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Autore: Emilin    31/08/2009    1 recensioni
Quando l'amore ti porta nel baratro e nel peccato. Quando l'amore ti fa odiare persino te stesso. Quando l'amore ti logora l'anima e poi te la ripara.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sabaku no Gaara , Deidara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Diperazione, Desiderio, Amore, Morte

Autrice: The_other_face_of_me

Capitoli: 1/1

Rating: Aracione

Personaggi: Sabaku no Gaara, Deidara.

Avvertimenti: Yaoi, One shot, What if?.

Generi: Drammatico, Romantico, Introspettivo

Trama:                                  Quando l’amore ti porta nel baratro e nel peccato.

Quando l’amore ti fa odiare persino te stesso.

 Quando l’amore ti logora l’anima e poi te la ripara.

Desclaimer: I personaggi di naruto non mi appartengono e sono di proprietà di Masashi Kishimoto, questa storia invece appartiene in tutto e per tutto ad mia carissima amica. Dovevo fargli una Naru/Ita ma sai cm è…

 

Disperazione, Desiderio, Amore, Morte

 

 

Cosa sto facendo?

Guardo i suoi capelli, fili di sole ora attaccati dal sudore alla sua fronte perfetta, e gli occhi, due squarci di cielo di primavera inscuriti dalla passione.

Ogni volta, quando facciamo sesso, quando sento l’eccitazione esplodermi dentro e devastare il mio corpo per le emozioni travolgenti, quando, dopo l’orgasmo mi sembra di vedere con lucidità, in quei pochi istanti, non posso fare a meno di chiedermi come siamo arrivati a questo punto; sono quelli i momenti in cui capisco fin troppo chiaramente e dolorosamente l’enorme differenza che c’è tra te e l’unico uomo che io abbia mai amato.

 

 

 

Cosa sto facendo?

Ovvio che so cosa sto facendo, ti sto illudendo; tu ancora un ragazzino, tu ancora così incredibilmente innocente nonostante tutto.

Sto affogando tutto il mio dolore nel tuo corpo, entrando in te ancora e ancora, notte dopo notte, in una disperata ricerca di pace che va avanti da due mesi ormai.

Passo le mie dita fra i tuoi capelli color del sangue e sulla tua pelle diafana, così pallida da farti rassomigliare ad una fragile bambola di porcellana; il solo guardarti mi fa stringere il cuore in una morsa, sei troppo simile a lui, il mio unico amico, l’unico che mi capiva, l’unico che mi appezzava, l’unico che il mio cuore abbia mai desiderato.

Cerco in te ogni minimo dettaglio che mi faccia pensare a lui, il mio amore, a lui che ho perso definitivamente e che ormai ha raggiunto la pace eterna.

 

 

 

Io, l’ormai Kazekage di Suna, che divido il mio letto con un mukenin di grado S come te, chi l’avrebbe mai detto.

Proprio con te, che eri uno dei due assassini che mi ha ucciso per impadronirsi del demone sanguinario che era come un parassita nel mio corpo.

Non porto rancore verso di te; più di una volta avevo tentato di liberarmene, anche tenando di uccidere me stesso, ma non ci sono mai riuscito. La morte mi è sempre sembrato un prezzo adeguato per ottenere la pace di anima, corpo e mente. Il fatto che io la possa godere da vivo non è altro che un dono inaspettato.

 

 

 

Io, un membro di Akatsuki che si scopa regolarmente il capo della città del deserto ed ex Jinchuriki di un mostro così crudele.

L’avresti mai detto, bimbo, che proprio io, che ti o affrontato, sconfitto e portato via per diventare una vittima sacrificale in nome di ideali che neanche io conosco, sarebbe poi diventato così assuefatto dal tuo corpo di non poterne più fare a meno?

Non provo rimorso per quel che ho fatto.

A quel tempo ancora non ti conoscevo ancora, e anche se tu fossi stato per me una amico o altro non avrei esitato a fare quello che ho fatto, la scelta sarebbe stata inevitabilmente fra te e me.

Sei vivo, questo è l’importante no?

