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Autore: LorasWeasley    24/08/2021    2 recensioni
[POV Goshiki | Accenni Ushiten | Semishira | Shiratorizawa x OC femminili]
"Tendo rise e commentò –Tanto non t’interessa il suo numero, sappiamo che t’interessa solo…
-Satori- lo bloccò Ushijima.
Semi intervenne –C’è un bambino, non mi sembra il caso di dire certe cose.
Goshiki si guardò intorno e solo troppo tardi capì che stavano parlando di lui."
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Eita Semi, Kenjiro Shirabu, Shiratorizawa, Tendo Satori, Tsutomu Goshiki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello che sta nella mente di Goshiki


Tutti i membri della squadra di pallavolo dello Shiratorizawa si trovavano in quel bar a festeggiare la vittoria contro il Seijou e il conseguente arrivo ai nazionali.
Erano ancora tutti (o quasi) troppo piccoli per bere, ma non per questo non si stavano divertendo parlando di tutto e di niente, urlando e facendo brindisi.
Il tempo passò in fretta e pian piano la gente iniziò a tornare nei propri dormitori, fortunatamente avevano avuto un permesso speciale per quella sera perché di norma, alle dieci, le porte della scuola si sarebbero chiuse e sarebbero finiti a dormire per strada.
Approfittando di quella possibilità, tutti i titolari erano rimasti continuando a chiacchierare più tranquilli.
A un certo punto Reon chiese a Yamagata –Ma alla fine sei riuscito ad avere il numero di telefono di quella fan, oggi?
-Certo!- il libero alzò il pugno trionfante.
Tendo rise e commentò –Tanto non t’interessa il suo numero, sappiamo che t’interessa solo…
-Satori- lo bloccò Ushijima.
Semi intervenne –C’è un bambino, non mi sembra il caso di dire certe cose.
Goshiki si guardò intorno e solo troppo tardi capì che stavano parlando di lui.
In effetti, era l’ultimo dei primini rimasti, ma non per questo era così innocente come gli altri pensavano. O almeno, lo era stato fino a pochi mesi prima, ma da quando era entrato allo Shiratorizawa le cose non erano state esattamente troppo discrete.
Il primo che Goshiki si ritrovò a fissare fu Tendo e, immancabilmente, il ricordo di quello che aveva assistito solo poco tempo prima tornò a tormentarlo.
 
Goshiki era tranquillo e spensierato mentre tornava in palestra a cercare la maglia che aveva dimenticato. Avrebbe potuto recuperarla il giorno successivo, ma in questo modo non avrebbe potuto lavarla in tempo e non voleva partecipare agli allenamenti senza di essa.
Era già sera quando rientrò nell’enorme palestra e si diresse a passo spedito verso la panchina accanto all’entrata dello spogliatoio, perché su questa si poteva vedere un ammasso viola poggiato sopra. Goshiki era sicuro fosse la sua maglia.
Andò a prenderla e mentre si voltava per tornare indietro sentì un mezzo grido che lo fece saltare sul posto dallo spavento.
Il suo cuore batteva a mille e capì che proveniva dallo spogliatoio quando riconobbe nel nuovo urlo la voce di Tendo.
-Satori- ruggì a quel punto la voce di Ushijima –ti ho accontentato solo perché hai detto che avresti fatto piano. Potrebbero sentirci.
Tendo rise, una risata che poi si trasformò in un gemito, con voce roca infine rispose –mi hai accontentato perché lo vuoi anche tu, inoltre chi vuoi che ci senta? Non c’è nessuno in giro.
Goshiki avrebbe avuto molto da ridire su quell’affermazione, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu tornare proprietario del proprio corpo e correre via veloce. Se l’avevano sentito, non era un suo problema.
 
Un brivido lo percorse a quel ricordo e cercò di eliminare quelle immagini dalla propria mente, ma ormai il vaso di Pandora era stato aperto e mentre portava lo sguardo sul loro vice capitano, un nuovo ricordo invase la sua mente.
 
La mensa non era troppo piena quella mattina e anche per questo per Goshiki fu facile sentire cosa le altre due persone sedute al suo stesso tavolo, anche se distanti, stessero dicendo.
Di norma Goshiki non era uno che si faceva gli affari degli altri o che ascoltava conversazioni indubbiamente private, semplicemente Semi e Soekawa stavano parlando e si era ritrovato ad ascoltare il tutto.
-Mi ricordi il nome di quel sito che mi avevi consigliato?- stava chiedendo il suo vice capitano al ragazzo dai capelli bianchi.
Semi annuì mentre ingoiava un boccone e si faceva più vicino al telefono dell’altro –Digito io…- disse mentre scriveva direttamente sullo schermo dell’altro prima di porgerglielo nuovamente –ecco, questo continuo a credere sia il sito di sex toy migliore tra tutti quelli che ho provato, ultimamente con Shirabu abbiamo iniziato a sperimentare il bondage e ci siamo ritrovati a lasciare diverse recensioni positive.
Goshiki non soffocò con il cibo solo perché non aveva ancora messo nulla in bocca, fissò il mangiare che aveva davanti quasi con disgusto e infine decise che per quel giorno avrebbe evitato. Ma non poteva svegliarsi tardi, come ogni giorno? Già era terrorizzato da Shirabu, adesso come avrebbe fatto a guardarlo in faccia senza diventare di tutte le gradazioni di rosso?
 
