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Autore: Rack12345    17/08/2021    2 recensioni
[Completa]
Alexis e gli Avengers tornano in scena: è passato un po' di tempo dagli attacchi terroristici e dal tentativo di sterminio di massa da parte del gruppo neonazista "A.T." e, finalmente, i nostri Avengers si stanno godendo un po' di pace. Tuttavia, questa pace non è destinata a durare a lungo.
Vedremo Alexis addentrarsi maggiormente nel mondo delle arti mistiche e fare passi da gigante. In più, la vedremo indagare sul suo passato e sui suoi genitori e proprio dal passato arriveranno problemi, sorprese e... parenti, del tutto inaspettati. Gli Avengers, e il suo amore Bucky Barnes, le saranno sempre affianco.
-
[Sequel di New Avengers: Together]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor Stephen Strange, James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Avengers: Together Saga'
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New Avengers: Together - Promises
Capitolo XXII: Promesse


-Dove diamine ti eri cacciato, Malcolm Lewis!?-

"Stephen."

-Ero in sala... lascia perdere! Dobbiamo muoverci, lo perderà!-

"Dr. Lewis."
 



*   *   *



 
-Strange, guarda...-

-No... Alexis...-

"Stephen, perché mi stai accarezzando? Non l'hai mai fatto."

-Perdonami, piccola.-

"Per cosa dovrei perdonarti?"
 



*   *   *



 
-No, non è vero. NON - E'- VERO!-

-Tesoro, non alzarti, ti-

-Sta zitto, James!-

-Lexie, no! Ma che diavolo sta facendo!?-

-Alexis Moore,ti lascerei anche distruggere tutta New York, ma non posso permetterti di infrangere l'intera realtà  e l' universo in cui viviamo.-

-Cos'è quella siringa? Strange, lasciami and-
"Mio Dio, ho tanto sonno. Ho bisogno di dormire."
 
 

*   *   *



Alexis Moore aprì molto lentamente gli occhi.
Strinse tra le dita di entrambe le mani il lenzuolo del letto su cui era sdraiata, come ad assicurarsi che non avrebbe trovato sotto di sé la sabbia nella quale era stata immersa nelle ultime ore che ricordava.
Il soffitto perfettamente bianco, le plafoniere ovali, eleganti e anch'esse bianche, le ricordavano un luogo che aveva già visto.
Un luogo che, anzi, ultimamente aveva visto un po' troppo spesso.
Era in un letto d'ospedale.
Fece due respiri lunghi e profondi: era ancora viva.
Tutta quella scena le parve essere un deja vu, di quando dopo aver usato per la prima volta la sua magia per salvare Bucky, si era poi risvegliata su un letto simile in Wakanda, ed aveva visto dopo molte ore il volto amorevole di Steve Rogers.
Le rivenne in mente subito il suo migliore amico, lo sguardo che gli aveva letto in volto quando aveva sparato a sua zia Hermione. Un gesto che a Steve, che era davvero molto simile a lei, era costato senza dubbio molto.
Istintivamente si voltò di scatto verso il lato sinistro del letto, doveva sapeva esserci la sedia per le visite, quasi aspettandosi di trovare anche oggi, ad attendere il suo risveglio, Steve.  
Il suo scatto fece spaventare la persona lì seduta, che però non era Steve.
E nemmeno Bucky.
Alexis la vide sgranare gli occhi e la bocca, chiudere il computer portatile di scatto ed alzarsi in fretta diretta verso di lei.

-Lexie! Ti sei svegliata, finalmente! Come stai?-

Alexis aggrottò la fronte e socchiuse gli occhi, mentre osservava quella persona sedersi sul letto accanto a lei e scostarle dalla fronte i capelli ancora sudaticci.
Non poteva crederci.

-Ellie?!-

Ellie Renner, con i capelli raccolti in una maniera disperata, la camicia sgualcita fuori dai jeans, scalza e con delle profonde occhiaie viola sotto gli occhi, sorrise mentre si toglieva gli occhiali da vista e li riponeva sul comodino.

-Non dirmi che non ti aspettavi che Tony mi chiamasse. In una situazione del genere?- disse la scrittrice prendendo entrambe le mani della ragazza e stringendole forte. -Posso abbracciarti? Senti dolore?-

Alexis inclinò la testa di lato, ed allargò le braccia.
-No, non sento dolore. Che dolore dovrei sentire?- chiese, mentre Ellie la stringeva. -Ho solo un gran mal di testa.-

Si separarono, Ellie si grattò la punta del naso, leggermente imbarazzata e tesa.
Non se lo ricorda. Pensò.
-Probabilmente è per lo stress.- disse.

Meglio ponderare bene la situazione prima di dirle quella cosa.

-Sai in realtà forse è per il sogno che ho fatto.-

-Che sogno?- chiese Ellie, mentre sentiva perfettamente un nodo formarsi in gola.

