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Autore: elenabastet    24/08/2021    4 recensioni
Acqua, acqua come quella della Normandia che Oscar osserva nell'episodio 29 dopo aver scoperto i veri sentimenti di André, o quella della Senna sulle cui rive André si confida con l'Eco di Parigi.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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ACQUA

 

Rating: toni adulti, non sesso esplicito.

Fandom: Lady Oscar.

Note: episodio 29, scene perse e what if, Oscar incontra in Normandia una strana donna anziana sulla spiaggia in riva al mare a cui racconta cosa è successo con André, mentre André in riva alla Senna racconta cosa ha fatto al fisarmonicista. Immagino la strega della spiaggia come simile a Helen Mirren.

 

 

L’acqua del mare della Normandia brillava già della luce dell’estate, anche se era solo primavera, ed era strano visto quanto fosse a nord rispetto a terre più calde. Oscar guardava il mare, con il cuore colmo di dolore per tutto e tutti. Dolore perché il conte di Fersen non aveva potuto o voluto contraccambiare i suoi sentimenti, impedendole di essere ancora suo amico e facendola sentire debole e fragile, oltre che ridicola. Dolore anche e soprattutto perché aveva scoperto cosa André provava per lei, e niente avrebbe più potuto essere come prima.

Lo aveva considerato da sempre il suo migliore amico, suo fratello non di sangue ma nel cuore, e lui si era rivelato a lei con la passione repressa di un amante, arrivando a tradire il rapporto che c’era tra di loro, sopraffacendola, trattandola come un oggetto di desiderio violento e poi rivelandole i suoi veri sentimenti.

Lei sapeva di aver sbagliato con lui, non doveva congedarlo in quel modo, facendolo sentire un servo per la prima volta nella sua vita. Ma non avrebbe dovuto nemmeno prendendosela così per quella frase in fondo non peggiore di tante altre che lui le aveva detto, quella frase sulle rose e i lillà che l’aveva fatta infuriare, schiaffeggiandolo e afferrandolo per il bavero della camicia. Non riusciva a pensare a quello che era successo dopo senza provare desiderio di piangere e senza l’imbarazzo di essersi sentita tradita e impaurita dalla persona a cui da sempre aveva voluto più bene che a tutte.

L’acqua del mare era così limpida, avrebbe voluto che la lavasse tutta, le facesse dimenticare ogni cosa, e la facesse ritornare a quando considerava André il suo migliore amico inseparabile, che la faceva ridere con i pettegolezzi sulle dame mentre mangiavano gli ottimi biscotti bretoni preparati dalla nonna, che le procurava in casa gli ultimi romanzi usciti, con cui si raccontavano nelle sere invernali a casa storie di fantasmi e streghe, terrorizzando la povera Rosalie ma divertendosi sempre.

Il suo migliore amico, che l’aveva sempre sostenuta e protetta, che le aveva impedito di fare delle stupidaggini, come uccidere il duca di Germaine tanti anni prima, che aveva cercato di mitigare la furia di suo padre, con cui avevano condiviso duelli, cavalcate, momenti lieti, momenti tragici, discorsi su argomenti seri e non.

Credo di averti sempre amata… Da sempre pensava a lei non come ad una sorella o un’amica, ma come ad una donna da desiderare. Oscar non riusciva a reggere questo pensiero, tanto era sconvolgente, pensare che dietro ad ogni suo gesto, quando la aiutava a salire a cavallo, quando si allenavano insieme, quando la salutava al mattino o le augurava buona notte, quando scherzava, ci fosse da sempre amore e desiderio.

Ad un tratto un cane venne verso di lei, annusandole gli stivali: lei si chinò ad accarezzarlo, e poco oltre, anche un gatto si avvicinò a lei. Oscar era arrivata abbastanza lontana dalla villa, in un angolo della spiaggia dove non veniva mai, nemmeno ai tempi in cui aveva cavalcato in riva al mare con André e Rosalie, in quei giorni ormai persi per sempre e che le toccava rimpiangere.

Oscar salutò anche il gatto. Una voce di colpo la fece sobbalzare:

“Oh, scusatemi se i miei compagni vi hanno disturbata”.

Davanti a lei era comparsa una donna non certo più giovane ma dall’età indefinibile, con i capelli bianchi raccolti in un turbante, uscita da una casa costruita in pietra che c’era in un angolo della spiaggia, verso un prato che arrivava fin lì.

“Non c’è problema, signora...”

“Morgause, mi chiamo Morgause, come la strega della leggenda, e dicono che lo sia davvero, anche se mi limito a coltivare erbe”, disse la donna. Oscar si sentì un po’ più serena, per la prima volta da settimane.

“Sedetevi qui e riposatevi”, disse Morgause, indicandole una roccia, vicina ad un’altra, a due passi dalla casa. Non era scomodo sedersi lì sopra, anzi.

