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Autore: Schmetterlinge    15/08/2021    0 recensioni
La caparbietà di Deku e la sua infinita determinazione.
La dolcezza di Ochako.
L’impulsività di Bakugo.
La riservatezza di Todoroki e la lealtà di Lida.
E l’immenso talento di tutti gli altri ragazzi della 1°A, una classe fuori dal comune destinata a superare ogni aspettativa, diventando leggenda.
Solo che questo loro ancora non lo sanno.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki, Tenya Iida
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La schiena era poggiata alla parete fredda e spoglia, le gambe distese lungo il pavimento in marmo, lo sguardo vitreo rivolto al portone di fronte.

 

Avrebbe tanto voluto raccogliere le forze ma il suo corpo pareva restio a ubbidire e, come se non bastasse, anche la mente iniziava ad annebbiarsi.

 

Quel viso, un tempo ridente, pareva disperatamente arrendevole, sul punto di voler abbandonare ogni speranza; quelle iridi tanto profonde non lasciavano trasparire altro che tristezza, nonché una profonda e indefinibile disperazione.

 

“Giovane Midoriya …”

 

“…”

 

All Might aveva tentato l’impossibile per farlo parlare dopo l’accaduto, provando a estorcergli una confessione che - sapeva - non avrebbe mai ottenuto.

 

Una confessione che potesse aiutarlo a esternare ciò lo stava divorando nel profondo.

 

 

 

 

Un senso di colpa tanto ingiustificato quanto soffocante 

 

 

 

 

Todoroki se ne stava poco distante con aria apparentemente impassibile, il capo reclinato contro il vetro opaco che lasciava intravedere, seppur con non poche difficoltà, uno scenario raccapricciante.

 

 

 

 

Uno spettacolo a cui nessuno di loro avrebbe mai voluto assistere

 

 

 

 

L’incarnato del giovane era pallido e smorto, le labbra - un tempo rossastre e carnose - parevano sottili e screpolate, per non parlare dei solchi violacei poco sopra gli zigomi; di tanto in tanto lo si vedeva sfiorare i palmi con le dita, quasi a voler ricordare la sensazione di qualche settimana addietro.

 

 

 

Quando l’aveva stretta a sé prima che potesse sfracellarsi al suolo

 

 

 

“Aizawa …”

 

“…”

 

Present Mic l’aveva squadrato dall’alto al basso, incapace di aggiungere altro; nonostante - tra i due - fosse sempre stato il più espansivo - l’eterno ragazzo dal carattere allegro e dall’incrollabile ottimismo - questa volta sentiva di non poter fare granché.

 

Perchè la verità era che anche lui, come tutti gli altri, si sentiva a pezzi.

 

A pezzi per non essere stato in grado di fare qualcosa.

 

A pezzi per essere stato impotente, come mai nella sua carriera da eroe.

 

A pezzi per aver perso qualcuno di tanto prezioso.

 

A pezzi per non essere stato in grado di proteggerla, lui come Aizawa.

 

 

 

 

 

Ancora una volta 

 

 

 

 

 

Perchè la realtà dei fatti era che, per quanto i medici stessero provando l’impossibile, nessuno sarebbe riuscito a riportarla indietro.

 

 

 

 

 

Da loro

 

 

 

 

“Professor Aizawa …”

 

“…”

 

Kacchan, in un angolo e accanto a un Lida altrettanto scosso, l’aveva chiamato flebilmente ma invano.

 

 

 

 

Difficile riconoscerlo con quella voce tanto tremula 

 

 

 

 

Tutti sapevano bene quanto Aizawa le si fosse affezionato, nonostante facesse di tutto per non darlo a vedere; l’aveva presa a cuore, così come Present Mic che - al contrario - l’aveva definita, senza troppe remore, una delle proprie alunne predilette.

 

E lei, d’altro canto, non aveva faticato a sfondare le barriere altrui, diventando qualcuno di cui nessuno di loro avrebbe potuto fare a meno.

 

“Tsuyu …”

 

“…”

 

La ragazza non rispose, lasciandosi abbracciare da Momo, le guance paonazze e il respiro affannato, mentre perseverava nel fissare un punto indefinito di fronte a sé; persino Mina non aveva detto niente, limitandosi a osservarle con la morte nel cuore.

 

“Deku ...”

 

“…”

 

Il successore di All Might non disse nulla, limitandosi a trascinarsi con passo cadenzato verso Todoroki.

 

 

 

 

Doveva vederla

 

 

 

 

 

Si vergognò al solo pensiero ma non potè non riconoscere quanto Uraraka fosse bella anche in quelle condizioni.

 

 

 

Appesa a un filo

 

 Tra la vita e la morte

 

 

 

 

Le labbra erano schiuse in un flebile sorriso, le gote - un tempo rossastre - avevano perso colore, lasciando spazio ad un grigiore innaturale che poco si addiceva a quei tratti così delicati.

 

“Midoriya …”

 

“No, Todoroki.”

 

Il compagno lo fissò mortificato.

 

“Se è ancora viva è solo grazie a te.”

 

Un sussurro appena accennato.

 

“E a Kacchan.”

 

“Non è stata colpa tua, Deku.”

 

Lida gli si era affiancato, gli occhiali appannati.

 

 

 

 

Tante erano state le lacrime versate 

 

 

 

 

 

 

“Vorrei poterti credere.”

 

“Non puoi ritenerti responsabile per ogni cosa.”

 

Nonostante avesse ragione, proprio non riusciva a non sentirsi in colpa.

 

 

 

 

Erano trascorsi appena due mesi dal suo ritorno alla U.A.

 

 

 

 

“Sai bene quanto Uraraka sia testarda.”

 

“Non avrebbe dovuto.”

 

“E’ stata una sua scelta.”