-Credo di averlo mischiato con la realtà, perché era ambientato proprio in questo ospedale.- disse Alexis grattandosi la testa, convinta di star raccontando qualcosa di assurdo. -C'era Stephen che mi portava qui dopo lo scontro con mia zia... Hermione...- disse, con un po' di rammarico nella voce al ricordo della triste storia che aveva avuto fine poche ore prima. -...hai presente? Ti hanno raccontato di lei?-

Ellie annuì velocemente, Alexis proseguì:

-Insomma c'erano Stephen, il dottor Lewis, mi stavano operando, ricordo di aver sentito odore di sangue anche nel mondo reale infatti. E poi c'erano Steve, Tony, Bucky e... c'eri anche tu ora che ci penso... Ad ogni modo io mi scagliavo contro Bucky e contro tutti voi mentre lui mi diceva che avevo perso il bambino, ma è assurdo, perché io non ho perso il bambino!- concluse Alexis con naturalezza e con un sorriso, gesticolando. -Vero?-

Ellie deglutì, seria, e distolse lo sguardo verso il basso, grattandosi il collo in maniera agitata.
Quei maledetti codardi del patrigno, mentore, amico e fidanzato di Alexis avevano scaricato a lei quel compito atroce.
E chi era lei per essere pronta a dare un tale dolore ad una delle persone a lei più care?
Li aveva guardati negli occhi uno ad uno, gli affetti più cari di Alexis. Soffrivano per lei, avevano anche loro bisogno di una mano, ed Ellie aveva provato compassione nei loro confronti, che erano così devastati da non riuscire a gestire il dolore di Alexis e il loro messi insieme.
Non che Ellie non si sentisse male al pensiero che Alexis Moore soffrisse, ma lei aveva visto Alexis già in uno dei suoi momenti più bui, proprio quando era sull'orlo del baratro, ed erano state le loro chiacchierate, i loro allenamenti insieme, che avevano permesso ad Alexis di riprendersi.
Quindi era ovvio che avessero tutti pensato a lei.  
 






-Gesù, povera piccola.- disse Tony, affondando il viso nelle mani e sedendosi su una sedia nel corridoio appena fuori dalla porta di Alexis.

Il Dr. Stephen Strange l'aveva appena sedata.


-E' sconvolta.- disse Ellie, toccando la spalla del fratello.

Bucky uscì dalla stanza di Alexis, chiudendosi la porta alle spalle.
Ellie lo guardò, aveva gli occhi totalmente velati di lacrime da quando era arrivata in ospedale, non si era neanche fatto medicare le ferite.
Bucky Barnes in quel momento era il ritratto più fedele possibile di un uomo distrutto.


-Si è addormentata, i valori sono tornati stabili.-

-Quella ragazza è un uragano.- disse Tony, poi puntò un dito contro Bucky. -Starei molto attento a non farla arrabbiare in futuro, se reagisce in quel modo.-

Bucky arricciò il naso, strinse i denti ed appoggiò la fronte alla porta.
-Se ancora mi vorrà, in futuro.-


Steve, Ellie e Tony si scambiarono un'occhiata.
-Ehi, Buck.- disse Steve, che lo prese per una spalla, facendolo voltare verso di sé. -Di che diavolo parli?-


-Non l'hai vista?- chiese Bucky, senza alcun filo di intonazione nella voce.
Si sentiva completamente svuotato.


-Oh, andiamo, non ce l'ha con te.- disse Tony sbattendo entrambe le mani sulle cosce.

Ellie lo guardò aggrottando la fronte.
Davvero l'uomo che aveva di fronte era Tony Stark? Aveva cercato di uccidere Barnes per svariate ore pochi anni prima! Sorrise amorevolmente pensando a quanto Alexis fosse stata importante per Tony. E per Bucky.


Accanto a lui comparve Stephen Strange. Si era tolto il camice, ora indossava una semplice tuta coordinata, ed aveva anche lui il volto esasperato.
-Alexis si risveglierà tra circa cinque o sei ore.- disse il dottore, sedendosi accanto a Tony, dandogli una pacca sulla spalla. -Probabilmente, a causa del sedativo, ciò che è successo poco fa le sembrerà una cosa surreale, un sogno. Bisogna andarci piano o rischierà di distruggere tutto, quindi pensate bene a quali parole utilizzare.-

Bucky si passò le dita sugli occhi, cercando di fermare quelle lacrime che continuavano a scendere silenziose, senza riuscirci.
- Io non posso farlo.-


-Cosa?- chiese Steve.

