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Autore: Lady_Baskerville    14/08/2021    0 recensioni
Il momento della giornata che Haneul preferiva era quando la sua famiglia le dava il permesso di poter entrare nella stanza della radio.
Non si era mai ribellata al suo destino impostole dal semplice essere nata femmina, ma dentro di sé nascondeva un segreto che custodiva gelosamente nel suo cuore, diventare un’attrice. Vivere centinaia di vite meravigliose e allo stesso tempo tragiche come le eroine che ogni sera la facevano volare via da quelle quattro mura spoglie, e che sognava di diventare una volta coricatasi dopo una estenuante giornata nei campi. Non avrebbe mai osato condividere quel suo desiderio profondo ai suoi genitori, non avrebbero mai capito, suo padre in particolare. L’unico a cui lo aveva rivelato era suo fratello Taehyung, il solo a comprenderla davvero.
«Vuoi diventare un’attrice per baciare quel tizio che ti piace tanto?» La prese in giro con un ghigno malefico stampato sul volto. «Com’è che si chiama? Park Jiminho?»
«Park Jimin» aveva urlato lei, rossa in viso per l’imbarazzo.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il momento della giornata che Haneul preferiva era quando la sua famiglia le dava il permesso di poter entrare nella stanza della radio. Durante la mattina non le era neanche possibile avvicinarcisi per via di tutti i lavori, le faccende e le commissioni che le venivano assegnate; la sua famiglia non poteva permettersi di mandare anche lei a scuola, per questo era suo dovere aiutare in casa e nel campi al meglio delle sue capacità. Aveva comunque imparato a leggere grazie alle lezioni che suo fratello maggiore Taehyung le impartiva una volta a settimana sulla veranda della loro modesta casa, aveva anche tentato di insegnarle a scrivere, ma quella era tutta un’altra cosa e presto ci aveva rinunciato. Il ragazzo era l’unico della famiglia che avesse avuto una istruzione anche se molto di base, facendo qualche anno nella piccola scuola che si trovava in paese, ma comunque sufficiente a renderlo un buon partito per un futuro matrimonio una volta tornato dal servizio militare. Allo stesso modo Haneul era stata istruita ad essere una brava moglie, madre e donna di casa, lavorando sodo tutti i giorni e ubbidendo senza fare troppe domande se non nessuna. Non si era mai ribellata al suo destino impostole dal semplice essere nata femmina, ma dentro di sé nascondeva un segreto che custodiva gelosamente nel suo cuore, diventare un’attrice. Vivere centinaia di vite meravigliose e allo stesso tempo tragiche come le eroine che ogni sera la facevano volare via da quelle quattro mura spoglie, e che sognava di diventare una volta coricatasi dopo un’estenuante giornata nei campi. Non avrebbe mai osato condividere quel suo desiderio profondo ai suoi genitori, non avrebbero mai capito, suo padre in particolare. L’unico a cui lo aveva rivelato era suo fratello Taehyung, il solo a comprenderla davvero. All’inizio aveva sorriso, abbracciandola dicendole che qualunque cosa avrebbe fatto lui sarebbe stato al suo fianco appoggiandola, anche se questo significava andare contro il volere dei loro genitori, ma poi aveva dovuto rovinare tutto facendo lo stupido come suo solito.
«Vuoi diventare un’attrice per baciare quel tizio che ti piace tanto?» La prese in giro con un ghigno malefico stampato sul volto. «Com’è che si chiama? Park Jiminho?»
«Park Jimin» aveva urlato lei, rossa in viso per l’imbarazzo.
Il fratello però aveva ragione, uno dei motivi principali per cui sognava di diventare un’attrice famosa era per incontrare il suo idolo; ora come ora non avrebbe avuto la ben che minima possibilità anche solo di incrociarlo per sbaglio per strada. Suo padre ovviamente non approvava la sua fissazione, convinto che si trattasse solo di una distrazione dai suoi doveri di ragazza per bene, ma Haneul si era innamorata di lui nel primo istante in cui aveva sentito la sua voce attraverso la radio un paio di anni prima e da allora non era più stata in grado di smettere di pensare a lui.
Il drama in cui dava la voce al protagonista ai tempi era appena uscito, ma aveva acquistato in poco tempo sempre maggiore popolarità grazie al suo incredibile talento e al suo bell’aspetto. In vita sua non aveva mai visto un ragazzo così affascinante, ogni volta che lo vedeva sulla prima pagina di qualche giornale perdeva il fiato, completamente rapita dai suoi tratti gentili e delicati. La prima volta che lo aveva visto su di una rivista a casa della sua migliore amica aveva creduto si trattasse di un qualche principe, e la sua amica aveva riso fino alle lacrime nel vedere le sue guance tingersi di rosso e la bocca spalancarsi non appena gli occhi di lei si erano posati sulla copertina. Haneul si era vergognata un sacco in seguito, ma la sua amica era stata così gentile da regalarle la rivista che la ragazza conservava tutt’ora come il suo bene più prezioso.

«Tesoro, potresti per favore scendere in paese per comprare della farina?» La signora Kim si affacciò alla finestra della loro piccola cucina richiamando l’attenzione della figlia più giovane.
