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Autore: JustADreamForTwo    19/08/2021    2 recensioni
ATTENZIONE: Spoiler 4 stagione, episodio 17, Rocketear
《Io ho paura, Chat!》
《Questa è Ladybug, Chaton, non la ragazza dietro la maschera.》
《Tu ami Ladybug, non conosci la vera me e io non conosco il vero te》
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Era tanto che Adrien non sentiva quella tristezza.
Erano passati anni dall'ultima volta che si era sentito così irrimediabilmente solo e smarrito, il giorno in cui sua madre se n'era andata per sempre, eppure adesso si sentiva quasi allo stesso modo.
Certo, non era la stessa cosa, il dolore era un po' più lieve forse, più sopportabile, ma la tristezza e la solitudine erano tornati quelli di quel giorno.
Ormai si era abituato alla presenza della sua insettina nella sua vita, fin da quando l'aveva conosciuta così sbadata e insicura la prima volta che avevano combattuto contro cuore di pietra. Eppure lei si era rivelata essere proprio come una rosa e dal suo fragile bocciolo era sbocciata l'eroina più meravigliosa, perfetta, sicura e geniale di tutta Parigi, o addirittura del mondo.
Era questo tutto ciò che Adrien pensava, forse prima, forse anche adesso, ma il pensiero che lei lo avesse così tanto messo da parte l'aveva ferito e reso fragile come un gattino bastonato dal padrone.
Strinse i pugni, alzandosi dal proprio letto in cui era seduto ormai da ore sotto lo sguardo di un Plag preoccupato, anche se il suo carattere gli imponeva di non mostrarlo, per poi guardare quel piccolo gatto nero che stava pigramente trangugiando un altro pezzo di quel formaggio puzzolente.
 
《Eh no, non guardarmi così, è sera e io voglio mangiare in pace il mio camam-》
 
《Plag, trasformami!》
 
In un attimo il piccolo kwami fu assorbito dentro l'anello e la luce verde lo avvolse, trasformandolo nel famoso eroe di parigi che non esitò a uscire dalla finestra, iniziando a saltare sui tetti dandosi la spinta col suo bastone, passando davanti alla casa di una Marinette insonne, sdraiata pigramente sulla sdraio del terrazzino nonostante l'ora tarda.
Le ci volle un attimo per accorgersi del gattone in nero che saltava tra i tetti senza nemmeno accorgersi di lei, dirigendosi verso la torre Eiffel.
 
《Chat?》
 
《Tutto bene, Marinette?》
 
Un piccolo esserino rosso sbucò dalla stanza della ragazza vedendo la sua espressione leggermente preoccupata.
 
《Non lo so Tikki. È tardi e non ci sono akumizzati in giro, ma Chat Noir si..》
 
《Vuoi andare a controllare?》
 
Ci pensò su appena un istante prima di annuire, alzandosi dalla sdraio e tornando in camera per assicurarsi di non essere vista.
 
《Tikki, trasformami!》
 
Appena la luce rossa svanì non ci pensò su un attimo, uscì dalla stanza e inizio la sua corsa verso la torre, sperando di trovarvi ancora il suo gattino.
Le ci volle un secondo per vederlo, atterrando poco dietro di lui e a lui non servì un istante per percepire la sua presenza, ma non si mosse.
Rimase seduto lì, le gambe a penzoloni nel vuoto e lo sguardo rivolto alla città illuminata mentre la sua Lady gli si sedeva accanto.
 
《Va tutto bene, gattino?》
 
Lo guardò attentamente e più lo osservava, più sentiva una sorta di tristezza invaderla, quasi come se riuscisse a percepire la sua.
 
《Chaton?》
 
《Perché?》
 
Non un saluto quella volta, non un "My Lady", solo quella domanda che spiazzò totalmente Ladybug, lasciandola confusa.
 
《Cosa?》
 
《Perché non vuoi che io sappia chi sei? Perché non vuoi sapere chi sono?》
 
Lo guardò un attimo confusa per poi accennare un sorriso, poggiando la mano sulla sua spalla delicatamente e con dolcezza.
 