-Parlaci tu, Steve. Oppure Ellie, potresti parlarle tu?-

-Mh?- fece Ellie. -Io? James, sei il suo fidanzato, dovresti farlo tu.-

-Non ce la faccio, Ellie.-

-Neanche lei ce la fa, vi capirete a vicenda, non credi?-

Bucky scosse la testa e tirò su con il naso.
-No, lei- la voce gli si spezzò per il pianto. -Lei mi odierà, sono io che ho iniziato ad indagare come un forsennato sui suoi genitori. E' colpa mia se ora lei... se lui-


-Ehi.- Steve prese Bucky per le spalle e lo abbracciò. Bucky nascose il viso sulla sua spalla e pianse silenziosamente con alcuni singhiozzi. -Non è colpa tua.-

Quando si separarono, Steve guardò Ellie, che non aveva smesso per un attimo di pensare a quanto stesse soffrendo Bucky.

-Ellie.- iniziò Steve, posando la mano sulla schiena della ragazza. -Per favore. Tu l'hai già aiutata in passato. E noi...- si guardò intorno. -Noi non siamo forti né come lei, né come te, né come nessun'altra donna. Non capiremo mai cosa significhi.-

Ellie era rimasta un po' intontita dal fatto che Steve la stesse sfiorando con Tony che poteva vedere benissimo quel gesto.  Ma non era quello il problema in quel momento.
Sospirò.  
Si voltò, e vide Stephen Strange e Tony che annuivano a ciò che aveva detto Steve. Tornò poi con gli occhi su Steve e notò che anche i suoi erano rossi e umidi.
Vedere i suoi due migliori amici così devastati, doveva essere molto doloroso anche per lui.


-D'accordo.- disse Ellie, poi si avvicinò a Bucky e lo abbracciò, strofinando una mano sulla sua schiena. -Ci parlo io, Buck.-

-Grazie.- disse Bucky. -Grazie, Ellie.-
 







-Vero, Ellie?- chiese di nuovo Alexis, mentre il sorriso iniziava a morirle in volto.

-Lexie...- Ellie fece per sfiorare il braccio alla ragazza, ma l'altra si lanciò a peso morto sul letto, portando entrambe le mani a coprirsi il volto.

-Ellie. Dimmi che non è vero, ti prego. Dimmi che non è vero.-

Alexis tirò su leggermente la testa per guardare Ellie, ma questa sospirò, con le lacrime agli occhi e scosse la testa.

-Purtroppo non era un sogno, Lexie.-

-Oh Dio, no, ti prego.-

Alexis non riuscì a trattenere le lacrime, iniziò a piangere a dirotto, con le mani tra i capelli, il volto deformato dal dolore, senza riuscire quasi a riprendere fiato.
Ellie si sdraiò accanto a lei con la schiena poggiata alla testiera del letto e la fece accoccolare sul suo petto, stringendola forte.
Se c'era una cosa che aveva capito di Alexis, era che la solitudine, o la sola idea della solitudine, le erano sempre state fatali, fin da quando era piccola, a quanto le aveva raccontato.
E lei sapeva bene di cosa si trattava.
Pianse anche Ellie, cercando di non farsi sentire da Alexis, che si aggrappava ai vestiti di Ellie, quasi fino a strapparli.
Era una sofferenza atroce quella che Alexis stava provando, ma in realtà in quel momento non riusciva neanche a pensarci. Sentiva solo un vuoto dentro di sé, come se la sua vita non avesse più avuto motivo di esistere.
Aveva tanto desiderato quel bambino ed ora non c'era più e sentiva che la colpa non era altro che la sua: se avesse dato ascolto a Bucky, sicuramente non sarebbe successo.

D'un tratto Alexis si tirò su.
-Bucky...- sussurrò.

Ellie si asciugò la guance con le dita rapidamente.
-E' andato via due ore fa, insieme a Steve e Tony. Erano distrutti, stanchi e feriti, quindi-

Alexis scosse la testa.
-Sì, no, certo, intendo... l'ho trattato come se-

-Non devi preoccuparti di questo, Lexie, lui capirà.-

-Oh Dio, l'ho trattato così male che penso non mi vorrà più vedere.- disse Alexis affondando di nuovo la testa tra le ginocchia che aveva portato al petto.

Ellie sbuffò una risata amara.
-Lui teme la stessa cosa nei tuoi confronti.-

-Certo.- sbottò Alexis gesticolando, continuando a piangere. -Perché lui è la persona più buona del mondo, io invece sono solo una... una cretina, che ha ucciso quella che probabilmente era l'unica possibilità per lui di avere una famiglia.-

Ellie aggrottò la fronte. Prese il viso di Alexis tra le mani.
-Ma che stai dicendo? Non è colpa tua.-

-Sì che lo è, Ellie, è la realtà dei fatti. Il dottore mi aveva detto di starmene buona, perché avrei potuto perdere il bambino, lo aveva detto ed io l'ho ignorato. Più volte Bucky, Tony, Steve mi hanno detto di rimanere a casa, o di tornarci. E' solo colpa mia.-

