infantili quei ragazzini si stavano condannando con le loro stesse mani ad un futuro pieno di insidie e di infinito dolore.

Non lo poteva permettere.
Non poteva sopportare di vedere altre giovani vite spezzate troppo presto.

- È per il vostro bene - Così ripeteva a se stesso, ogni volta che diceva ai suoi genin che non potevano diventare dei ninja.

Non con lui almeno.



- Se solo qualcuno lo avesse fatto anche con me...- 


Così rimpiangeva per se stesso.
Ogni volta.
Immancabilmente.




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Angolo dell'Autrice:






Questa fiction è arrivata seconda al contest "Envy you because..." indetto da Shurei.
*__* E io sono felicissima!
E' il mio miglior risultato di sempre, e sono molto felice che questa fiction sia stata così ben valutata! Grazie Mary!
Complimenti a tutte le altre partecipanti, soprattutto le prime classificate.
E un grazie particolare a Lady of Evil Nanto, che mi ha ispirato per questa storia!


Riporto qui sotto il commento della giudice:




Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat




   
 
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