Oscar non se lo fece ripetere, era stanca, stanchissima, con il cuore a pezzi.

“Mi ricordo di voi, non mi avete forse vista, ma cavalcavate qualche anno fa sulla spiaggia con quella graziosa ragazza bionda e quel bellissimo giovane”, continuò Morgause.

Già, le belle vacanze che sembravano essere avvenute secoli prima, ormai…

Il bellissimo giovane… ma era vero, André era bellissimo e aveva tante altre buone qualità, avrebbe potuto essere felice, se lo meritava, ma invece aveva scelto altrimenti. Due lacrime le corsero sulle guance, cercò di trattenerle ma fu inutile.

“Signora, perché piangete?”, chiese Morgause.

“Io… è un brutto periodo, ho capito che devo sforzarmi di vivere da uomo e non come una debole donna, senza sentimenti, ho sofferto troppo….”

“Non capisco molto cosa dite, mia cara. Ma dovete pensare che anche gli uomini soffrono, anche gli uomini hanno sentimenti, solo che lo dimostrano in maniera diversa da noi donne, mia cara ragazza...”, disse Morgause.

“Io sono stata cresciuta come un uomo, come un soldato, sono una guerriera, una combattente, ma ho scoperto cosa vuol dire amare qualcuno che non mi vuole, è stato terribile, non voglio più soffrire...”

“Che peccato che ci sia qualcuno che non vuole una ragazza bella come voi, e anche intelligente, direi”.

“Lui ama un’altra donna, anche se è un amore infelice e tormentato, e non ha posto per me nel suo cuore.”

“Brutta questione, senz’altro. Ma vedete, anche gli uomini quindi soffrono!”

“Lo so, e qualcuno sta soffrendo invece a causa mia. Un uomo che per me è stato più di un fratello, più di un amico, più di tutto, è innamorato di me da sempre, l’ho scoperto da poco e nel modo peggiore. Mi ha fatta sentire… indifesa, debole e stupida”.

Morgause stette zitta un attimo, capendo subito di chi parlava la sua ospite a sorpresa.

“Voler bene ad una persona come ad un fratello o ad un caro amico è una forma d’amore, sapete?”
“Certo, ma lui vede da sempre in me una donna da desiderare e da amare, è innamorato, dietro ogni suo gesto, dietro ogni sua parola, dietro ogni momento che ha passato con me c’era questo, ed io… ho paura”.

“Paura di cosa?”

“Non voglio che soffra, ma ormai è troppo tardi, ho visto un suo volto diverso, qualche giorno fa, un volto disperato, rabbioso, quasi violento, ma anche pieno di… desiderio per me”.

“Trovate strano che un uomo vi possa desiderare, ragazza mia? Può succedere. Tra l’altro voi siete bella e con altre buone qualità, non è strano”

“Non me l’aspettavo da lui. Eravamo amici fraterni, abbiamo diviso tutto per anni, facevamo il bagno insieme nel laghetto da piccoli, ci raccontavamo storie di paura nelle sere d’inverno, cavalcavamo insieme, giocavamo, chiacchieravamo, pranzavamo, duellavamo e ora non ci potrà più essere niente di questo.”

“Accidenti, tante coppie sposate, che si dovrebbero amare come a voi spaventa tanto non stanno così tanto insieme. L’unica cosa che non avete avuto insieme quindi è solo...”

“Oh, mi ha desiderata l’altro giorno, in maniera brusca, è stato… sconvolgente. Io gli voglio bene, è la persona a cui voglio più bene di tutte, gli auguro il meglio, volevo che fosse libero, che si facesse una vita sua finalmente, vorrei che trovasse una donna da amare e diventasse padre, sarebbe un padre meraviglioso e anche un buon marito”.

“Oh certo, con un’altra donna… perché non con voi? Tanti si sposano senza conoscersi o conoscendosi appena, scambiando un’attrazione di un attimo per amore. Siete davvero sicura di provare solo amicizia per quest’uomo di cui parlate tanto bene e con tanta dedizione? L’attrazione fisica e il desiderio durano se nascono con radici profonde, altrimenti sfioriscono presto.”

Oscar restò zitta. Non sapeva cosa pensare.

“Ah, non voglio farvi perdere altro tempo, vi auguro un giorno di sentirvi meglio. Accettate queste erbe per condire i vostri piatti”.

Morgause tornò dalla casa con un panetto con dentro le erbe e lo porse ad Oscar: nell’attimo in cui le loro mani si intrecciarono, Oscar ebbe un sussulto. Sentì due braccia forti che la stringevano, non come quella sera con violenza, ma per rassicurarla, sentì le stesse labbra che erano state brusche che la baciavano con dolcezza ma con passione, sentì uno strano calore in corpo, benefico e appagante. Forse Morgause era una strega davvero? Cosa le aveva fatto?