-Lexie, ti hanno rapito il fidanzato sotto il naso. Nessuno sarebbe rimasto a casa. Credi che, se fosse stato biologicamente possibile, se Bucky fosse stato nei tuoi panni non avrebbe fatto lo stesso?-

-Non lo so.- rispose Aleixs scuotendo la testa. -Per lui questo bambino era una gioia infinita... non so neanche se riuscirò più ad averne altri.-

-Ehi.- disse Ellie seria, prendendo Alexis per le spalle. -Alexis Moore, tu non sei una sforna bambini e nessuno pretende che tu lo sia, nemmeno Bucky.-

Ellie spostò i lunghi capelli di Alexis dietro la schiena della ragazza. Prese un fazzoletto umido dal comodino, glielo passò sul collo e sul volto, rinfrescandola un po'.
-Ascoltami bene, Lexie, e stampati bene in mente quello che sto per dirti. Bucky Barnes ti ama. Tu ami lui. Fine. Questo è l'importante, anche se magari è banale. Lui ama te, la potenziale famiglia che potrebbe formare con te, perché sei tu. Amava e ama vostro figlio perché lo portavi in grembo  tu. Il piccolo sarà sempre con voi, veglierà su di voi, ma se vorrete potrete riprovarci. Subito, tra un anno, tra dieci, quando volete voi. Ma siete voi due le fondamenta della vostra famiglia, famiglia che esiste già. Non hai ucciso la sua possibilità di avere una famiglia, Lexie. La sua famiglia sei tu. D'accordo?-

Alexis annuì, per poi gettarsi di nuovo tra le braccia di Ellie.
-Dov'è Bucky adesso?-

-E' fuggito a gambe levate dopo il casino che hai fatto!- disse Ellie, cercando di sdrammatizzare un po' la situazione. -No, sto scherzando, è andato con Tony e Steve alla casa sul lago. Doveva calmare un attimo la mente. Ti aspettano lì.-

Alexis si tirò su, preoccupata. -Cosa ho fatto oltre a prendere a spintoni il mio fidanzato?-

-Il dottore era molto preoccupato, ha detto che stavi rischiando di rompere la realtà, o qualcosa del genere.-

-Cosa!?-

-Sì, eri molto strana, diventavi trasparente ad intermittenza, sparavi scintille colorate da ogni dove, e volevi tornare indietro nel tempo per... beh, per riavere il bambino.-

Alexis sgranò gli occhi.
-Ho cercato di prendergli la collana, Ellie!?!-

Ellie annuì. -Già.-

-Gesù, cosa ho fatto!? Mi odierà!-

Ellie scosse la testa bonariamente. -Direi di no. E' qui fuori, sta dormendo su quelle scomodissime sedie per te. Quindi non credo proprio che ti odi.-

Alexis si sdraiò di nuovo sul letto con un tonfo.
-Sono un disastro, Ellie.-

-E' vero.- disse Ellie, mentre la accarezzava i capelli. Le asciugò di nuovo le lacrime e le diede un bacio sulla fronte. -Un disastro meraviglioso.-

-Posso... piangere un altro po'?-

Ad Ellie si strinse il cuore in una morsa.
-Certo, tesoro.- disse avvolgendola. -Quando ti senti pronta, andiamo.-
 
 



*  *  *
 



Alexis piegò la camicia da notte dell'ospedale e la posizionò sopra al cuscino, poi si sedette sul letto e si infilò i vestiti che Ellie le aveva portato: Pantaloncini di jeans, una t-shirt viola leggermente larga che aveva infilato nei pantaloni, e ai piedi le sue amate converse.
Raccolse i capelli, che Ellie le aveva aiutato a lavare nel lavandino del bagno, in una coda alta e lunga fino a metà schiena.
Si sfiorò la pancia, con un gesto che ormai le veniva naturale. Non aveva avuto neanche il tempo di crescere abbastanza da essere evidente, quel bambino, eppure lei ne sentiva perfettamente la mancanza.

Per fortuna quel flusso di pensieri fu interrotto dal bussare alla porta, che la fece trasalire e voltare di scatto, vedendo il volto di Stephen Strange fare capolino.

"Ecco, è venuto ad uccidermi." pensò la ragazza.

Alexis non disse nulla, mosse solo qualche passo verso il dottore.
La ragazza sapeva che chiunque provasse a toccare la gemma del tempo finiva sulla lista nera di Stephen Strange.
Ma lei poteva stare tranquilla.

-Agente Moore.- la salutò il dottore, chiudendosi la porta alle spalle. Si guardò intorno. -Sei sola?-

Alexis anche si guardò intorno, poi indicò la porta del bagno.
-Oh, no, Ellie è in bagno, si sta dando una rinfrescata. E' stata tutta la notte su quella sedia, poverina.-

-Già. Ti vuole molto bene.-

Alexis annuì.
-Oh, e so che anche tu sei rimasto qui fuori da ieri sera.-

Strange si grattò la testa imbarazzato.
-Sì, beh, insomma... anch'io ti... ti voglio bene, Alexis.- disse, guadando ovunque tranne che la faccia di Alexis.