Yamagata rise e diede diverse e forti pacche sulla schiena di Goshiki facendolo distrarre dai propri pensieri, o almeno, era quello che avrebbe voluto.
-Dovrà crescere anche lui prima o poi!- rise ancora e Goshiki si morse la lingua per non commentare “hai già fatto la tua parte”. E la sua mente lo riportò a un nuovo ricordo.
 
Dopo l’incidente con Tendo e Ushijima negli spogliatoi, Goshiki avrebbe dovuto imparare la lezione. Ma quella sera aveva dimenticato il cellulare in palestra e per quanto non avesse alcuna intenzione di avvicinarsi a quel luogo di notte, non poteva stare senza una cosa tanto importante.
Fu così che, dopo diversi tentennamenti davanti l’ingresso, riuscì a prendere un lungo respiro riempiendosi di coraggio e decise di entrare.
Questa volta doveva raggiungere direttamente lo spogliatoio perché sapeva di averlo lasciato dentro l’armadietto.
Andò il più velocemente possibile, come quando ti togli un cerotto di fretta per evitare di soffrire di più con il dolore dello strappo.
All’inizio sembrò andare tutto bene, lo spogliatoio appariva vuoto e Goshiki ebbe il tempo di lasciare un sospiro di sollievo e aprire la sua anta dell’armadietto, quando dei rumori inconfondibili arrivarono dalle docce.
Goshiki sentì il mugolio di una voce femminile, non riuscì a capire cosa avesse detto perché sembrava come se avesse parlato con la bocca piena. Subito dopo rispose la voce inconfondibile del loro libero che sospirava “così piccola, non riesci a prenderlo più a fondo?”.
Goshiki riuscì a recuperare il suo telefono quella sera, al prezzo tuttavia del ricordo di Yamagata che riceveva un pompino nelle docce che usavano ogni giorno.
 
-Ma non solo Goshiki- disse a quel punto Tendo –qui ci sono ancora tanti bambini che devono crescere! Giusto Taichi?
Il ragazzo del secondo anno rispose con uno sguardo impassibile dei suoi, lo sguardo di chi è così tanto abituato alle prese in giro di Tendo da non farci più caso.
E se tutti credevano che il ragazzo dai capelli arancioni fosse un santo, Goshiki conosceva la verità.
 
La stanza di Goshiki era adiacente a quella di Taichi e Kenjiro. Era appena iniziato il finesettimana e molti erano tornati a casa, uno di questi era Shirabu.
Goshiki di norma non si sarebbe interessato a questi piccoli dettagli, aveva dovuto però farlo quando si rese conto che le notti che Shirabu non passava in dormitorio, erano anche le notti in cui il più piccolo non sarebbe riuscito a chiudere occhio.
Questo perché l’impassibile Taichi Kawanishi riusciva a fare sesso per quasi tutta la notte, facendo urlare le divese ragazze come se fosse il loro unico scopo nella vita.
Com’era possibile? Perché lui era l’unico a saperlo? Perché il destino aveva deciso di torturarlo in questo modo? Tutte domande alle quali non avrebbe mai avuto una risposta.
 
-Che discorsi schifosi- si lamentò Shirabu con il suo solito cipiglio di chi è infastidito dal mondo –non avete altro di cui parlare se non del sesso?
Goshiki non riuscì a trattenere lo sguardo incredulo che gli lanciò. Proprio lui parlava? Con che faccia?
 
Goshiki stava cercando nel borsone la chiave per entrare nella sua stanza, quando sentì le voci attutite, provenienti dal corridoio accanto, di due persone che aveva iniziato a conoscere abbastanza bene.
-Non hai giocato troppo bene oggi, vero?- la voce di Semi era derisoria ma anche divertita e scherzosa, non stava dicendo sul serio.
-Sta zitto- ruggì Shirabu cercando di mantenere la voce il più basso possibile –Ti sembra normale alzare l’intensità del vibratore quando saltavo!? Sei un sadico.
Semi rise –Ho vinto la scommessa e non puoi lamentarti, ricordi?
Shirabu ringhiò nuovamente –Vedi di scoparmi come si deve dopo quello che mi hai fatto passare o io…
Goshiki aveva sentito abbastanza. Aprì in fretta e furia la porta e se la richiuse alla spalle con tanta violenza che probabilmente venne sentito da mezzo dormitorio.
Il suo compagno di stanza alzò lo sguardo su di lui e spalancò gli occhi preoccupato –Stai bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma!
L’unico pensiero coerente del ragazzino dai capelli a scodella fu “sarebbe stato meglio”.
 
Con la consapevolezza che mai nessuno di quei ricordi sarebbe scomparso dalla sua mente, sospirò esasperato e sperò che i suoi senpai cambiassero davvero argomento.
Ohiro annuì e fu d’accordo con Shirabu –sì, infatti, lasciamo alcuni di loro nell’innocenza per un altro po'.
A Goshiki venne da ridere, se solo avessero potuto sapere quello che passava per la sua mente…

 
 
[1460 parole]

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Eccomi tornata come promesso! Spero abbiate passato delle buone vacanze anche voi!
Ho scritto questa storia qualche mese fa, Goshiki è uno dei personaggi che adoro e il fatto che non abbia una "ship canonica" un pò come tutti gli altri tende a non farmelo scrivere quasi mai. Ma volevo una storia con lui e quindi la mia mente ha partorito tutto ciò (sì, il povero bimbo non se l'è passata bene, ma tutti devono crescere... circa). Spero che vi abbia strappato un sorriso!
Ho deciso di pubblicarla adesso perché due giorni fa era il suo compleanno!
A presto con tutte le altre storie!
Un bacio,
Deh
  
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