 

“Non mi importa, Lida.”

 

 

 

Un singhiozzo

 

 

Poi un altro

 

 

 

E un altro ancora

 

 

“Quante volte hai fatto lo stesso, Deku?”

 

 

 

 

 

Una verità scomoda

 

 

 

 

 

“Quante volte tu, Bakugo e Todoroki avete fatto lo stesso?

 

 

 

 

Una verità molto scomoda

 

 

 

 

“Basta Lida, ti prego.”

 

“…”

 

Il suo sguardo si posò sul volto dell’amica, ripercorrendo con la mentre la catastrofe di qualche settimana addietro.

 

 

 

 

L’attacco alla U.A.

 

 

 

 

La terra aveva iniziato a tremare.

 

Le fondamenta a frantumarsi.

 

Gli edifici a crollare.

 

E la gravità - la stessa di cui Uraraka era sempre stata padrona incontrastata - aveva iniziato a vacillare, infrangendo ogni equilibrio, ogni legge, solo per dar vita a qualcosa di ancor più spaventoso.

 

 

 

Di un’intensità tale 

 

da inghiottire chiunque al suo passaggio

 

 

 

“Un buco nero.”

 

Todoroki osservò Deku, immaginandone i pensieri.

 

“Non credevo che Uraraka…”

 

“…”

 

“Non pensavo che...”

 

“Nessuno di noi lo credeva.”

 

 

 

 

Ed era vero, dannatamente vero

 

 

 

 

Deku chiuse gli occhi, quasi a non voler vedere, mentre le immagini scorrevano prepotenti una dopo l’altra.

 

“Non …”

 

Ancora non sapeva spiegarsi come ma si era ritrovato lontano da quella apocalisse ancor prima di rendersene conto.

 

 

 

 

 

Lui come tutti gli altri

 

 

 

 

 

E quando era riuscito ad incontrarne lo sguardo, il suo cuore aveva perso un battito.

 

 

 

 

Lei che, in quel frangente, pareva irriconoscibile.

 

Un’altra persona

 

 

 

Lei che, contro ogni aspettativa, era riuscita a compiere un miracolo.

 

Lei che, contro ogni previsione, si era gettata in quell’inferno, ristabilendo gli equilibri di colei che aveva sempre avuto la simpatia di chiamare alleata.

 

 

 

 

La gravità 

 

 

 

Lei che era certo aver perso per sempre, inghiottita dalle tenebre.

 

“Uraraka …”

 

Abbassò il mento, imponendosi di rallentare i battiti nel rivederla precipitare inerme, dall’alto; nonostante avesse fatto di tutto per raggiungerla, non era riuscito ad afferrarla.

 

 

 

 

Se Todoroki e Kacchan non l’avessero presa …

 

 

 

 

“E’ ora di tornare a casa.”

 

Ma a nulla valse il tono di Aizawa; nessuno dei ragazzi si mosse o sembrò intenzionato a farlo e, d’altro canto, nessuno dei professori volle insistere oltre.

 

“Sarà una lunga notte.”

 

“…”

 

Deku non fiatò, specchiandosi nelle iridi di Shoto.

 

“Una delle tante, ormai.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La flebile luce del sole mattutino andò a solleticargli il volto, quasi a volergli dare il buongiorno.

 

“E’ già l’alba.”

 

Doveva essere a pezzi per non riuscire a ricordare nulla; probabilmente era crollato tra le braccia di Morfeo ancor prima di rendersene conto.

 

“Cosa …”

 

Fece per avvicinarsi alla camera di Uraraka quando si sentì impallidire.

 

 

 

 

 

Lei non c’era

 

 

 

“Ragazzi!”

 

Non ci volle molto prima che Todoroki, Kacchan e gli altri comprendessero la gravità della situazione, iniziando a correre.

 

 

 

Nella speranza di dare un nome

 

a quanto stava accadendo

 

 

 

“Non può essere …”

 

“Midoriya!”

 

Corse l’erede di All Might, corse senza mai fermarsi, certo di dover andare sempre più in alto.

 

“Deku!”

 

“Seguitemi!”

 

Non riusciva a comprenderne il motivo ma sentiva di dover raggiungere il tetto dell’ospedale.

 

 

 

 

Il punto più alto dell’edificio

 

 

 

 

Corse, il giovane successore del più grande degli eroi, quando si sentì mozzare il fiato una volta arrivato lassù.

 

“Cosa …”

 

Sentì le lacrime rigargli il volto, per non parlare di Lida e del resto della classe.

 

“Non è …”

 

Uraraka si voltò appena, incontrandone gli sguardi sofferenti e basiti, la mano di Eri tra le proprie, le guance rosee, la folta chioma in balia del vento.

 

“Eri …?”

 

Non poteva essere vero.

 

“Uraraka …?”

 

 

 

 

 

Che Eri avesse …?

 

 

 

 

Deku si avvicinò, specchiandosi negli occhi delle due persone a lui più care, quando si sentì morire di fronte a quel sorriso.

 

“Era l’unico modo.”

 

Persino Kacchan rimase di sasso.

 

“Non avrete …?”

 

 

 

 

Che avessero programmato tutto …

 

fin dall’inizio?

 

 

 

 

“Dovevamo rischiare.”

 

“Uraraka …”

 

Dovevo rischiare, non vi era altra scelta.”

 

 

 

 

 

Lei e nessun altro 

 

 

 

 

 

Sorrise nel carezzare la fronte della piccola Eri, ringraziandola con lo sguardo.

 

 

 

 

 

Colei che era riuscita a riportarla indietro 

 

 

 

 

Le guance rosee, la folta chioma in balia del vento.

 

“Va tutto bene.”

 

 

Era tornata a casa 

 

 

   
 
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