La ragazza divenne seria e spalancò gli occhi.
Si diede un pizzicotto sul braccio, perché non era più sicura di essere nel mondo reale a quel punto.

-Che stai facendo?- chiese Stephen con lo sguardo corrucciato.

-Ahm...-
Non era un sogno, allora.
-Niente!- esclamò Alexis, poi con qualche passo abbracciò il dottore, accoccolandosi sul suo petto. -Grazie, Stephen.-

Il dottore scosse la testa, mentre stringeva la schiena di lei.
-Sarei dovuto essere più tempestivo. Credevo che il sangue venisse da una delle tante ferite che avevi, avrei dovuto accorgermi subito. Forse con qualche secondo d'anticipo-

-Stephen.- lo zittì Alexis. -Sono anni che non fai altro che corrermi dietro e che mi salvi la vita. Tu hai fatto il possibile, l'unica che ha colpe, qui, sono io.-

Strange sospirò. Quella di Alexis era una reazione comune, dopo la perdita di un bambino. Tuttavia Stephen sperava che anche in quello si sarebbe distinta, che non si sarebbe data la colpa per tutta la vita.
Ma in fin dei conti Alexis era una ragazza di ventidue anni.

-No, Alexis, non è colpa tua, credimi. Ti prego.-

Alexis sospirò a sua volta e non rispose.
Nessuno avrebbe mai potuto convincerla che lei non fosse la principale causa della perdita del bambino che tanto aveva desiderato.
Tuttavia, uno Stephen Strange così dolce si era rivelato essere una piacevole sorpresa e almeno si godette quell'abbraccio con il primo lieve sorriso delle ultime 48 ore.
 
 



*  *  *



 
 

Quando Alexis arrivò alla casa sul lago di Tony, trovò proprio lui ad accoglierla nel vialetto, insieme alla figlia, che ormai aveva un anno, e alla moglie.  
Quando scese dalla macchina di Ellie, fu subito avvolta dalle braccia amorevoli di Pepper.

-Piccola.- disse la donna, che su un braccio reggeva Morgan, che affondo il viso nei capelli di Alexis, sputacchiandone un po' quando si separarono. -Per qualsiasi cosa di serva noi ci siamo, anche se volessi passare un po' di giorni qui per schiarirti le idee.-

-Grazie, Pepper.- poi Alexis guardò Tony, che portava una stampella. -Come va la gamba?-

-Non male alla fine, con quel buco sto molto più fresco. Te come stai?-

Alexis fece per rispondere, ma non sapeva cosa rispondere.
Stava bene? Fisicamente sì, ma si sentiva troppo in colpa per il bambino per poterlo dire.
Strinse le labbra e fece spallucce.

-Domanda complicata, hai ragione.- intuì Tony. -Vieni qui, Agente Moore.- disse, abbracciandola.

Alexis lo strinse a sua volta.
-Mi dispiace per la gamba, Tony. Tu non c'entravi nulla e quella pazza ti ha sparato solo perché mi sei stato vicino quando invece sarei dovuta essere morta, secondo i suoi piani.-

Tony strofinò una mano sulla schiena di Alexis e si separò da lei.
-Lexie, io mi farei sparare anche in testa per te.- rivelò. -Non parliamone più.-

-Ma-

-Lexie!- la interruppe una voce che conosceva bene.

La ragazza si voltò di scatto, mentre da lontano arrivava Steve Rogers.
Quando passò vicino ad Ellie, Steve le sfiorò la mano e la guardò di sfuggita come a salutarla.
Tony se ne accorse e guardò la sorella aggrottando la fronte, e lei cominciò a fare "no" rapidamente con la testa, puntando poi lo sguardo su Steve che abbracciava Alexis.

-Mi hai fatto spaventare, Lexie. Non ti ho mai vista così fuori di te.- disse Steve.

-Scusa, Steve.- rispose la ragazza, cercando di cacciare indietro qualche lacrima che tentava di rovinare il suo già precario equilibrio mentale ed emotivo.

Steve le sfiorò la guancia con la mano e le diede un lungo bacio sulla fronte.

Alexis sorrise di nuovo, per la seconda volta.

-Bucky?- chiese d'un tratto, preoccupata.

Steve le indicò con lo sguardo un punto in lontananza e lo vide.
Bucky se ne stava seduto sul molo in legno, guardava il lago, con le ginocchia al petto, strette tra le braccia.
Alexis non disse nulla, andò nella sua direzione a passi sempre più svelti e quando gli fu vicino, si fermò.

Era immobile, ma lo sentì tirare su col naso. Stava piangendo silenziosamente.
La ragazza prese un bel respiro e si sedette accanto a lui.