«Certo madre, vado subito.» Disse la ragazza ripulendosi le mani sporche di terra sul grembiule che slegò, e rimise al suo posto nel capanno degli attrezzi.
«Ti serve nient’altro madre?» Domandò infilandosi un paio di scarpe pulite, le più belle che aveva.
Sua nonna diceva sempre che la cosa più preziosa che potesse possedere una persona era la propria dignità e il rispetto altrui, per questo ci teneva che, nonostante fossero una famiglia di umili contadini, fossero comunque sempre puliti, ordinati e pronti a offrire una mano al prossimo.
«No cara, ti ringrazio. Spero che i soldi bastino, non sono molti quindi mi raccomando non li perdere.»
La ragazza prese la borsetta di stoffa da un gancio mettendoci dentro il borsello con le monete che sua madre le aveva affidato e uscì di casa.
“Chissà se riuscirò mai ad incontrarlo…” si lasciò sfuggire con un sospiro.
Qualche giorno prima era infatti uscita sulla prima pagina di tutti i giornali e per le notizie radiofoniche, che il famoso attore Park Jimin si sarebbe trovato nei dintorni del suo villaggio per le riprese di un vero e proprio film dove lui interpretava un soldato in partenza per la guerra, e della sua struggente storia d’amore con la ragazza che era costretto ad abbandonare. Praticamente la trama del film mentale che lei si faceva prima di addormentarsi da due anni a quella parte che vedeva loro due come protagonisti.
Aveva pregato in tutti i modi suo padre perché la lasciasse ad andare a vederlo di persona almeno una volta come avevano fatto pressoché tutti quanti, ma lui era stato irremovibile. Lo aveva detestato per questo in un primo momento, ma non potè fare altro che abbassare la testa sottomettendosi al suo volere, dopotutto le sue erano un mucchio di fantasie irrealizzabili da bambina sciocca. E poi lei ce lo aveva già un promesso sposo, non che le piacesse poi così tanto quel Jeon Jungkook. La famiglia Jeon non era poi così diversa dalla sua, ed era proprio per questo che suo padre li aveva scelti come la sua futura famiglia. Jungkook era un bravo ragazzo, ma era così dannatamente noioso e ordinario… nulla a che vedere con l’attore per cui aveva perso la testa. Forse anche lei risultava noiosa e ordinaria nel suo tradizionalissimo hanbok rosa approvato dal padre che lei amava e disprezzava allo stesso tempo. Certe volte tutto quello che voleva era strapparselo di dosso e cambiarlo con tutti quei meravigliosi vestiti colorati, moderni e anticonformisti che provenivano dall’America, un altro suo sogno proibito che tale sarebbe rimasto.
Hanel cercò di fare il più lentamente possibile- soffermandosi più del dovuto al banchetto della signora che vendeva la farina, il pane e tante altre leccornie che le facevano venire l’acquolina in bocca ogni volta che ci passava davanti, ma che non aveva il permesso di comprare- nella speranza di ritrovarsi di fronte il bel viso del suo bellissimo principe disposto a portarla via con lui nel suo magico mondo di riflettori. Ovviamente ciò accadde solo nella sua mente, perciò tornò coi piedi per terra e si avviò verso casa. All’ultimo momento decise di allungare la strada facendo una deviazione per il bosco, non le andava di tornare subito a casa a sgobbare, preferiva rimanere ancora un po’ nel suo mondo ideale.
Costeggiò il letto del fiume al contrario sapendo che l’avrebbe portata a casa, fingendo di essere una giovane principessa in fuga dal suo regno perché il malvagio zio la voleva morta per impossessarsi del trono che le spettava. Non passava mai nessuno per quel posto, perciò fu parecchio sorpresa quando in lontananza vide la sagoma di una persona.
Non le passò nemmeno per l’anticamera del cervello che quello potesse essere un ladro o peggio, dopotutto non se ne sarebbe mai stato così in bella vista alla luce del sole. Così la ragazza decise di avvicinarcisi, dato che non aveva nulla dei meglio da fare, per dargli un’occhiata come si vede e soddisfare la sua bruciante curiosità.
La persona, che ora poteva affermare con assoluta certezza trattarsi un un ragazzo, stava riposando su di una grossa conformazione rocciosa che sporgeva dal lago, godendosi la frescura che la chioma folta degli alberi regalava in quell’afosa giornata estiva. Indossava un paio di mocassini neri dall’aria parecchio costosa, tipo che nemmeno se avesse risparmiato per tutta la sua vita sarebbe riuscita a permettersene anche solo una, un paio di stretti pantaloni turchesi e una camicia dello stesso colore ma di una tonalità più chiara decorata a fiori arancioni. Non potè fare a meno di notare come la maggior parte dei bottoni fosse aperta lasciando intravvedere il petto candido, le maniche erano arrotolate fin sopra i gomiti mettendo in mostra i bicipiti contratti dietro la testa, impedendole di vedere lo sconosciuto in faccia. Era senz’altro un riccone a cui piaceva mantenersi in forma e al passo con la moda, per un attimo pensò che si trattasse addirittura di uno straniero in vacanza, negli ultimi tempi non era una cosa così assurda da poter pensare.