《Ne abbiamo parlato tante volte, Chat... sai che sarebbe pericoloso, Papillon potrebbe-》
 
《Ma Volpe rossa e Carapace possono. Perché insettina? Perché?》
 
La sua voce era così carica di emozioni, di delusione e tristezza che le parve quasi di sentire il cuore spezzarsi.
Dopotutto era il suo collega, il suo migliore amico.
 
《Micetto》
 
Alzò lo sguardo e quando lui puntò i suoi occhi verdi nei suoi le sembrò quasi di andare in frantumi tanta era la rabbia e la delusione che vi riusciva a leggere dentro.
 
《Chat io...》
 
《Tu cosa? Io ho sempre messo la tua vita davanti a tutto, Ladybug. Ho sempre combattuto per proteggerti! Ti ho detto che ti amo, che metterei la mia vita nelle tue mani, ma tu nonostante tutto continui a non fidarti di me!》
 
Cercò di parlare, di alzarsi per raggiungere l'altezza del supereroe che si era alzato di scatto per guardarla dall'alto in basso, ma qualcosa attirò la sua attenzione, facendola bloccare sul posto, immobile, inerme a fissare quella farfalla nera che silenziosa come un soffio di vento si dirigeva verso Chat Noir.
 
《Io ho paura, Chat!》
 
Fu l'unica cosa che riuscì a urlare, consapevole del carattere del suo Chaton e consapevole anche che, in fondo, era proprio ciò che lui voleva: la sua sincerità.
Come sperato vide il suo sguardo mutare velocemente in sorpresa, poi quasi in dolcezza e la farfalla nera dovette bloccarsi proprio prima di riuscire a entrare nella campanella che l'eroe aveva al collo, costretta a tornare indietro.
 
《My Lady, di cosa mai potresti avere paura? Tu sei così-》
 
《Questa è Ladybug, Chaton, non la ragazza dietro la maschera.》
 
Rimase seduta, a guardarlo dal basso, la voce ridotta a un sussurro e il sollievo di veder allontanarsi quella farfalla nera.
 
《Ma tu sei quella ragazza e sono sicuro che sotto la maschera ci sia una ragazza ugualmente fantastica, perché io ti amo comunque.》
 
《Tu ami Ladybug, non conosci la vera me e io non conosco il vero te》
 
《Ma io sono questo, my lady. Anzi, sono me stesso, chi voglio essere, non ciò che la società fuori ci impone.》
 
《Smettila, Chaton, io-》
 
Divenne troppo tardi per sottrarsi da quel gattaccio che le si era avvicinato e che adesso premeva le labbra contro le sue.
Rimase immobile infatti, le gambe verso il vuoto, il busto ruotato verso Chat Noir e la mano dell'eroe posata delicatamente sulla sua guancia. 
Certo, si erano già baciati un paio di volte, ma o lui non lo ricordava o non lo ricordavano entrambi, ma quella volta nessuno dei due era akumizzato e il bacio non serviva a liberare l'altro da qualche incantesimo del cattivo di turno, era un vero bacio e ciò la lasciò immobile anche quando il suo gattino si allontanò da lei.
 
《Vorrà dire che mi impegnerò ancora di più a farti capire che ciò che provo è sincero e mi impegnerò a farmi conoscere. Sono puuurfetto dopotutto, non potrai non amarmi, insettina.》
 
Sorrise vedendo la ragazza ancora immobile per poi afferrare il bastone e sparire nella notte, lasciando sola una Ladybug, anzi, una Marinette confusa e spaesata da quanto accaduto.
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice: Salve e grazie mille per aver letto questa storia. È la prima fanfiction che scrivo, in piena notte per giunta, ma non scrivevo da tanto e sono comunque soddisfatta, mi sono divertita. Spero vi sia piaciuta e se volete fatemelo sapere, ne sarei più che felice.
   
 
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