-Ehi.-

Bucky si voltò e rimase senza respiro, boccheggiando, non sapendo cosa dire.
Ci aveva pensato per ore, eppure in quel momento il suo cervello si era completamente spento, di fronte alla genuina bellezza di Alexis, che nonostante le ultime ore di agonia e disperazione, era comunque l'essere più bello che avesse mai visto.

Alexis lo guardò negli occhi, scorgendo una tristezza infinita dentro di lui, resa evidente dal rossore dei suoi occhi, e le iridi azzurre completamente sommerse da un velo di lacrime erano esattamente uguali ad un mare in piena tempesta.
Si sentì, per l'ennesima volta da quando si era svegliata, una persona orribile: Bucky era distrutto tanto quanto lei, e la reazione che lei aveva avuto mentre lui cercava le parole più dolci per darle quella terribile e dolorosa notizia, doveva avergli dato il colpo di grazia.
Non era assolutamente sua intenzione colpevolizzarlo di nulla, Bucky l'aveva semplicemente aiutata nella ricerca della verità, nel rendere giustizia ai suoi genitori. 

Bucky continuava a non riuscire a riprendere fiato e Alexis iniziava a preoccuparsi leggermente.
Gli mise una mano sulla guancia e a quel contatto Bucky trasalì.

-Buck, stai bene?-

Lui prese aria ancora diverse volte, poi strinse gli occhi e lasciò cadere due lacrime.

-Mi dispiace.- la voce quasi ridotta ad un soffio. -Alexis, mi dispiace tantissimo.- disse, poggiando una mano all'altezza del ventre di lei.

Se Alexis sentiva un vuoto nella pancia, lui lo sentiva nel cuore.

-Anche a me dispiace.- disse la ragazza, poggiando la fronte contro quella del fidanzato.

Bucky scosse la testa.
-No, tu non capisci... è tutta colpa mia, scusa, avrei dovuto fermarmi quando me lo avevi chiesto.-

-James, no.- disse Alexis prendendogli il volto tra le mani. -Non è colpa tua. Non è colpa... non è colpa di nessuno.-

Bucky scosse di nuovo la testa.
Rischiava di scoppiare a singhiozzare da un momento all'altro. Avere Alexis lì non faceva che amplificare tutto ciò che aveva provato nelle ultime ore.
Vederla lì, bellissima e così forte, era un ennesimo colpo in faccia: lui non era stato in grado nemmeno di starle vicino in quello che doveva essere forse il  momento peggiore della sua vita, questo era quello che Bucky continuava a ripetersi.
Alexis conosceva bene l'uomo che amava, e l'aveva capito benissimo. Se per lei poco prima era stata forte Ellie Renner, ora lei stessa doveva esserlo per Bucky.

-Sarei dovuto rimanere con te.- disse Bucky, passando le braccia intorno alla schiena di Alexis, senza mai staccarsi da lei. -Avrei dovuto dirtelo io, avrei dovuto soffrire insieme a te, invece ti ho lasciata sola come un codardo.-

Lexie aggrottò la fronte, sembrava quasi arrabbiata.
-Bucky, ma che stai dicendo?-

-Alexis, non dirmi che non l'hai pensato anche tu.-

-No, James, non l'ho pensato neanche per un secondo. Mi sono svegliata in ottime mani, Ellie mi ha spiegato tutto, e mi ha anche detto del modo in cui ti ho trattato, è normale che tu te ne sia voluto andare.-

-Non volevo andarmene, in realtà.- ammise Bucky. -E' stato Steve, mi ha detto che dovevo riposare.-

-L'hai fatto?-

Bucky accennò ad un sorriso.
Anche nella circostanza in cui era lei la parte lesa, Alexis si preoccupava comunque per lui.

-Ovviamente no.-

Alexis sospirò, ed accarezzò il collo di Bucky, per poi stringere tra le dita dolcemente i capelli, che erano ricresciuti un po'.
-Togliti immediatamente dalla testa quella stupida idea. Sei un essere umano, con tutto il siero della super forza e il braccio in vibranio, tu sei un essere umano. Quante volte ti ho lodato per la tua forza interiore, Bucky? Quante volte ti ho detto che ti ammiro per essere riuscito a rimanere umano, nonostante le atrocità che hai passato? James, io ti amo e lo farò per sempre. Possiamo essere in due, in tre o in sette, ma io e te ci amiamo, questo è l'importante.-

Bucky sospirò quasi sollevato, come se avesse temuto fino a quel momento che Alexis non gli avrebbe mai più detto quelle parole.
Le afferrò il viso con le mani e le diede un lungo bacio passionale, grazie al quale tornò a respirare.
Ad Alexis, ad entrambi in realtà, sembrava che non avessero un contatto così intimo da mesi.