Fece per andarsene quando l’uomo misterioso mugolò qualcosa nel sonno per poi stiracchiarsi con un grosso sbadiglio, e quando si mise seduto e Hanel riuscì finalmente a vederlo in viso, per poco non cacciò un urlo. La borsa le scivolò dalle mani e il tonfo catturò l’attenzione del ragazzo che si voltò verso di lei accorgendosi della sua presenza.
Quei capelli neri, quegli occhi affilati e quelle dannate labbra rotonde e piene fino a scoppiare: era senz’altro lui, il suo meraviglioso principe Park Jimin.
Haneul doveva avere un’aria davvero ridicola, con la bocca spalancata e gli occhi sgranati, senza ombra di dubbio doveva essere anche arrossita perché si sentiva le guance pizzicare.
«Lo so, faccio questo effetto a molte.» Disse con un ghigno spostandosi i capelli all’indietro passandoci una mano. Durante il movimento gli innumerevoli braccialetti al suo polso tintinnarono come uno scaccia pensieri. «Fammi indovinare,» senza togliersi quel sorriso dalla faccia scivolò giù dalla roccia, il corpo slanciato e flessuoso come quello di un leone di montagna. «Sono il tuo attore preferito e vorresti davvero tanto un mio autografo perché questo renderebbe completa la tua vita. Non è così?»
Haneul non rispose, troppo impegnata ad immaginarsi il loro matrimonio e tutti gli splendidi figli che avrebbero avuto insieme.
«Su su, non fare complimenti.»
Il ragazzo si voltò prendendo da una borsa abbandonata accanto al masso una sua foto in bianco e nero con la sua firma già scritta in grande e in bella grafia. Ne estrasse anche un pennarello nero che aprì coi denti sputando il tappo sui sassi.
«A chi devo dedicarla?» Chiese con un sopracciglio perfetto quanto lui inarcato. «Vuol dire che la dedicherò “alla bellissima ragazza in rosa”» aggiunse subito non vedendo arrivare nessuna risposta. Scrollò le spalle scribacchiando per qualche secondo sulla foto per poi consegnarla alla ragazza. «Ecco qua splendore.»
Haneul era come paralizzata alla vista di quella specie di giovane dio che se ne stava lì in piedi di fronte a lei sorridendole e parlando proprio con lei, non riusciva a proferire neanche una sola sillaba.
«Sei una di poche parole eh? Beh ti preferisco di gran lunga così, sei molto meglio di certe pazze urlanti che appena mi vedono non fanno che spaccarmi i timpani. Facciamo che te la metto qui, okay meraviglia?»
Senza attendere una reazione, Jimin prese da terra la borsa della ragazza facendoci cadere dentro la foto per poi mettergliela tra le mani. A quel contatto Haneul trasalì dalla sorpresa facendo ridacchiare Jimin, e il suono che uscì dalle sue labbra fu come il cinguettio degli uccellini accompagnati da un melodioso coro angelico.
«Ma lo sai che sei proprio adorabile? Ah, magari potessi portarti via con me…» Sospirò inclinando la testa sfoggiando quello suo micidiale sorriso di miele che lo faceva sembrare tanto un candido angelo quanto un peccaminoso diavolo.
Il ragazzo le aveva catturato il mento tra le dita facendole alzare la testa per poterla guardare negli occhi, l’altra mano piegata sul fianco di lui.
«Park Jimin, brutto figlio di puttana ecco dove ti nascondevi.» Gridò una seconda voce maschile facendo alzare gli occhi al cielo al corvino.
«Che cosa c’è Yoongi? Non vedi che ero occupato?»
«Lo vedo, lo vedo.» Ringhiò l’uomo togliendosi gli occhiali da sole, avanzando come una furia verso di loro. «Quando non sarai “occupato” a provarci con qualunque cosa respiri che ne dici di degnarti per lo meno di presentarti sul set?»
«Che palle Yoongi, piantala di essere così noioso. Da quanto è che non ti fai una bella scopata come si deve?»
L’uomo, che da quanto aveva capito si chiamasse Yoongi, lo fulminò con lo sguardo assottigliando le palpebre.
«Tu ora vieni con me prima che io ti licenzi per la tua insolenza, dannato ragazzino viziato.» Sibilò a denti stretti prendendolo per un polso.
Jimin si lasciò trascinare via senza opporre alcuna resistenza, ma prima di scomparire si voltò verso Haneul mandandole un bacio e agitando la mano beccandosi una sberla sulla nuca dall’uomo con gli occhiali da sole. Lei, come intrance, rispose al saluto, ancora a bocca aperta per essersi ritrovata faccia a faccia con l’amore della sua giovane vita. Dal vivo era mille volte più bello e affascinante che in foto! La sua amica sarebbe schiattata dall’invidia non appena le avrebbe raccontato tutto quello che era successo, e se non ci avesse creduto lei aveva come prova la fotografia che Jimin le aveva dato, il nuovo pezzo forte del tempietto dedicato a lui in camera sua.

  
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