Non avrei mai pensato che il miracolo che ti ha strappato dalla morte in seguito sarebbe stato anche il miracolo che mi avrebbe impedito di sprofondare nel baratro

 

 

 

Di giorno sono il capo del mio villaggio, mi occupo dell’amministrazione del paese, interagiso con la mia gente, e difendo Suna da attacchi di gente come te.

Di notte però, la mia maschera crolla e mentre penso al mio amato guardando il cielo stellato aspetto in trepidante attesa che tu entri dal terrazzo, che mi guardi con occhi che hanno il mio stesso sguardo.

Aspetto che ti avvicini, deciso, che mi metti una mano dietro la nuca e che mi baci, con passione e con disperazione; l’anima tua lo specchio della mia, e chiudi gli occhi.

Quando vieni da me e inizi a toccare in mio corpo con le tue mani mi sento di nuovo vivo, finalmente in pace con me stesso e mi abbandono a queste emozioni e a te.

 

 

 

Di giorno sono un mukenin, un membro di Akatsuki, un assassino.

Accompagno Tobi, il nuovo compagno di squadra che il capo mi ha assegnato, nella ricerca del suo jinchurichi o di qualsiasi cosa lui stia cercando; oppure rimango alla base, nella mia camera, nel mio regno personale a perfezionare sempre di più la mia arte.

Di notte invece, corro verso Suna, corro verso il tuo palazzo e intanto penso a lui e alla sua infanzia, vissuta nel tuo stesso villaggio.

Salgo sul terrazzo che si apre sulla tua stanza, oltrepasso la porta finestra e ti vedo a contemplare il cielo, assorto in pensieri e ricordi troppo dolorosi per essere espressi ad alta voce a che giorno dopo giorno ti logorano lo spirito.

Mi avvicino, ti bacio, e in un secondo il mondo esterno è chiuso fuori da questa stanza e diventa solo un vago sogno; in questi momenti ci siamo solo tu, io il nostro dolore e la mostra frenesia.

 

 

 

Fruscii, ansiti, gemiti, rumori di corpi che sbattono, che si incontrano.

Buio, corpo abbronzato su corpo latteo, capelli d’alba si capelli del tramonto.

Odore di sudore, di sesso di disperazione, di vita.

Gusto di gocce salate come il sudore e le lacrime, gusto di pelle calda.

Pelle liscia e morbida su lenzuola di seta, pelle dura e segnata su altra pelle.

 

 

 

Tocchi lenti, dolci e gentili sono questa volta i tuoi, diversi dai soliti, rudi,  passionali e frenetici;

nei tuoi occhi vedo amore, non per una persona morta ma per me.

So che amavi il tuo compagno di squadra, Sasori della sabbia rossa, il marionettista che ha tradito Suna.

So anche che è morto, annientato dallla sua stessa nonna e da Sakura, un’amica del mio amore.

Posso sopportare di essere usato da te, lo desidero anche, ma non posso permettermi di farlo vedendo nei tuoi occhi soltanto amore e sentendo nei tuoi gesti soltanto dolcezza.

Non posso.

 

 

Le tue mani circondano le mie spalle, non come se fossero l’ultimo appiglio rimastoti ma come se volessi tenermi vicino.

Fino adesso ti ho usato, piccolo, come tu hai fatto con me.

So che tu ami il ragazzo biondo che ti ha salvato,  il portatore del demone a nove code del villaggio della foglia, Naruto mi pare si chiami.

So anche che lui ha già trovato l’amore con il piccolo Uchiah, il fratello di Itachi.

Non posso continuare ad usarti però vedendo tutto l’amore con cui ti stai donando a me in questo momento, totalmente ed incondizionatamente, offrendoti a me corpo e spirito.

Non posso

 

 

 

Notte.

Torre più alta della città di Suna.

Un ragazzo sta in piedi in balia del vento.

Il corpo ricoperto da ogni tipo di esplosivo.

Un istante, le micce accese e poi l’esplosione.

 

 

 

“Addio Deidara”

 

 

 

Notte

Porta principale della città di Suna.

Un uomo in piedi in mezzo alla porta.

Il corpo ricoperto di sigilli di sabbia creati per uccidere

Un istante, la sabbia che vortica tutto intorno e poi il silenzio.

 

 

 

“Addio Gaara”

 

  
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