-E' esattamente quello che volevo dirti anch'io: Alexis, sei tu la mia casa. Se poi ci saranno dei... bambini, tanto meglio, ma sei tu la mia ragione di esistere.- disse Bucky. -E... forse dovrei smettere di farti delle promesse, visti i risultati, ma ti prometto che farò di tutto per renderti la versione più felice di te stessa.-

Alexis sorrise lievemente e lo abbracciò forte, per poi dargli un altro bacio.
-Allora sappi che hai già terminato la tua missione, Sergente.-

Anche Bucky sorrise. Alexis non poteva saperlo, ma il fatto che si fosse definita una sua missione era indicativo di quanto lei fosse stata importante per lui nel ricominciare a vivere una vita normale. Pochi anni prima la sua missione era distruggere Steve Rogers sotto il comando dell'Hydra. Ora, invece, poteva di nuovo sorridere come lo spensierato Bucky del secolo scorso, e lo doveva, in gran parte, alla sua fidanzata.

Alexis si alzò in piedi e lui fece lo stesso, per dirigersi verso casa di Tony.
Tuttavia, Bucky, mettendo una mano nella tasca dei jeans, sentì un oggetto che gli fece di nuovo mozzare il respiro.
Si guardò intorno.
Non c'era più nessuno nel giardino di casa Stark. Il lago, l'aria fresca di montagna, il cinguettio degli uccelli, il sole che creava sulle increspature dell'acqua dei riflessi meravigliosi. Sembrava essere tutto perfetto, come poteva sprecare una situazione del genere?

-Alexis, aspetta.- disse Bucky.

La ragazza si voltò e gli tornò vicino. -Che succede?-

-Ehm, io...-

Improvvisamente, però, vedendo il volto ancora pallido di Alexis, tutto non gli sembrava più perfetto.
Nelle ultime ore, Alexis aveva visto morire ad un palmo dal proprio naso sua zia, identica a sua madre, di cui aveva scoperto l'esistenza da poche settimane. Aveva perso un bambino. Aveva avuto a che fare con nuove forme di magia, molto potenti.
Forse non era il caso di correre.
Tirò fuori la mano dalla tasca ed accarezzò la schiena della ragazza, ricominciando a camminare.

-Volevo solo dirti... che sei stata davvero forte con quelle ali. Eri... meravigliosa. E ti donavano davvero molto.-

Alexis sbuffò una risata mentre salivano le scale del portico di Tony.
-Non ho idea di come ci sia riuscita e non credo che ci riuscirò più, ma ti ringrazio.-

Pranzarono sotto il portico.
E il pranzo che seguì, insieme a tutti gli amici, nonché famiglia, di Alexis Moore, fu come un punto che mise fine alla storia di sua zia Hermione.
Alexis non sentiva la sua mancanza, a dirla tutta.
Si sentiva amata, si sentiva completa.
O quasi.

Ogni volta che involontariamente provava a sfiorarsi la pancia, si rendeva conto che in realtà si sentiva come se le mancasse un organo.
Sapeva che quella sensazione non sarebbe passata mai, sapeva che avrebbe dovuto imparare a conviverci.

Guardò oltre la staccionata del portico: c'erano i figli di Clint e Laura che giocavano con la piccola Morgan, sotto la supervisione dei due genitori e di Pepper che chiacchieravano poco distanti. Seduti sugli scalini c'erano Thor, Tony e Rhodes che parlavano di ingegneria asgardiana e terrestre messe a confronto. Seduti al tavolo, poco distanti da lei, c'erano Bruce e Nat che scorrevano le dita su un tablet, mentre sceglievano la destinazione per la loro vacanza di fine estate. Alla loro destra, Stephen e Loki parlavano dei loro poteri magici e poco dopo Alexis si rese conto che parlavano delle ali che lei stessa aveva evocato. Sam, Peter Parker, Wanda Maximoff e Visione stavano salendo su una piccola barca in legno pronti a fare un giro del lago. Wanda, ovviamente con la sua magia, le fece prendere il largo.
Ciò che le piacque di più, però, fu vedere Steve Rogers ed Ellie Renner che passeggiavano a piedi nudi sulla riva del lago, con le mani che si sfioravano di tanto in tanto.

Diede una gomitata a Bucky e glieli indicò con un cenno della testa e Bucky seguì il suo sguardo, poi si voltò, le sorrise e le diede un bacio sulla tempia.
Anche lei sorrise, si strinse al suo braccio e chiuse gli occhi per qualche secondo.

Era innamorata di lui, perdutamente.
E questo sarebbe bastato.



 
 
 



Fine.
 
 
 







 
*            *               *


Post Credits Scene n. 1

Tony uscì dalla porta del bagno comune dell'ospedale.
A breve Alexis si sarebbe svegliata.

Avvicinandosi alla porta della sua camera, ancora chiusa, vide davanti ad essa Bucky che parlava con il dottor Lewis e sul volto di Bucky un'espressione rincuorata. Intuì che il dottore gli avesse appena comunicato che Alexis non aveva perso la possibilità di rimanere incinta.
Glielo avrebbe chiesto se non fosse stato attratto da altri due soggetti seduti poco distanti.