Oscar si accomiatò dalla sua ospite imprevista e tornò indietro verso casa, con la testa vuota e senza più il sordo dolore che aveva provato in quei giorni. Aggiunse le erbe alla zuppa della sera e ne avanzò ancora, pensando che anche ad André sarebbero piaciute. Si augurò che trovasse anche lui un po’ di serenità.

 

Parigi

La Senna scorreva nel buio, appena illuminata dalla Luna e dalle stelle. André si sedette sul muretto che dava verso il fiume, con ancora in mano il fiasco di vino, il terzo, che aveva acquistato all’osteria poco distante.

Per un attimo pensò di buttarsi in quell’acqua e sparire per sempre, dopo quello che aveva fatto ad Oscar era forse l’unica cosa sensata da fare. L’aveva aggredita, l’aveva umiliata, l’aveva… desiderata in maniera brutale, distruggendo la loro amicizia e il loro affetto. Certo, lui non sopportava più di vederla soffrire, struggersi per un uomo egoista che non la voleva ed era venuto a casa loro per affondare il coltello nella piaga e sconvolgerla ancora di più, ma quello che aveva fatto era senza perdono.

Lei gli aveva detto chiaramente: “Non dovrai più occuparti di me e per quello che è successo l’altra sera non ce l’ho con te, ma comunque preferisco dimenticare”. Ma era impossibile dimenticare l’umiliazione, il vederla in lacrime indifesa dopo che l’aveva sopraffatta, perché voleva dimostrarle che come donna non aveva la sua stessa forza. Per non parlare del desiderio sordido che l’aveva invaso e spinto quasi a fare qualcosa di irreparabile.

Uno scalpiccio di passi lo distolse dai suoi pensieri: si girò e vide l’Eco di Parigi, il fisarmonicista che tutti conoscevano per averlo visto almeno una volta, ma di cui nessuno sapeva il nome, senza una gamba e con la sua gruccia.

“Posso sedermi qui, mio caro amico? Mi sembri un buon uomo, ho voglia di tenerti compagnia”.

“Fate pure, ma io non sono un buon uomo, ho fatto una cosa orribile”.

“Oh, io sono un esperto di cose orribili. Ne ho viste troppe, ma tu non mi sembri capace di questo”.

“Ho tradito la donna che amo”.

“Ah, capisco, sei stato debole, capita, gli amori a volte si perdono...”

André capì che doveva precisare la cosa, perché l’Eco pensava molto probabilmente ad un tradimento tra sposi, ad una relazione extraconiugale: a lui sarebbe bastata, in un’altra vita, Oscar da amare e desiderare.

“Io la amo da una vita e ho giurato di proteggerla e occuparmi di lei, non siamo sposati, non siamo nemmeno amanti.”

“E come la avresti tradita?”

“Un uomo la faceva soffrire e lei ha deciso di chiudersi in se stessa, distruggere tutto quello che era la sua vita e allontanarmi. Per la prima volta mi ha trattato da servo...”

“Oh, una faccenda non facile, direi che ha colpito il tuo orgoglio”.

“Io ho fatto di peggio, l’ho umiliata, le sono saltato addosso come un animale, bramandola con violenza, l’ho terrorizzata, volevo… ero impazzito dal desiderio, le ho giurato di non farlo mai più, ma ho distrutto ogni cosa.. sento solo buio, attorno e dentro di me, partendo dai miei occhi che vedono sempre meno”.

L’Eco di Parigi stette zitto per un po’ e poi disse:

“L'uomo può vedere due tipi di luce a questo mondo. Una è la luce del sole e questa può essere facilmente vista dagli occhi dell'uomo. L'altra luce è il cuore, la fiamma interiore della speranza. E per nutrirsi di questa luce gli occhi non servono, mio giovane amico. Ed è questa la luce più importante. Anche se un uomo ha sbagliato, questa forza interiore gli darà sempre la possibilità di ritrovare la vera felicità. Non perderti d'animo, non perderti mai d'animo, mio giovane amico.”

“Più facile a dirsi che a farsi”, rispose André.

“Lei a te tiene?”

“Ci teneva, un giorno mi salvò anche da una condanna a morte. Ma adesso? Ha ragione a non volermi più nella sua vita, non l’ho mai vista così distrutta, fossi in lei odierei a morte uno che mi ha fatto una cosa simile...”

“Abbi fede e non temere. Tu hai capito il tuo errore e stai già per ripararlo”.

“Con la pancia e il sangue pieni di vino. Grazie di avermi ascoltato...”

André rientrò in osteria e riprese a bere, scolandosi altri fiaschi di vino, intontendosi sempre di più. Poi ad un tratto urlò:

“Ma io voglio arruolarmi nei Soldati della Guardia!”

 

E il resto lo si conosce.

 

  
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