La
strada è buia, i lampioni sono spenti, ma corre
lo stesso.
Non vuole frenare, non riesce a frenare.
Le lacrime bruciano sul viso, ma non ci fa più
caso.
Il cuore batte all’impazzata, i ricordi scorrono
veloci.
Una luce, e si ritrova per terra.
Non
voleva
veramente vederlo, eppure si era sentito in dovere di parlargli.
“Gerard,
devi capire..”
L’aveva
guardato, si, l’aveva fatto.
Ma i suoi
occhi erano vuoti, non c’era più nessuno nel corpo
di Gerard.
“Non può
continuare così. L’ho fatto per te.”
Aprì la
bocca per parlare, e ne uscì un piccolo gemito.
No, Gerard
non c’era più.
Era andato,
via.
C’era solo
il suo corpo lì, un fantoccio di carne.
“Rispondimi,
ti prego.”
Stava
mettendo a dura prova la sua lucidità.
L’avrebbe
volentieri sbattuto al muro e baciato.
“Cosa vuoi,
Frank?”
E quasi non
ci credeva.
“Voglio che
mi perdoni.”
Scosse la
testa, lo stesso sguardo vuoto di prima.
Di nuovo il
silenzio.
“Parlami,
cazzo!”
Sbatté i
pugni sulle ginocchia.
Lui si
alzò, lo guardò un’ultima volta e poi
chiuse gli occhi, in silenzio.
“Rispondimi!
Mi ami?”
Le lacrime
incominciarono a scivolare giù.
Non ce
l’avrebbe mai fatta, senza il suo aiuto.
“Cosa vuoi
che ti risponda?”
Il tono
duro, i pugni chiusi.
“Voglio la
verità.”
Si alzò
anche lui, mettendosi al pari di Gerard.
Troppe cose
erano cambiate, aveva bisogno di una svolta.
E doveva
lasciarsi alle spalle la persona che amava.
“No.”
Deciso. Una
pallottola al cuore.
Neanche un
lacrima, solo un sorrisino sghembo e lo sguardo vitreo.
Come
poteva?
“Bene.”
Voleva morire.
Dolori
dappertutto.
Il suono di una sirena gli rimbombava nelle
orecchie.
Qualcuno gli stava parlando.
“Ti amo. Ti amo. Ti amo! Svegliati, ti prego!”
Era il suo Gerard? Sì, era la sua voce.
Poi il silenzio, il buio.
Era
davvero morto.
Ma era felice, lo
amava.