Incrociò le braccia al petto, piegò la testa di lato ed arricciò il naso.

Steve Rogers aveva un braccio intorno alle spalle di sua sorella, Ellie Renner. La mano libera era impegnata ad accarezzarle dolcemente il profilo del volto e a giocare con le ciocche bionde lasciate libere dall'elastico dei capelli di Ellie.
Lui sorrideva come un ebete.
Lei pure.

-Capitano Rogers!- sbottò Tony.

I due si separarono di scattò, sobbalzando.

Ellie si portò una mano al cuore.
-Dio, vuoi farmi morire!?-

-Che sta succedendo qui?- chiese Tony, passando lo sguardo da Steve ed Ellie più volte.

-Ehm... Ellie aveva... una cosa nell'occhio.- disse Steve grattandosi la testa e schiarendosi la voce.

-Sì, esatto...- continuò Ellie. -...ciglia, mi cadono a fiotti, per lo stress.-

-Ah, capisco, come i capelli?- chiese Tony.  

Ellie strinse le labbra ed annuì velocemente.

-Scusate.- disse Bucky Barnes, salvando il capitano e la bionda dall'interrogatorio di Tony. -Alexis si è svegliata.-

Ellie e Steve si fiondarono dietro a Bucky, Tony rimase un attimo interdetto.

Davvero quei due pensavano di farlo fesso in quel modo?













Angolo Autrice
E' così.
A me sembra impossibile, ma anche stavolta, sebbene con molti rallentamenti e sparizioni da parte mia, sono riuscita a portare a termine una storia. E per me è una cosa incredibile, perché io le lascio sempre tutte a metà!!! 
E questo lo devo a tutti voi lettori, alle tante visualizzazioni, a tutti voi che avete inserito la storia tra le preferite, seguite, ricordate, che ha recensito qua e là, ma soprattutto alle mie due compagne di viaggio: InsurgentMusketeer e MaryElizabethVictoria. Autrici fantastiche, fan perfette, amiche premurosissime <3 Ringrazio entrambe per la loro vicinanza, il loro affetto SEMPRE presente nonostante i miei ritardi, e soprattutto le ringrazio per avermi dato l'onore di inserire i loro personaggi nel mio universo e per aver inserito Alexis nel loro. O meglio, Ellie Renner, il personaggio di InsurgentMusketeer, è già comparsa un po' di volte. Per quanto riguarda il personaggio di MaryElizabethVictoria, dovrete aspettare il prossimo sequel, anche se l'ho già citato nella mia one-shot che ho pubblicato il 13 Agosto appena passato, e anche se potete intuire benissimo già dal titolo del sequel di quale tra i tanti ragazzi di "The Young Avengers" sia il mio prescelto xD
Come vi dicevo l'altra volta, il continuo di questa saga arriverà per la fine di settembre e si intitolerà "New Avengers: Together - Journey to Asgard".
A tal proposito, aspettatevi in unscita una "Post Credit Scene n.2" in questa storia =) Vi metterà qualche pulce nell'orecchio e sono sicura che vi incuriosirà tantissismo! 
Ma veniamo al capitolo che avete appena letto. E' un capitolo abbastanza forte secondo me, perché tratta di un tema delicatissimo. Un tema che io ho sempre il terrore di trattare perché in realtà non immagino neanche lonatanamente cosa si possa provare nella situazione della povera Alexis, quindi spero davvero di non aver ferito la sensibilità di nessuno, in caso contrario vi chiedo scusa. Ho fatto del mio meglio, spero si possa notare =) 
E' un brutto colpo per chiunque una cosa del genere, ma per Alexis sarà davvero dura: lei, che ama così tanto la vita con tutte le sue sfide, con tutte le sue sfumature. Ma... state pur certi che arriverranno giorni più felici e che la famiglia Barnes-Moore si estenderà, come entrambi tanto desiderano. Solo che prima dovranno passarne parecchie! 
Vi dico solo che nella prossima storia troverete una Alexis un po'... cambiata. Almeno all'inizio. =) 
Ah, se avete trovato errori di battitura vi chiedo perdono, sicuramente ne avrò fatti parecchi perché ero davvero emozionata mentre scrivevo questo capitolo :')
Darei un bacio in fronte a tutti voi, uno per uno, per ringraziarvi, perché io non credevo che sarei mai arrivata a questo punto! 
E niente, vi auguro una buona fine estate ed un buon inizio settembre, ma tanto alcuni di voi continueranno a sentirmi in quanto lettrice! 
Vi abbraccio fortissimo,

Rack <3 =)

Ps: se vi state chiedendo come mai Alexis non abbia più il polso rotto, mi dispiace per voi ma la cosa verrà spiegata nel sequel!  
  
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