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Autore: martina_1534    23/08/2021    0 recensioni
Lorenzo accarezzò il serpente che, tramite la sua coda prensile, gli porse una chiave.
- «Seguimi e non avere timore del buio, giacché io sarò la tua luce.»
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
                          
                                                         (Dante Alighieri, Inferno, Canto I)
 
A Lorenzo de’ Medici, 
mio protettore e amico
 

 

Prologo

 

Al cominciar della mia giovanile etade, mi ritrovai per caso su una spiaggia di sabbia bianca. Mi accorsi, nonostante il breve tratto percorso, di aver seguito una strada errata. L’arenile era pulito e brillante, quasi come fosse un diamante esposto alla calda luce del sole. Le onde del mare dondolavano lente e si infrangevano contro i perlacei granelli del bagnasciuga. La sensazione di pace datami dal luogo era indescrivibile tanto che dimenticai di ripercorrere il sentiero originario per tornare alla mia dimora e mi sedetti a terra per godere delle dolcezze e delle bellezze del luogo. 
Volgendo lo sguardo altrove notai un castello. Esso sembrava quasi toccare il cielo, era grigio, con mattoni spessi. Imponente e maestoso ma sembrava alquanto disabitato. Il senso del vuoto traspariva dalle ampie vetrate posizionate sulle facciate dell’edificio. Incuriosita e speranzosa di trovarvi anima viva, mi isso e m’incammino verso la sua direzione. Quand’ecco scivolare tra la sabbia una serpe: l’animale si rizzò minaccioso e sibilante, pronto all’attacco, forte della sua superiorità. Mai un tale terrore mi pervase, costringendomi a non muovermi per non rischiare d’indispettire la bestia. Le sue squame nere brillavano al sole e la sua lingua biforcuta sibilava verso di me, quasi volesse parlarmi. Dietro di lui un’ombra.

- «Chi sei tu, ombra? Ti supplico, aiutami a fuggire da questo pericolo!» gridai, con quanto fiato mi era rimasto. Vidi lo spettro camminare a passi lenti verso di me, con andatura sicura. Passò di fianco al cobra e gli accarezzò la testa, intimandogli amichevolmente, poi, di lasciarmi proseguire. Il mio sguardo incredulo gli provocò un sorriso.

- «Abbandona lo spavento. Il serpente è lì di guardia da secoli, per impedire ai curiosi di oltrepassare le porte del castello. Non temerlo, è un amico.» - sorrise ed accarezzò la testa dell’animale che sembrò sorridergli di rimando - «Ti attendeva, probabilmente non ti ha riconosciuta.» e si fermò, continuando ad elogiare la diligenza dell’animale.Dopo poco, riprese a camminare ed a parlare, guardandomi con un apparente sorriso.

- «Ombra di Fiorenza ero, e poeta fui di meno sicura fama ma molti ne accolsi alla mia dimora.»Camminando giunse a me e, mentre parlava, mi accarezzò il braccio per rassicurarmi. Nel riconoscerlo, mi brillarono gli occhi e la sensazione divenne quella di non aver mai abbandonato casa.

- «Lorenzo, sei tu?», chiesi, quasi con timore che venisse negata l’evidenza. I pochi secondi che passarono nell’attesa di una risposta mi parvero ore ed i miei respiri divennero sempre più pesanti. 

- «Ero, ma per te adesso sono, in carne ed ossa come tuo compagno in questa visita.»Una lacrima scese dal viso. Mi sentivo protetta, tranquilla. La sicurezza di avere al mio fianco il mio mentore mi rendeva sicura del mio viaggio, pur non sapendo cosa mi aspettasse. E quelli a me:

- «Ti condurrò al di là delle porte del castello e ti mostrerò i vizi dell’uomo e chi li ha meglio impersonati. Ne trarrai insegnamenti più importanti di quanto credi che io possa mai avertene impartiti.»Lo ascoltai come un discepolo ascolta il suo maestro raccontare una parabola ed ei, alla fine, si fece allegro in volto.

- «Guidami in questo viaggio ed io mi abbevererò alla tua saggezza come a una fonte, sperando di redimere il mio essere e di poter trasmettere agli altri il mio messaggio.»E il maestro sorrise, consapevole che io avessi compreso la portata del viaggio. Si girò verso il castello e cominciò a camminare e io lo seguii. I suoi passi erano sicuri, conosceva bene il luogo e sapeva perfettamente cosa fare. Arrivati al portone, Lorenzo accarezzò il serpente che, tramite la sua coda prensile, gli porse una chiave. 

- «Seguimi e non avere timore del buio, giacché io sarò la tua luce.»Annuii e, senza tremare, varcai la soglia del castello. 
 

  
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